Un recente studio della University of Michigan Comprehensive Cancer Center, pubblicato sulla rivista Clinical Cancer Research, afferma che i germogli di broccoli potrebbero costituire un'importante arma di prevenzione contro il cancro al seno. Il tutto grazie all'azione del sulforafano: si tratta di una specifica molecola contenuta nelle verdure crucifere (broccoli, cavoli, verze...). In merito a questo studio e alle sue scoperte, abbiamo intervistato la dott.ssa Elena Dogliotti, biologa nutrizionista della Fondazione Umberto Veronesi.
Il potere delle verdure crucifere
Le verdure appartenenti alla famiglia delle crucifere o brassicacee come broccoli, cavolfiore, cavoli, verza e cavolini di Bruxelles hanno un ruolo antitumorale. «Queste verdure sono stati indicate da studi scientifici tra i principali responsabili delle proprietà antitumorali associate al consumo di vegetali, contenendo le più grandi quantità di molecole fitochimiche che agiscono come prevenzione per il cancro», spiega l'esperta. Ma quali sono queste molecole? «Oltre ai polifenoli», afferma la dott.ssa Dogliotti, «le crucifere contengono anche glucosinolati e mirosina. Queste sostanze vengono liberate durante la masticazione ed entrano così in contatto con le nostre cellule. Qui, la mirosina trasforma i glucosinolati in molecole attive contro il cancro, nel caso dei broccoli in sulforafano (la sostanza citata dallo studio americano). Quest'ultimo accelera e potenzia la capacità dell'organismo di liberarsi dalle sostanze tossiche (in potenza cancerogene), ma non solo. Il sulforafano, infatti, agisce direttamente anche sulle cellule cancerose provocandone la morte. Ma il sulforafano non è il solo composto antitumorale contenuto nei broccoli: qui, e nei cavolini di Bruxelles, è attiva anche un'altra molecola (glucobrassicina) che ostacola la formazione di quei tumori definiti estrogeno-dipendenti (seno, endometrio, collo dell'utero)».
Come cucinarli per liberare le molecole benefiche
Per ottenere tutti i benefici antitumorali dalle crucifere, è molto importante la loro modalità di consumo. Infatti, la dott.ssa Elena Dogliotti ci ricorda che «i glucosinolati sono idrosolubili, quindi le cotture in acqua fanno perdere gran parte di tali sostanze anti-cancro alle brassicacee. Anche la mirosina, come quasi tutti gli enzimi, è termosensibile e, dunque, cotture troppo prolungate la inattivano. Quindi, è bene consumare broccoli e cavoli saltati in padella o solo leggermente stufati. Ciò che conta, affinché se ne assumano le sostanze antitumorali, è che restino croccanti (dobbiamo masticarli per poter attivare le molecole benefiche)».
Quanti broccoli (e non solo) dovremmo consumare
«La dose ideale di crucifere da consumare nell'arco della settimana, per prevenire sì il tumore al seno, ma anche neoplasie a vescica, polmoni, stomaco, colon-retto e prostata. I dati scientifici parlano, per esempio, di riduzione del 50% del rischio di tumore alla vescica con il consumo di 5 porzioni alla settimana di crucifere , mentre 3 o 4 porzioni sono state ritenute sufficienti per proteggere dai polipi intestinali (che possono degenerare in tumori del colon)», aggiunge l'esperta.
Perché il germoglio
I germogli di broccoli sono supercibi antitumorali perché contengono ben 100 volte la quantità di sulforafano del broccolo maturo. «I germogli in generale sono piante "in progress" e, dunque, sono un vero e proprio concentrato di vitamine, sali minerali e proteine. Quindi, consumare germogli di broccoli non solo è una buona azione di prevenzione ma è anche un modo per ritrovare energia nei momenti di stress e affaticamento, nelle diete detox o ai cambi di stagione», conclude la specialista.