Long Covid: che cos’è, i sintomi e le cure dopo l’infezione

Una persona su due dopo il Covid riporta problemi fisici e psicologici. Ne sono affetti gli anziani over 60, ma anche i giovani e perfino i bambini. Cosa dicono gli esperti



256536


di Laura Della Pasqua


Il Covid spesso non si conclude con l’ultimo tampone negativo ma si lascia dietro un’eredità. Succede quando il malato, dopo essere uscito dall’incubo dell’infezione, ha a anche fare con i postumi. È ciò che la letteratura scientifica ha ribattezzato “Long Covid”, ovvero quell’insieme di problemi fisici e psicologici invalidanti che colpisce una persona contagiata su due. Non ci sono distinzioni di età, ne sono affetti gli anziani over 60, ma anche i giovani e perfino i bambini.


I sintomi più comuni del Long Covid

Francesco Landi che dirige il Day Hospital post Covid del Gemelli e insegna Medicina interna e Geriatria all’università Cattolica, spiega che i problemi più comuni che colpiscono i guariti dal Covid sono un affaticamento frequente, affanno, cefalea, dolori articolari e muscolari, tosse, mancanza di olfatto, perdita di appetito, disturbi del sonno e talvolta diarrea. In alcuni casi una nebbia celebrale con affaticamento cognitivo e apparente perdita della memoria. «Solo il 20% dei pazienti Covid è completamente ristabilito, senza nessun sintomo», afferma Landi.

L’Organizzazione mondiale della Sanità ha detto che in alcune persone i sintomi possono permanere anche per diversi mesi. In linea di massima più grave è stata la malattia, maggiore rischia di essere l’entità dei sintomi nel tempo. Gli studiosi sostengono che coloro che già prima dell’infezione, risultavano obesi, ipertesi o affetti da una malattia mentale, sono i pazienti più a rischio.

Secondo Sandro Iannaccone, primario dell’unità di riabilitazione disturbi neurologici cognitivi motori dell’Irccs ospedale San Raffaele, "se dopo due mesi si avvertono ancora alcuni dei sintomi della malattia, occorre consultare il proprio medico di base, un cardiologo o un fisiatra. Attraverso alcuni esami specifici, dalla spirometria al test del cammino in 6 minuti, è possibile avere alcune indicazioni sul tuo di riabilitazione da effettuare”.

Per Landi "è importante essere seguiti in un percorso di riabilitazione, esercizio fisico e alimentazione sana”. Poi sottolinea che “bisogna capire come tornare al lavoro, perché un conto è affrontare i sintomi persistenti della malattia a casa, in comodità, un conto è riprendere le attività usuali e avere una spinta in più”.


Quali sono le cure

Al Day Hospital post Covid del Gemelli stanno sperimentando con risultati soddisfacenti la somministrazione, oltre che di antinfiammatori, del principio attivo dell’estratto dell’ananas, “efficace soprattutto per chi durante la malattia è stato stressato con una quantità elevata di farmaci”. Landi spiega che nel decorso successivo all’infezione, “occorre effettuare una sinergia tra adeguata alimentazione con supplementi di aminoacidi per aumentare la sintesi proteica e esercizio fisico, per riattivare la performace fisica”.

Alcuni esercizi, afferma, si possono fare anche a casa, per chi non può venire in ospedale. Il Gemelli ha messo a disposizione un servizio di streaming al quale ci si collega tramite Facebook. “Lavoriamo sul bilanciamento, sul recupero di massa muscolare con l’utilizzo di pesi e elastici”. Al tempo stesso, suggerisce, “bisogna curare l’alimentazione con un adeguato apporto proteico. La dieta mediterranea è ottima e va inserita la carne due volte a settimana. Poi gli integratori di aminoacidi”.

Agli sportivi, Landi consiglia un controllo accurato effettuando elettrocardiogramma e spirometria. L'ospedale San Paolo di Savona ha predisposto un sistema di controllo multidisciplinare che prevede ogni 3-6-12 e 24 mesi la rilevazione di parametri vitali, come frequenza cardiaca e respiratoria, pressione arteriosa e livello di saturazione del sangue.

Il paziente è inoltre sottoposto a elettrocardiogramma, a spirometria per controllare lo stato dei polmoni e ad analisi del sangue per verificare emocromo, funzionalità renale ed eventuali stati infiammatori con Pcr e Ves. C’è, inoltre, il monitoraggio della massa grassa corporea e con un "walking test" di 6 minuti si rileva come va il respiro. Infine, a uno e due anni di distanza sono previsti ecocardiogramma, emogasanalisi del sangue arterioso e, a giudizio medico, Tac al torace o angio-Tac. La scia che si lascia dietro il Covid può essere lunga ma non imbattibile.


Fai la tua domanda ai nostri esperti



Leggi anche

Covid e pazienti cardiopatici: quali precauzioni prendere

Influenza e Covid-19: i sintomi e cosa fare

Covid-19: come igienizzare, disinfettare, sanificare

Covid-19 e immunità post vaccino: facciamo chiarezza