Non tutti sanno che esistono delle linee guida per favorire l’allattamento, ovvero norme che non solo spiegano come attaccare il bambino e quando farlo, ma che rispondono anche a molti dubbi delle neomamme.
1)Favorire il contatto neonato-mamma da subito
L’allattamento al seno è un’esperienza meravigliosa e offre al neonato la migliore alimentazione possibile: per favorire l’allattamento è necessario mettere in contatto da subito il bambino con la mamma, in modo che entrambi imparino a riconoscersi al tatto e all’olfatto.
«Oggi al neonato sano non si danno integrazioni se non raramente, su espressa indicazione medica (ad esempio nei casi di ipoglicemia o calo ponderale eccessivo) – spiega il dottor Lovati, responsabile nido Policlinico San Pietro – Normalmente si attacca il piccolo al seno della madre già in sala parto (la suzione precoce favorisce l’arrivo del latte) e si favorisce il rooming-in, ovvero la possibilità per la madre di rimanere accanto al neonato durante tutta la giornata, e di allattare il bambino a richiesta».
2)Attaccare il bambino correttamente per non sentire dolore
Molte donne non vogliono allattare o smettono di farlo a causa delle ragadi: molto spesso infatti il seno si irrita perché il bambino non viene attaccato correttamente. Studi scientifici hanno dimostrato che attaccare correttamente il neonato al seno non solo riduce l’incidenza di ragadi, ma ne favorisce anche la guarigione.
3)Durante l’allattamento, la dieta ha la sua importanza
La donna che allatta ha un accresciuto fabbisogno nutrizionale: questo non significa che deve mangiare disordinatamente di tutto, ma che sicuramente vi sono cibi assolutamente da evitare, poiché potrebbero nuocere al bambino. Un'altra abitudine da abolire per non arrecare disturbi alla salute del neonato, sarebbe anche il fumo di sigaretta.
4)Quella spiacevole sensazione che il latte non basti…
Molte donne smettono o iniziano ad alternare il loro latte con quello artificiale perché pensano di non avere latte a sufficienza: in realtà bisognerebbe attaccare il bambino ogni volta che lo chiede, ricordando che più succhia, più latte verrà prodotto.
5)Attenzione a succhietti e tettarelle
Il neonato che succhia il ciuccio può essere più tranquillo di uno che non lo fa e questo può contribuire alla serenità materna: secondo la teoria della nipple confusion però, proprio tettarelle e ciucci possono interferire con l’allattamento, perché potrebbero ridurre il tempo che il bambino trascorre attaccato al seno.
6)Più supporto per la donna che allatta
Sia durante la gravidanza che subito dopo, bisognerebbe incoraggiare di più le neomamme ad allattare al seno, supportandole quando iniziano a farlo e rassicurandole sul fatto che il loro latte sarà sufficiente per favorire una salutare crescita del neonato. Molto spesso infatti, al momento della dimissione ospedaliera, la completa mancanza di supporto spinge le donne a smettere di allattare.
«È fondamentale che, in tema di allattamento, le mamme siano seguite, supportate ed incoraggiate sia durante il breve ricovero in ospedale che dopo: è molto importante infatti che le neomamme non vengano lasciate sole nei giorni successivi alla dimissione, poiché questo è il momento più delicato – osserva il dottor Lovati – Se alle prime difficoltà vengono date integrazioni con latte artificiale, è molto facile che venga compromesso l’allattamento materno, perché il neonato riceverebbe così in modo più facile il nutrimento da un’altra fonte, e tenderà a succhiare di meno al seno, riducendo la stimolazione e lo svuotamento della mammella e quindi la produzione di latte. Proprio per questo in molte realtà ospedaliere e territoriali si sono organizzati spazi o ambulatori per l’allattamento, ovvero luoghi in cui le mamme possono liberamente venire per un aiuto, un consiglio e un incoraggiamento».