ATC: L01CD01 | Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO |
Presenza Glutine:
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Classe 1: H | Forma farmaceutica: SOLUZIONE PER INFUSIONE CONC |
Presenza Lattosio:
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Paclitaxel Teva 6 mg/ml, concentrato per soluzione per infusione è indicato negli adulti. Carcinoma ovarico Nella chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico, Paclitaxel è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico in stadio avanzato o con malattia residua (>1 cm) dopo laparotomia iniziale, in combinazione con cisplatino. Nella chemioterapia di seconda linea del carcinoma ovarico, Paclitaxel è indicato per il trattamento del carcinoma ovarico metastatico dopo fallimento della terapia standard, contenente platino. Carcinoma mammario Nell’ambito del trattamento adiuvante, Paclitaxel è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma mammario con linfonodi positivi dopo terapia con antraciclina e ciclofosfamide (AC). Il trattamento adiuvante con Paclitaxel deve essere considerato come un’alternativa alla prosecuzione della terapia con AC. Paclitaxel è indicato per il trattamento iniziale del carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico in combinazione sia con una antraciclina in pazienti per le quali la terapia con antraciclina è idonea, sia con trastuzumab, in pazienti che sovraesprimono il recettore 2 del fattore di crescita epidermica umano (HER–2) a un livello 3+ determinato dall’immunoistochimica e per le quali un’antraciclina non sia idonea (vedere i paragrafi 4.4 e 5.1). In monoterapia, Paclitaxel è indicato per il trattamento del carcinoma mammario metastatico in pazienti per le quali la terapia standard con antraciclina non è stata efficace, o non è stata applicabile. Carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio avanzato Paclitaxel, in combinazione con cisplatino, è indicato per il trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule (CPNPC) in pazienti che non possono essere sottoposti ad intervento chirurgico potenzialmente curativo e/o a terapia radiante. Sarcoma di Kaposi correlato ad AIDS Paclitaxel è indicato per il trattamento di pazienti con sarcoma di Kaposi (KS) correlato ad AIDS in stadio avanzato per i quali una precedente terapia con antraciclina liposomiale non è stata efficace. I dati di efficacia a supporto di questa indicazione sono limitati, un riassunto degli studi rilevanti è illustrato nel paragrafo 5.1.
Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:
Non sono stati condotti studi clinici formali sull’interazione di Paclitaxel con altri medicinali. La clearance di Paclitaxel non è influenzata dal pretrattamento con cimetidina. Il regime di somministrazione di Paclitaxel raccomandato nella chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico è la somministrazione di Paclitaxel prima di cisplatino. Quando Paclitaxel è somministrato prima di cisplatino, il profilo di sicurezza di Paclitaxel corrisponde a quello riportato per l’impiego in monoterapia. Quando Paclitaxel è stato somministrato dopo cisplatino, le pazienti hanno manifestato una mielosoppressione più profonda e una diminuzione di circa il 20% della clearance di Paclitaxel. Le pazienti trattate con Paclitaxel e cisplatino possono essere maggiormente esposte al rischio di insufficienza renale rispetto a quelle trattate con il solo cisplatino nei tumori ginecologici. Poichè l’eliminazione di doxorubicina e dei suoi metaboliti attivi può essere ridotta quando Paclitaxel e doxorubicina sono somministrati a distanza ravvicinata nel tempo, Paclitaxel per il trattamento iniziale del carcinoma mammario metastatico deve essere somministrato 24 ore dopo doxorubicina (vedere il paragrafo 5.2). Il metabolismo del paclitaxel è catalizzato, in parte, dagli isoenzimi CYP2C8 e CYP3A4 del citocromo P450. Pertanto, in assenza di uno studio di farmacocinetica d’interazione farmaco–farmaco, occorre esercitare cautela nel somministrare paclitaxel in concomitanza con medicinali noti per essere inibitori del CYP2C8 o del CYP3A4 (ad es. ketoconazolo e altri antifungini derivati dell’imidazolo, eritromicina, fluoxetina, gemfibrozil, clopidogrel, cimetidina, ritonavir, saquinavir, indinavir e nelfinavir), poichè la tossicità di paclitaxel può essere aumentata a causa di una più alta esposizione al paclitaxel. La somministrazione di paclitaxel in concomitanza con altri medicinali noti per essere induttori del CYP2C8 o del CYP3A4 (ad es. rifampicina, carbamazepina, fenitoina, efavirenz, nevirapina) non è raccomandata poichè l’efficacia può essere compromessa a causa di una più bassa esposizione al paclitaxel. Studi condotti su pazienti affetti da SK, che stavano assumendo paclitaxel in concomitanza altri farmaci, suggeriscono che la clearance sistemica di Paclitaxel era significativamente inferiore in presenza di nelfinavir e ritonavir (p<0,05), ma non di indinavir. I dati disponibili in merito alle interazioni con altri inibitori di proteasi sono insufficienti. Di conseguenza, Paclitaxel deve essere somministrato con cautela in pazienti che ricevono inibitori di proteasi come terapia concomitante.
Scheda tecnica (RCP) Composizione:
1 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 6 mg di paclitaxel. 1 flaconcino da 5 ml contiene 30 mg di paclitaxel. 1 flaconcino da 16,7 ml contiene 100 mg di paclitaxel. 1 flaconcino da 25 ml contiene 150 mg di paclitaxel. 1 flaconcino da 50 ml contiene 300 mg di paclitaxel. Eccipienti con effetti noti: Etanolo anidro: 396 mg/ml Macrogolglicerolo ricinoleato: 527 mg/ml Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
Paclitaxel è controindicato nei pazienti con ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1, in particolare macrogolglicerolo ricinoleato (vedere il paragrafo 4.4). Paclitaxel è controindicato nei pazienti con grave insufficienza epatica. Paclitaxel è controindicato durante l’allattamento (vedere il paragrafo 4.6). Paclitaxel non deve essere usato in pazienti con neutrofili basali <1.500/mm³ (<1.000/mm³ per i pazienti affetti da SK). In caso di SK, Paclitaxel è inoltre controindicato per i pazienti con infezioni concomitanti gravi e incontrollate.
Posologia
Posologia Tutti i pazienti devono essere pretrattati con corticosteroidi, antistaminici e H2 antagonisti prima di Paclitaxel, per esempio
Farmaco | Dose | Somministrazione precedente a Paclitaxel |
dexametasone | 20 mg per via orale* o EV | Per somministrazione orale circa 12 ore e 6 ore o per la somministrazione e.v.: da 30 a 60 min. |
difenidramina ** | 50 mg EV | da 30 a 60 minuti |
cimetidina o | 300 mg EV | da 30 a 60 minuti |
ranitidina | 50 mg EV |
Avvertenze e precauzioni
Paclitaxel contiene macrogolglicerolo ricinoleato, che può causare una reazione allergica. Paclitaxel deve essere somministrato sotto la supervisione di un medico specialista con esperienza nell’uso di farmaci chemioterapici antitumorali. Poichè si possono verificare reazioni di ipersensibilità significative, deve essere disponibile un’appropriata attrezzatura di supporto. Data la possibilità di stravaso, si consiglia di monitorare attentamente la sede dell’infusione per rilevare eventuali infiltrazioni durante la somministrazione del medicinale. I pazienti devono essere di prassi pretrattati con corticosteroidi, antistaminici e H2 antagonisti per evitare gravi reazioni di ipersensibilità (vedere il paragrafo 4.2). Paclitaxel deve essere somministrato prima di cisplatino quando sono usati in combinazione (vedere il paragrafo 4.5). Reazioni di ipersensibilità Reazioni di ipersensibilità significative caratterizzate da dispnea che necessita di broncodilatatori e ipotensione che richiedono trattamento, angioedema e orticaria generalizzata si sono verificate in <1% dei pazienti che hanno ricevuto Paclitaxel dopo adeguato pretrattamento. Queste reazioni sono probabilmente istamina–mediate. In caso di gravi reazioni di ipersensibilità, l’infusione di Paclitaxel deve essere interrotta immediatamente, deve essere istituita una terapia sintomatica aggressiva e il paziente non deve essere nuovamente sottoposto a trattamento con il farmaco. In presenza di sintomi minori, quali arrossamenti o altre reazioni cutanee, non è necessario interrompere la terapia. I pazienti devono essere tenuti sotto stretto controllo durante i cicli di terapia iniziali. Appropriate terapie di supporto devono essere prontamente disponibili in caso di una grave reazione di ipersensibilità. Ematologia La soppressione di midollo osseo (principalmente neutropenia) è l’effetto tossico dose limitante. Deve essere istituito un frequente monitoraggio della conta ematica. I pazienti non devono essere nuovamente sottoposti a trattamento fino a ricostituzione del livello dei neutrofili ≥1.500/mm³ (≥1.000/mm³ per pazienti affetti da SK) e ricostituzione del livello delle piastrine a ≥100.000/mm³ (≥75.000/mm³ per i pazienti affetti da SK). Nello studio clinico su SK, la maggioranza dei pazienti avevano ricevuto il fattore stimolante le colonie di granulociti (G–CSF). Nei pazienti con grave neutropenia (< 500 cellule/mm≥ per 7 giorni o più) durante un ciclo di paclitaxel o una sepsi neutropenica, la dose di paclitaxel nei successivi cicli di terapia con paclitaxel deve essere ridotta (vedere paragrafo 4.2).Mucositi Mucositi da moderate a gravi non sono comuni con il dosaggio e lo schema di trattamento raccomandati per paclitaxel. Tuttavia, se il trattamento deve essere continuato in presenza di reazioni moderate o gravi la dose di paclitaxel deve essere ridotta nei successivi cicli di terapia con paclitaxel (vedere paragrafo 4.2). Nei pazienti KS la mucosite grave è rara. Se si verificano gravi reazioni, la dose di paclitaxel deve essere ridotta del 25%. Anomalie nella conduzione cardiaca e aritmie Gravi anomalie nella conduzione cardiaca sono state segnalate raramente con Paclitaxel somministrato in monoterapia. Sono state riportate modeste alterazioni dell’elettrocardiogramma nel corso del trattamento con paclitaxel. Il monitoraggio cardiaco non è raccomandato ad eccezione dei pazienti con gravi anomalie di conduzione o aritmie. Se i pazienti sviluppano anomalie significative nella conduzione o aritmie durante la somministrazione di Paclitaxel, deve essere istituita una terapia appropriata e deve essere effettuato un monitoraggio cardiaco continuo durante la successiva terapia con Paclitaxel. Sono state osservate ipotensione, ipertensione e bradicardia durante la somministrazione di Paclitaxel; i pazienti sono solitamente asintomatici e generalmente non richiedono trattamento. Inoltre, negli studi con paclitaxel su MBC e MOC sono state osservate tachicardia, palpitazioni e sincopi. Quindi si raccomanda il monitoraggio frequente dei parametri vitali, in particolare durante la prima ora di infusione di Paclitaxel. Gravi eventi cardiovascolari sono stati osservati più frequentemente in pazienti con CPNPC che in pazienti con carcinoma mammario o ovarico. Negli studi su MBC e MOC, un totale di due pazienti presentarono insufficienza cardiaca congestizia di Grado 4. Un singolo caso di insufficienza cardiaca correlato a paclitaxel è stato osservato nello studio clinico su AIDS–SK. Quando Paclitaxel è usato in combinazione con doxorubicina o trastuzumab per il trattamento iniziale del carcinoma mammario metastatico, si deve prestare attenzione al monitoraggio della funzionalità cardiaca. Quando i pazienti sono candidati al trattamento con Paclitaxel in queste combinazioni devono sottoporsi ad accertamenti cardiaci di base, inclusa anamnesi, esame fisico, ECG, ecocardiogramma, e/o angio cardioscintigrafia (MUGA scan). La funzionalità cardiaca deve essere ulteriormente monitorata durante il trattamento (per esempio ogni tre mesi). Il monitoraggio può aiutare a identificare i pazienti che sviluppano disfunzioni cardiache e il medico curante deve valutare attentamente la dose cumulativa (mg/m²) di antraciclina somministrata nell’ambito delle decisioni relative alla frequenza degli accertamenti sulla funzionalità ventricolare. Quando i test indicano un deterioramento della funzionalità cardiaca, anche asintomatico, il medico curante deve valutare con attenzione i benefici clinici di un ulteriore trattamento rispetto alla potenziale insorgenza di danni a carico del cuore, compreso potenziale danno irreversibile. In caso di somministrazione di ulteriore trattamento, il monitoraggio cardiaco deve essere più frequente (per esempio ogni 1–2 cicli). Per ulteriori dettagli vedere il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di trastuzumab o doxorubicina. Neuropatia Sebbene l’insorgenza di neuropatia periferica sia frequente, lo sviluppo di sintomi gravi è raro. Nei casi gravi, si raccomanda una riduzione della dose del 20% (25% per i pazienti affetti da SK) per tutti i cicli successivi di Paclitaxel. Nei pazienti con CPNPC e nelle pazienti con carcinoma ovarico trattati con terapia di prima linea, la somministrazione di Paclitaxel mediante infusione di tre ore in combinazione con cisplatino, ha dato luogo a maggiore incidenza di neurotossicità grave rispetto sia a Paclitaxel in monoterapia sia a ciclofosfamide seguita da cisplatino. Compromissione epatica I pazienti con compromissione epatica possono essere maggiormente esposti a rischi di effetti tossici, in particolare mielosoppressione di III–IV grado. Non vi sono prove che la tossicità di Paclitaxel aumenti quando viene somministrato per infusione di 3 ore a pazienti con funzionalità epatica lievemente alterata. Quando Paclitaxel viene somministrato per infusione più prolungata, si può osservare un aumento della mielosoppressione in pazienti con compromissione epatica da moderata a grave. I pazienti devono essere monitorati attentamente per rilevare lo sviluppo di mielosoppressione profonda (vedere il paragrafo 4.2). I dati disponibili sono inadeguati per raccomandare modifiche della dose in pazienti affetti con compromissione epatica da lieve a moderata (vedere il paragrafo 5.2). Non sono disponibili dati riguardo a pazienti con colestasi basale grave. I pazienti con grave compromissione epatica non devono essere trattati con Paclitaxel. Gastrointestinale La colite pseudomembranosa è stata segnalata in rari casi inclusi casi di pazienti non trattati in concomitanza con antibiotici. Questa reazione deve essere tenuta in considerazione nella diagnosi differenziale dei casi di diarrea grave o persistente durante o immediatamente dopo il trattamento con paclitaxel. Altro Poichè Paclitaxel contiene etanolo (396 mg/ml), si devono tenere in considerazione possibili effetti sul sistema nervoso centrale e altri effetti. Paclitaxel contiene macrogolglicerolo ricinoleato che può provocare gravi reazioni allergiche. È necessario prestare particolare attenzione per evitare l’applicazione intra–arteriosa diPaclitaxel, poichè negli studi sugli animali per la tollerabilità locale sono state osservate gravi reazioni tissutali in seguito ad applicazione intra–arteriosa. Usato in combinazione con terapia radiante del polmone e indipendentemente dall’ordine cronologico, Paclitaxel può contribuire allo sviluppo di polmonite interstiziale. Il paclitaxel si è rivelato teratogeno, embriotossico e mutagenico in molti sistemi sperimentali. Quindi i pazienti di sesso maschile e femminile in età fertile, e/o i loro partner, devono utilizzare contraccettivi per almeno sei mesi successivi al trattamento con paclitaxel Nei pazienti affetti da SK, la mucosite grave è rara. Se si verificano reazioni gravi, la dose di Paclitaxel deve essere ridotta del 25%.
Interazioni
Non sono stati condotti studi clinici formali sull’interazione di Paclitaxel con altri medicinali. La clearance di Paclitaxel non è influenzata dal pretrattamento con cimetidina. Il regime di somministrazione di Paclitaxel raccomandato nella chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico è la somministrazione di Paclitaxel prima di cisplatino. Quando Paclitaxel è somministrato prima di cisplatino, il profilo di sicurezza di Paclitaxel corrisponde a quello riportato per l’impiego in monoterapia. Quando Paclitaxel è stato somministrato dopo cisplatino, le pazienti hanno manifestato una mielosoppressione più profonda e una diminuzione di circa il 20% della clearance di Paclitaxel. Le pazienti trattate con Paclitaxel e cisplatino possono essere maggiormente esposte al rischio di insufficienza renale rispetto a quelle trattate con il solo cisplatino nei tumori ginecologici. Poichè l’eliminazione di doxorubicina e dei suoi metaboliti attivi può essere ridotta quando Paclitaxel e doxorubicina sono somministrati a distanza ravvicinata nel tempo, Paclitaxel per il trattamento iniziale del carcinoma mammario metastatico deve essere somministrato 24 ore dopo doxorubicina (vedere il paragrafo 5.2). Il metabolismo del paclitaxel è catalizzato, in parte, dagli isoenzimi CYP2C8 e CYP3A4 del citocromo P450. Pertanto, in assenza di uno studio di farmacocinetica d’interazione farmaco–farmaco, occorre esercitare cautela nel somministrare paclitaxel in concomitanza con medicinali noti per essere inibitori del CYP2C8 o del CYP3A4 (ad es. ketoconazolo e altri antifungini derivati dell’imidazolo, eritromicina, fluoxetina, gemfibrozil, clopidogrel, cimetidina, ritonavir, saquinavir, indinavir e nelfinavir), poichè la tossicità di paclitaxel può essere aumentata a causa di una più alta esposizione al paclitaxel. La somministrazione di paclitaxel in concomitanza con altri medicinali noti per essere induttori del CYP2C8 o del CYP3A4 (ad es. rifampicina, carbamazepina, fenitoina, efavirenz, nevirapina) non è raccomandata poichè l’efficacia può essere compromessa a causa di una più bassa esposizione al paclitaxel. Studi condotti su pazienti affetti da SK, che stavano assumendo paclitaxel in concomitanza altri farmaci, suggeriscono che la clearance sistemica di Paclitaxel era significativamente inferiore in presenza di nelfinavir e ritonavir (p<0,05), ma non di indinavir. I dati disponibili in merito alle interazioni con altri inibitori di proteasi sono insufficienti. Di conseguenza, Paclitaxel deve essere somministrato con cautela in pazienti che ricevono inibitori di proteasi come terapia concomitante.
Effetti indesiderati
Salvo altrimenti specificato, quanto segue si riferisce al database sulla sicurezza complessiva di 812 pazienti con tumori solidi trattati con Paclitaxel in monoterapia nel corso di studi clinici. Poichè la popolazione affetta da SK è molto specifica, al termine di questo paragrafo è presentato un capitolo speciale basato su uno studio clinico con 107 pazienti.La frequenza e gravità degli effetti indesiderati, salvo altrimenti specificato, sono generalmente simili tra i pazienti che ricevono Paclitaxel per il trattamento del carcinoma ovarico, carcinoma mammario o CPNPC. Nessuno degli effetti tossici osservati è stato chiaramente influenzato dall’età. L’effetto indesiderato significativo più frequente era la mielosoppressione. Neutropenia grave (<500 cellule/mm³) si è verificata nel 28% dei pazienti, ma non era associata ad episodi febbrili. Solo l’1% dei pazienti ha manifestato neutropenia grave per ≥ 7 giorni. È stata segnalata trombocitopenia nell’11% dei pazienti. Il 3% dei pazienti presentava una conta piastrinica <50.000/mm³ al nadir, almeno una volta nel corso dello studio. Anemia è stata osservata nel 64% dei pazienti, risultando grave (Hb <5 mmol/l) solo nel 6% dei pazienti. Incidenza e gravità dell’anemia sono correlate ai livelli basali dell’emoglobina. Neurotossicità, principalmente neuropatia periferica, sembravano essere più frequenti e gravi con un’infusione di 3 ore di 175 mg/m² (85% neurotossicità, 15% grave) che con un’infusione di 24 ore di 135 mg/m² (25% neuropatia periferica, 3% grave) quando Paclitaxel era associato con cisplatino. Nei pazienti con CPNPC e nelle pazienti con carcinoma ovarico trattati con Paclitaxel nell’arco di 3 ore seguito da cisplatino, si manifesta un evidente incremento dell’incidenza di neurotossicità grave. Neuropatia periferica si può verificare dopo il primo ciclo e può peggiorare con l’aumento dell’esposizione a Paclitaxel. La neuropatia periferica è stata la causa dell’interruzione del trattamento con Paclitaxel in alcuni casi. I sintomi sensoriali solitamente sono migliorati o si sono risolti diversi mesi dopo l’interruzione del trattamento con Paclitaxel. Neuropatie pre–esistenti provocate da terapie precedenti non costituiscono una controindicazione al trattamento con Paclitaxel. Artralgia o mialgia si sono manifestate nel 60% dei pazienti e sono state gravi nel 13% dei pazienti. Una reazione di ipersensibilità significativa con possibile esito fatale (definito come ipotensione che necessiti di terapia, angioedema, stress respiratorio che necessiti di trattamento con broncodilatatori o orticaria generalizzata) si è manifestata in due (<1%) pazienti. Il 34% dei pazienti (17% di tutti i cicli) ha manifestato reazioni di ipersensibilità minori. Queste reazioni minori, principalmente vampate ed eruzioni cutanee, non hanno reso necessario l’intervento terapeutico nè hanno impedito la prosecuzione della terapia con Paclitaxel. Reazioni al sito di iniezione durante la somministrazione endovenosa possono condurre a edema localizzato, dolore, eritema e indurimento; occasionalmente lo stravaso può causare cellulite. È stata segnalata abrasione e/o desquamazione cutanea a volte correlata a stravaso. Può anche verificarsi una depigmentazione della cute. La ricomparsa di reazioni cutanee nel sito di un precedente stravaso in seguito a somministrazione di paclitaxel in un sito differente, ossia "una recidiva", sono state segnalate raramente. Un trattamento specifico per le reazioni dovute a stravaso non è attualmente noto. In alcuni casi, la comparsa delle reazioni in corrispondenza della sede d’iniezione si è verificata durante un’infusione prolungata o ha avuto un ritardo da una settimana a dieci giorni. Sono stati riportati casi di coagulazione intravascolare disseminata (CID), spesso in associazione a sepsi o insufficienza multiorgano. In più dell’87% dei pazienti è stata osservata alopecia con insorgenza improvvisa. Si prevede una perdita pronunciata dei capelli, pari o superiore al 50%, per la maggior parte dei pazienti con esperienza di alopecia. La tabella di seguito elenca gli effetti indesiderati indipendentemente dalla gravità associati alla somministrazione di paclitaxel in monoterapia per infusione di tre ore nel trattamento di metastasi (286 pazienti trattati negli studi clinici con paclitaxel e 812 pazienti trattati nell’ambito di altri studi clinici) e quelli segnalati nella sorveglianza post–marketing (vedere*). La frequenza degli effetti indesiderati elencati di seguito è definita in modo convenzionale come segue: molto comune (≥1/10), comune (≥ 1/100, <1/10), non comune (≥1/1000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1000), molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
Infezioni e infestazioni: | Molto comune: infezione (principalmente infezioni del tratto urinario e delle vie respiratorie superiori, incluso herpes simplex, candidiasi orale, faringite, rinite), con casi segnalati ad esito fatale |
Comune: sindrome influenzale | |
Non comune: grave infezione, shock settico | |
Raro*: sepsi, polmonite, peritonite | |
Patologie del sistema emolinfopoietico: | Molto comune: mielosoppressione, grave neutropenia, anemia, trombocitopenia, grave leucopenia, sanguinamento |
Comune: febbre neutropenica | |
Non comune: grave anemia | |
Raro*: neutropenia febbrile | |
Molto raro*: leucemia mieloide acuta, sindrome mielodisplasica | |
Disturbi del sistema immunitario: | Molto comune: reazioni di ipersensibilità minori (principalmente rossore ed eruzioni cutanee) |
Non comune: ipersensibilità (ritardata), reazioni di ipersensibilità significative che richiedono terapia (per esempio ipotensione, edema angioneurotico, distress respiratorio, orticaria generalizzata, brividi, dolore dorsale, dolore toracico, tachicardia, dolore addominale, dolore agli arti, diaforesi ed ipertensione) | |
Raro*: reazioni anafilattiche | |
Molto raro*: shock anafilattico (inclusa l’ipersensibilità fatale) | |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione: | Molto comune*: anoressia |
Non comune: aumento di peso, perdita di peso | |
Non nota*: sindrome da lisi tumorale | |
Disturbi psichiatrici: | Molto raro*: stato confusionale |
Patologie del sistema nervoso: | Molto comune: neuropatia (principalmente periferica), parestesia, sonnolenza |
Comune: depressione, grave neuropatia (principalmente periferica), nervosismo, insonnia, pensieri anomali, ipocinesia, andatura anomala, ipoestesia, anomalie del gusto | |
Raro*: neuropatia motoria (con risultante debolezza distale minore) | |
Molto raro*: neuropatia autonomica (che determina ileo paralitico e ipotensione ortostatica), crisi di grande male, convulsioni, encefalopatia acuta, capogiri, atassia, cefalea | |
Patologie dell’occhio: | Non comune: occhi secchi, ambliopia, difetti del campo visivo |
Molto raro*: disturbi del nervo ottico e/o disturbi visivi (scotoma scintillante), in particolare in pazienti che hanno ricevuto dosi più elevate rispetto a quelle raccomandate | |
Non nota*: edema maculare, fotopsia, mosche volanti | |
Patologie dell’orecchio e del labirinto: | Molto raro*: ototossicità , sordità neurosensoriale, tinnito, vertigini |
Patologie cardiache: | Comune: bradicardia, tachicardia, palpitazione, sincope |
Non comune: insufficienza cardiaca congestizia, infarto miocardico, blocco AV e sincope, cardiomiopatia, tachicardia ventricolare asintomatica, tachicardia con bigeminismo | |
Raro: insufficienza cardiaca | |
Molto raro*: fibrillazione atriale, tachicardia sopraventricolare | |
Patologie vascolari: | Molto comune: ipotensione |
Comune: vasodilatazione (rossore) | |
Non comune: trombosi, ipertensione, tromboflebite | |
Molto raro*: shock | |
Non nota*: flebite | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: | Comune: epistassi Raro*: insufficienza respiratoria, embolia polmonare, fibrosi polmonare, polmonite interstiziale, dispnea, effusione pleurica Molto raro*: tosse, ipertensione polmonare |
Patologie gastrointestinali: | Molto comune: diarrea, vomito, nausea, infiammazione delle mucose, stomatite, dolore addominale |
Comune: bocca secca, ulcerazioni della bocca, melena, dispepsia | |
Raro*: ostruzione intestinale, perforazione intestinale, colite ischemica, pancreatite acuta | |
Molto raro*: trombosi mesenterica, colite pseudomembranosa, colite neutropenica, enterocolite necrotizzante, ascite, esofagite, costipazione | |
Patologie epatobiliari: | Molto raro*: necrosi epatica, encefalopatia epatica (entrambi con casi segnalati ad esito fatale) |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: | Molto comune: alopecia |
Comune: alterazioni transitorie e modeste delle unghie e della cute, cute secca, acne | |
Non comune: alterazioni della pigmentazione delle unghie o discolarazione del letto ungueale | |
Raro*: prurito, eruzione cutanea, eritema | |
Molto raro*: Sindrome di Stevens–Johnson, necrolisi epidermica, eritema multiforme, dermatite esfoliativa, orticaria, onicolisi (i pazienti in terapia devono proteggere dal sole mani e piedi), follicolite | |
Non nota*: scleroderma | |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: | Molto comune: artralgia, mialgia |
Comune: dolore osseo, crampi alle gambe, miastenia, dolore dorsale | |
Non nota*: lupus eritematoso sistemico | |
Patologie renali e urinarie: | Comune: disuria |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: | Molto comune: astenia, dolore, edema anche periferico e facciale |
Comune: modeste reazioni nel sito d’iniezione (incluso edema localizzato, dolore, eritema, indurimento, dolorabilità, discolorazione o gonfiore cutaneo, stravaso occasionale, possono evolvere in cellulite e fibrosi cutanea e necrosi cutanea), dolore toracico, brividi | |
Raro*: piressia, disidratazione, astenia, edema, malessere | |
Esami diagnostici: | Comune: grave aumento delle transaminasi AST (SGOT), grave aumento della fosfatasi alcalina |
Non comune: grave aumento della bilirubina | |
Raro*: aumento della creatinina ematica |
Gravidanza e allattamento
Gravidanza Il paclitaxel ad una dose di 0,6 mg/kg/die endovenosa ha causato effetti tossici sulla riproduzione e sullo sviluppo fetale nei ratti. È stato dimostrato che Paclitaxel è embriotossico e fetotossico nei conigli e che diminuisce la fertilità nei ratti. Non vi sono informazioni adeguate sull’uso di paclitaxel durante la gravidanza. Come avviene con altri farmaci citotossici, Paclitaxel può provocare danno fetale.Quindi paclitaxel non deve essere usato durante la gravidanza, se non è strettamente necessario. Si deve raccomandare alle pazienti di usare misure contraccettive efficaci e di evitare gravidanze durante la terapia con Paclitaxel e di informare immediatamente il medico curante qualora dovesse verificarsi una gravidanza. Allattamento Non è noto se paclitaxel venga escreto nel latte materno. Paclitaxel è controindicato durante l’allattamento. L’allattamento al seno deve essere sospeso per tutta la durata del trattamento. Fertilità Si consiglia ai pazienti di sesso maschile di informarsi sulla crioconservazione del seme prima del trattamento con paclitaxel, in quanto potrebbe causare infertilità. I pazienti di sesso femminile e maschile in età fertile e/o i loro partners devono usare contraccettivi per almeno 6 mesi dopo il trattamento con paclitaxel.
Conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione. Soluzioni diluite: vedere il paragrafo 6.3