Possiamo fidarci dei cibi del futuro?

Le nostre tavole sono invase da alimenti supertecnologici. Abbiamo chiesto agli esperti come sono fatti e se cambieranno la nostra vita



di Francesca Soccorsi

Bistecche sintetiche, latte iperproteico, "perle" gelatinose e supertecnologiche (nella foto qui sopra), che racchiudono verdure, formaggi, yogurt in monoporzione. Le nostre tavole stanno per essere invase da alimenti impensabili fino a pochi anni fa. «Il piacere di mangiare, ma anche il rituale della preparazione di una ricetta, rischiano di cedere il passo a un’alimentazione sempre più tecnologica e sofisticata, con prodotti pronti e veloci», commenta Luciano Atzori, Consigliere Segretario dell’Ordine Nazionale dei Biologi ed esperto in Sicurezza degli Alimenti. Una tendenza che, vedremo, ha dei risvolti pratici ed ecologici. Ma fino a che punto ha senso assecondarla? E soprattutto: i cibi del futuro sono sicuri per la salute?

L’HI-TECH IN TAVOLA
Grazie alle biotecnologie, abbiamo a disposizione cibi davvero innovativi: si va dalle bistecche sintetiche (ricavate da cellule staminali bovine coltivate in vitro), al latte iperproteico, agli hamburger vegetali che sanno di carne, fino alle perle gelatinose (wiki-pearl), che racchiudono un alimento (formaggio, frutta o verdura). «Lo scopo, spesso, è nobile: produrre carne dalle staminali o hamburger vegetali che soddisfino maggiormente il palato significa salvaguardare gli animali e l’ambiente. Dati alla mano, per ottenere 1 kg di carne di manzo, infatti, ci vogliono 192 mq di terreno, oltre 60 kg di grano e si emettono 27 kg di CO2, mentre per la stessa quantità di proteine vegetali bastano 3,5 mq di terra e 5 kg di grano. E si inquina molto meno, perché si generano 2 kg di CO2», spiega il dottor Atzori. Il discorso vale anche per le perle da mangiare, con cui ci si può costruire un menu per i momenti di emergenza (si mettono in un contenitore da infilare in borsa e quando si ha fame si mangiano senza bisogno di posate). Alcune contengono addirittura il corrispettivo di uno yogurt e sono state pensate proprio per evitare di dover eliminare il vasetto di plastica. Persino il latte iperproteico è interessante: ha il 50% di proteine in più rispetto a quello tradizionale, quindi potrebbe essere un alimento ideale, per esempio, per gli sportivi. «Ma c’è davvero bisogno di tutto ciò? A portata di mano abbiamo
già tanti alimenti proteici, sani e naturali, come i legumi, per esempio.
Non occorrono prodotti sintetici che ci fanno anche perdere il piacere di
gustare o scoprire un sapore» commenta Luca Speciani, medico e
alimentarista. E non dimentichiamo, poi, che non sono economici: il latte
iperproteico, per esempio, costa il doppio di quello vaccino.

IL NUOVO FAST FOOD
Un altro trend, che in America sta andando fortissimo, è rappresentato
dai beveroni sostituti dei pasti. Li conosciamo da un po’, è vero. Ma la
novità è il modo con cui oggi vengono “reinterpertati”. Sì, perché anche chi
non deve dimagrire li utilizza. «La logica è quella del massimo della
nutrizione con il minimo sforzo: questi mix riforniscono l’organismo delle
sostanze utili, saziano e non comportano sprechi di cibo, dunque
sono sostenibili. E, a fronte di tutto questo, hanno costi ragionevoli. Insomma, sono il fast food del terzo millennio», commenta Luciano Atzori. Che conclude: «Ma assicurarsi le sostanze indispensabili al benessere è molto semplice: basta seguire un’alimentazione varia ed equilibrata».

I VEGETALI INTELLIGENTI
In questo momento i ricercatori sono concentrati su alcune sostanze presenti nei vegetali e usate negli integratori, in grado di rallentare l’invecchiamento cellulare. Il loro obiettivo è riuscire a riprodurre in laboratorio gli stessi principi attivi, in modo da averne a disposizione maggiori quantità e potenziare il mercato degli integratori. Di quali vegetali si tratta? Il fungo Ganoderma lucidum e la pianta Garcinia cambogia, particolarmente ricchi di antiossidanti e antinfiammatori. «Il rischio è che il consumatore finisca per abusarne. Ma fare troppe scorte di una sostanza non serve: il nostro organismo assorbe solo le quantità che gli servono. E non sempre elimina quelle in eccesso, che possono essere dannose».

IL TREND VINCENTE
In linea di massima, i cibi del futuro non sono un pericolo. «Meglio, però, puntare su cibi naturali, semplici e poco elaborati, legati a un’economia di tipo primario, a km 0 e biologici» commenta Luca Speciani. Che è poi la riscoperta di questi ultimi anni. «Grazie alla stagionalità dei prodotti legati alla terra e al nostro patrimonio alimentare e gastronomico, abbiamo infinite
possibilità di scelta. Che ci assicurano gli elementi nutritivi necessari (carboidrati, proteine, grassi, vitamine, minerali e antiossidanti), aiutandoci a contrastare le malattie cardiovascolari e il diabete, a controllare il peso e ad allungare la vita».

Vorresti fare i tortellini in casa, ma ti sembra un’impresa impossibile? Con le foodprinter il problema è risolto. Si tratta di sofisticate stampanti tridimensionali da cucina che permettono di preparare molti prodotti. In pratica, carichi la macchina con gli ingredienti (ci sono appositi cassettini), imposti il programma desiderato e, in pochi minuti, usciranno i tortellini (ma anche hamburger, ravioli, biscotti) pronti da cuocere. «Al momento, uno di questi elettrodomestici può costare da 1000 euro in su. Ma in futuro i prezzi sono destinati a scendere e ogni famiglia ne avrà uno in casa, com’è successo con il microonde. I vantaggi non mancano: potremo preparare la giusta quantità di cibo, senza sprechi; avremo a disposizione pietanze
sempre fresche; sarà possibile realizzare facilmente ricette ad hoc per chi ha specifiche esigenze alimentari (per esempio, chi soffre di celiachia)»,
spiega il dottor Atzori. Ma che fine farà la creatività in cucina, che da sempre è una caratteristica della nostra tradizione?

Articolo pubblicato sul n° 21 di Starbene in edicola dal 12 maggio 2015

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