Alle porte dell’estate più di un italiano su 4 (il 27%) si è messo a dieta, rivela Coldiretti. Quali i regimi più gettonati del momento? C’è chi è pronto a sacrifici immani pur di rientrare nei jeans dell’anno scorso (su Google la dieta più cliccata è la Whole30, che promette drastici dimagrimenti in un mese); chi cerca un metodo salutista come la Dash, che non solo faccia dimagrire, ma insegni a mangiare meglio, e chi desidera condividere con altri (anche virtualmente) privazioni e traguardi: in due anni oltre 200 mila persone hanno perso peso aderendo al gruppo Facebook della Dieta Social, inventata da un italiano, e le richieste continuano ad aumentare.
Ma vediamo nel dettaglio le tre diete dell’estate 2018.
1. LA WHOLE30
I millennials ne vanno matti: un mese senza sgarri e addio rotolini. È quanto promette la dieta Whole30, che su Instagram conta quasi 600 mila followers. Si dimagrisce in un lampo (fino a 10 chili) e in più ci si ripulisce da scorie e tossine. Così la pancia è subito piatta, pronta per un selfie in riva al mare o a bordo piscina.
Dopo 30 giorni di privazioni ci si sente forti come tigri: lo sostiene chi l’ha provata, coniando il termine “tiger blood” (forte e invincibile), subito diventato un hashtag (insieme a #thestruggle, la battaglia dei 30 giorni, e #deathofdignity, la sconfitta di chi ha ceduto).
I social sono affollati di testimonianze di “prima” e “dopo”, mentre celeb filiformi come Jessica Biel e Megan Fox giurano di essere dimagrite così: eliminando i cibi confezionati e raffinati, tutti i tipi di zucchero, latte, formaggi e latticini, legumi (sostituiti da proteine animali, cioè carne e pesce). Una sorta di lavaggio interno per chi si nutre di patatine e junk food (come molti giovani, appunto). L’importante è sopportare stoicamente le rinunce per 4 settimane, senza strappi alla regola, altrimenti si ricomincia dal primo giorno.
Utile per brevi periodi, quando il corpo segnala (con stanchezza, calo di energia e pancia gonfia) che di snack e aperitivi non ne può più, la Whole30 ha parecchi punti deboli: non è equilibrata, esclude i legumi, cibo sano per eccellenza, ed è troppo punitiva. Inoltre, mancano studi scientifici a supporto della sua validità.
«Non è altro che l’ennesima rivisitazione di una dieta proteica», commenta Diana Scatozza, specialista in scienza dell’alimentazione a Milano, «che sfrutta il fatto che la digestione delle proteine animali consuma più calorie di grassi e carboidrati, ma alleggerita dall’inserimento di frutta e verdura. Poco salutare, da non effettuare per più di 30 giorni».
2. LA DASH
Completamente opposti i presupposti della dieta Dash, che sta per “approccio dietetico contro l’ipertensione”: ha il plauso degli esperti, studi scientifici a favore, lunga tradizione alle spalle. Sorella della Dieta mediterranea, con cui condivide molti aspetti, nel 2017 è stata proclamata per la terza volta consecutiva la dieta migliore dell’anno dall’americana US New & World Reports.
Dopo il boom negli Stati Uniti, ha contagiato gli europei per i presupposti sani e gli obiettivi a lungo termine. Il sito italiano dedicato alla dieta, dietadash. it, propone percorsi personalizzati e ebook di ricette scaricabili.
Punta alla riduzione del sale che, oltre a combattere ritenzione idrica e cellulite, preparando egregiamente alla prova costume, abbassa la pressione diminuendo il rischio di ictus ischemico del 14%, come rivela uno studio svedese. Perfetta per chi soffre di ipertensione (ricordiamolo: un “killer silenzioso” che colpisce il 33% degli uomini italiani e il 31% delle donne), perché aiuta a normalizzare i valori rapidamente. «Si dimagrisce perché, riducendo la quantità di sale, si trattengono meno liquidi e si riducono indirettamente anche i grassi», sottolinea la dottoressa Scatozza.
Prevede, per le prime due settimane, la sostituzione di grassi e carboidrati con le proteine, per risvegliare il più velocemente possibile il metabolismo. È qui che si perde più peso (dai 2,5 ai 4 chili), mentre il livello di colesterolo “cattivo” nel sangue precipita (e il cuore ringrazia). Dalla terza settimana inizia la fase di mantenimento: il regime alimentare proposto è equilibrato e completo e si può seguire senza limiti di tempo.
3. LA DIETA SOCIAL
A metà strada tra le prime due proposte si colloca la Dieta Social. Si chiama così perché sfrutta la visibilità dei social per divulgare un approccio alimentare sano ed equilibrato in maniera scientifica: sul gruppo di Facebook i seguaci sono costantemente seguiti da un team di professionisti. L’alleato è lo smartphone, per scaricare l’App dedicata, guardare i video esplicativi, chattare con gli esperti. Il programma dura 21 giorni e il calo di peso è assicurato, ma guai a parlare di numero di chili persi.
«Non è una vera e propria dieta, ma un percorso di salute e medicina preventiva», spiega Pier Luigi Rossi, specialista in scienza dell’alimentazione e medicina preventiva e direttore del comitato medico-scientifico di Dieta Social. «La prova? Non c’è uno schema fisso. Menù e ricette cambiano sempre», sottolinea l’esperto.
Si mira al cambiamento di abitudini, abbandonando quelle che ci fanno male (come il caffè a digiuno), scoprendo o rivalutando quelle buone (sapevate che la colazione salata fa arrivare sazi fino all’ora di pranzo?).
Abolito il conteggio delle calorie (uno studio pubblicato a febbraio sul Journal of American Medical Association ne smonta la validità), la dieta punta sull’importanza della corretta sequenza degli alimenti: verdura cruda per aprire il pasto, piatto principale a base glucidica o proteica, a seconda del piano previsto dagli esperti, verdura cotta per finire. Così si risveglia il metabolismo e si tiene sotto controllo la risposta glicemica, due aspetti fondamentali per la filosofia Social.
«Ma il vero fondamento resta la condivisione», conclude lo specialista. «È dimostrato che aiuta a raggiungere prima l’obiettivo».
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Articolo pubblicato sul n. 25 di Starbene in edicola dal 5/6/2018