Per i celiaci è veleno, ma sono molte le persone perfettamente sane che, sull’onda di una moda dilagante, non mangiano glutine. Dati Nielsen rivelano che in Italia 6 milioni di persone non lo consumano per scelta, convinte che faccia male. Le cose stanno davvero così?
Se è in eccesso infiamma l'intestino
«La dieta moderna ne è ricchissima. Consumiamo pasta e pizza in abbondanza. Non solo. Le industrie alimentari, attraverso procedimenti di ibridazione dei cereali, producono farine che contengono maggiori quantità di glutine rispetto a una volta, allo scopo di ottenere impasti più elastici e corposi», spiega il dottor Luca Speciani, medico e alimentarista a Oreno di Vimercate (MB).
Le ripercussioni sulla salute non mancano. «Gli studi più aggiornati hanno dimostrato che, anche nei non celiaci, questa proteina del grano, se consumata in eccesso, può avere un’azione pro-infiammatoria sulla mucosa del colon, causando un’alterazione della flora batterica intestinale. Così le difese si abbassano e siamo più esposti a infezioni, patologie del colon e perfino malattie autoimmuni».
L’aumento dell’infiammazione può poi incidere sul cervello: «Un’indagine della John Hopkins university school of medicine di Baltimora (USA) ha rivelato che molte malattie neurologiche, come l’epilessia, possono essere aggravate, se non addirittura causate, da questa proteina», nota l’esperto.
Ridurlo rende più forti
Sono ormai molti gli atleti che mangiano dosi ridotte di pasta e pane. «Qualche anno fa, durante il Tour de France, i ciclisti di una fra le squadre di punta seguirono una dieta povera di glutine e i medici riscontrarono una ripresa più rapida dallo sforzo e un miglioramento della forza muscolare», ricorda il dottor Speciani.
Come mai? L’organismo non riesce a digerirlo perfettamente, così l’intestino si irrita e fatica ad assorbire i nutrienti, indispensabili sempre, ma ancora di più quando si pratica sport», chiarisce l’esperto.
Se si bandisce si perdono nutrienti
Diminuire il consumo di glutine, dunque, fa senz’altro bene, ma sarebbe sbagliato bandirlo del tutto dalla dieta: «Vorrebbe dire rinunciare a molti preziosi cereali e correre il rischio di non soddisfare il fabbisogno giornaliero di carboidrati complessi, che devono fornire dal 40% al 60% delle calorie assunte quotidianamente.
In più, si potrebbe andare incontro a carenze di vitamine, in particolare del gruppo B», conclude il dottor Luca Speciani.
Il cibo gluten free non fa ingrassare né dimagrire
Un tempo la funzione di collante, che nei cibi normali viene esercitata dal glutine, era assolta da ingredienti sostitutivi, come i grassi (dall’elevato potere energetico). Ecco perché gli alimenti gluten free potevano favorire un aumento di peso. Adesso però le cose sono cambiate.
Un nuovo studio dell’Associazione italiana celiachia ha confrontato i nutrienti di circa 600 prodotti (con e senza glutine), scoprendo che oggi non ci sono più differenze sostanziali tra gli uni e gli altri in termini di calorie, lipidi e zuccheri.
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Articolo pubblicato sul n. 52 di Starbene in edicola dal 12/12/2017