La ricetta della colomba, dolce tradizionale di Pasqua, è “fissata” per legge: devono essere utilizzati farina di frumento, lievito naturale, zucchero, burro, granella, mandorle e scorze d’arancia. «Ecco perché gli ingredienti presenti nei 12 prodotti del nostro lab sono più o meno gli stessi», spiega il dottor Giorgio Donegani, tecnologo alimentare. «Qualche minima differenza l’ho riscontrata nei componenti della glassatura: a volte compaiono olio d’arachide o girasole (le scelte migliori), altre di soia o di colza; spesso solo farina di riso e frumento (meno buone e costose), raramente anche di mandorle o armelline (i semi di albicocche e mandorle). Solo in un caso c’erano conservanti (sorbato di potassio), che è meglio siano assenti».
Quanto è importante l’aspetto
«Per prima cosa ho valutato la forma, (in alcuni campioni non era perfetta) e la distribuzione di glassa, granella di zucchero e mandorle, che non sempre è risultata abbondante e/o omogenea», prosegue il nostro esperto.
«Ho poi preso in considerazione la pasta. Ho dato un ok quando aveva un colore giallo non troppo carico, un’occhiatura abbastanza fine e regolare (la presenza di qualche piccola cavità è legata alla lievitazione naturale e non è un difetto) e i canditi visibili e suddivisi uniformemente al suo interno».
Il sapore è fondamentale
E veniamo alla prova del palato. «Il sapore deve essere non troppo dolce, con sentori di agrumi e mandorla relativamente intensi ma non esagerati.
In alcuni campioni sembrava che le scorzette non ci fossero, mentre in altri era troppo prevalente la nota della frutta secca (in genere dovuto all’impiego di aromi)», puntualizza il dottor Donegani. «È inoltre da apprezzare una consistenza soffice e scioglievole».
Quanto all’aspetto nutrizionale: «Per esprimere il mio giudizio mi sono basata sulla percentuale di mandorle e canditi e non sulla dose di grassi, zuccheri e sale, simile in tutti i prodotti», conclude la dietologa Diana Scatozza.
LE MIGLIORI 4 COLOMBE PASQUALI:
Il nostro food lab: Giorgio Donegani, tecnologo alimentare; Diana Scatozza, medico dietologo.
Articolo pubblicato sul n° 15 di Starbene in edicola dal 27 marzo 2018