L’HI-TECH IN TAVOLA
Grazie alle biotecnologie, abbiamo a disposizione cibi davvero innovativi: si va dalle bistecche sintetiche (ricavate da cellule staminali bovine coltivate in vitro), al latte iperproteico, agli hamburger vegetali che sanno di carne, fino alle perle gelatinose (wiki-pearl), che racchiudono un alimento (formaggio, frutta o verdura). «Lo scopo, spesso, è nobile: produrre carne dalle staminali o hamburger vegetali che soddisfino maggiormente il palato significa salvaguardare gli animali e l’ambiente. Dati alla mano, per ottenere 1 kg di carne di manzo, infatti, ci vogliono 192 mq di terreno, oltre 60 kg di grano e si emettono 27 kg di CO2, mentre per la stessa quantità di proteine vegetali bastano 3,5 mq di terra e 5 kg di grano. E si inquina molto meno, perché si generano 2 kg di CO2», spiega il dottor Atzori. Il discorso vale anche per le perle da mangiare, con cui ci si può costruire un menu per i momenti di emergenza (si mettono in un contenitore da infilare in borsa e quando si ha fame si mangiano senza bisogno di posate). Alcune contengono addirittura il corrispettivo di uno yogurt e sono state pensate proprio per evitare di dover eliminare il vasetto di plastica. Persino il latte iperproteico è interessante: ha il 50% di proteine in più rispetto a quello tradizionale, quindi potrebbe essere un alimento ideale, per esempio, per gli sportivi. «Ma c’è davvero bisogno di tutto ciò? A portata di mano abbiamo
già tanti alimenti proteici, sani e naturali, come i legumi, per esempio.
Non occorrono prodotti sintetici che ci fanno anche perdere il piacere di
gustare o scoprire un sapore» commenta Luca Speciani, medico e
alimentarista. E non dimentichiamo, poi, che non sono economici: il latte
iperproteico, per esempio, costa il doppio di quello vaccino.