Rimettere al centro la terra. Fermare l'economia basata sullo sfruttamento delle risorse, sull'agricoltura intensiva e sulla creazione dei rifiuti. E tornare all'agricoltura biologica, che rispetta la natura, rende fertile il suolo e mantiene la biodiversità. Come possiamo riuscirci? È semplice: restituendo un ruolo centrale, nell'agricoltura, alle donne. A dirlo, in occasione del Forum internazionale del biologico per Expo 2015 tenutosi sabato scorso, è stata Vandana Shiva, ecologista indiana di fama internazionale.
Perché è importante la biodiversità? Perché i semi locali conoscono l'habitat in cui stanno crescendo. Racchiudono in sé migliaia di anni di evoluzione e di selezione, sono capaci di adattarsi al terreno e al clima in cui devono germogliare e diventare pianta. E sono il fondamento del cibo locale. Ecco perché le donne possono essere il motore del cambiamento: perché, nelle campagne dei Paesi in via di sviluppo, a loro spetta la preparazione e la trasformazione di quei semi in cibo. Le donne collegano terra e consumo, sostiene il manifesto Terra Viva presentato dall'ambientalista insieme a un panel di 20 ricercatori ed esperti tra cui l'ex segretario della Convenzione Onu di lotta alla desertificazione, Luc Gnacadja. E non solo. Anche nei Paesi più avanzati, come il nostro, il trend di nuove imprese agricole gestite da donne è in aumento: in Italia negli ultimi cinque anni sono il 13% in più, secondo la Cia, Confederazione Italiana Agricoltori.
Ma in che modo le coltivazioni senza pesticidi sarebbero in grado di "riparare il suolo"? Un campo coltivato in maniera biologica, ricco di humus, assorbe in media due tonnellate di anidride carbonica ed è in grado di trattenere l'acqua, prevenendo erosioni del terreno e alluvioni. Nel suo complesso, l'agricoltura bio possiede il potenziale per annientare 10 gigatonnellate di anidride carbonica dall'atmosfera, cioè contenere l'innalzamento della temperatura globale entro i due gradi centigradi (per convenzione è la soglia che gli scienziati reputano accettabile), viene dichiarato nel documento preparato dagli esperti.
Dunque, un metodo di coltivazione in armonia con la natura, non solo è possibile, è la nostra uscita di sicurezza verso un futuro migliore. E tutto può cominciare da un piccolo seme. Come sa bene Vandana Shiva, che ha concluso la sua partecipazione all'evento passeggiando per il parco della Biodiversità, realizzato da Bologna Fiere, dove ha piantato semi di okra, zucca, fagioli e melone.
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