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Dieta: i sostituti dei pasti sono la scelta giusta?

Una scelta estrema, ma diffusa, che nasconde molti timori e insicurezze. Ecco come ritrovare un rapporto equilibrato con il cibo

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La qualità dei cibi che mangiamo, il controllo del peso, il bisogno di sentirsi adeguati e normali, la voglia di fare le scelte migliori per la propria salute hanno trovato, almeno apparentemente, una facile soluzione: nutrirsi di pasti sostitutivi, barrette, pillole e bustine che sembrano offrire una strategia vincente unita a molte certezze.

In realtà questo modo di nutrirsi rivela tante insicurezze. Vediamo quali.


1. PER L’OSSESSIONE DELLO SPORCO

Ci sono persone che ritengono essenziale evitare il più possibile “contaminazioni” di qualsiasi genere e decidono di nutrirsi di pillole e bustine perché ossessionate dalla paura dello sporco, del cattivo, del marcio. Una paura che spesso ha radici profonde nella storia personale, e che può manifestarsi anche nella ricerca di cibi “sterilizzati”.

Questi individui spesso hanno bisogno di controllare, di non lasciar libertà a emozioni e relazioni. E considerano l’idea di potersi nutrire di soli cibi “sicuri” come un modo per difendersi dall’invasione di ciò che non possono dominare e di garantirsi così una lunga vita esente da pericoli. Per questo motivo, si rifugiano in una dimensione asettica, in cui l’elemento cibo diviene un semplice valore nutritivo, suddiviso in calorie e componenti, che garantisca un’alimentazione apparentemente equilibrata ma che, al contrario impoverisce le difese immunitarie ed espone a pericolosi squilibri alimentari.

Se ti riconosci in questa categoria è importante fare, o meglio rivedere, una valutazione del carrello della spesa. Cibi sicuri? Certamente. Ma questo non vuol dire solo bustine preconfezionate. Igiene a tutto tondo? Certo, ma questo si può ottenere anche lavando o cuocendo gli alimenti in modo adeguato.


2. PER LA PAURA DI AMMALARSI

Mangiando cibi liofilizzati, preimpacchettati, presumibilmente controllati all’origine e consegnati in buste sigillate, c’è chi pensa che non ci siano rischi di contaminazioni da muffe o batteri di vario genere. E si convince che questo sia un ottimo modo per salvaguardare la propria salute e assicurarsi anche una dieta bilanciata e corretta a seconda delle diverse esigenze.

In realtà, con un’alimentazione “artificiale” non aiutiamo il nostro organismo a funzionare bene. Sappiamo, infatti, che uno dei modi per dare una mano al sistema di difesa immunitario è proprio quello di esporci con giudizio anche alla presenza di alcuni tipi di batteri non eccessivamente virulenti o pericolosi.

Se siamo sani, infatti, dicono medici e numerosi studi scientifici sul tema, dovremmo poter sopravvivere al fatto che anche altri abbiano toccato il cibo perché più ci esponiamo a questo “rischio” più il nostro corpo si allena a difendersi.


3. PER L’ILLUSIONE DI DIMAGRIRE

Dietro alla scelta di un’alimentazione “impacchettata” c’è tutta la categoria di chi è perennemente a dieta senza essere mai riuscito a dimagrire veramente. Persone che, dopo aver cercato in mille modi possibili la soluzione per perdere peso (soluzione che, come dico sempre, è soprattutto una scelta di motivazione e di comportamento, e non di restrizione alimentare) si affidano alla bustina nel tentativo di eliminare il fattore cibo. Sperano così di dimenticare e annullare l’esistenza di profumi ed aromi, pensando che questo sia il modo migliore per perdere i tanto odiati chili di troppo. Ricorrendo a una sorta di equivalente non chirurgico della resezione gastrica, o del palloncino per dimagrire.

Ecco allora che la tentazione di una strategia asettica si presenta come una possibile speranza: ci si libera dell’odiato-amato cibo, si segue uno schema medicalizzato, fatto di cibi liofilizzati, bustine preconfezionate, tisane e pillole. Ci si immerge, insomma, in una sorta di ricovero alimentare a casa. Una scelta che, tuttavia, non intacca per nulla abitudini ed emozioni pericolose. Serve solo a tentare di eliminare desideri e piaceri.

In realtà la questione del riuscire a dimagrire non si risolve così facilmente. Il desiderio di cibo, la voglia di mangiare si fondano su diverse motivazioni. Quelle di base: nutrirsi e restare sani. Tuttavia nel mondo occidentale moderno nessuno soffre la fame al punto di poter morire se non mangia subito. Per restare sani medici e dietologi qualificati ci forniscono corrette indicazioni sull’uso dei diversi alimenti anche come rimedio per la salute.

Le motivazioni secondarie: provare piacere e dare impulso alla propria vita. Il piacere è un elemento fondante dell’esistenza. Per questo toglierlo, proprio come fanno le diete restrittive, non dura a lungo. Perché la spinta vitale tende a prendere sempre il sopravvento, almeno nelle persone sane. Mandando letteralmente nella spazzatura gli avanzi di pillole e bustine, per riprendersi il giusto senso del mangiare.


4. PER RIEMPIRE VUOTI DELL’ANIMA

Poi ci sono le motivazioni sostitutive: se si usa il cibo come riempitivo di bisogni psicologici, che devono essere saziati, quando scatta la voglia di mettere qualcosa in bocca, nell’illusione di non ingrassare ci si butta su barrette & Co.

Spesso le persone in sovrappeso soffrono proprio di questo problema: usano il cibo per affrontare le emozioni, negative o anche positive, fallendo qualsiasi tentativo di stare a dieta. Perché se le cose vanno male scatta il bisogno di mangiare. E se le cose vanno bene, si è perso qualche chilo e ci si sente meglio, scatta quello di mettere qualcosa in bocca. Senza parlare del fatto che, troppo spesso, le diete non funzionano perché non educano le persone a mangiare. Ma si limitano a togliere questo o quell’alimento creando un regime di privazione che aggiunge ulteriori problemi a chi già si sente infelice.

Se senti che il cibo per te è consolazione, rappresenta un momento di sollievo, per quanto limitato e temporaneo, nel tuo quotidiano, la soluzione non è ricorrere alle bustine o alle pillole, ma sarebbe importante capire cosa davvero non va, e imparare, o reimparare, a mangiare solo ai pasti, in giusta quantità. Perché tutto quello che si tocca “fuoripasto” è al servizio delle emozioni, e non del corpo.


5. PER LA CONVINZIONE CHE SIA ECOLOGICO

La decisione di alimentarsi con buste&co. può essere dettata anche dalla convinzione di fare una scelta ecologica, magari sulla scia di qualche personaggio pubblico che ha adottato questo stile di vita. Sbagliata, però.

In effetti, la moderna scienza alimentare ci dice che è importante mangiare variato, fresco, rispettando i ritmi della natura e del nostro territorio (cioè, prodotti di stagione e locali). Mentre nutrirsi di cibi “non cibo” impacchettati, che hanno subito processi industriali di trattamento e confezionamento sembra essere quanto di meno ecologico, e quindi benefico, che si possa immaginare.

In questo caso, è importante lavorare sulla capacità di sentirsi responsabili delle proprie scelte, e sul fatto di riprendersi in mano momenti della propria giornata cercando di avere cura di sé. Sappiamo infatti che alla base di una corretta alimentazione stanno proprio il tempo e la consapevolezza. La consapevolezza di essere i principali, se non unici, protagonisti della propria vita. E il tempo per scegliersi i prodotti, preparare i piatti, mangiarli e poi concedersi la possibilità di digerirli e assimilarli.

Questo è anche uno dei sistemi migliori per restare in forma: un cibo assaporato consapevolmente, riempie molto di più di qualsiasi cosa ingurgitata in fretta.


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Articolo pubblicato sul n. 18 di Starbene in edicola dal 17/04/2018

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