Grandi obesi: come funziona la chirurgia bariatrica

Cristiano Giardiello è il medico protagonista di un format tv che racconta le storie di chi ha decine e decine di chili da perdere. E si rivolge alla chirurgia bariatrica



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Laura, Roberta, Nora, Antonio, Gennaro, Teresa, Lillino, Antonio e Cosimo. L’ordine dei nomi non è quello alfabetico, ma di peso, che varia dai 154 ai 295 chili. Saranno loro ad affidarsi al dottor Cristiano Giardiello, chirurgo di fama internazionale, nelle puntate del format televisivo La clinica per rinascere (dal 6 maggio alle 21.10 su Real Time, canale 31). Casi rari? Affatto.

Le stime parlano di 200 - 300 mila grandi obesi in Italia, ma si tratta solamente di ipotesi, visto che questi pazienti vivono spesso in condizioni di isolamento sociale, confinati in casa, per cui è impossibile avere il reale polso della situazione nazionale.


Dottor Giardiello, come si arriva a pesare 300 chili?

«Per una combinazione di fattori: ereditari, genetici, metabolici, alimentari, culturali, sociali e psicologici. L’obesità è una malattia complessa su cui gravano molteplici cause, ma di certo la dieta scorretta fa la parte del leone. Si mangia male, in maniera disordinata e talvolta si corre ai ripari facendo ancora più danni».


Qual è l'errore più comune?

«Alcuni pazienti provano a gestire da soli il problema, seguendo digiuni forzati o assumendo farmaci brucia-grassi di dubbia utilità, che finiscono per alterare il metabolismo e rallentare la velocità con cui l’organismo trasforma il cibo in energia. Questo innesca un circolo vizioso che fa prendere ancora più peso».


Qual è il peso più elevato che ha letto sulla bilancia?

«380 chili. Ovviamente si tratta di persone affette da problematiche importanti, la cui aspettativa di vita è ridotta rispetto alla media. L’obesità infatti non è solo un problema estetico, perché predispone a malattie cardiovascolari e respiratorie, degenerazione articolare, disturbi ginecologici, infertilità, patologie dell’apparato digerente, alcune forme di tumore».


Che vita conducono i grandi obesi?

«In pratica nessuna, perché nei casi più gravi la deambulazione è impossibile. Ci sono persone che, per poter raggiungere un ospedale, necessitano dell’intervento di vigili del fuoco e personale sanitario: occorrono ore per imbragarle e mobilizzarle in tutta sicurezza. Questo ovviamente determina isolamento sociale».


Quando si rende necessaria la chirurgia bariatrica?

«Quando l’indice di massa corporea (si calcola dividendo il peso in chili per l’altezza in metri al quadrato), supera 40 e indica un’obesità grave. Ma soprattutto quando sono già falliti altri percorsi nutrizionali, seguiti in maniera seria, magari con un supporto psicologico».


Come si svolge l’operazione?

«Ci sono diverse tipologie di intervento, ma tutte si effettuano in laparoscopia, cioè senza utilizzare le grandi incisioni richieste dalla chirurgia tradizionale. Nella maggior parte dei casi si ricorre al bypass gastrico o alla gastrectomia verticale parziale, due tecniche differenti ma con lo stesso obiettivo: ridurre le dimensioni dello stomaco, in modo che il paziente introduca meno cibo e raggiunga prima il senso di sazietà».


Come si decide l'intervento più opportuno?

«Tutto dipende dal singolo paziente, di cui si prendono in considerazione età, indice di massa corporea ed eventuali patologie concomitanti».


Quanti chili si possono perdere?

«Fino all’80% di quelli in eccesso. La perdita deve avvenire in maniera graduale dopo l’intervento, in modo da evitare gravi carenze nutrizionali».


Qual è il percorso da intraprendere prima di arrivare alla sala operatoria?

«Bisogna affrontare disturbi e disagi legati al comportamento alimentare insieme a dietista e psicologo. Il primo valuta quali siano le cattive abitudini a tavola da modificare, anche a seconda del tipo di intervento in programma, mentre il secondo cerca di comprendere le cause psicologiche più o meno importanti nascoste dietro l’obesità, visto che spesso la dipendenza da cibo si innesca per compensare stati ansiosi o depressivi, scarsa autostima, rabbia, paura. Come ripeto sempre ai miei pazienti, l’intervento rappresenta solo una piccola parte della terapia, perché prima, durante e dopo l’operazione devono essere loro a manifestare forza di volontà».



In onda su Real Time

Nove storie di persone obese, decise a prendere in mano la loro vita e cambiarla, ritrovando un equilibrio fisico e mentale. Da lunedì 6 maggio, alle 21.10 su Real Time (canale 31), parte la seconda stagione de La clinica per rinascere: ogni puntata racconta il difficile percorso affrontato da uno dei protagonisti, costantemente documentato da telecamere e video-selfie inviati all’équipe del dottor Cristiano Giardiello.



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Articolo pubblicato nel n° 20 di Starbene in edicola dal 30 aprile 2019

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