Tra i picchi dell’emergenza Coronavirus va registrato anche quello di dolci e piatti fatti in casa. Un boom che ad alcuni lasciato qualche chilo di troppo. Ma dimagrire e recuperare il peso forma potrebbe essere meno difficile di quello che pensiamo: riprendere in mano la nostra vita, infatti, ci aiuta a ritrovare la giusta motivazione. Ne parliamo con la dottoressa Diana Scatozza, medico dietologo a Milano e storica esperta di Starbene, impegnata anche in problematiche alimentari (anoressia e bulimia) dall’inizio della quarantena per conto dell’onlus Qui e Allora (ne parliamo alla fine dell'articolo).
Dottoressa, solo ricerca di comfort food o c’è altro?
In effetti, non si tratta solo di gratificarsi con un dolce, scelta preferita dalla maggior parte delle persone, o con qualche altro piatto sfornato in casa. Cucinare è un’azione fisica che aiuta a “scaricare” la tensione e applicarsi nel realizzare ricette (al pari di riordinare un armadio o fare i mestieri) riesce a distrarre la mente dalle ansie, tenendola impegnata su qualcosa di molto pratico. Due aspetti che hanno spinto molti di noi (soprattutto le donne), a impegnarsi ai fornelli. Poi ci sono gli aspetti della condivisione: quella a tavola con la famiglia e quella virtuale via social.
Il Covid-19 ha innescato abitudini alimentari diverse rispetto a prima?
Sulla base delle telefonate ricevute al nostro servizio, una che ritengo decisamente più preoccupante delle altre: un rapporto più disinvolto con l’alcol, innescato tanto dalle giornate rese più lunghe dalla quarantena quanto dalla voglia di evasione. Posso anche aggiungere che, in generale, gli uomini hanno aumentato i bicchieri di birra e superalcolici, mentre le donne i calici di vino bianco frizzante. E non mi stupirei se nel post-emergenza ci si trovasse a fare socialmente i conti anche con un aumento di questa forma di dipendenza.
Per chi invece dovrà rimettersi in linea, non ci sarà il rischio di aggiungere stress a stress?
Sicuramente l’aspetto psicologico giocherà un ruolo fondamentale. Per alcuni mettersi a dieta potrebbe però rivelarsi non solo più facile di altre volte, ma anche terapeutico: mi riferisco a chi vivrà anche questo aspetto come un’ulteriore possibilità di riprendere il controllo della situazione. Tra l’altro, va sottolineato che anche durante la quarantena il cibo ha potuto avere valenze positive, al di là delle file chilometriche davanti ai supermercati e all’overdose di calorie. Penso a quanti lo hanno utilizzato per continuare comunque a scandire il tempo della settimana, con pasti normali nei giorni feriali e quello “della domenica” a contrassegnare i festivi. Un modo utile per non smarrirsi in giornate tutte uguali.
“Stai calmo, mangia meglio” è quindi l’invito da fare?
Esattamente. Chi vorrà smaltire i chili di troppo con successo, dovrà evitare di avere un atteggiamento eccessivamente restrittivo, perché in brevissimo tempo si ritroverebbe a gettare la spugna.
Suggerimenti pratici per una dieta vincente?
Iniziare ad agire su quelli che chiamo “gli ingredienti invisibili”. Per esempio l’olio, del quale si è finito sicuramente con l’abbondare nei continui pasti a casa. E ancor di più il burro, che proprio per la tendenza a fare dolci deve aver registrato un vero “boom” di vendite in questi ultimi mesi. Anche ridurre il sale è un piccolo, ma importante passo per tornare a un’alimentazione bilanciata. Poi, come già detto in precedenza, ci deve essere un approccio light ma sereno con il cibo. Prendiamo la pasta: non serve bandirla, basta limitarsi al sugo di pomodoro o con le verdure al posto dei più calorici condimenti che hanno magari spopolato in tavola nei giorni dell’emergenza. Infine, vale sempre la regola di concedersi anche ogni giorno una piccola gratificazione: se non si esagera, non attenta alla linea e aiuta la motivazione.
Vede ancora happy hour nel nostro futuro?
Credo che questa esperienza porterà cambiamenti in ogni aspetto sociale, anche nel modo di vivere la convivialità a tavola. In un immediato futuro vedo però soprattutto una tendenza a fare gli happy hour a casa con gli amici, convinti che si corrano meno rischi. Da medico, temo che possano ridare spazio ai contagi: l’invito a rimanere prudenti può apparire banale, ma è necessario.
Per chi soffre di disturbi alimentari
Dall’inizio dell’emergenza la dottoressa Scatozza e lo psicoterapeuta Pietro Enrico Bossola offrono un servizio gratuito di consulenza telefonica sulle problematiche alimentari per l’onlus Qui e Allora.
Basta chiamare il 340.8453280, dal lunedì al sabato, dalle 12.30 alle 13. «È aperto anche alle famiglie di persone anoressiche e bulimiche, messe a dura prova dalla convivenza forzata», tiene a sottolineare l’esperta.
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Articolo pubblicato sul n. 17 di Starbene, in edicola e nella app dal 21 aprile 2020