Di tutti gli ordini religiosi medievali, quello dei Templari è senz'altro il più originale, per compito da svolgere e stile di vita praticato. Monaci e guerrieri al tempo stesso, questi frati avevano il compito di difendere i pellegrini in Terra Santa. La leggenda dice che in Palestina abbiano persino trovato il Santo Graal e l'abbiano riportato in Europa. Non sapremo mai se avessero davvero rinvenuto la coppa in cui ha bevuto Gesù Cristo durante l'ultima cena, ma di certo hanno trovato il modo di vivere più a lungo, come ha scoperto Francesco Franceschi, direttore della Medicina d'urgenza del policlinico Gemelli, autore (insieme ai colleghi Giovanni Gasbarrini, Peter Malfetheiner e Roberto Bernabei) della ricerca "La dieta dei cavalieri Templari: il loro segreto di longevità?".
«Analizzando i documenti dell'epoca (dal 1118 data di fondazione e 1314, anno di scioglimento dell'Ordine, ndr) abbiamo evidenziato come questi monaci guerrieri siano vissuti circa 40 anni in più della media della popolazione», afferma Francesco Franceschi. «In un periodo in cui l'aspettativa di vita arrivava a 40 anni (nei casi più fortunati), questi cavalieri hanno raggiunto la veneranda età di 70 anni». Che sarebbe come dire 110 anni oggi.
Qual è il trucco per rimanere giovani così a lungo?
«Dieta e stile di vita sono i due fattori chiave che emergono dalla nostra ricerca», spiega ancora il direttore del reparto di Medicina d'urgenza. «Prima di tutto, norme igieniche ferree (era obbligatorio lavarsi le mani prima di mangiare, il refettorio veniva regolarmente pulito e le tovaglie dovevano essere sempre fresche di bucato) e poi uno stile alimentare sano e controllato».
«A tavola mettevano poca carne (la selvaggina era addirittura vietata per non contrarre infezioni), tanti legumi, olio d'oliva, pesce (che allevavano loro stessi), formaggi, molta frutta e verdura (prodotta nel loro orto)», specifica Franceschi. «Una dieta molto sana. I legumi per esempio sono proteine vegetali di alta qualità perché sono potenti prebiotici: prevengono per esempio i tumori del colon e dello stomaco».
«Quanto alle bevande, aggiungevano sempre all'acqua il succo di arance per disinfettarla e producevano loro stessi un vino di palma a bassa gradazione (raggiungeva al massino una gradazione pari a 6 %) che "faceva buon sangue", aveva cioè un effetto antiaggregante e piastrinico sul flusso ematico, proteggendo quindi dal rischio di infarto e ictus», conclude Francesco Franceschi.
Insomma, una dieta mediterranea del basso Medio Evo a tutti gli effetti. E con prodigiosi risultati.
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