di Ida Macchi
Articolo pubblicato sul n° 4 di Starbene in edicola dal 10 gennaio 2017
di Ida Macchi
Ti ritrovi con il colesterolo al di sopra dei fatidici 200 ed è subito allarme. Già, perché sai che quando è eccessivo, nel tempo si accumula nelle arterie e forma depositi che otturano i vasi sanguigni, compromettendo circolazione e salute del cuore. La parola d’ordine è una sola: abbassarlo. Ma come? Basta la dieta o ci vogliono i farmaci?
«Prima di decidere qual è il programma giusto, occorre valutare il rischio cardiovascolare, tenendo conto dei fattori che influiscono negativamente sulla salute del tuo cuore e che, sommandosi con il colesterolo alto, possono farti entrare o meno in una zona di massima allerta: quelli di cui in genere si tiene conto sono il sesso, l’età, il valore della pressione massima e la dipendenza dal fumo», spiega Paolo Pizzinelli, cardiologo e internista. Volta pagina allora, e scopri tutte le strategie ad hoc.
È ALTO E SEI GIOVANE, CON LA PRESSIONE OK
«Se, per esempio, sei una donna tra i 40 e i 50 anni, o un uomo sui 40 anni, con una pressione arteriosa massima che non supera i 150 e senza l’abitudine al fumo, anche se il tuo colesterolo totale supera i 220, non devi metterti in allarme e temere il peggio. Il grasso nemico delle arterie, anche se elevato, nel tuo caso non rappresenta un attentato per il cuore perché il tuo rischio cardiovascolare attuale complessivo è basso», spiega il dottor Pizzinelli.
«Puoi stare ancor più tranquilla se la frazione del tuo colesterolo buono (l’HDL) è alto», aggiunge il professor Roberto Meazza, cardiologo e responsabile del Centro ipertensione dell’Università di Milano. «Non dovrebbe mai essere inferiore a 45mg/dl negli uomini e a 50 mg/dl nelle donne, ma tanto più alto è meglio è perché impedisce al colesterolo cattivo (l’LDL) di aderire alle loro pareti e lo convoglia al fegato che provvede a smaltirlo. Inoltre, se lo hai alto significa indirettamente che il colesterolo cattivo, vero nemico del cuore, è nella norma e che non supera i fatidici 120 mg/dl, considerati ideali. Insomma, non hai bisogno di nessuna cura, ma nonostante ciò, non abbassare la guardia ed evita la sedentarietà: fai le scale a piedi, cerca di usare poco l’auto ed evita di restare alla scrivania per ore e ore. Il movimento è la vera medicina per innalzare il colesterolo buono. Attenzione anche a certi cibi “spazzatura” che sono veri concentrati di grassi nocivi: salsine, patatine fritte, dolci da forno, hamburger. Consumarli deve essere solo “uno strappo” e non la regola».
È ALTO E SEI OVER 50 E FUMI
«Diversa la situazione, invece, se sei una donna sui 55 anni (o un uomo sui 50 ) che oltre a un colesterolo superiore a 200 ha anche il vizio del fumo perché questo mix crea una situazione di preallarme. La frazione del protettivo HDL, anche se alta, è destinata a decrescere e il rischio cardiovascolare attuale, anche se medio, ad aumentare esponenzialmente nei successivi 10 anni», spiega il dottor Pizzinelli.
«Nessuna riduzione del rischio, con questi fattori, anche se dopo un controllo ecografico delle carotidi hai scoperto che non hai depositi a rischio nelle arterie perché, per caratteristiche strutturali, il tuo colesterolo aderisce poco alle pareti dei vasi sanguigni», aggiunge il professor Meazza.
«Devi intervenire sullo stile di vita: dire addio alle sigarette, effettuare regolarmente attività fisica di tipo aerobico (sci, nuoto, bici, per esempio) o camminare a passo sostenuto, almeno 20-30 minuti, tutti i giorni. Nello stesso tempo, occhio alla dieta: elimina totalmente i grassi di origine animale (burro, panna, per esempio), i formaggi grassi, gli oli vegetali saturi (di palma o di cocco) e non mettere in tavola più di 2 uova la settimana, 2-3 porzioni di carne, preferibilmente bianca, e 2 porzioni (pari a 3 fette l’una) di salumi magri come bresao a e prosciutto crudo sgrassato. Via libera a pesce, noci, cereali integrali, legumi, frutta e verdura: ricchi di fibre, danno un’accelerata al metabolismo del colesterolo. Poco utili gli yogurt a base di fitosteroli: hanno una blanda azione nell’abbassare il grasso nemico delle arterie, che per giunta viene meno dopo un anno che li consumi».
È ALTO E SOFFRI DI IPERTENSIONE
«Necessario un aiuto extra, invece, se le buone abitudini di vita non hanno dato alcun risultato nel giro di 3-6 mesi (purtroppo c’è anche chi ha una predisposizione genetica all’ipercolesterolemia), o se il tuo rischio cardiovascolare è già alto, eventualità che si concretizza quando il colesterolo over 200 si associa per esempio all’età avanzata (più di 60 anni per una donna, più di 55 per un uomo), alla pressione arteriosa alta e magari al fatto di non avere ancora abbandonato il vizio del fumo», suggerisce il dottor Pizzinelli.
«In questo caso, dieta e movimento, da soli, non sono più sufficienti e vanno affiancati a nutraceutici a base di riso rosso fermentato o, se non basta, alle statine, farmaci ipocolesterolemizzanti d’elezione», conferma il professor Meazza.
«Entrambi sono in grado di bloccare parzialmente la produzione di colesterolo da parte del fegato, agendo sulla percentuale di LDL che l’organismo produce in proprio e che è anche la quota maggiore. Il riso rosso fermentato contiene monacolina k, alcaloide naturale con un’azione analoga a quella delle statine, ma con il pregio di non riservare gli stessi effetti collaterali indesiderati dei farmaci (vedi qui di seguito). È classificato come integratore e non richiede la prescrizione medica, ma nonostante ciò è meglio evitare il fai da te e farsi seguire da uno specialista, anche perché non tutti i prodotti a base di riso rosso fermentato sono uguali. Quelli ideali devono avere un contenuto “certificato” di monocolina pari a 3 mg. Attenzione invece a integratori con concentrazioni più alte, perché rischiano di essere tossici. Se nel giro di 3 mesi, i nutraceutici associati alla dieta non danno alcun risultato è invece necessario orientarsi sulle statine. Prescritte dal medico, che ne monitorizza l’uso nel tempo, non vanno mai sospese: senza il loro aiuto, il colesterolo è destinato ad innalzarsi nuovamente, nel giro di pochi giorni».
PRO E CONTRO DELLE STATINE
Sono in grado di ridurre sino al 30% l’incidenza di infarti e ictus. Nonostante ciò, non vanno mai prescritte senza tenere conto del
rischio cardiovascolare individuale.
«Questi farmaci non sono privi di effetti collaterali: alcuni studi, per esempio, hanno ipotizzato che possano modificare il colesterolo cerebrale, facilitando deficit di memoria», spiega il professor Roberto Meazza.
«Nel 5-10% dei casi possono provocare problemi digestivi (costipazione, dolori addominali, nausea e flatulenza) perché alterano l’acidità gastrica e nel 10% dei casi danno origine a dolori e debolezza muscolare perché riducono la produzione di coenzima Q 10. Quando sono necessarie, tuttavia, le statine non vanno sospese anche se si manifestano degli effetti sgraditi: bisogna parlarne con il medico, che può decidere di ridurre la quota del farmaco e di integrarla con nutraceutici di riso rosso fermentato, o di cambiare molecola (le statine a disposizione sono numerose: simvastatina, atorvastatina, pravastatina, rosuvastatina). In caso di dolori muscolari, invece, spesso un’integrazione con prodotti a base di coenzima Q 10 può risolvere i disturbi».
Articolo pubblicato sul n° 4 di Starbene in edicola dal 10 gennaio 2017
Le risposte dei nostri esperti
Cara lettrice/caro lettore, le consiglio di rivolgersi ad un medico specialista in scienza dell'alimentazione o ad un servizio di dietetica di un ospedale della sua zona. In questo modo, dopo un'adeg...
Cerca tra le domande già inviate