A volte sembra proprio che l'istinto prenda il sopravvento e che con il cibo ci si comporti come animaletti che devono accumulare calorie per affrontare il lungo inverno. Nelle giornate fredde e grigie, quando il buio scende troppo presto, a chi non viene voglia di rifugiarsi al caldo e di farsi coccolare?
Ma siccome ormai siamo adulti e raramente possiamo esprimere ad alta voce la nostra voglia di tenerezze o, magari, non abbiamo a portata di mano chi potrebbe farcele, ecco che la traduzione pratica più immediata dei nostri desideri è il cibo. Ovvero ciò che molti di noi, fin da bambini, hanno imparato a considerare un buon sostituto delle carezze e delle attenzioni.
Mangiare, si sa, assolve a molte funzioni: socializzare, consolare, condividere e, proprio come in questo caso, riscaldare. Il corpo, ma anche l’anima. Ci fa sentire che, nonostante l’inverno che avanza, e nonostante i carichi di lavoro sempre più impegnativi (compresi i compiti di madre o di moglie!), c’è qualcosa di buono e caldo che ci aspetta.
La polenta sembra offrirci il suo abbraccio caldo, il dolcetto ci regala la tenerezza desiderata e la doppia razione ci appare naturale: tanto andiamo incontro all’inverno! Ci sembra doveroso “fare scorta”, anche perché, almeno nelle nostre speranze, non se ne vedranno gli effetti sulla linea fino al disgelo.
Disgelo che ovviamente in Italia non ci sarà, così come non ci sono lande ricoperte dai ghiacci polari, perché è tutto solo una nostra fantasia, una recita in cui ci raccontiamo che, dopo i guai, le cose si metteranno a posto in fretta, in un futuro meraviglioso e pieno di promesse. Ma questo non è vero e neppure realizzabile!
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