A tu per tu con lo specchio, ti osservi a figura intera: niente male per la tua età. Ma poi ti giri su un fianco e con la coda dell’occhio catturi l’immagine riflessa. Eccola la pancetta, quel “bozzetto” prominente che guasta la tua silhouette e che ti appioppa anni in più disegnando il tipico profilo “a mela”. Magari, come succede spesso, la pancia è aggravata dalla presenza della “buccia d’arancia” tipica della cellulite, che conferisce alla pelle una trama irregolare e con qualche fossetta. Può essere colpa della menopausa e del reset ormonale che spariglia le carte, ma anche di diete ipercaloriche e di un’attività fisica inadeguata, nonché di posture viziate protratte nel tempo perché, diciamolo, spalle curve e pancia in fuori, segnalano un disallineamento cronico della colonna vertebrale. Da dove cominciare per combattere i chili di troppo che si concentrano nella fascia addominale? I nostri esperti ti guidano alla scoperta delle strategie da adottare.
La dieta che snellisce il punto vita
“Normal-whight obesity sindrome”. Ovvero: anche le donne normopeso possono avere un’obesità addominale, specie se la percentuale di grasso della loro composizione corporea, misurata con l’esame impedenzometrico, supera il 32%. Così capita spesso di vedere donne con le gambe abbastanza magre e i fianchi stretti che hanno nell’addome il loro tallone di Achille.
«È un vero peccato perché si tratta di un grasso viscerale biochimicamente diverso da quello sottocutaneo», spiega Federica Almondo, specialista in scienza dell’alimentazione ed esperta in epigenetica presso il centro Cerva 16 di Milano. «Lungi dall’essere un deposito inerte, semplici “rotolini” antiestetici, il grasso viscerale è un vero e proprio organo endocrino: secerne, infatti, ormoni e molecole pro-infiammatorie (come il TNF, l’IL-6 e altre citochine) che infiammano in maniera cronica organi e tessuti. Avere una pancia prominente, quindi, rappresenta una minaccia alla propria salute delineando un profilo cardiometabolico non proprio ideale. Il rischio di incidenti vascolari, come ictus e infarto, è infatti direttamente proporzionale alla larghezza del girovita, e così quello di andare incontro all’insulino-resistenza, anticamera del diabete. Le ultime evidenze scientifiche, inoltre, mostrano una correlazione tra grasso addominale viscerale, ovaio policistico e persino fibromialgia».
Ma quali sono i cardini di una dieta sgonfiapancia? Il segreto è tenere basse glicemia e insulina, riducendo tutti i cibi ad alto carico glicemico. Semaforo rosso, quindi, per i carboidrati semplici, quali il miele, il saccarosio bianco da tavola, le marmellate e i succhi di frutta industriali con zuccheri aggiunti, i dolci, il cioccolato, le caramelle e le merendine confezionate. Da limitare a due volte alla settimana anche i carboidrati complessi raffinati, realizzati con la farina 00. Vanno sostituiti con cereali integrali, dalla pasta al riso al pane, che grazie all’apporto di fibre aiutano a tenere bassa la glicemia.
«Consiglio inoltre di abituarsi a iniziare il pasto con una bella insalata mista o un piatto di crudité di stagione, in modo da ridurre il successivo assorbimento degli zuccheri», aggiunge la dottoressa Almondo. «Taglio netto anche ai grassi saturi di origine animale che abbondano nei formaggi a pasta molle, negli insaccati e nei wurstel. Stesso veto per i cosiddetti grassi trans, cioè idrogenati o parzialmente idrogenati, che mantengono il pericoloso stato di infiammazione a livello del grasso addominale. Si trovano nella margarina, nelle salse preconfezionate come la maionese, nei piatti pronti ma anche in molti snack dolci e salati, come patatine in busta o fritte surgelate, merendine, preparati per minestre, pesce e carne impanata».
Per contrastare gli indesiderati effetti di queste molecole lipidiche, occorre aumentare l’apporto di grassi buoni, quali gli omega tre, privilegiando il pesce azzurro di piccola taglia (alici, sarde, sardine e sgombro) e le orate. Infine, chi vuole buttare giù la pancia in breve tempo deve rinunciare agli alcolici, che apportano calorie vuote ad alto impatto infiammatorio, e ricordarsi di mangiare la frutta sempre insieme a una piccola quota di proteine, come uno yogurt o un pezzetto di formaggio magro, onde evitare che il fruttosio (uno zucchero semplice a rapido assorbimento) provochi dei picchi glicemici, pronti ad alimentare il grasso addominale».
Le tecniche “dolci” in istituto
Grandi risultati a piccoli prezzi. È quanto promettono gli istituti di bellezza Becos che offrono due supertrattamenti per ridurre e rimodellare fianchi e addome. «Per perdere in centimetri, proponiamo Lipo Design, che si basa sull’applicazione, seguita da massaggio fino a completo assorbimento, di un siero concentrato snellente», spiega Susan Cattaneo, beauty trainer Alfaparf-Becos a Bergamo. «È a base di lotus marittimus, un arbusto marino che aiuta a sciogliere le adiposità localizzate, di taurina e guarina (due sostanze energizzanti) e di metilnicotinato, un principio biotecnologico ad azione termoattiva: riscaldando la parte, provoca iperemia con miglioramento della circolazione e degli scambi cellulari nei tessuti affetti da cellulite. Dopo il siero si applicano le gocce, seguite da una maschera addominale cremosa, lasciata in posa 40 minuti e i cui attivi (gli stessi del siero) vengono fatti penetrare in profondità grazia a una termocoperta. Rimossa la maschera corpo, si massaggia una crema-panna snellente per un finishing dal dolce sapore di una coccola».
Chi invece ha la pancia rilassata, con antiestetiche smagliature, può puntare su un altro trattamento firmato Becos: Tone & Define. Anche in questo caso viene massaggiato un siero a base di smart collagen, un attivo esclusivo ricavato dalla Bulbine frutescens, pianta africana che dà tono ai tessuti, ricompattando le fibre di collagene ed elastina. «Segue l’applicazione del concentrato Tone Antigravity, e di una maschera rassodante da far agire per 40 minuti, prima di terminare con un nuovo massaggio fatto con la crema antigravità, morbida e avvolgente». Oltre allo smart collagen, questi tre prodotti racchiudono oligopeptidi, cioè catene di aminoacidi pronte a restituire turgore e compattezza alla pelle. Per un soin naturale, dal prezzo smart di 45 € a seduta (info: becos.it).
Il supermassaggio che aiuta a sgonfiarti
Un massaggio vibrato piacevolissimo, come tante dita che tamburellano la pelle. È la pioggia di stimolazioni tattili offerta da Endosphères, il trattamento endovibratorio che va molto oltre il massaggio manuale, garantendo risultati sicuri in termini di riduzione della circonferenza addominale. Questa metodica utilizza 55 sfere in silicone che ruotano dentro un cilindro a varie velocità, diffondendo nei tessuti onde meccaniche a diverse frequenze ribattezzate “microvibrazioni compressive”.
«Forte di un successo ventennale, la Fenix Group (azienda italiana che ha brevettato il metodo) ha lanciato nel 2022 un nuovo manipolo, particolarmente indicato per il trattamento delle adiposità localizzate che affliggono addome, glutei e fianchi», spiega Pier Antonio Bacci, docente di patologie estetiche al master dell’Università di Siena. «Si chiama Endosphère Evolution e consente un “reshape total body” non invasivo, sempre basato sulle microvibrazioni compressive. Nella nuova tecnologia ci sono anche sfere rigide in delrin (un tecnopolimero cristallino e anallergico), mentre le altre restano in silicone morbido a densità variabile. Inoltre, grazie a tre sensori posti sul display, l’operatore (medico o estetista, con due versioni diverse dell’apparecchio) monitora la resistenza attiva dei muscoli, in modo da poter aumentare l’effetto delle microvibrazioni».
Obiettivo, infatti, è offrire a ogni donna un trattamento personalizzato, in base alle proprie esigenze. Attraverso un app, la persona può seguire il proprio percorso dimagrante e rassodante, tenendo sotto controllo i miglioramenti, step by step. Effetti di Endosphères Evolution? «Recenti studi pubblicati sul Journal of Applied Cosmetology evidenziano l’azione del nuovo manipolo nello strato profondo sottocutaneo, con aumento del tono muscolare e attivazione del metabolismo lipidico locale, oltre a un efficace effetto drenante», risponde il professor Bacci. «Ed è proprio a livello della cintura addominale che si registra la maggior riduzione di tessuto adiposo».
E non è poco, per un “massage roller” super hi-tech che assicura un rimodellamento dolce. Per sapere dove poter fare il trattamento nella tua città clicca su endospheres.it.
Effetto lifting con la radiofrequenza
Il Thermage è una tecnologia a radiofrequenza brevettata e approvata dalla FDA statunitense, con un manipolo rivoluzionario, giunto alla quarta generazione. «Emette una radiofrequenza monopolare, che genera energia termica all’interno dei tessuti profondi», spiega Fabio Claudio Fasulo, medico e chirurgo estetico presso Beauty Formula di Milano.
«Le onde elettromagnetiche ad alta frequenza, emesse dalla punta quadrata del manipolo, provocano un surriscaldamento di derma e ipoderma che raggiungono una temperatura interna intorno ai 60- 65° C. Questo calore, però, non è percepito dalla paziente, sia perché viene applicata sull’addome una crema anestetica sia perché è attivo un sistema di raffreddamento che consente un perfetto controllo degli impulsi. Penetrando in profondità, l’energia termica produce due effetti, uno immediato e l’altro visibile dopo 4-8 settimane. Il primo è il cosiddetto skin tightening, cioè lo stiramento delle fibre di collagene che, contraendosi, rendono la pelle immediatamente compatta e rassodata. Dopo qualche settimana, invece, si rende visibile l’effetto di ringiovanimento globale dei tessuti: il calore, infatti, induce la neosintesi di fibre elastiche (collagene ed elastina) e di acido ialuronico, con un effetto lifting davvero notevole». Indicato soprattutto a chi ha un addome pendulo, provato dalle gravidanze o da diete yo-yo (quelle in cui continui a ingrassare e dimagrire), il Thermage combatte la lassità cutanea con una sola seduta, da ripetere ogni 2 o 3 anni.
«La seduta però dura due ore perché il manipolo va passato sull’addome punto per punto, per un totale di 900 microzone di trattamento», avverte il dottor Fasulo. «Un lavoro certosino che dà ottimi risultati».
Costo? Circa 2mila € a seduta.
Tanto adipe da perdere? C’è la microliposuzione
Non è una scorciatoia né un’alternativa alla dieta, che va sempre fatta. Ma se la circonferenza addominale supera di molto gli 88 cm, un aiuto concreto può venire dalla microliposcultura laser-assistita, una procedura mininvasiva eseguita in anestesia locale, in una sala chirurgica ma senza necessità di ricovero.
«Contro il grasso endoviscerale, che avvolge gli organi interni e che è direttamente correlato alle malattie cardiovascolari, al diabete e persino ai tumori, l’unica soluzione è seguire un regime dietetico controllato», avverte il dottor Fabio Claudio Fasulo. «Il grasso sottocutaneo, che ha uno spessore di 2-10 cm e che il chirurgo avverte pinzando tra le dita una plica cutanea, può invece venire rimosso con cannule sottilissime dentro cui scorre una fibra laser grande come un capello. Attraverso delle minincisioni di 3 mm, il raggio laser riesce a sciogliere gli accumuli adiposi e il liquido oleoso che si produce viene aspirato dalle microcannule e convogliato all’esterno in un recipente».
Dopo, cerotto e guaina contenitiva per una settimana e poi via tutto! Costo: 2000 € circa.
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