Si può seguire un programma dimagrante mantenendo il buonumore? Sì. Anzi, si deve. Parola di Alain Mességué, uno dei fitoterapisti più famosi, proprietario di un centro benessere nel Ticino, sulla riva nord del Lago Maggiore. Nel suo ultimo libro ci spiega come il sorriso sia la carta vincente per stare bene e mantenere la linea (La dieta del sorriso, Cairo, 13 euro). La tentazione di saperne di più è forte. Per questo lo abbiamo intervistato.
Dottor Mességué, lei ha la fama di essere un professionista un po’ severo. Si racconta che i suoi ospiti un tempo la temevano… Ora ci invita a sorridere. Dobbiamo prendere la dieta meno seriamente?
Nel mio lavoro continuo a essere molto rigoroso. Ma con il tempo si diventa saggi. E nella saggezza si scopre la bellezza di sorridere. Questo non vuol dire che la dieta vada affrontata in modo poco serio. Ma solo che dobbiamo viverla con più leggerezza. Non aspettiamoci risultati immediati, diamo al nostro corpo il tempo di reagire secondo i suoi ritmi, non inseguiamo ideali irragiungibili, concediamoci il lusso di dimagrire senza stress. Ognuno di noi ha il suo peso. Ognuno di noi è unico. I miei menu non sono cambiati rispetto al passato, ma sono aumentate le calorie. Questo li rende più ricchi, più piacevoli e semplici da seguire. E, una volta persi i chili di troppo, mantenere le buone abitudini è più semplice.
Quindi, il successo di una dieta non dipende dalle calorie.
No. Il classico menu a base di bistecca e insalata funziona per 7-8 giorni. Poi basta, il metabolismo si abbassa e continuare a mangiare così non fa più effetto. E poi, che tristezza. Il segreto è abbinare i cibi giusti, altrimenti si perde solo massa magra. Nei miei centri siamo passati da 1.000 calorie giornaliere a 1.800 (si pensi che la media si aggira intorno alle 2.200-2.300, a seconda dei casi). Insomma, se si mangia senza troppi sacrifici, si può fare la dieta sorridendo.
Va bene non contare le calorie, ma che cosa dobbiamo portare in tavola?
Le posso dire di evitare i cibi industriali, i grassi cattivi. Ma più di tutto contano gli abbinamenti. La regola principale per dimagrire è non mescolare gli amidi (si trovano nei cereali e nei loro derivati, quindi pasta, pane farina, biscotti, polenta, nelle patate e nei legumi) con le proteine animali, cioè carne, insaccati, uova, pesce, latte e derivati. Dunque mai carne e patate, mai pesce e riso. Regoliamoci così nei tre pasti principali. E poi scegliamo alimenti semplici e integrali, abbondiamo con frutta e verdura e usiamo olio d’oliva.
Nel libro spiega che anche il tipo di acqua da bere è importante…
Assolutamente sì. Per aumentare la diuresi, il rapporto tra sodio e potassio dev’essere simile (circa 1:1). Se l’acqua è più carica di sodio che di potassio o viceversa, non si urina allo stesso modo. E, comunque, ci vuole anche qualcos’altro per raggiungere il proprio peso forma…
In che senso?
È fondamentale integrare l’alimentazione con le erbe. Il segreto della mia cura consiste per il 30 per cento nella dieta, per il 60 per cento nell’assunzione di erbe, sotto forma di infusi, decotti, pediluvi e maniluvi (questi ultimi due depurano l’organismo per osmosi, aumentando il microcircolo e facendo lavorare di più il fegato, lo stomaco e i reni) e per il 10 per cento nel riposo.
Il riposo? Tutti quelli che detestano lo sport esulteranno…
Non sono contrario allo sport, ma all'attività fisica durante il soggiorno nel mio centro. Chi è sovrappeso di solito non è abituato ad allenarsi e produce più radicali liberi. Rimanere a riposo 20-30 minuti dopo pranzo, invece, permette di aumentare la diuresi. Inoltre, per digerire, c’è bisogno che il sangue vada nello stomaco. Ma se si fa attività fisica, va nelle gambe, nei muscoli. Diverse aziende all’estero si sono attrezzate per permettere ai dipendenti di fare una pausa da sdraiati nel primo pomeriggio. Anche questo è sorriso.
È vero che lei fa concludere sempre i pasti con un dolce?
Certamente. Pranzo e cena devono durare circa tre quarti d’ora, perché il senso di sazietà arriva dopo 45 minuti che si sta mangiando. Per questo nel mio centro, i camerieri devono servire i piatti con calma e le persone mangiare in tranquillità, masticando bene. Ogni pasto prevede antipasto, secondo, contorno e dolce.
Non mi dica, però, che per dolce intende la frutta...
Ci mancherebbe. Si va dalla mousse al cioccolato ai sorbetti, al gelato, alla creme di vaniglia e di moka. Ogni tanto, però, una composta di frutta può capitare.
Chiudiamo con la sua ricetta del cuore.
Ne ho tante. Ma sono affezionato alla pasta e fagioli, che preparavo per Ugo Tognazzi quando veniva nel mio centro. Proprio così, nessuno direbbe che una ricetta del genere fa dimagrire! Bisogna mettere a bagno 150 g di fagioli in acqua fredda con 1 cucchiaio di sale di mare grosso non raffinato per 24 ore. Sciacquarli con cura, e metterli in una casseruola a fondo spesso. Una volta raggiunto il bollore, si aggiungono 100 g di sedano, 80 g di cipolle bianche, 50 g di carote, lavate, pulite e tagliate alla julienne. Si cuoce a fiamma bassa, schiumando di tanto in tanto la superficie. Quando i fagioli sono cotti, se ne preleva circa 1/3 e si passano al passaverdura. Si versa il passato in un’altra casseruola e si aggiungono dei ditalini integrali biologici (200 g per 4 persone) lessati al dente. Si prosegue per qualche minuto la cottura, si toglie dal fuoco e si condisce con un filo d’olio d’oliva e pepe macinato. È un piatto equilibrato, fornisce carboidrati e 13,5 g di proteine vegetali. E dopo averlo mangiato, il sorriso è assicurato.
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