L’autunno è il momento peggiore per i capelli: opachi, aridi, quando non addirittura crespi e inclini a spezzarsi, pagano lo scotto di un’estate al sole e del ritorno al rito di spazzola-phon-piastra con l’arrivo dei primi freddi. Più in generale, lo avrai notato anche tu, la capigliatura diventa spenta e difficile da pettinare quando è aggredita da cloro della piscina, trattamenti chimici ripetuti tipo stiratura o anche l’uso quotidiano di dispositivi per arricciare o lisciare i capelli.
«I fusti si disidratano, le squame che li ricoprono si sollevano per assorbire acqua ed ecco che non riflettono più la luce, diventano opachi e, soprattutto, crespi», rimarca Cosimo Mazzeo, hair stylist a Milano ed esperto di capelli danneggiati. Per ovviare a questi inconvenienti, devi proteggere sempre i capelli dalle temperature eccessive con prodotti ad hoc chiamati termoprotettori ed evitare di spazzolarli con troppo vigore. A volte, però, non basta e il parrucchiere ti consiglia un ciclo di shampoo e maschere alla cheratina. Non è la stessa cosa del trattamento alla cheratina che si fa in salone. Quest’ultimo cambia la struttura del capello per renderlo pettinabile, invece i soin domiciliari apportano morbidezza e protezione. In particolare, lo shampoo alla cheratina (completo di balsamo o impacco della stessa linea ti assicura risultati più rapidi e soddisfacenti) aiuta a ritrovare, lavaggio dopo lavaggio, chiome più resistenti alla rottura e più lucide. Infatti le sue proteine inguainano i fusti e chiudono le cuticole e, mentre proteggono dalle aggressioni esterne, rendono i capelli anche più pettinabili.
Abbiamo vagliato 14 shampoo e maschere alla cheratina, selezionando i 4 che ci sono piaciuti di più. Ecco quali sono stati i fattori di cui abbiamo tenuto conto.
La formula
«La cheratina, presente naturalmente in capelli e unghie, è una proteina che rende le cuticole più compatte: se presente in uno shampoo, anziché essere sciacquata via, resta sullo stelo, con un effetto elasticizzante e lucidante. La più innovativa è quella di origine vegetale, ottenuta da aminoacidi e proteine di semi e legumi con procedimenti biotech. Nell’INCI (l’elenco degli ingredienti completo in ordine decrescente che tutti i cosmetici riportano per legge) la riconosci sotto vari nomi: wheat amino acid, glycine soja seed extract, hydrolyzed corn protein ovvero aminoacidi del grano, estratto di semi di soia o proteine idrolizzate di granturco», spiega Umberto Borellini, cosmetologo e docente presso diversi atenei.
La cheratina classica, invece, è di derivazione animale (hydrolyzed keratin, keratin). Abbiamo considerato, poi, la base lavante, cioè il tipo di tensioattivo utilizzato. «Abbiamo, quindi, escluso quelli troppo aggressivi come SLS e SLES (sodium lauryl sulfate e sodium laureth sulfate) perché impoveriscono il mantello idrolipidico della cute e disidratano i fusti: se il problema sono proprio i capelli aridi, che si spezzano, è essenziale adoperare uno shampoo molto delicato», sottolinea il cosmetologo.
Un altro criterio è stata la presenza nella formula di altri attivi che incrementassero l’azione riparatrice della cheratina, come agenti idratanti, emollienti o rafforzanti, per esempio collagene, pool di aminoacidi e zuccheri, olio di argan o di cocco, pantenolo (li trovi nell’INCI sotto collagen, polyamino sugar condensate, serine, argania spinosa kernel oil, cocos nucifera oil, panthenol). Infine abbiamo considerato in modo positivo le formule più innovative, che escludessero conservanti controversi come i parabeni e proponessero il meglio delle biotecnologie per rendere i capelli più lucidi e pettinabili.
La prova
Abbiamo lavato i capelli seguendo le istruzioni delle confezioni, quindi tenendo in posa gli shampoo per i tempi indicati e applicando il conditioner abituale. I voti sono stati attribuiti in base alla facilità e piacevolezza d’uso, alla chiarezza delle istruzioni, al profumo e alla praticità della confezione, ma soprattutto alla lucentezza e docilità al pettine della capigliatura nella fase dello styling e nel risultato finale. Anche il prezzo ha influito: le formule biotech con cheratina vegetale si sono rivelate più costose, ma meritevoli della spesa.
La scelta finale dei 4 preferiti è stata difficile per l’elevata qualità di diversi prodotti, ma abbiamo rilevato che gli shampoo più apprezzati sono stati quelli proposti da marchi specializzati nella cura del capello.
Il consiglio
«Suggerisco un ciclo di 1-3 mesi di shampoo seguito da maschera o conditioner della stessa linea, per avere il massimo risultato: la cheratina ripristina l’idratazione, aiutando i fusti ad apparire più brillanti e le chiome più setose. È importante essere costanti: i risultati si incrementano con il tempo. Procedi così: fai un primo lavaggio con poco prodotto, quindi procedi con un secondo shampoo lasciando in posa almeno 3 minuti prima di risciacquare. Se ti lavi i capelli spesso, un solo passaggio basta. Poi applica il balsamo o la maschera secondo i tempi indicati. Una volta terminato il ciclo, cambia marchio, per non assuefare il capello», conclude Cosimo Mazzeo.
I nostri Lab tester: Umberto Borellini, cosmetologo e docente presso diversi atenei; Cosimo Mazzeo, hair stylist; Laurence Donnini, giornalista
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