Se hai la pancia gonfia è molto probabile che il tuo sistema immunitario sia sregolato. E la colpa potrebbe essere dei miliardi di microrganismi che vivono nel tuo intestino. A sostenerlo, dati alla mano, sono gli ultimi studi scientifici sulla sindrome del colon irritabile, che provoca non solo tensione e dolore addominale, ma anche periodi alterni di stitichezza e diarrea.
«I ricercatori hanno visto che chi soffre di questo disturbo, solitamente collegato allo stress, ha una composizione alterata del microbiota dovuta a una riduzione dei bifidobatteri (fermenti “amici”). Ha inoltre uno squilibrio del sistema enteroendocrino (molti non lo sanno, ma le cellule dell’intestino producono diversi ormoni tra cui, per esempio, la serotonina), una barriera intestinale meno capace di bloccare l’ingresso agli invasori (tossine o agenti patogeni che siano) e un sistema immunitario indebolito. È infatti proprio qui, nella pancia, che si concentra il 60% delle nostre difese», dice la dottoressa Diana Scatozza, medico specialista in Scienza dell’alimentazione a Milano.
Eliminare le fibre non è la scelta ok
«Finora la cura d’elezione per la colite prevedeva l’eliminazione dal menu (o la limitazione) dei cibi ricchi di fibre: verdure, frutta, cereali integrali e legumi », prosegue la nostra esperta.
«Il ragionamento era semplice: i batteri presenti nell’intestino fermentano le fibre che il nostro organismo non è in grado di digerire, liberando gas e richiamando acqua. Tradotto in pratica, significa che più fibre mangio, più la pancia si gonfia. Meno ne assumo, minore sarà la tensione addominale. I nuovi studi sul microbiota hanno però messo in luce un problema non di poco conto: il digiuno imposto alla flora batterica causa una drastica riduzione dei bifidobatteri, i fermenti “amici” che giocano un ruolo fondamentale nel difendere la salute del nostro intestino. Questi microrganismi nutrendosi di fibre producono gas, certo, ma anche acidi grassi a catena corta (acetico, butirrico e propionico), che riducono l’infiammazione del colon, riparano la barriera intestinale, stimolano il sistema immunitario e contribuiscono alla prevenzione dei tumori».
La logica conseguenza di tutto ciò? «Non bisogna affatto rinunciare alle fibre», risponde la dottoressa Scatozza. «Al contrario, occorre mangiarne di più, in particolare di quelle solubili (come il betaglucano, presente nell’orzo e nell’avena) che vengono fermentate al 100% dai nostri minuscoli alleati».
Il menu che fortifica
Alcune ricerche suggeriscono addirittura il ricorso a integratori di Psyllium (una pianta ricca di fibre solubili), ma con la dieta della nostra esperta, che vedi qui, non dovresti averne bisogno. Seguila per 3-4 settimane, raggiungerai due obiettivi in un colpo solo: difese al top e pancia piatta.
«Nel menu ho inserito cibi sia “prebiotici”, definiti così perché contengono le fibre di cui si nutre la flora batterica, sia “probiotici”, cioè ricchi di “superfermenti” capaci di superare la barriera gastrica e arrivare vivi nell’intestino per rafforzare le schiere dei microrganismi amici», spiega la nostra esperta.
«Per spegnere l’infiammazione che irrita il colon e indebolisce il sistema immunitario, ho poi aggiunto alimenti “pompieri” come lamponi, mirtilli, cavoli, olio extravergine d’oliva, vino rosso (se piace), cioccolato, tè verde e caffè, che sono tutti fonte di preziosi antiossidanti, e noci, avocado, salmone e alici, che forniscono grassi buoni. Ho infine eliminato lo zucchero (incluso quello del latte, da scegliere delattosato), che squilibra il microbiota a favore dei batteri “cattivi”, e limitato al massimo la pasta, perché l’agglutinina presente nel germe di grano può innescare una reazione infiammatoria difensiva».
LA DIETA DEL MICROBIOTA CHE RAFFORZA LE BARRIERE
Ecco il menu settimanale.
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Articolo pubblicato sul n. 14 di Starbene in edicola dal 17 marzo 2020