Risponde il Dott. Giorgio Donegani, Tecnologo alimentare a Sesto San Giovanni (Milano)
«La legge permette di trattare esternamente le arance con difenile, un conservante antimuffa che aumenta la durata dei frutti, ma rende la buccia non commestibile. Per legge il trattamento andrebbe indicato sull’etichetta, ma è sempre meglio diffidare di arance con una buccia molto lucida, brillante e appiccicosa al tatto.
Sempre a proposito dei criteri di scelta di questi agrumi, la presenza di una porzione del peduncolo e di un ciuffo di foglie è sinonimo di freschezza. Se mancano le foglie, si può provare a staccare con le unghie la rosetta che si trova all’attacco del picciolo: se non c’è, o se si stacca facilmente, è possibile che i frutti non siano molto freschi.
Anche il peso delle arance, in rapporto alle loro dimensioni, è un indice di qualità: un’arancia “bella pesante” è la prova di un frutto fresco e succoso.
Quanto poi alla scelta tra arance rosse e bionde, è soprattutto una questione di gusto e non è determinante per la vitamina C. Le rosse contengono però una maggior quantità di antociani, che svolgono un’azione protettiva contro i disturbi cardiovascolari».
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Articolo pubblicato sul n. 11 di Starbene in edicola dal 27/02/2018