Finalmente sappiamo a chi dare la colpa del tempo che passa. E soprattutto, cosa più importante, sappiamo come fermarlo e rallentare così l’invecchiamento. La scoperta del “colpevole”, pubblicata sulla rivista Cell Metabolism, è stata fatta dai ricercatori del Vimm, l’Istituto molecolare veneto, e dell’università di Padova.
Già altri studi avevano dimostrato che, con l’avanzare dell’età, i mitocondri, cioè le centrali energetiche di ogni cellula, si deteriorano e di conseguenza il nostro organismo ne mostra i segni; ora però i ricercatori hanno scoperto che la causa è la produzione di un ormone chiamato Fgf21.
«Quando i suoi livelli nel sangue sono alti per lungo tempo, si scatena un’infiammazione generalizzata che accorcia le aspettative di vita», spiega il dottor Massimo Spattini, medico specialista in scienza dell’alimentazione e in medicina dello sport e vicepresidente dell’Associazione medici italiani anti-aging.
Il segreto della longevità
Per fortuna sappiamo anche che proprio l’attività fisica è una delle armi più efficaci per contrastare e tenere sotto controllo il processo degenerativo.
La ricerca, già da diversi anni, sta studiando proprio gli effetti di sport e fitness e ha chiarito che il movimento, così come un’alimentazione sana e poco ricca di zuccheri, allena le cellule a disattivare i geni pro-infiammatori e ad attivare quelli della longevità.
1. Abbina all'allenamento aerobico anche un programma di tonificazione
«Il programma aerobico è fondamentale per la circolazione e la pressione, soprattutto intorno alla mezza età, quando il rischio cardiovascolare aumenta», spiega il nostro esperto.
Anche gli esercizi con i carichi diventano, però, strategici con il passare degli anni, perché, dai 50 in poi, si tende a perdere, ogni anno, il 10% della massa muscolare e c’è un maggior rischio di osteoporosi, specie nelle donne».
2. Controlla l’intensità
Le attività aerobiche, come running bicicletta, nuoto, step rallentano le lancette dell’orologio a 2 condizioni:
«Che si prolunghino per almeno 30 minuti e ti facciano lavorare al 65% della frequenza cardiaca massima (220 - la tua età)», chiarisce il dottor Spattini.
«Come già detto devono essere seguite dal workout con pesi, attrezzi, elastici o bilancieri oppure a quello funzionale a corpo libero».
3. Concediti almeno 3 sedute alla settimana
Se dosata in modo corretto, l'attività fisica tiene a bada la produzione di Fgf1 e stimola la produzione endogena di antiossidanti, mentre se eccessiva innesca il processo opposto favorendo lo sviluppo di radicali liberi.
E allora quante ore di allenamento servono? Vari studi hanno dimostrato che la dose giusta è 150 minuti a settimana suddivisi in 3 sedute di 50 minuti, di cui 30 di aerobica e 20 di potenziamento.
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Articolo pubblicato sul n. 31 di Starbene in edicola dall'18/7/2017