ATC: L01CD01 | Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO |
Presenza Glutine:
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Classe 1: H | Forma farmaceutica: SOLUZIONE PER INFUSIONE CONC |
Presenza Lattosio:
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Carcinoma ovarico Nella chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico in stadio avanzato o con carcinoma residuo (>1 cm) dopo laparatomia iniziale, in combinazione con cisplatino. Nella chemioterapia di seconda linea del carcinoma ovarico per il trattamento del carcinoma metastatico dell’ovario quando la terapia standard, contenente derivati del platino, non sia risultata efficace. Carcinoma della mammella In terapia adiuvante, Paclitaxel Actavis è indicato nel trattamento di pazienti con carcinoma della mammella con linfonodi positivi dopo terapia con antracicline e ciclofosfamide (AC). Il trattamento adiuvante con Paclitaxel Actavis deve essere considerato come una alternativa alla continuazione della terapia con AC. Paclitaxel Actavis è indicato per il trattamento iniziale del carcinoma localmente avanzato o metastatico della mammella in associazione sia con una antraciclina nelle pazienti per le quali è adatta la terapia con l’antraciclina sia con trastuzumab nelle pazienti con iperespressione di HER-2 (recettore 2 dei fattori di crescita dell’epidermide umana) di livello 3+ all’esame immunoistochimico, e per le quali non sia possibile il trattamento con un’antraciclina (vedi paragrafi 4.4 e 5.1). In monoterapia Paclitaxel Actavis è indicato per il trattamento del carcinoma metastatico della mammella in pazienti in cui la terapia standard, contenente antracicline, non sia ritenuta possibile o non sia risultata efficace. Carcinoma del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato Paclitaxel, in associazione con cisplatino, è indicato per il trattamento del carcinoma del polmone non a piccole cellule (NSCLC) in pazienti che non possono essere sottoposti a intervento chirurgico radicale e/o a terapia radiante. Sarcoma di Kaposi associato all'AIDS Paclitaxel Actavis è indicato per il trattamento di pazienti con sarcoma di Kaposi (KS) associato all’AIDS avanzato che hanno fallito una terapia precedente con un’antraciclina liposomiale. I dati di efficacia a supporto di questa indicazione sono limitati, si rimanda al paragrafo 5.1 per un riassunto degli studi rilevanti.
Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:
La clearance del paclitaxel non è influenzata dal pretrattamento con cimetidina. Si raccomanda di somministrare il paclitaxel prima del cisplatino nella chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico. Quando il paclitaxel viene somministrato prima del cisplatino, il profilo di tollerabilità del paclitaxel è sovrapponibile a quello dell'uso in monoterapia. Quando il paclitaxel è stato somministrato dopo il cisplatino, nei pazienti trattati è stata osservata una mielodepressione più spiccata della norma e una diminuzione di circa il 20% della clearance del paclitaxel. Pazienti trattate con paclitaxel e cisplatino possono essere a maggiore rischio di danno renale rispetto a quelle trattate con cisplatino in monoterapia nei tumori ginecologici. Poiché l’eliminazione della doxorubicina e dei suoi metaboliti attivi può essere ridotta quando il paclitaxel e la doxorubicina sono somministrati in tempi ravvicinati, nel trattamento iniziale del carcinoma metastatico della mammella il paclitaxel deve essere somministrato 24 ore dopo la doxorubicina (vedere paragrafo 5.2). Il metabolismo del paclitaxel è catalizzato, in parte, dagli isoenzimi CYP2C8 e 3A4 del citocromo P450 (vedere paragrafo 5.2). Studi clinici hanno dimostrato che il metabolismo del paclitaxel mediato dal CYP2C8 a 6α-idrossipaclitaxel è la principale via metabolica nell'uomo. La somministrazione contemporanea di ketoconazolo, un potente inibitore del CYP3A4, non inibisce l'eliminazione del paclitaxel nei pazienti; quindi i due medicinali possono essere somministrati insieme senza necessità di aggiustamenti della dose. Ulteriori dati sulle potenziali interazioni farmacologiche tra paclitaxel e altri substrati/inibitori del CYP3A4 sono limitati. Pertanto, si deve usare cautela nel somministrare Paclitaxel in terapia concomitante con medicinali in grado di inibire (per es. eritromicina, fluoxetina, gemfibrozil) o indurre (per es. rifampicina, carbamazepina, fenitoina, fenobarbital, efavirenz, nevirapina) sia il CYP2C8 che il CYP3A4. Studi in pazienti con sarcoma di Kaposi, che assumevano numerose terapie concomitanti, suggeriscono che la clearance sistemica del paclitaxel era significativamente ridotta in presenza di nelfinavir e ritonavir, ma non di indinavir. Non ci sono informazioni sufficienti sulle interazioni con altri inibitori della proteasi. Conseguentemente, il paclitaxel deve essere somministrato con cautela in pazienti che ricevono inibitori delle proteasi come terapia concomitante.
Scheda tecnica (RCP) Composizione:
1 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 6 mg di paclitaxel. Un flaconcino da 5 ml contiene 30 mg di paclitaxel Un flaconcino da 16,7 ml contiene 100 mg di paclitaxel Un flaconcino da 25 ml contiene 150 mg di paclitaxel Un flaconcino da 50 ml contiene 300 mg di paclitaxel Eccipienti: Macrogol glicerolo ricinoleato (527 mg/ml) Etanolo, anidro (385 mg/ml) Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
l paclitaxel è controindicato in pazienti con grave ipersensibilità al paclitaxel o ad uno qualsiasi degli eccipienti, in particolare al macrogol glicerolo ricinoleato (olio di ricino poliossietilato) (vedere paragrafo 4.4). Il paclitaxel è controindicato in gravidanza ed allattamento (vedere paragrafo 4.6) e non deve essere usato in pazienti con una conta iniziale di neutrofili <1500/mm³ (<1000/mm³ per pazienti con sarcoma di Kaposi). Nel sarcoma di Kaposi, il paclitaxel è controindicato anche nei pazienti con infezioni concomitanti, gravi ed incontrollate.
Posologia
Posologia Prima della somministrazione di paclitaxel tutti i pazienti devono essere premedicati con corticosteroidi, antiistaminici e H2 antagonisti, ad esempio:
Farmaco | Dose | Intervallo di tempo prima della somministrazione di paclitaxel |
Desametasone | 20 mg per os* o ev | Per la somministrazione orale: circa 12 e 6 ore, oppure per somministrazione ev: da 30 a 60 minuti |
Difenidramina** | 50 mg e.v. | Da 30 a 60 minuti |
Cimetidina | 300 mg e.v. | Da 30 a 60 minuti |
o ranitidina | 50 mg e.v. |
Avvertenze e precauzioni
Il paclitaxel deve essere somministrato sotto la supervisione di un medico che abbia acquisito esperienza nell'uso di chemioterapici antitumorali. A causa della possibile evenienza di gravi reazioni di ipersensibilità è opportuno avere a disposizione un'adeguata attrezzatura per la terapia di supporto. I pazienti devono essere pretrattati con corticosteroidi, antiistaminici ed antagonisti H2, (vedere paragrafo 4.2). Il paclitaxel deve essere somministrato prima del cisplatino, quando viene usato in associazione (vedere paragrafo 4.5). Significative reazioni di ipersensibilità caratterizzate da dispnea ed ipotensione tali da richiedere trattamento, angioedema e orticaria generalizzata si sono manifestate in <1% dei pazienti che hanno ricevuto paclitaxel preceduto da adeguata premedicazione. Tali reazioni sono probabilmente mediate dall’istamina. In caso di gravi reazioni di ipersensibilità è opportuno sospendere immediatamente l’infusione di paclitaxel, istituire una terapia sintomatica e non somministrare nuovamente il farmaco al paziente. La mielodepressione (principalmente neutropenia) è la tossicità limitante la dose. Deve essere istituito un frequente monitoraggio dei parametri ematologici. Il trattamento non deve essere ripreso fin quando il valore dei neutrofili non ritorni a ≥1500/mm³ (≥1000/mm³ per pazienti con sarcoma di Kaposi) e quello delle piastrine a ≥100.000/mm³ (≥75.000/mm³ per pazienti con sarcoma di Kaposi). Nello studio clinico sul sarcoma di Kaposi, la maggior parte dei pazienti aveva ricevuto il fattore di crescita granulocitario (G-CSF). Con il paclitaxel in monoterapia sono state segnalate raramente gravi anomalie della conduzione cardiaca. Se durante la somministrazione di paclitaxel i pazienti sviluppano significative anomalie della conduzione cardiaca, deve essere istituita un’appropriata terapia e durante la successiva terapia con paclitaxel deve essere eseguito un monitoraggio cardiaco continuo. Durante la somministrazione di paclitaxel sono state osservate ipotensione, ipertensione e bradicardia; solitamente i pazienti risultano asintomatici e in genere non necessitano di trattamento. Si raccomanda un frequente controllo dei parametri vitali, in particolare durante la prima ora di infusione di paclitaxel. Eventi cardiovascolari gravi sono stati osservati più frequentemente in pazienti con carcinoma del polmone non a piccole cellule che non in pazienti con carcinoma della mammella o ovarico. Nello studio clinico sul sarcoma di Kaposi associato all’AIDS è stato osservato un unico caso di insufficienza cardiaca associata al paclitaxel. Quando il paclitaxel viene usato in associazione con la doxorubicina o il trastuzumab per il trattamento iniziale del carcinoma metastatico della mammella, la funzionalità cardiaca dovrà essere tenuta sotto attento controllo. I pazienti candidati per il trattamento con paclitaxel in queste associazioni devono sottostare a una valutazione cardiaca di base, comprendente anamnesi, esame obiettivo, ECG, ecocardiogramma e/o angiografia MUGA. La funzione cardiaca deve essere controllata ulteriormente durante il trattamento (ad es. ogni tre mesi). Il controllo può aiutare a identificare pazienti che sviluppano disfunzione cardiaca e i medici curanti, quando prendono decisioni sulla frequenza della funzione ventricolare, devono attentamente valutare la dose cumulativa (mg/m²) di antraciclina somministrata. Quando le prove indicano un deterioramento della funzione cardiaca, anche asintomatica, i medici curanti devono valutare attentamente i benefici clinici di una ulteriore terapia contro la possibilità di produrre un danno cardiaco, incluso un danno potenzialmente irreversibile. Se viene somministrato ulteriore trattamento, il controllo della funzione cardiaca deve essere più frequente (ad es. ogni 1-2 cicli). Per maggiori dettagli vedere il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di Herceptin o della doxorubicina. Sebbene la neuropatia periferica sia un evento frequente, lo sviluppo di sintomi gravi è raro. In casi gravi, si raccomanda una riduzione del 20% (25% nei pazienti con sarcoma di Kaposi) della dose per tutti i successivi cicli di paclitaxel. Nei pazienti con carcinoma del polmone non a piccole cellule e nelle pazienti con carcinoma ovarico in trattamento di prima linea, la somministrazione di paclitaxel infuso in tre ore in associazione con cisplatino ha determinato una maggiore incidenza di grave neurotossicità rispetto sia al paclitaxel in monoterapia sia alla ciclofosfamide seguita da cisplatino. I pazienti con disfunzione epatica possono essere ad aumentato rischio di tossicità, soprattutto mielosoppressione di grado III-IV. Non è stato dimostrato che la tossicità del paclitaxel aumenti quando viene somministrato in tre ore nei pazienti con funzione epatica lievemente alterata. Quando il paclitaxel è somministrato come infusione più lenta nei pazienti con compromissione epatica da moderata a grave si può osservare aumento della mielosoppressione. I pazienti devono essere controllati attentamente per lo sviluppo di mielosoppressione grave (vedere paragrafo 4.2). Non sono disponibili dati adeguati per raccomandare aggiustamenti posologici in pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata (vedere paragrafo 5.2). Non sono disponibili dati relativamente a pazienti affetti da colestasi grave all’inizio della terapia. I pazienti con compromissione epatica grave non devono essere trattati con paclitaxel. Poiché Paclitaxel Actavis contiene etanolo (385 mg/ml) è necessario valutarne i potenziali effetti sul sistema nervoso centrale e gli altri possibili effetti. Durante studi sugli animali condotti per valutare la tollerabilità locale, sono state osservate gravi reazioni tessutali a seguito di somministrazione endoarteriosa; per questo motivo si dovrà accuratamente evitare la somministrazione del paclitaxel per tale via. Raramente sono stati riportati casi di colite pseudomembranosa, compresi casi in pazienti che non erano contemporaneamente in terapia con antibiotici. Questa reazione deve essere tenuta in considerazione nella diagnosi differenziale di casi di diarrea grave o persistente che dovessero manifestarsi durante o subito dopo il trattamento con paclitaxel. Il trattamento con paclitaxel in associazione con radioterapia del polmone, indipendentemente dalla loro sequenza d’impiego, può contribuire allo sviluppo di polmonite interstiziale. Le donne sessualmente attive e gli uomini sono tenuti a far uso di contraccettivi durante il trattamento, per almeno 6 mesi dopo il trattamento gli uomini e per un mese dopo il trattamento le donne (vedi paragrafo 4.6). La contraccezione ormonale è controindicata nel caso di tumori positivi per i recettori ormonali. In pazienti con sarcoma di Kaposi, la mucosite grave è rara. Se si verificano reazioni gravi, la dose di paclitaxel deve essere ridotta del 25%.
Interazioni
La clearance del paclitaxel non è influenzata dal pretrattamento con cimetidina. Si raccomanda di somministrare il paclitaxel prima del cisplatino nella chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico. Quando il paclitaxel viene somministrato prima del cisplatino, il profilo di tollerabilità del paclitaxel è sovrapponibile a quello dell'uso in monoterapia. Quando il paclitaxel è stato somministrato dopo il cisplatino, nei pazienti trattati è stata osservata una mielodepressione più spiccata della norma e una diminuzione di circa il 20% della clearance del paclitaxel. Pazienti trattate con paclitaxel e cisplatino possono essere a maggiore rischio di danno renale rispetto a quelle trattate con cisplatino in monoterapia nei tumori ginecologici. Poiché l’eliminazione della doxorubicina e dei suoi metaboliti attivi può essere ridotta quando il paclitaxel e la doxorubicina sono somministrati in tempi ravvicinati, nel trattamento iniziale del carcinoma metastatico della mammella il paclitaxel deve essere somministrato 24 ore dopo la doxorubicina (vedere paragrafo 5.2). Il metabolismo del paclitaxel è catalizzato, in parte, dagli isoenzimi CYP2C8 e 3A4 del citocromo P450 (vedere paragrafo 5.2). Studi clinici hanno dimostrato che il metabolismo del paclitaxel mediato dal CYP2C8 a 6α-idrossipaclitaxel è la principale via metabolica nell'uomo. La somministrazione contemporanea di ketoconazolo, un potente inibitore del CYP3A4, non inibisce l'eliminazione del paclitaxel nei pazienti; quindi i due medicinali possono essere somministrati insieme senza necessità di aggiustamenti della dose. Ulteriori dati sulle potenziali interazioni farmacologiche tra paclitaxel e altri substrati/inibitori del CYP3A4 sono limitati. Pertanto, si deve usare cautela nel somministrare Paclitaxel in terapia concomitante con medicinali in grado di inibire (per es. eritromicina, fluoxetina, gemfibrozil) o indurre (per es. rifampicina, carbamazepina, fenitoina, fenobarbital, efavirenz, nevirapina) sia il CYP2C8 che il CYP3A4. Studi in pazienti con sarcoma di Kaposi, che assumevano numerose terapie concomitanti, suggeriscono che la clearance sistemica del paclitaxel era significativamente ridotta in presenza di nelfinavir e ritonavir, ma non di indinavir. Non ci sono informazioni sufficienti sulle interazioni con altri inibitori della proteasi. Conseguentemente, il paclitaxel deve essere somministrato con cautela in pazienti che ricevono inibitori delle proteasi come terapia concomitante.
Effetti indesiderati
A meno che non sia specificato altrimenti, la discussione seguente si riferisce a dati di sicurezza globale relativi a 812 pazienti con tumori solidi trattati con paclitaxel in monoterapia nell’ambito di studi clinici. Poiché la popolazione con sarcoma di Kaposi (KS) è molto specifica, alla fine di questa sezione è presentato un capitolo speciale basato su uno studio clinico con 107 pazienti. A meno che non sia specificato altrimenti, la frequenza e la gravità degli eventi avversi sono generalmente simili nei pazienti che ricevono paclitaxel per il trattamento del carcinoma ovarico, della mammella o del polmone non a piccole cellule. Nessuna delle tossicità osservate è stata chiaramente influenzata dall'età. Il più frequente effetto indesiderato significativo è stata la mielodepressione. Neutropenia grave (<500 cellule/mm³) non associata a episodi febbrili, si è presentata nel 28% dei pazienti. Solo l'1% dei pazienti ha mostrato grave neutropenia per 7 o più giorni. Trombocitopenia è stata segnalata nell'11% dei pazienti. Il 3% dei pazienti ha presentato un minimo della conta piastrinica <50.000/mm³ almeno una volta durante lo studio. Anemia è stata osservata nel 64% dei pazienti, ma è stata ritenuta grave (Hb <5 mmol/l) solo nel 6% dei pazienti. La frequenza e gravità dell'anemia sono state correlate ai valori basali dell'emoglobina. Quando il paclitaxel è stato somministrato in associazione con cisplatino la neurotossicità, principalmente la neuropatia periferica, è apparsa più frequente e più grave alla dose di 175 mg/m²infusi in 3 ore (85% neurotossicità, 15% grave) rispetto all’infusione in 24 ore di 135 mg/m²(25% neuropatia periferica, 3% grave). Nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule e nelle pazienti con carcinoma ovarico trattati con paclitaxel in infusione di tre ore seguito da cisplatino, c’è un incremento evidente dell’incidenza di neurotossicità grave. Dopo il primo ciclo di terapia può verificarsi neuropatia periferica e può peggiorare con concentrazioni crescenti di paclitaxel. In qualche caso la neuropatia periferica ha richiesto l’interruzione del paclitaxel. I sintomi sensoriali sono generalmente migliorati o risolti diversi mesi dopo l’interruzione del paclitaxel. Neuropatie preesistenti, causate da precedenti terapie, non costituiscono controindicazione alla terapia con paclitaxel. Artralgia o mialgia si sono manifestate nel 60% dei pazienti e sono risultate gravi nel 13% dei casi. Si è verificata una significativa reazione di ipersensibilità con possibile esito fatale (definita come ipotensione che richiede una terapia, angioedema, sofferenza respiratoria che richiede una terapia con broncodilatatori, o orticaria generalizzata) in 2 pazienti (<1%). Reazioni minori di ipersensibilità si sono manifestate nel 34% dei pazienti (17% di tutti i cicli). Queste reazioni minori, principalmente arrossamenti ed eruzioni cutanee non hanno richiesto specifico intervento terapeutico o l’ interruzione del trattamento con paclitaxel. Reazioni nella sede di infusione durante la somministrazione endovenosa possono portare a edema localizzato, dolore, eritema e indurimento; e talvolta la fuoriuscita del farmaco dal vaso può causare cellulite. Sono state riportate formazione di escara e/o esfoliazione cutanea, a volte correlate alla fuoriuscita del farmaco dal vaso. Inoltre, si può verificare una depigmentazione cutanea. Raramente è stata riportata la ricomparsa di reazioni cutanee nella sede di un precedente stravaso, a seguito di somministrazione di paclitaxel in un sito differente, il cosiddetto “recall”. Non è ancora noto un trattamento specifico per le reazioni dovute allo stravaso del farmaco. La tabella sottostante elenca gli effetti indesiderati, a prescindere dalla gravità, associati alla somministrazione di paclitaxel in monoterapia in infusione di tre ore, nel trattamento della malattia metastatica (in 812 pazienti inseriti in studi clinici) e secondo quanto riportato nella farmacovigilanza successiva alla commercializzazione*. La frequenza degli effetti indesiderati riportati di seguito è definita usando la seguente convenzione: Molto comune (≥ 1/10); comune (≥1/100, < 1/10); non comune (≥1/1.000, < 1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000).
Infezioni ed infestazioni | Molto comune: infezioni (per lo più infezioni delle vie urinarie e delle alte vie respiratorie); sono stati segnalati con esito fatale |
Non comune: shock settico | |
Raro*: polmonite, peritonite, sepsi | |
Patologie emolinfopoietico | Molto comune: mielodepressione, neutropenia, anemia, trombocitopenia, leucopenia, sanguinamento |
Rari*: neutropenia febbrile | |
Molto raro*: leucemia mieloide acuta, sindrome mielodisplastica | |
Disturbi del sistema immunitario | Molto comune: reazioni minori di ipersensibilità (principalmente arrossamento ed eruzioni cutanee) |
Non comune: reazioni significative di ipersensibilità che richiedono trattamento (ad es. ipotonia, edema angioneurotico, sindrome di stress respiratorio, orticaria generalizzata, brividi, mal di schiena, dolore al torace, tachicardia, dolori addominali, dolore alle estremità, diaforesi e ipertonia). | |
Raro*: reazioni anafilattiche | |
Molto raro*: shock anafilattico | |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Molto raro*: anoressia |
Disturbi psichiatrici | Molto raro*: stato confusionale |
Patologie del sistema nervoso | Molto comune: neurotossicità (principalmente neuropatia periferica) |
Raro*: neuropatia motoria (con risultante debolezza distale minore) | |
Molto raro*: neuropatia del sistema autonomo (risultante in ileo paralitico e ipotensione ortostatica), grande male, convulsioni, encefalopatia, vertigini, cefalea, atassia | |
Patologie dell’occhio | Molto raro*: disturbi del nervo ottico e/o disturbi visivi (scotomi scintillanti), particolarmente in pazienti che hanno ricevuto dosi superiori a quelle raccomandate |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | Molto raro*: ototossicità, perdita dell’udito, tinnito, vertigini |
Patologie cardiache | Comune: bradicardia |
Non comune: cardiomiopatia, tachicardia ventricolare asintomatica, tachicardia con bigeminismo, blocco Av e sincope, infarto miocardico | |
Molto raro*: fibrillazione striale, tachicardia sopraventricolare | |
Patologie vascolari | Molto comune: ipotensione |
Non comune: ipertensione, trombosi, tromboflebite | |
Molto raro*: shock | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Raro*: dispnea, versamento pleurico, polmonite interstiziale, fibrosi polmonare, embolia polmonare, insufficienza respiratoria |
Molto raro*: tosse | |
Patologie gastrointestinali | Molto comune: nausea, vomito, diarrea, infiammazione delle mucose |
Raro*: ostruzione intestinale, perforazione intestinale, colite ischemica, pancreatite | |
Molto raro*: trombosi mesenterica, colite pseudomembranosa, esofagite, costipazione, colite neutropenica | |
Patologie epatobiliari | Molto raro*: necrosi epatica, encefalopatia epatica (per entrambe sono stati riportati casi con esito fatale) |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Molto comune: alopecia |
Comune: alterazioni lievi e transitorie delle unghie e della cute | |
Raro*: prurito, eruzione cutanea, eritema | |
Molto raro*: sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica, eritema multiforme, dermatite esfoliativa, orticaria, onicolisi (pazienti in terapia devono proteggere mani e piedi dal sole) | |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Molto comune: artralgia, mialgia |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Comune: reazioni nella sede di infusione (tra cui edema localizzato, dolore, eritema, indurimento; talvolta, la fuoriuscita del farmaco dal vaso può causare cellulite, fibrosi e necrosi cutanee). |
Raro*: astemia, piressia, disidratazione, edema, malessere. | |
Esami diagnostici | Comune: aumento di grado severo delle AST (SGOT) e della fosfatasi alcalina |
Non comune: aumento di grado severo della bilirubina | |
Raro*: aumento della creatinina ematica |
Gravidanza e allattamento
Fertilità: Il paclitaxel ha dimostrato di ridurre la fertilità nei ratti. Gravidanza: In molti sistemi sperimentali il paclitaxel ha dimostrato proprietà teratogene, embriotossiche e mutagene. In particolare ha dimostrato di essere embriotossico e fetotossico nei conigli. Non ci sono informazioni sull’uso del paclitaxel in donne gravide. Come altri farmaci citotossici, il paclitaxel può causare danno fetale e perciò è controindicato durante la gravidanza. È opportuno raccomandare alle pazienti di non intraprendere una gravidanza durante la terapia con paclitaxel e di avvertire immediatamente il medico curante, qualora questo evento si verifichi. La gravidanza deve essere evitata per almeno 6 mesi dopo il trattamento. Allattamento: Non è noto se il paclitaxel venga escreto nel latte materno. Il paclitaxel è controindicato durante l'allattamento (vedere paragrafo 4.3). Si consiglia di interrompere l'allattamento durante la terapia con paclitaxel.
Conservazione
Conservare il flaconcino nel contenitore esterno per proteggerlo dalla luce. Per le condizioni di conservazione del prodotto ricostituito vedi paragrafo 6.3.