Se non riesci a smaltire i chili di troppo pur stando a dieta, la causa potrebbe essere uno squilibrio del microbiota intestinale, l’insieme dei batteri che albergano nel colon: è quanto hanno dimostrato nuovi e autorevoli studi. Ecco cosa si è scoperto.
Il legame microbiota - bilancia
Gli esperti sapevano già da tempo che la flora dell’intestino ha un ruolo determinante nel regolare l’assimilazione di zuccheri e grassi e la produzione degli ormoni della sazietà, ma ora le ricerche più aggiornate hanno fatto un ulteriore passo avanti: a distinguere le personeobese dalle normopeso è proprio la composizione del loro microbiota.
Medici del Duke University Medical Center di Durham, nel North Carolina, in collaborazione con la Washington University School of Medicine di St. Louis, in Missouri, hanno chiarito che in una flora squilibrata da diete ricche di alimenti raffinati, zuccheri, latticini e carni processate e povere di fibre prevalgono batteri “accumulatori”, che favoriscono l’aumento di peso.
Cosa fare per avere una flora nella quale siano, invece, predominanti le colonie di batteri utili per mantenere la linea? «Bisogna adottare un’alimentazione sana e variata, a base di ingredienti semplici e naturali.
Inoltre, per potenziare gli effetti della dieta, si possono assumere probiotici, ceppi batterici vivi in grado di riequilibrare il microbiota», spiega Alessandra Lodi, dottore di ricerca in neurobiologia, esperta in nutrizione e naturopatia. Li trovi, per esempio, in alcuni yogurt e nel latte fermentato, oppure puoi assumerli con integratori ad hoc.
Non tutti i fermenti funzionano
Gli studi hanno chiarito, però, che solo alcuni ceppi sono efficaci per smaltire i chili in eccesso. «Il Bifidobacterium breve e il Lactobacillus plantarum, per esempio, hanno un’azione dimagrante.
Al contrario, ci sono probiotici “ingrassanti”, come il Lactobacillus acidophilus o il Lactobacillus fermentum, che sono più utili nel caso di inappetenza o nel recupero energetico durante una convalescenza», chiarisce la dottoressa Lodi.
L’accoppiata vincente
Per colonizzare l’intestino, i probiotici hanno bisogno di trovare nel colon un ambiente ospitale: il substrato ideale è quello prodotto dalle fibre prebiotiche presenti in alcuni tipi di frutta e verdura, come la cicoria o le banane, che costituiscono il nutrimento principale dei batteri “buoni”.
«Questi polisaccaridi indigeribili, per di più, nell’organismo aumentano la produzione di acidi grassi a corta catena, che favoriscono la sensazione di sazietà», conclude l’esperta.
L'integratore novità
In commercio puoi trovare integratori che combinano, in un unico prodotto, probiotici e prebiotici. La novità è rappresentata da Tisanoreica Flor: oltre alle fibre e al nopal, ovvero il fico d’india, utili per modulare l’assorbimento dei nutrienti e ridurre l’iperglicemia dopo i pasti, contiene il Bifidobacterium breve BR03 e il Lactobacillus plantarum LP09.
In più, è arricchito con Bifidobacterium rhamnosus LR06, un probiotico battericida nei confronti dell’Escherichia coli, germe residente nell’intestino che, se raggiunge concentrazioni elevate, diventa patogeno.
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Articolo pubblicato sul n. 5 di Starbene in edicola dal 18/01/2018