di Laura D’Orsi
Articolo pubblicato sul n.28 di Starbene in edicola dal 30/06/2015
di Laura D’Orsi
Inizia il caldo e aumenta il desiderio di sorseggiare una bibita fresca. Dati alla mano, ogni anno beviamo, soprattutto in estate, 50 litri di prodotti analcolici e 28 litri di birra a testa (fonti Assobibe e Assobirra). Quantità decisamente inferiori rispetto a molti altri Paesi europei, dove si consumano circa 95 litri di drink senza alcol e 74 litri di “bionde”. Segno che noi italiani abbiamo un atteggiamento più equilibrato verso lattine e bottigliette, probabilmente perché siamo attenti al loro potere energetico. Ma quali sono le bibite più salutari in commercio? E sono adatte davvero a mitigare la sete? Due esperti, Sara Farnetti, medico esperto in nutrizione funzionale, e Giorgio Donegani, nutrizionista e tecnologo alimentare, ci chiariscono i dubbi.
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Birra
IL PUNTO DI FORZA - Contiene minerali, vitamine e ha un rapporto bilanciato tra sodio e potassio. È utile quindi come rimineralizzante, anche in estate. Possiede, inoltre, proprietà diuretiche. Se scegli le varietà più amare (ad alta fermentazione, ambrate o scure), fai il pieno di sesquiterpeni, sostanze presenti nel luppolo, pianta da cui si ricava la birra, dall’azione sedativa, antinfiammatoria e antitumorale.
IL PUNTO DEBOLE - La birra fornisce più o meno le stesse calorie di molti drink analcolici (come il tè freddo o il succo di frutta), ma si tende a berne di più: 330 ml, cioè una lattina, forniscono 108 calorie, che diventano più di 200 se si fa il bis. Ricorda, poi, che l’alcol provoca vasodilatazione e con il caldo fa sudare ancora di più, dando spossatezza.
Sport drink
IL PUNTO DI FORZA - Remineralizzanti ed energizzanti, perché contengono potassio, magnesio, vitamine del gruppo B e zuccheri. Sono degli ottimi integratori per chi fa sport a livello intenso o sotto il sole. Se soffri molto il caldo e hai la pressione bassa, ritrovi subito le forze. Preferisci la versione isotonica, cioè con concentrazione di sali simile a quella del nostra plasma, e quindi facilmente assimilabili.
IL PUNTO DEBOLE- Non sempre sono necessari tanti zuccheri, dopo uno sforzo fisico: per reidratarsi può bastare un’acqua medio minerale. E per recuperare i sali persi con la sudorazione, un’alimentazione ricca di frutta e verdura. Per il loro gusto gradevole si tende ad abusarne. Occhio, però, perché i sali contenuti, come il potassio, possono affaticare i reni e, in certi casi, determinare alterazioni del ritmo cardiaco. Non solo: le bevande con eccessiva concentrazione di minerali o zuccheri si fermano a lungo nello stomaco, rallentando l’assorbimento dell’acqua da parte dell’organismo
Succhi di frutta
IL PUNTO DI FORZA - Se scegli prodotti a base di frutta al 100% ti assicuri una bevanda sana, con vitamine e minerali provenienti dalla frutta (controlla anche che sia priva di conservanti). Attenzione alle diciture “succo e polpa” o “nettare”, che indicano una concentrazione inferiore al 50%.
IL PUNTO DEBOLE - Anche i succhi al 100% contengono zuccheri. Certo, si tratta di quelli naturalmente presenti nella frutta, ma forniscono comunque calorie e alzano la glicemia (in media contengono 10 g di fruttosio ogni 100 ml, che corrisponde alla stessa quantità di zucchero presente nelle bevande gassate). È un errore, quindi, considerare i succhi come un’alternativa alla frutta: quest’ultima, infatti, contiene in più le fibre, capaci di rallentare l’assorbimento del fruttosio.
Energy drink
IL PUNTO DI FORZA - In 250 ml contengono la stessa dose di caffeina di un caffè espresso (80 mg) e altre sostanze stimolanti del sistema nervoso, come taurina e glucoronolattone, ma anche ginseng o guaranà. Sono quindi bevande eccitanti, utili se si deve affrontare un impegno che richiede prontezza di riflessi, come mettersi alla guida di notte o affrontare un turno lavorativo.
IL PUNTO DEBOLE - Un dossier appena pubblicato dall’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, mette in guardia sull’abuso di caffeina legato anche all’assunzione degli energy drink. Negli Usa, dove se ne registra il maggior consumo, è stato segnalato un aumento di casi di malattie cardiovascolari e di disturbi del sistema nervoso centrale. L’uso di queste bibite, quindi, deve essere sporadico. E non associato all’alcol, che sembra potenziare l’azione stimolante dei drink.
Tè freddo
IL PUNTO DI FORZA - Se la bevanda è ottenuta da un vero infuso, e non da estratto di tè, contiene fitocomplessi ed epicatechine, preziosi antiossidanti. È quindi una buona scelta per dissetarsi, anche se non può essere un’alternativa all’acqua. Tra le varianti in commercio, preferisci il tè verde, che ha meno caffeina e contiene più sostanze utili contro i radicali liberi. Nei negozi etnici puoi trovare tè verde giapponese in bottiglia e lattina senza zucchero: è l’ideale per placare la sete sotto il sole.
IL PUNTO DEBOLE - In genere è troppo dolce (contiene zucchero come i succhi e le aranciate) e con la scusa che è una bevanda “leggera” si rischia di eccedere con le quantità. Lo zucchero e la teina contenuti possono facilitare l’insorgenza di una sorta di “dipendenza” che spinge a berne più bicchieri al giorno.
Soft drink
IL PUNTO DI FORZA - A base di mix di frutta con estratti di piante o fiori, sono molto meno calorici di aranciate & Co., perché contengono quasi la metà degli zuccheri. Sono dissetanti e rappresentano un buon compromesso tra salute e sapore per chi non ama bere solo acqua. In alcuni prodotti, da preferire, vengono aggiunte vitamine e altri antiossidanti, ricavati, per esempio, da mirtilli e frutti rossi.
IL PUNTO DEBOLE - Sono pur sempre zuccherati. In alcuni, poi, vengono aggiunti anche edulcoranti artificiali, per esempio il sucralosio. Considerando che, rispetto ai succhi di frutta, sono composti per lo più da acqua, circa l’85%, il loro prezzo non è molto conveniente.
Articolo pubblicato sul n.28 di Starbene in edicola dal 30/06/2015
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