In media ognuno di noi consuma più di 25 kg di zucchero all’anno. Una bella quantità, soprattutto considerando che un solo grammo fornisce quasi 4 calorie. È necessario però essere precisi: quello che noi chiamiamo comunemente così è il saccarosio, che aggiungiamo alle bevande o utilizziamo per la preparazione di golosi dessert.
Ma esistono anche zuccheri “nascosti” come il fruttosio della frutta o il lattosio del latte. Importanti fonti di energia prontamente disponibile, secondo l’OMS non dovrebbero fornire complessivamente più del 10% delle calorie giornaliere, perché un consumo eccessivo è stato correlato a diverse “malattie del benessere”:obesità, diabete e problemi cardiocircolatori in prima fila.
Tradotto in grammi, significa non superare i 40 g circa al dì (comprendendo anche quelli presenti in latte e frutta): una piccola quantità che giustifica la ricerca di alternative. Ma è davvero una buona scelta? La risposta sembrerebbe essere no, almeno stando a una recente ricerca dell’Università di Sydney, pubblicata su Cell Metabolism.
Nello studio è stato dimostrato come l’assunzione di prodotti artificiali (in particolare è stato analizzato l’effetto del sucralosio, che dolcifica 600 volte più dello zucchero con 0 calorie) invii al cervello segnali ”ingannevoli” e dannosi. Non corrispondendo al gusto dolce un reale apporto energetico, il senso di fame aumenta, indirizzando verso il consumo di alimenti molto calorici. Ecco allora che non solo non aiutano la perdita di peso, ma favoriscono un possibile aumento.
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