Passare regolarmente sulle mani un gel idroalcolico è fondamentale (in mancanza di acqua e sapone), per contrastare il propagarsi del Covid-19. All’inizio della pandemia chi aveva una confezione di Amuchina in casa era considerato fortunato: era diventata introvabile o carissima. Poi farmacisti, aziende profumiere e produttori di liquori hanno cominciato a usare l’alcol che avevano in magazzino per formulare gel idroalcolici.
Grazie a loro oggi non c’è più penuria di igienizzanti mani, anzi. Se ne trovano di tutti i tipi e per tutte le tasche. Tanto che è difficile capire quali sono le formule più valide e che differenza passa tra un disinfettante o un igienizzante e se un gel detergente generico va bene lo stesso.
«Per essere efficace contro il Coronavirus deve contenere almeno il 60% di alcol, compito svolto con efficacia sia da disinfettanti mani come i classici presidi medico chirurgici, sia da prodotti non classificati come presidi medici (è una certificazione che costa e non tutte le aziende la richiedono ndr), ma definiti “igienizzanti mani”, mentre altri gel, dal nome generico di “detergenti” non dichiarano la percentuale totale di alcol quindi non possiamo considerarli sicuri», spiega la dottoressa Alessandra Cantù, dermatologa milanese.
Abbiamo perciò deciso di prendere in esame, non i disinfettanti mani, tutti efficaci ma anche molto simili, bensì il mondo più variegato degli igienizzanti, alla ricerca di una formula che unisse performance virucida e piacevolezza. Certo, non si può chiedere a una preparazione alcolica di non seccare la pelle, ma ci si può aspettare che abbia un buon profumo e che utilizzarlo diventi un gesto barriera che, anziché pesare, sia quasi una coccola. Abbiamo quindi passato al vaglio 14 igienizzanti mani, in gel o lozione, premiandone 4. Ecco come siamo arrivati a preferirli.
La formula
«La quantità minima di alcol per un igienizzante è il 60%, ma abbiamo dato la precedenza alle formule che arrivavano al 70% per garantire il massimo dell’efficacia sul virus, pur consapevoli del suo effetto disseccante sulla pelle», dice il cosmetologo Umberto Borellini.
«Tuttavia, il restante 30% può essere molto diverso da prodotto a prodotto: c’è chi punta sulla densità e quindi aggiunge molti eccipienti gelificanti, chi sul profumo (l’acqua di Colonia serviva anche per lavarsi le mani senz’acqua, in origine), chi vuole offrire una performance più duratura e aggiunge Triclosan (lo stesso ingrediente di molti collutori) che prolunga l’effetto dell’alcol di circa mezz’ora, chi aggiunge estratti botanici o oli essenziali per potenziare l’effetto igienizzante o dare maggiore confort alla pelle», precisa il cosmetologo. Abbiamo quindi preferito le formule “con qualcosa in più”, che offrissero, insieme con la performance igienizzante anche un’esperienza piacevole, che ripetuta molte volte nel corso della giornata, non pesasse troppo.
Abbiamo poi promosso i prodotti che, a parità di formula, avevano il miglior rapporto costo-benefici.
La prova
Abbiamo usato gli igienizzanti mani secondo la tecnica suggerita sul sito del Ministero della Salute (salute.gov.it): su mani asciutte, altrimenti non sono efficaci, frizionando per non meno di 30-40 secondi e con adeguata quantità per coprire per intero le mani: palmi, dita, pollici compresi, dorsi e polsi. Quando le mani sono asciutte, sono anche pulite. Abbiamo valutato confezioni, facilità e piacevolezza d’uso, sensazione sulla pelle immediata e dopo qualche minuto.
Il consiglio
«Il lavaggio delle mani con acqua tiepida e sapone per non meno di 60 secondi resta il gesto barriera più efficace contro il Coronavirus: non solo rimuove i depositi che si possono formare sull’epidermide per via del contatto con l’esterno, ma è più rispettoso del mantello idrolipidico e perciò meno irritante per la cute, soprattutto quella sensibile e reattiva. Il sapone, infatti, asporta eventuali virus e germi, mentre i gel idroalcolici li neutralizzano senza rimuoverli.
Bisognerebbe quindi utilizzare le soluzioni idroalcoliche solo quando non è possibile lavare le mani, in modo da limitare i fenomeni di sensibilizzazione e anche di resistenza batterica dovuti all’uso prolungato o eccessivo. Per contrastare la secchezza che comporta l’giene continua delle mani, dopo il lavaggio è bene applicare una crema restitutiva a base di burro di karitè, pantenolo e vitamina E che leniscono e idratano, ma attenzione: mai dopo il gel perché ne vanificherebbe l’effetto. Di giorno, quando è utile non impiastricciarsi i polpastrelli, si applica la crema solo sul dorso delle mani, la sera prima di coricarsi si può abbondare, massaggiando con cura fino ad assorbimento», conclude la dottoressa Cantù.
I nostri Lab tester: Dott.ssa Alessandra Maria Cantù, dermatologa; Umberto Borellini, cosmetologo; Laurence Donnini, giornalista.
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Articolo pubblicato sul n. 20 di Starbene, in edicola e nella app dal 14 luglio 2020