Dermatologia ed estetica
La pelle
Che cosa è la pelle
La pelle, o cute, è un organo complesso, costituito in superficie dall’epidermide e in profondità dal derma; sotto la pelle si trova invece il tessuto sottocutaneo o ipoderma, ricco di grasso, che giunge fino alle fasce. La cute rappresenta il 5-6% del peso corporeo e riveste una superficie di circa 1,8 m2; il suo spessore varia da 0,5 mm (palpebre) a 4 mm (nuca).
La superficie cutanea presenta solchi che delimitano aree a losanga cui, in corrispondenza delle superfici palmo-plantari, si alternano caratteristici rilievi (creste o papille cutanee) che formano disegni detti dermatoglifi. Sono inoltre apprezzabili a occhio nudo gli orifizi dei follicoli piliferi e delle ghiandole; le pieghe cutanee, fisiologiche, temporanee o permanenti (pieghe d’espressione); le rughe, che si formano in rapporto all’invecchiamento, non sono fisiologiche e sono più accentuate nelle sedi fotoesposte.
La pelle è un organo che svolge molteplici funzioni: in primo luogo fa da barriera nei confronti di agenti meccanici (traumi), chimici (acqua e soluzioni), termici, infettivi, fisici (radiazioni elettromagnetiche e correnti elettriche); il derma fornisce, inoltre, un valido supporto meccanico grazie alla presenza di fibre connettivali, che permettono alla superficie corporea di ammortizzare i traumi e la pressione esercitata dal proprio peso o da altri oggetti; la pelle, evita, inoltre la perdita di acqua per dispersione; l’impermeabilità dell’epidermide, infatti, non permette né l’entrata né la fuoriuscita di acqua e proteine (soltanto le molecole liposolubili di piccole dimensioni riescono a essere assorbite dall’epidermide).
La pelle partecipa anche alla termoregolazione, provvedendo alla dispersione regolata del calore attraverso la circolazione cutanea e la sudorazione: l’ipoderma evita che il rilascio termico sia troppo rapido per irraggiamento e conduzione, assicurando al corpo una sorta di isolamento; il tessuto sottocutaneo rappresenta anche la principale riserva nutritizia nell’uomo e gli adipociti sintetizzano ormoni (liponectine) importanti nel controllo della fame. Non bisogna dimenticare che tutte le sensazioni (tatto, pressione, vibrazione, calore, dolore) sono possibili grazie alla cute, che è sede di numerose terminazioni sensitive. Infine, la pelle rappresenta un importante “organo di relazione”, che ha assunto una rilevanza sempre maggiore nei nostri comportamenti sociali.
L’epidermide è un epitelio pavimentoso, stratificato e cheratinizzato, costituito da quattro strati: basale, spinoso, granuloso e corneo.
Lo strato basale, il più profondo dell’epidermide, è costituito da cheratinociti di forma cubica o allungata, perpendicolari alla membrana basale, alla quale aderiscono grazie a particolari giunzioni, gli emidesmosomi; tali cheratinociti presentano un’elevata attività proliferativa e generano sempre nuove cellule, alcune delle quali abbandonano lo strato basale per passare agli strati più superficiali, fino al corneo.
A livello degli strati più profondi, basale e granuloso, i cheratinociti appaiono uniti da giunzioni intercellulari, dette desmosomi, deputate allo scambio di sostanze nutritizie e acqua.
Il citoscheletro dei cheratinociti è costituito da citocheratine, che si dispongono in tonofilamenti, organizzati a loro volta in tonofibrille, sottili fibrille citoplasmatiche, che si inseriscono sulla membrana cellulare a livello dei desmosomi, rinforzando l’adesione tra le cellule. Lo strato basale espleta tre funzioni principali: la proliferazione, l’adesione tra epidermide e derma e la pigmentazione. I melanociti sono cellule dendritiche deputate alla sintesi di melanina, pigmento che difende la nostra pelle dai danni dei raggi ultravioletti (è il responsabile dell’abbronzatura): tale sintesi avviene a partire da un aminoacido, la tirosina, e viene catalizzata da un enzima, la tirosinasi; quest’ultima viene prima sintetizzata nei melanociti e poi immagazzinata in granuli (melanosomi) che si riempiono progressivamente di melanina e migrano nei dendriti, dove vengono ceduti ai cheratinociti basali per fagocitosi.
Nello strato basale si trovano anche le cellule di Merkel, contenenti piccoli granuli il cui contenuto viene secreto in seguito alla stimolazione tattile dell’epidermide, determinando l’attivazione delle terminazioni nervose recettoriali adiacenti.
Lo strato spinoso è costituito da uno o più gruppi di cellule poliedriche, dalla cui periferia si dipartono sottili propaggini (simili appunto a spine). Nel citoplasma delle cellule di questo strato sono abbondanti le tonofibrille. A livello delle spine, le cellule sono unite tra loro dai desmosomi, che presentano nel loro citoplasma anche piccoli granuli, contenenti lipidi e idrolasi acide (i cosiddetti granuli di Odland), responsabili della chiusura degli spazi intercellulari, garantendo l’impermeabilità dell’epidermide.
Lo strato granuloso è costituito da cellule appiattite e allungate, che hanno perso le propaggini periferiche spinose. Nel citoplasma sono presenti granuli di cheratoialina, una miscela di proteine deputata alla formazione dello strato corneo e alla degradazione dei desmosomi, garantendo le condizioni per il distacco a livello del corneo. Ad aumentare l’impermeabilità del tessuto, data dalla secrezione dei lipidi contenuti nei granuli di Odland, concorrono anche le giunzioni occludenti intercellulari.
Lo strato corneo è composto da particolari cellule, i corneociti, prive di nucleo e di organuli, non adese fra loro.
Il derma è un connettivo fibroso e denso a fasci intrecciati, suddivisibile in una porzione superficiale (il derma papillare) e una più profonda (il derma reticolare): nella prima porzione i fasci fibrosi sono più sottili e a maglie strette, mentre nell’altra sono più grossolani. A differenza dell’epidermide, costituita perlopiù da cellule, nel derma prevale la componente extracellulare; la matrice è data da una componente fibrosa e da una amorfa, detta sostanza fondamentale anista. La porzione fibrosa è costituita da fibre collagene e da fibre elastiche.
Le prime sono inestensibili, anelastiche e resistenti alla tensione; le seconde, meno abbondanti di quelle collagene, sono costituite da una componente microfibrillare tubulare inestensibile e da una matrice amorfa, costituita da una proteina, l’elastina, responsabile del comportamento elastico.
La sostanza fondamentale anista è costituita soprattutto da acqua, glicoproteine e proteoglicani. Si distingue una matrice amorfa intrafibra, presente all’interno delle fibre collagene per cementarle, e una interfibra, che ha la funzione di favorire il passaggio tra le fibre di acqua, soluti, macromolecole, mantenendo turgido il derma e garantendo resistenza ed elasticità alla pelle.
La componente cellulare del derma è data soprattutto da fibroblasti, responsabili della sintesi e del rinnovamento della matrice extracellulare, e macrofagi. Alcuni fibroblasti, i miofibroblasti, aderiscono alle fibre collagene e si contraggono determinando una retrazione del derma; queste cellule sono coinvolte nei processi di cicatrizzazione delle ferite.
Tra l’epidermide e il derma c’è uno strato specializzato di matrice extracellulare, la membrana basale, che costituisce una zona di collegamento tra i diversi tessuti; la membrana basale è anche un ostacolo alla diffusione dei complessi macromolecolari e una fonte di segnali per le cellule adiacenti.
È costituita, dallo strato più esterno a quello più interno, da tre lamine: la lamina rara, adesa attraverso gli emidesmosomi allo strato basale dell’epidermide; la lamina densa, un intreccio di molecole di collagene di tipo IV; la lamina reticolare, costituita da strutture fibrose diverse, che da una parte si inseriscono sulla lamina densa e dall’altra si continuano nel derma.
L’ipoderma è organizzato in lobuli separati da setti fibrosi, che possono essere rotondeggianti superficialmente (strato areolare) o più appiattiti in profondità (strato lamellare). Lo strato più profondo, lamellare, è quello che permette lo scorrimento degli strati sovrastanti rispetto ai piani profondi.
La vascolarizzazione arteriosa cutanea è fornita da due plessi, uno profondo e uno superficiale, che formano una ricca rete capillare, la quale può essere, per così dire, “messa in corto circuito” quando il corpo ha bisogno di trattenere calore.
La cute è anche ricca di terminazioni nervose, come quelle a ridosso delle cellule di Merkel, ma anche di altre strutture sensoriali: i corpuscoli di Meissner, deputati a rilevare la pressione superficiale; i corpuscoli di Pacini, che recepiscono gli stimoli vibratori e pressori profondi; i corpuscoli di Ruffini, che rispondono alla distensione; le clave di Krause e i corpuscoli di Golgi-Mazzoni. Ogni terminazione sensitiva cutanea, se stimolata eccessivamente, può determinare sensazioni dolorose.
La cute è dotata di un suo sistema immunitario, di cui fanno parte le cellule presentanti l’antigene (APCS), che si trovano non solo nel derma ma anche nell’epidermide, dove prendono il nome di cellule di Langerhans. Si tratta di cellule dendritiche che assorbono le molecole antigeniche, le idrolizzano e le riespongono sulla loro superficie innescando una risposta immunitaria specifica nei linfociti T. I marcatori morfologici di queste cellule sono i granuli di Birbeck.
Sempre al sistema immunitario cutaneo appartengono macrofagi, mastociti, linfociti.
Alla cute appartengono anche i peli, le unghie, le ghiandole sudoripare e quelle sebacee. I peli del nostro corpo possono essere sottili (pelo vellus) o grossi e pigmentati (pelo terminale), in base all’età, al sesso del soggetto e alla diversa sede corporea.
Si distinguono varie parti: il fusto, che è la porzione sporgente; la radice, immersa nella pelle, che può essere a sua volta suddivisa in una porzione profonda, il bulbopilifero, dove si svolge l’attività proliferativa, e una più superficiale, il follicolo pilifero; quest’ultimo si divide in una zona superiore a forma di imbuto, l’infundibolo, e una zona più profonda, il colletto, che prosegue ancora più in profondità con il corpo. Le diverse fasi di vita del pelo si distinguono in anagen (crescita), catagen (stasi) e telogen (caduta).
Alla membrana basale che circonda il follicolo pilifero aderisce anche il muscolo erettore del pelo, la cui contrazione ha una funzione termogenica, e la ghiandola sebacea, il cui dotto escretore è dato dallo stesso infundibulo follicolare.
Le ghiandole sebacee (che non sono presenti sul palmo delle mani e sulle piante dei piedi) sono ghiandole ramificate che producono sebo, deputato alla protezione della cute. Le ghiandole sudoripare sono invece ghiandole tubulari di tipo glomerulare che secernono un liquido idrosalino il quale, evaporando, permette la dispersione di calore quando la temperatura esterna risulta più alta di quella corporea.
Attraverso la sudorazione vengono eliminate anche sostanze tossiche (urea, metalli); il sudore, in base alla diversa composizione chimica, è anche responsabile dell’odore. Ghiandole simili a quelle sudoripare, ma più profonde, sono le ghiandole apocrine, presenti a livello di perineo e ascella, che secernono una caratteristica sostanza densa e biancastra; sono inoltre di tipo apocrino anche le ghiandole ceruminose del condotto uditivo esterno e quelle ciliari delle palpebre.
L’ultima falange distale delle dita di mani e piedi è ricoperta dorsalmente da una lamina dura, l’unghia. L’unghia è costituita da cellule cornificate, non desquamanti e fittamente stipate e coese tra loro.
L’estremità prossimale dell’unghia è detta radice; la porzione di epidermide su cui poggia, priva di strato corneo e aderente alla lamina ungueale, è detta invece iponichio e forma, a livello prossimale, la cosiddetta matrice ungueale, un epitelio pavimentoso composto deputato al rinnovamento dell’unghia.
Distalmente l’unghia è separata dal polpastrello dal solco subungueale. La presenza delle unghie migliora nell’uomo la presa, oltre a rappresentare un’arma di difesa.
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