PANTOPRAZOLO SUNINIET FL 40MG
Principio attivo: PANTOPRAZOLO SODICO SESQUIIDRATO
prezzo indicativo
ATC: A02BC02 | Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO |
Presenza Glutine:
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Classe 1: H | Forma farmaceutica: SOLUZIONE INIETTABILE POLV |
Presenza Lattosio:
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- Esofagite da reflusso - Ulcera gastrica e duodenale - Sindrome di Zollinger-Ellison e altre condizioni patologiche di ipersecrezione
Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:
Medicinali la cui farmacocinetica di assorbimento dipende dal pH. A causa della profonda e duratura inibizione della secrezione di acido gastrico, pantoprazolo può ridurre l’assorbimento dei farmaci la cui biodisponibilità dipende dal pH gastrico, ad esempio alcuni antifungini azoici come ketoconazolo, itraconazolo, posaconazolo, ed altri medicinali come erlotinib. Inibitori della proteasi dell’HIV. La somministrazione concomitante di atazanavir ed altri medicinali per il trattamento dell’HIV, il cui assorbimento è pH-dipendente, con inibitori della pompa protonica può provocare una sostanziale riduzione della biodisponibilità dei medicinali per il trattamento dell’HIV e influire sulla loro efficacia. Quindi, la somministrazione concomitante degli inibitori della pompa protonica e atazanavir non è raccomandata (vedere paragrafo 4.4). Se la combinazione degli inibitori della proteasi dell’HIV con un inibitore della pompa protonica e ritenuta inevitabile, e raccomandato uno stretto monitoraggio clinico (es. carica virale). Non deve essere superata una dose di 20mg di pantoprazolo al giorno. È necessario aggiustare il dosaggio degli inibitori della proteasi dell’HIV. Anticoagulanti cumarinici (fenprocumone o warfarin). Sebbene studi di farmacocinetica non abbiano dimostrato nessuna interazione nel corso della somministrazione concomitante di fenprocumone o warfarin, alcuni casi isolati di alterazioni della International Normalized Ratio (INR) sono stati riferiti nel corso di trattamento concomitante nel periodo successivo alla commercializzazione del prodotto. Nei pazienti trattati con anticoagulanti cumarinici (ad esempio fenprocumone o warfarin) si raccomanda pertanto un monitoraggio del tempo di protrombina/INR dopo l’inizio, l’interruzione o durante l’uso irregolare di pantoprazolo. Altri studi di interazione. Pantoprazolo è ampiamente metabolizzato nel fegato mediante il sistema enzimatico del citocromo P450. La principale via metabolica è la demetilazione mediante CYP2C19; altre vie metaboliche comprendono l’ossidazione mediante CYP3A4. Studi di interazione con medicinali ugualmente metabolizzati per questa via, come carbamazepina, diazepam, glibenclamide, nifedipina e contraccettivi orali contenenti levonorgestrel ed etinilestradiolo, non hanno rivelato alcuna interazione clinicamente significativa. Un'interazione di pantoprazolo con altri prodotti o composti medicinali, che vengono metabolizzati attraverso lo stesso sistema enzimatico, non può essere esclusa. I risultati di una serie di studi di interazione dimostrano che il pantoprazolo non influisce sul metabolismo dei principi attivi metabolizzati mediante CYP1A2 (quali caffeina, teofillina), CYP2C9 (quali piroxicam, diclofenac, naprossene), CYP2D6 (quale metoprololo), CYP2E1 (quale etanolo), né interferisce con l’assorbimento della digossina correlata alla glicoproteina p. Non si è osservata alcuna interazione con gli antiacidi somministrati contemporaneamente. Sono stati condotti studi di interazione sulla somministrazione concomitante di pantoprazolo e i rispettivi antibiotici (claritromicina, metronidazolo, amoxicillina). Non sono state riscontrate interazioni clinicamente rilevanti. Medicinali che inibiscono o inducono il CYP2C19: Inibitori del CYP2C19 come fluvoxamina possono aumentare l'esposizione sistemica di pantoprazolo. Una riduzione della dose può essere considerata per i pazienti trattati a lungo termine con alte dosi di pantoprazolo, o quelli con insufficienza epatica. Induttori enzimatici che influenzano CYP2C19 e CYP3A4 come rifampicina e erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) possono ridurre le concentrazioni plasmatiche di PPI che vengono metabolizzate attraverso tali sistemi enzimatici. Metotressato. È stato riportato che l’uso concomitante di alte dosi di metotressato (ad es. 300 mg) ed inibitori di pompa protonica aumenti i livelli di metotressato in alcuni pazienti. Pertanto laddove vengano somministrate alte dosi di metotressato, ad es. per il cancro e la psoriasi, va considerata una sospensione temporanea di pantoprazolo.
Scheda tecnica (RCP) Composizione:
Un flaconcino contiene 40 mg di pantoprazolo (come sodio sesquidrato).
Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo, ai benzaimidazoli sostituti o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Posologia
Posologia. La somministrazione endovenosa di Pantoprazolo SUN è raccomandata unicamente se la somministrazione orale non è appropriata. I dati sulla somministrazione endovenosa sono disponibili fino a 7 giorni di trattamento. Quindi, non appena è possibile istituire una terapia orale, il trattamento con Pantoprazolo SUN e.v. deve essere interrotto e si deve passare al trattamento con 40 mg di pantoprazolo per os. Dose raccomandata. Ulcera gastrica e duodenale, esofagite da reflusso. La dose endovenosa raccomandata è un flaconcino di Pantoprazolo SUN (40 mg di pantoprazolo) al giorno. Sindrome di Zollinger-Ellison e altre condizioni patologiche di ipersecrezione. Per il trattamento a lungo termine della sindrome di Zollinger-Ellison e altre condizioni patologiche di ipersecrezione, i pazienti devono iniziare il trattamento con una dose giornaliera di 80 mg di Pantoprazolo SUN. Quindi la dose può essere aumentata o ridotta come necessario, usando come guida la misurazione dell’acido gastrico. Con somministrazioni giornaliere superiori a 80 mg, la dose deve essere divisa e assunta due volte al giorno. Un aumento provvisorio della dose al di sopra di 160 mg di pantoprazolo è possibile, ma tale dose non deve essere applicata per un tempo superiore al necessario per il controllo adeguato dell’acido gastrico. Qualora fosse necessario un rapido controllo dell’acidità, una dose iniziale di 2 x 80 mg di Pantoprazolo SUN è sufficiente per ridurre la secrezione acida nei limiti richiesti (< 10 mEq/h) entro un’ora, nella maggior parte dei pazienti. Popolazioni speciali. Popolazione pediatrica: La sicurezza e l'efficacia di Pantoprazolo SUN in bambini di età inferiore a 18 anni non sono state stabilite. Quindi, Pantoprazolo SUN non è raccomandato nei pazienti di età inferiore a 18 anni. I dati al momento disponibili sono riportati nel paragrafo 5.2, ma non può essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia. Compromissione epatica: Non deve essere superata la dose giornaliera di 20 mg di pantoprazolo (mezzo flaconcino di Pantoprazolo 40 mg) nei pazienti con grave compromissione epatica (vedere paragrafo 4.4). Compromissione renale: Non è necessario alcun aggiustamento della dose nei pazienti con compromissione della funzione renale. Anziani: Non è necessario alcun aggiustamento della dose nei pazienti anziani. Metodo di somministrazione: Questo medicinale deve essere somministrato da un professionista sanitario e sotto idonea supervisione del medico. Preparare una soluzione pronta all’uso in 10 ml di una soluzione iniettabile di cloruro di sodio 9 mg/ml (0,9%). Per le istruzioni sulla preparazione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6. La soluzione preparata può essere somministrata direttamente o dopo miscelazione con 100 ml di soluzione iniettabile di cloruro di sodio 9 mg/ml (0,9%) o soluzione iniettabile di glucosio 55 mg/ml (5%). Dopo la preparazione, la soluzione deve essere usata entro 12 ore. Il medicinale deve essere somministrato per via endovenosa in 2-15 minuti. Per le istruzioni sulla ricostituzione e diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
Avvertenze e precauzioni
In presenza di sintomi allarmanti. In presenza di qualsiasi sintomo allarmante (ad esempio, significativa involontaria perdita di peso, vomito ricorrente, disfagia, ematemesi, anemia o melena) e in caso di sospetta o confermata ulcera gastrica, è necessario escludere la presenza di una malignità, in quanto il trattamento con pantoprazolo può alleviare i sintomi e ritardare la diagnosi. Si raccomanda di effettuare altre analisi se i sintomi persistono nonostante adeguato trattamento. Compromissione epatica. Nei pazienti con grave compromissione epatica, gli enzimi epatici devono essere monitorati nel corso del trattamento. Qualora si verificasse un innalzamento di tali enzimi, il trattamento deve essere interrotto (vedere paragrafo 4.2). Somministrazione concomitante di atazanavir. La somministrazione concomitante di atazanavir e inibitori della pompa protonica non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5). Qualora l’associazione di atazanavir e un inibitore della pompa protonica fosse ritenuta indispensabile, si raccomanda uno stretto monitoraggio clinico (ad esempio il monitoraggio della carica virale) e un aumento della dose di atazanavir a 400 mg con 100 mg di ritonavir. Non superare la dose giornaliera di 20 mg di pantoprazolo. Infezioni batteriche dell’apparato gastrointestinale. Come tutti gli inibitori della pompa protonica (IPP), pantoprazolo può aumentare la conta dei batteri normalmente presenti nel tratto gastrointestinale superiore. Il trattamento con Pantoprazolo SUN può causare un lieve rischio di infezioni gastrointestinali provocate da batteri, quali Salmonella e Campylobacter o C. difficile. Ipomagnesiemia. È stato osservato che gli inibitori di pompa protonica (PPI) come pantoprazolo, in pazienti trattati per almeno tre mesi e in molti casi per un anno, possono causare grave ipomagnesiemia. Gravi sintomi di ipomagnesiemia includono stanchezza, tetania, delirio, convulsioni, vertigini e aritmia ventricolare. Essi, inizialmente, si possono manifestare in modo insidioso ed essere trascurati. L’ipomagnesiemia nella maggior parte dei pazienti, migliora dopo l’assunzione di magnesio e la sospensione dell’inibitore di pompa protonica. Gli operatori sanitari devono considerare l’eventuale misurazione dei livelli di magnesio prima di iniziare il trattamento con PPI e periodicamente durante il trattamento nei pazienti in terapia per un periodo prolungato o in terapia con digossina o medicinali che possono causare ipomagnesiemia (ad esempio diuretici). Lupus eritematoso cutaneo subacuto (LECS). Gli inibitori della pompa protonica sono associati a casi estremamente infrequenti di LECS. In presenza di lesioni, soprattutto sulle parti cutanee esposte ai raggi solari, e se accompagnate da artralgia, il paziente deve rivolgersi immediatamente al medico e l'operatore sanitario deve valutare l'opportunità di interrompere il trattamento con pantoprazolo. La comparsa di LECS in seguito a un trattamento con un inibitore della pompa protonica può accrescere il rischio di insorgenza di LECS con altri inibitori della pompa protonica. Fratture ossee. Gli inibitori di pompa protonica, specialmente se utilizzati a dosaggi elevati e per periodi prolungati (>1 anno), potrebbero causare un lieve aumento di rischio di fratture dell’anca, del polso e della colonna vertebrale, soprattutto in pazienti anziani o in presenza di altri fattori di rischio conosciuti. Studi osservazionali suggeriscono che gli inibitori di pompa protonica potrebbero aumentare il rischio complessivo di frattura dal 10% al 40%. Tale aumento potrebbe essere in parte dovuto ad altri fattori di rischio. I pazienti a rischio di osteoporosi devono ricevere le cure in base alle attuali linee guida di pratica clinica e devono assumere un’adeguata quantità di vitamina D e calcio. Interferenza con esami di laboratorio. Un livello aumentato di Cromogranina A (CgA) può interferire con gli esami diagnostici per tumori neuroendocrini. Per evitare tale interferenza, il trattamento con pantoprazolo deve essere sospeso per almeno 5 giorni prima delle misurazioni della CgA (vedere paragrafo 5.1). Se i livelli di CgA e di gastrina non sono tornati entro il range di riferimento dopo la misurazione iniziale, occorre ripetere le misurazioni 14 giorni dopo l’interruzione del trattamento con inibitore della pompa protonica. Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per massima dose giornaliera, cioè essenzialmente ‘senza sodio’.
Interazioni
Medicinali la cui farmacocinetica di assorbimento dipende dal pH. A causa della profonda e duratura inibizione della secrezione di acido gastrico, pantoprazolo può ridurre l’assorbimento dei farmaci la cui biodisponibilità dipende dal pH gastrico, ad esempio alcuni antifungini azoici come ketoconazolo, itraconazolo, posaconazolo, ed altri medicinali come erlotinib. Inibitori della proteasi dell’HIV. La somministrazione concomitante di atazanavir ed altri medicinali per il trattamento dell’HIV, il cui assorbimento è pH-dipendente, con inibitori della pompa protonica può provocare una sostanziale riduzione della biodisponibilità dei medicinali per il trattamento dell’HIV e influire sulla loro efficacia. Quindi, la somministrazione concomitante degli inibitori della pompa protonica e atazanavir non è raccomandata (vedere paragrafo 4.4). Se la combinazione degli inibitori della proteasi dell’HIV con un inibitore della pompa protonica e ritenuta inevitabile, e raccomandato uno stretto monitoraggio clinico (es. carica virale). Non deve essere superata una dose di 20mg di pantoprazolo al giorno. È necessario aggiustare il dosaggio degli inibitori della proteasi dell’HIV. Anticoagulanti cumarinici (fenprocumone o warfarin). Sebbene studi di farmacocinetica non abbiano dimostrato nessuna interazione nel corso della somministrazione concomitante di fenprocumone o warfarin, alcuni casi isolati di alterazioni della International Normalized Ratio (INR) sono stati riferiti nel corso di trattamento concomitante nel periodo successivo alla commercializzazione del prodotto. Nei pazienti trattati con anticoagulanti cumarinici (ad esempio fenprocumone o warfarin) si raccomanda pertanto un monitoraggio del tempo di protrombina/INR dopo l’inizio, l’interruzione o durante l’uso irregolare di pantoprazolo. Altri studi di interazione. Pantoprazolo è ampiamente metabolizzato nel fegato mediante il sistema enzimatico del citocromo P450. La principale via metabolica è la demetilazione mediante CYP2C19; altre vie metaboliche comprendono l’ossidazione mediante CYP3A4. Studi di interazione con medicinali ugualmente metabolizzati per questa via, come carbamazepina, diazepam, glibenclamide, nifedipina e contraccettivi orali contenenti levonorgestrel ed etinilestradiolo, non hanno rivelato alcuna interazione clinicamente significativa. Un'interazione di pantoprazolo con altri prodotti o composti medicinali, che vengono metabolizzati attraverso lo stesso sistema enzimatico, non può essere esclusa. I risultati di una serie di studi di interazione dimostrano che il pantoprazolo non influisce sul metabolismo dei principi attivi metabolizzati mediante CYP1A2 (quali caffeina, teofillina), CYP2C9 (quali piroxicam, diclofenac, naprossene), CYP2D6 (quale metoprololo), CYP2E1 (quale etanolo), né interferisce con l’assorbimento della digossina correlata alla glicoproteina p. Non si è osservata alcuna interazione con gli antiacidi somministrati contemporaneamente. Sono stati condotti studi di interazione sulla somministrazione concomitante di pantoprazolo e i rispettivi antibiotici (claritromicina, metronidazolo, amoxicillina). Non sono state riscontrate interazioni clinicamente rilevanti. Medicinali che inibiscono o inducono il CYP2C19: Inibitori del CYP2C19 come fluvoxamina possono aumentare l'esposizione sistemica di pantoprazolo. Una riduzione della dose può essere considerata per i pazienti trattati a lungo termine con alte dosi di pantoprazolo, o quelli con insufficienza epatica. Induttori enzimatici che influenzano CYP2C19 e CYP3A4 come rifampicina e erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) possono ridurre le concentrazioni plasmatiche di PPI che vengono metabolizzate attraverso tali sistemi enzimatici. Metotressato. È stato riportato che l’uso concomitante di alte dosi di metotressato (ad es. 300 mg) ed inibitori di pompa protonica aumenti i livelli di metotressato in alcuni pazienti. Pertanto laddove vengano somministrate alte dosi di metotressato, ad es. per il cancro e la psoriasi, va considerata una sospensione temporanea di pantoprazolo.
Effetti indesiderati
Si prevede che circa il 5% dei pazienti avrà reazioni avverse al medicinale (ADR). Le ADR più comunemente riportate sono tromboflebite al sito di iniezione. Diarrea e mal di testa, sono riscontrabili in circa l’1% dei pazienti. La tabella sottostante riporta un elenco delle reazioni avverse riferite con pantoprazolo, classificate secondo il seguente ordine di frequenza: molto comuni (≥ 1/10); comuni (da ≥ 1/100 a < 1/10); non comuni (da ≥ 1/1.000 a < 1/100); rari (da ≥ 1/10.000 a < 1/1.000); molto rari (< 1/10.000), frequenza non nota (non possono essere stimati sulla base dei dati disponibili). Per quanto concerne le reazioni avverse derivanti dall’esperienza successiva alla commercializzazione, non è possibile applicare alcuna frequenza di Reazione Avversa; esse sono quindi classificate come frequenza “non nota”. All’interno di ogni gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità. Tabella 1. Reazioni avverse di pantoprazolo negli studi clinici e nell’esperienza successiva alla commercializzazione
Frequenza/Classificazione per sistemi e organi | Comuni | Non comuni | Rari | Molto rari | Frequenza non nota |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Agranulocitosi | Trombocitopenia; Leucopenia; Pancitopenia | |||
Disturbi del sistema immunitario | Ipersensibilità (incluse reazioni anafilattiche e shock anafilattico) | ||||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Iperlipidemia e aumento dei lipidi (trigliceridi, colesterolo); Alterazioni del peso | Iposodiemia Ipomagnesiemia (vedere paragrafo 4.4) Ipocalcemia (1); Ipokalielmia | |||
Disturbi psichiatrici | Disturbi del sonno | Depressione (e tutte le complicanze) | Disorientamento (e tutte le complicanze) | Allucinazioni; Confusione (soprattutto nei pazienti predisposti, nonché l’aggravamento di questi sintomi in caso di loro preesistenza) | |
Patologie del sistema nervoso | Mal di testa; Capogiri | Disturbi del gusto | Parestesia | ||
Patologie dell’occhio | Visione alterata/of-fuscata | ||||
Patologie gastrointestinali | Polipi della ghiandola fundica (benigni) | Diarrea; nausea/vomito; Distensione e gonfiore addominale; Stipsi; Secchezza del cavo orale; Dolore e fastidio addominale | Colite microscopica | ||
Patologie epatobiliari | Aumento degli enzimi epatici (transaminasi, gamma-GT) | Aumento della bilirubina | Danno epatocellulare; Ittero; Insufficienza epatocellulare | ||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Rash/esante-ma/eruzioni; Prurito | Orticaria; Angioedema | Sindrome di Stevens-Johnson; Sindrome di Lyell; Eritema multiforme; Fotosensibilità; lupus eritematoso cutaneo subacuto (vedere il paragrafo 4.4). | ||
Patologie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo | Frattura dell’anca, del polso o della colonna vertebrale (vedere paragrafo 4.4). | Artralgia; mialgia | Spasmo muscolare(2) | ||
Patologie renali e urinarie | Nefrite interstiziale (con possibile progressione a insufficienza renale) | ||||
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Ginecomastia | ||||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Tromboflebite al sito di somministra-zione | Astenia, affaticamento e malessere | Aumento della temperatura corporea; Edema periferico |
Gravidanza e allattamento
Gravidanza: Un moderato numero di dati in donne in gravidanza (tra 300-1000 gravidanze esposte) indica che pantoprazolo non causa malformazioni o tossicita fetale/neonatale. Studi sugli animali hanno dimostrato tossicità riproduttiva (vedere 5.3). Il potenziale rischio per l’uomo non è noto. Pantoprazolo SUN non deve essere usato in gravidanza se non effettivamente necessario. Allattamento: Studi negli animali hanno dimostrato una secrezione di pantoprazolo nel latte materno. Esistono informazioni insufficienti sull’escrezione di pantoprazolo nel latte materno, ma e stata riportata escrezione nel latte materno umano. Il rischio per i neonati/lattanti non puo essere escluso. Di conseguenza, la decisione se continuare/interrompere l’allattamento al seno o continuare/interrompere la terapia con Pantoprazolo SUN deve essere presa in considerazione dei benefici che il bambino trae dall’allattamento al seno e dei benefici che la donna trae dal trattamento con Pantoprazolo SUN. Fertilità: Gli studi sugli animali non hanno evidenziato danni alla fertilità a seguito di somministrazione di pantoprazolo (vedere paragrafo 5.3).
Conservazione
Conservare a temperatura inferiore a 25°C. Per le condizioni di conservazione dopo la ricostituzione e diluizione vedere paragrafo 6.3.