ATC: C01BA03 | Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI |
Presenza Glutine:
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Classe 1: A | Forma farmaceutica: COMPRESSE RP |
Presenza Lattosio:
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Trattamento preventivo • delle ricadute di aritmia completa con fibrillazione atriale e del flutter dopo regolarizzazione del ritmo • delle ricadute di tachicardia parossistica e ventricolare• delle alterazioni del ritmo nell’infarto miocardicoTrattamento curativo • delle extrasistoli atriali o ventricolari.
Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:
Associazioni controindicate Associazione con farmaci antiaritmici: le associazioni con farmaci antiaritmici non sono state studiate ed il loro effetto può essere imprevedibile. Pertanto l’associazione con antiaritmici deve essere evitata tranne in particolari circostanze, ad es. beta–bloccanti per l’angina pectoris; digossina con beta–bloccanti e verapamil per il controllo della fibrillazione se ciò viene considerato efficace per il soggetto attraverso procedure specializzate. Antiaritmici (classificazione Vaughan–Williams): • Classe I: la maggior parte dei farmaci, compresa fenitoina • Classe II: farmaci beta–bloccanti • Classe III: amiodarone, bretilio, d–sotalolo. ibutilide • Classe IV: verapamil, diltiazem, lidoflazina, bepridil Farmaci associati a rischio di torsioni di punta quali: • antidepressivi triciclici e tetraciclici • eritromicina per via endovenosa • vincamina • sultopride Associazioni non raccomandate Altri farmaci associati a rischio di torsioni di punta quali: • astemizolo • cisapride • pentamidina • pimozide • sparfloxacina • terfenadina Inibitori della fosfodiesterasi Tipo 5 Vi sono dati che suggeriscono che gli inibitori della fosfodiesterasi Tipo 5 possono essere potenzialmente associati a rischio di prolungamento dell’intervallo QT. La somministrazione concomitante di disopiramide con tali farmaci può potenzialmente aumentare tale prolungamento del QT e non è raccomandata. Vi sono alcuni dati che suggeriscono che disopiramide venga metabolizzata dal CYP3A epatico. Anche in assenza di studi nell’uomo, la somministrazione concomitante di inibitori di tale enzima (ad es. alcuni macrolidi o antibiotici antimicotici azolici, quinuprisitn/dalfopristin) può aumentare i livelli sierici di disopiramide. Al contrario gli induttori del CYP3A (ad es. rifampicina, alcuni anticonvulsivanti) possono ridurre i livelli sierici di disopiramide ed aumentare quelli di MN–disopiramide. Poichè l’entità di tali effetti potenziali non è prevedibile, queste associazioni di farmaci devono essere evitate. Lassativi stimolanti (si consiglia di utilizzare altri tipi di lassativi) - vedere paragrafo 4.4. Farmaci induttori di ipokaliemia Quando la disopiramide viene somministrata in concomitanza con farmaci induttori di ipokaliemia (vedere paragrafo 4.4) quali diuretici, amfotericina B, tetracosactide (analogo della corticotrofina), gluco/mineralcorticoidi è necessario monitorare la kaliemia. Farmaci anticolinergici Gli effetti atropino–simili di disopiramide possono essere potenziati dall’atropina e da altri farmaci anticolinergici, comprese le fenotiazine. Uno studio in vitro ha dimostrato che roxitromicina può spostare la disopiramide dal legame con le sieroproteine: tale effetto può causare in vivo un aumento dei livelli sierici di disopiramide libera. Quando si prescrive un farmaco metabolizzato dal CYP3A quali teofillina, inibitori delle proteasi H.I.V. (ad es. ritonavir, indinavir, saquinavir), ciclosporina A, warfarin, è necessario tenere presente che la stessa disopiramide probabilmente è un substrato di questo isozima e pertanto si può verificare inibizione competitiva del metabolismo, con potenziale aumento dei livelli sierici di questi farmaci.
Scheda tecnica (RCP) Composizione:
Una compressa contiene 322,5 mg di disopiramide fosfato pari a 250 mg di disopiramide base Eccipienti con effetti noti: saccarosio 30 mg, glucosio anidro 3,5 mg Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
Ritmodan è controindicato nei seguenti casi: • ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti • blocco atrioventricolare di secondo o terzo grado non regolato • blocco di branca associato a blocco atrioventricolare di primo grado • doppio blocco (semiblocco sinistro posteriore o anteriore e blocco di branca destro) • pre–esistente allungamento del tratto QT • grave disfunzione del nodo seno–atriale • grave scompenso cardiaco non secondario ad aritmie cardiache (vedere paragrafo 4.4) • somministrazione concomitante di altri farmaci antiaritmici o farmaci che possono provocare aritmie ventricolari e particolarmente torsione di punta (vedere paragrafo 4.5) • le compresse a rilascio prolungato sono controindicate nei bambini e nei pazienti con insufficienza renale o epatica.
Posologia
Abitualmente 1 o 2 compresse al giorno, in 2 somministrazioni; eventualmente 3 compresse al giorno, sempre in 2 somministrazioni (una barra di rottura nelle compresse facilita l’adattamento alla esatta posologia giornaliera). La posologia utile sarà stabilita all’inizio del trattamento con Ritmodan capsule. L’equivalenza di attività è realizzata con la somministrazione di una compressa al mattino e di una alla sera di Ritmodan Retard, invece di 2 capsule 3 volte al giorno di Ritmodan. Una dose superiore a 3 compresse al giorno potrà essere somministrata solo sotto stretta sorveglianza cardiologica e/o tenendo controllata la concentrazione plasmatica di disopiramide. Pazienti con insufficienza epatica o renale Non vi è esperienza circa l’utilizzo delle compresse a rilascio modificato nei pazienti con insufficienza epatica o renale. Popolazione pediatrica Non vi è esperienza circa l’utilizzo delle compresse a rilascio modificato nei bambini.
Avvertenze e precauzioni
Patologie cardiache • I farmaci antiaritmici della classe Ic (classificazione Vaughan Williams) sono stati inclusi nello studio CAST (Cardiac Arrhythmia Suppression Trial), uno studio a lungo termine, multicentrico, randomizzato e in doppio–cieco, in pazienti con precedente infarto miocardico (da almeno sei giorni e da meno di due anni) e aritmie ventricolari asintomatiche non severe. Nel gruppo di pazienti in trattamento con farmaci antiaritmici, appartenenti alla classe Ic, fu osservato, rispetto al gruppo placebo, una maggior incidenza di mortalità e di arresto cardiaco non fatale. L’estensione dei risultati dello studio CAST agli altri farmaci antiaritmici e ad altre popolazioni (es. pazienti senza recente infarto miocardico) è discutibile ma attualmente, per sicurezza, si considera che il rischio osservato nello studio CAST, possa essere previsto anche con altri farmaci antiaritmici e per altri pazienti con malattia cardiaca conclamata. • Non esiste evidenza che la prolungata soppressione delle aritmie ventricolari, ottenuta con terapia antiaritmica, possa prevenire la morte improvvisa. I farmaci antiaritmici non hanno dimostrato capacità di prolungare la sopravvivenza nei pazienti con aritmie ventricolari. Per tali ragioni, i farmaci antiaritmici non devono essere prescritti per il trattamento di pazienti con aritmie ventricolari asintomatiche che non alterano significativamente l’emodinamica cardiaca. • Tutti i farmaci antiaritmici possono causare effetti indesiderati quando utilizzati per trattare aritmie sintomatiche che non mettono il paziente in pericolo di vita; il beneficio atteso deve essere valutato contro i rischi. • Nei pazienti con patologie cardiache conclamate, la proaritmia e lo scompenso cardiaco costituiscono un particolare rischio associato ai farmaci antiaritmici. Pertanto è necessaria un’attenzione particolare nella prescrizione di questi farmaci per il trattamento delle patologie sopra citate. • Disopiramide non deve essere utilizzata nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia scompensata, a meno che l’insufficienza non sia secondaria ad un’aritmia. Se la disopiramide deve essere utilizzata in tali casi si richiedono attenzione e monitoraggio particolari. • L’aritmia emodinamicamente rilevante, o che mette il paziente in pericolo di vita, è difficile da trattare ed i pazienti che ne sono affetti sono particolarmente a rischio. Il trattamento di tali aritmie, indipendentemente dalle modalità, deve essere effettuato in ospedale. Monitoraggio clinico ed elettrocardiografico • I pazienti con patologia cardiaca conclamata possono essere particolarmente sensibili all’effetto depressivo (proprietà inotrope negative) di disopiramide. Il trattamento deve perciò essere effettuato sotto attento controllo medico, monitorando la funzionalità cardiaca. • Il peggioramento di un’aritmia esistente o la comparsa di un nuovo tipo di aritmia, richiedono un’immediata rivalutazione della terapia con disopiramide. • Analogamente, in caso di comparsa di un blocco atrioventricolare o blocco bifascicolare, la terapia con disopiramide deve essere rivalutata • Si devono monitorare l’intervallo QT (JT) e la durata del tratto QRS, sospendendo disopiramide in caso di allargamento superiore al 25%. Squilibrio nel bilancio del potassio Alterazioni del potassio possono da sole indurre aritmia e pertanto deve essere monitorata la kaliemia. È necessario correggere qualsiasi diskaliemia, particolarmente in concomitanza con la somministrazione di diuretici. I farmaci antiaritmici possono rivelarsi pericolosi nei pazienti con ipokaliemia. Durante il trattamento con disopiramide è necessario controllare il bilancio del potassio che, se necessario, deve essere corretto. In caso di trattamento concomitante con diuretici o lassativi stimolanti i pazienti sono particolarmente a rischio di comparsa di ipokaliemia. Effetti atropino–simili Esiste il rischio di comparsa di: • ipertensione oculare nei pazienti con glaucoma ad angolo stretto • ritenzione urinaria acuta in pazienti con ipertrofia prostatica • peggioramento della miastenia grave • disturbi cognitivi nei pazienti anziani che richiedono attenzione medica (Per altri effetti atropino–simili vedere paragrafo 4.8) Ipoglicemia Considerato il rischio di ipoglicemia, a volte severa, in particolare nei soggetti anziani o malnutriti, nei diabetici sotto terapia e nei pazienti con insufficienza renale si deve monitorare la glicemia. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, da malassorbimento di glucosio–galattosio, o da insufficienza di sucrasi isomaltasi, non devono assumere questo medicinale.
Interazioni
Associazioni controindicate Associazione con farmaci antiaritmici: le associazioni con farmaci antiaritmici non sono state studiate ed il loro effetto può essere imprevedibile. Pertanto l’associazione con antiaritmici deve essere evitata tranne in particolari circostanze, ad es. beta–bloccanti per l’angina pectoris; digossina con beta–bloccanti e verapamil per il controllo della fibrillazione se ciò viene considerato efficace per il soggetto attraverso procedure specializzate. Antiaritmici (classificazione Vaughan–Williams): • Classe I: la maggior parte dei farmaci, compresa fenitoina • Classe II: farmaci beta–bloccanti • Classe III: amiodarone, bretilio, d–sotalolo. ibutilide • Classe IV: verapamil, diltiazem, lidoflazina, bepridil Farmaci associati a rischio di torsioni di punta quali: • antidepressivi triciclici e tetraciclici • eritromicina per via endovenosa • vincamina • sultopride Associazioni non raccomandate Altri farmaci associati a rischio di torsioni di punta quali: • astemizolo • cisapride • pentamidina • pimozide • sparfloxacina • terfenadina Inibitori della fosfodiesterasi Tipo 5 Vi sono dati che suggeriscono che gli inibitori della fosfodiesterasi Tipo 5 possono essere potenzialmente associati a rischio di prolungamento dell’intervallo QT. La somministrazione concomitante di disopiramide con tali farmaci può potenzialmente aumentare tale prolungamento del QT e non è raccomandata. Vi sono alcuni dati che suggeriscono che disopiramide venga metabolizzata dal CYP3A epatico. Anche in assenza di studi nell’uomo, la somministrazione concomitante di inibitori di tale enzima (ad es. alcuni macrolidi o antibiotici antimicotici azolici, quinuprisitn/dalfopristin) può aumentare i livelli sierici di disopiramide. Al contrario gli induttori del CYP3A (ad es. rifampicina, alcuni anticonvulsivanti) possono ridurre i livelli sierici di disopiramide ed aumentare quelli di MN–disopiramide. Poichè l’entità di tali effetti potenziali non è prevedibile, queste associazioni di farmaci devono essere evitate. Lassativi stimolanti (si consiglia di utilizzare altri tipi di lassativi) - vedere paragrafo 4.4. Farmaci induttori di ipokaliemia Quando la disopiramide viene somministrata in concomitanza con farmaci induttori di ipokaliemia (vedere paragrafo 4.4) quali diuretici, amfotericina B, tetracosactide (analogo della corticotrofina), gluco/mineralcorticoidi è necessario monitorare la kaliemia. Farmaci anticolinergici Gli effetti atropino–simili di disopiramide possono essere potenziati dall’atropina e da altri farmaci anticolinergici, comprese le fenotiazine. Uno studio in vitro ha dimostrato che roxitromicina può spostare la disopiramide dal legame con le sieroproteine: tale effetto può causare in vivo un aumento dei livelli sierici di disopiramide libera. Quando si prescrive un farmaco metabolizzato dal CYP3A quali teofillina, inibitori delle proteasi H.I.V. (ad es. ritonavir, indinavir, saquinavir), ciclosporina A, warfarin, è necessario tenere presente che la stessa disopiramide probabilmente è un substrato di questo isozima e pertanto si può verificare inibizione competitiva del metabolismo, con potenziale aumento dei livelli sierici di questi farmaci.
Effetti indesiderati
Effetti Cardiaci (vedere paragrafo 4.4) • Il potenziale aritmogeno di disopiramide è basso. Tuttavia, come tutti i farmaci antiaritmici, disopiramide può causare o peggiorare aritmie ventricolari (tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e torsioni di punta). Tale effetto pro–aritmico è più probabile in presenza di ipokaliemia, di utilizzo del farmaco in associazione con altri farmaci antiaritmici, di grave patologia cardiaca conclamata, di allungamento dell’intervallo QT. • Si possono verificare alterazioni della conduzione cardiaca: allungamento del tratto QT, allargamento del complesso QRS, blocco atrioventricolare e di branca. • Sono stati riportati altri tipi di aritmie: bradicardia, blocco sinusale • Sono inoltre stati descritti episodi di grave insufficienza cardiaca, collasso o anche shock cardiogeno, particolarmente nei pazienti con grave patologia cardiaca conclamata. La bassa gittata cardiaca risultante può causare ipotensione, insufficienza renale e/o ischemia epatica acuta che può assomigliare ad epatite epatocellulare acuta. Altri effetti indesiderati • Atropino–simili (vedere anche paragrafo 4.4): • Urinari: disuria, ritenzione urinaria acuta, particolarmente nel prostatismo; • Oftalmici: disturbi dell’accomodazione, diplopia; • Gastrointestinali: secchezza delle fauci, stipsi; • Impotenza; • Disturbi cognitivi; • Disturbi psichiatrici. • Epigastralgie, nausea, vomito, anoressia, diarrea; • Reazioni cutanee: molto raramente rash; casi isolati di reazioni di tipo anafilattico (ad es. orticaria, angioedema) che possono esitare in shock (in genere associati alla formulazione iniettabile); • Raramente: ipoglicemia, a volte severa (vedere paragrafo 4.4); • Raramente: ittero colestatico, cefalea, capogiri, neutropenia. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
Gravidanza e allattamento
Gravidanza Disopiramide può indurre contrazioni uterine durante la gravidanza. Disopiramide passa nella circolazione fetale. Il farmaco deve essere prescritto solo nei casi in cui l’atteso beneficio per la madre superi il rischio per il feto. Allattamento Poiché disopiramide viene escreta nel latte materno, è necessario interrompere l’allattamento al seno oppure la terapia con disopiramide per evitare rischi al neonato.
Conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.