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MYCOBUTIN30CPS 150MG

PFIZER ITALIA Srl

Principio attivo: RIFABUTINA

€118,21
prezzo indicativo
ATC: J04AB04 Descrizione tipo ricetta:
RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
Presenza Glutine:
Classe 1: A Forma farmaceutica:
CAPSULE RIGIDE
Presenza Lattosio:

MYCOBUTIN è indicato per il trattamento di infezioni causate da micobatteri, quali M.tubercolosis, M.avium-intracellulare complex (MAC) e altri micobatteri atipici. MYCOBUTIN è anche indicato per la profilassi delle infezioni da M.avium intracellulare complex (MAC) in pazienti immunodepressi con conta dei CD4 inferiore o uguale a 200/mcl. Nelle infezioni causate da MAC e da altri micobatteri atipici, quali M.xenopi, MYCOBUTIN si è dimostrato efficace nel trattamento sia delle forme localizzate che di quelle disseminate anche in pazienti immunocompromessi. Nel trattamento della malattia tubercolare, MYCOBUTIN ha dimostrato di essere efficace sia nella tubercolosi polmonare di nuova diagnosi, sia nelle forme croniche multifarmaco resistenti in presenza di ceppi di Micobatterium tubercolosis rifampicina resistenti. In accordo con i criteri comunemente accettati per il trattamento delle infezioni micobatteriche, la terapia con MYCOBUTIN deve essere sempre condotta in associazione con altri farmaci antimicobatterici non appartenenti alla famiglia delle rifamicine.

Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:

La somministrazione di rifabutina in dosi multiple è stata correlata all’induzione degli enzimi metabolici epatici del sottogruppo 3A del citocromo CYP 450. Anche il principale metabolita della rifabutina (25-desacetil rifabutina, LM 565) può contribuire a questo effetto. L’induzione metabolica dovuta alla rifabutina provoca probabilmente una diminuzione dei livelli in circolo dei farmaci somministrati in concomitanza (specialmente quelli metabolizzati dal percorso CYP 450 3A). Dai dati farmacocinetici si evince che l’induzione enzimatica da parte della rifabutina è completa entro 5 giorni ed è dose-dipendente per quanto riguarda i dosaggi da 300 mg a 600 mg. Analogamente, i farmaci concomitanti che inibiscono competitivamente l’attività del CYP 450 3A possono aumentare i livelli di rifabutina in circolo. La Tabella 1 riassume i risultati e l’entità delle interazioni farmacologiche osservate con la rifabutina. La rilevanza clinica di queste interazioni e le successive variazioni posologiche devono essere considerate alla luce della popolazione in studio, della gravità della patologia, del profilo farmacologico del paziente e del probabile impatto sul rapporto rischio/beneficio. Anche se la rifabutina e la rifampicina hanno strutture simili, le rispettive proprietà fisico-chimiche (es. ionizzazione e coefficienti di partizione) inducono a ritenere che esistano notevoli differenze tra loro per quanto riguarda la biodistribuzione e il potenziale d’induzione dell’enzima CYP 450. Le proprietà di induzione enzimatica della rifabutina sono meno pronunciate di quelle della rifampicina. I dati mostrano che la rifabutina è un induttore da 2 a 3 volte più debole della rifampicina. Pertanto, se le variazioni dei livelli di farmaco in circolo influiscono sulla risposta del paziente, l’impatto clinico di potenziali interazioni con altri medicinali sarà probabilmente minore con la rifabutina rispetto alla rifampicina. Malassorbimento L’alterazione del pH gastrico dovuta all’infezione da HIV in progressione è stata collegata con il malassorbimento di alcuni farmaci usati nei pazienti positivi all’HIV (p. es. rifampicina, isoniazide). I dati sulle concentrazioni sieriche dei pazienti affetti da AIDS a diversi livelli di gravità (sulla base delle conte del CD4+) evidenziano che l’assorbimento della rifabutina non è influenzato dalla progressione dell’infezione da HIV. Tabella 1. Studi di interazione con la Rifabutina

Farmaci concomitanti Effetto sulla Rifabutina Effetto sul farmaco concomitante Commenti
ANTIVIRALI
Amprenavir ↑ 2.9 AUC, Nessun cambiamento significativo della cinetica. Nessun cambiamento significativo della cinetica.
↑ 2.2 Cmax
Delavirdina Studio condotto su pazienti affetti da HIV-1. La rifabutina non è raccomandata per i pazienti in terapia con delavirdina mesilato 400 mg ogni 8 ore. ↑ 5 clearance orale, che determina una media significativamente inferiore delle concentrazioni plasmatiche minime (da 18±15 a 1.0±0.7 mcM) Studio condotto su pazienti affetti da HIV-1. La rifabutina non è raccomandata per i pazienti in terapia con delavirdina mesilato 400 mg ogni 8 ore.
Didanosina Nessun cambiamento significativo della cinetica. Nessun cambiamento significativo della cinetica allo steady state.  
Fosamprenavir/ritonavir ↑ 64% AUC ** ↑ 35% AUC e ↑ 36% In co-somministrazione con fosamprenavir, si raccomanda una riduzione della dose di rifabutina di almeno il 75% (fino a 150 mg a giorni alterni o tre volte a settimana).
Cmax, nessun effetto
Cmin (amprenavir)
Indinavir ↑ 204% AUC ↓ 32% AUC  
Lopinavir/ritonavir ↑ 5.7 AUC, Nessun cambiamento significativo della cinetica del opinavi. Si raccomanda una riduzione di rifabutina di almeno il 75% della dose abituale di 300 mg/die (p. es. una dose massima di 150 mg a giorni alterni o tre volte a settimana). È richiesto un monitoraggio più intenso delle reazioni avverse. Potrebbe essere necessaria una ulteriore riduzione del dosaggio di rifabutina.
↑ 3.4 Cmax**
Saquinavir ND ↓ 40% AUC  
Ritonavir Aumento di 4 volte della AUC, aumento di 2.5 volte della Cmax ND In presenza di ritonavir, può aumentare il conseguente rischio di effetti indesiderati, compresa l’uveite. Se è necessario un inibitore della proteasi in pazienti trattati con rifabutina, bisogna prendere in considerazione farmaci diversi dal ritonavir (vedere anche paragrafo 4.4).
Tipranavir/ritonavir ↑ 2.9 AUC, Nessun cambiamento significativo della cinetica del tipranavir. Si raccomanda il monitoraggio farmacoterapeutico della rifabutina.
↑ 1.7 Cmax
Zidovudina Nessun cambiamento significativo della cinetica. ↓ 32% circa della Cmax e della AUC Uno studio clinico controllato di grandi dimensioni ha mostrato che questi cambiamenti non hanno rilevanza clinica.
ANTIMICOTICI
Fluconazolo ↑ 82% AUC Nessun cambiamento significativo delle concetrazioni plasmatiche allo steady state.  
Itraconazolo ND ↓ da 70% a 75% della Cmax e della AUC Da una segnalazione si evince un’interazione cinetica che determina un aumento dei livelli sierici di rifabutina e il rischio di sviluppare uveite, in presenza di itraconazolo.
Posaconazolo ↑ 31% Cmax, ↓43% Cmax, Se i farmaci sono somministrati in concomitanza, bisogna monitorare i pazienti per gli eventi avversi correlati alla somministrazione di ifabutina.
↑ 72% AUC ↓49% AUC
Voriconazolo ↑ 195% Cmax, Rifabutina (300 mg una volta al giorno) ha diminuito la Cmax e l’AUC di voriconazolo a 200 mg due volte al giorno, rispettivamente del 69% e del 78%. Durante la cosomministrazione con rifabutina, la Cmax e l’AUC di voriconazolo a 350 mg due volte al giorno erano pari al 96% e al 68% dei livelli raggiunti quando somministrato da solo a 200 mg due volte al giorno. Con un dosaggio di voriconazolo pari a 400 mg due volte al giorno, la Cmax e l’AUC erano più alte rispettivamente del 104% e del 87%, rispetto al voriconazolo da solo a 200 mg due volte al giorno. Se il beneficio supera il ischio, la rifabutina può essere somministrata in concomitanza con il voriconazolo, se la dose di mantenimento di voriconazolo viene aumentata a 5 mg/kg per via endovenosa ogni 12 ore, o da 200 mg a 350 mg per via orale ogni 12 ore (da 100 mg a 200 mg per via orale, ogni 12 ore nei pazienti di peso inferiore a 40 kg). Si raccomanda un attento monitoraggio della conta ematica completa e degli eventi avversi di rifabutina (p.es. uveite), quando la rifabutina è somministrata in concomitanza con il voriconazolo.
↑331% AUC ***
ANTI-PCP (Pneumocystis carinii pneumonia)
Dapsone ND ↓ da 27% a 40% circa dell’AUC Studio condotto su pazienti affetti da HIV (acetilatori rapidi e lenti).
Sulfametoxazolo-Trimetoprim Nessun cambiamento significativo di Cmax e AUC ↓ da 15% a 20% circa dell’AUC In un altro studio, soltanto il trimetoprim (non il sulfametoxazolo) ha avuto ↓ 14% dell’AUC e ↓ 6% della Cmax, ma queste diminuzioni non sono state considerate clinicamente significative.
ANTI-MAC (Mycobacterium avium intracellulare complex)
Azitromicina Nessuna interazione farmacocinetica Nessuna interazione farmacocinetica  
Claritromicina ↑ 77% circa dell’AUC ↓ 50% circa dell’AUC Studio condotto su pazienti affetti da HIV. La dose di rifabutina deve essere aggiustata in presenza di claritromicina (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
ANTI-TB (Tuberculosis)
Etambutolo ND Nessun cambiamento significativo diAUC o Cmax  
Isoniazide ND Farmacocinetica non impattata.  
Pirazinamide ND ND Dati di studio in corso di valutazione.
VARIE
Metadone ND Nessun effetto significativo Nessun effetto apparente della rifabutins né sui livelli di picco del metadone né sull’esposizione sistemica basata sull’AUC. Cinetica della rifabutin non valutata.
Contraccettivi orali ND ND Dati di studio in corso di valutazione. Si deve consigliare alle pazienti l’impiego di altri metodi contraccettivi. Tacrolimus ND ND Gli autori segnalano
Tacrolimus ND ND Gli autori segnalano che la rifabutina diminuisce i livelli ematici minimi del tacrolimus
Teofillina ND Nessuna modifica significativa di AUC o Cmax rispetto al basale.  
* ND - Nessun dato AUC - Area sotto la curva concentrazione/tempo Cmax - Concentrazione sierica massima ** Farmaco più metabolita attivo *** Voriconazolo somministrato a 400 mg due volte al giorno

Scheda tecnica (RCP) Composizione:

Ogni capsula rigida contiene: Principio attivo: rifabutina 150 mg Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo, altre rifamicine (rifampicina) o ad uno qualsiasi degli eccipienti. MYCOBUTIN non deve essere somministrato a donne in gravidanza o che allattano e in bambini poiché non esiste una sufficiente esperienza clinica.

Posologia

MYCOBUTIN può essere somministrato in dose singola, giornaliera, oralmente, in qualunque momento della giornata, indipendentemente dai pasti. Adulti MYCOBUTIN come singolo agente: •  profilassi della infezione da MAC in pazienti immunodepressi: 300 mg (2 capsule). MYCOBUTIN in regimi combinati: •  in malattie da micobatteri non-tubercolari: 450-600 mg (3-4 capsule) fino a 6 mesi dopo l’ottenimento di colture negative. •  nelle tubercolosi polmonari croniche, multiresistenti: 300-450 mg (2-3 capsule) fino a 6 mesi dopo l’ottenimento di colture negative. •  in tubercolosi polmonari di nuova diagnosi: 150 mg (1 capsula) per 6 mesi. Bambini Non ci sono attualmente dati adeguati per appoggiare l’uso di MYCOBUTIN nei bambini. Anziani Non esistono particolari raccomandazioni riguardo a modifiche posologiche da seguire in questo gruppo di pazienti.

Avvertenze e precauzioni

Prima di iniziare la profilassi con rifabutina della infezione da MAC i pazienti dovrebbero essere valutati per verificare che essi non siano affetti da patologia attiva causata da tubercolosi polmonare o da altri micobatteri. MYCOBUTIN può provocare una colorazione rosso-arancio alle urine, alla pelle e alle secrezioni corporee. Va evitato l’uso di lenti a contatto morbide. Lievi alterazioni della funzionalità epatica e renale non richiedono aggiustamento della dose. MYCOBUTIN dovrebbe essere usato con cautela in casi di grave insufficienza epatica. Da lievi a moderati danni renali non richiedono un aggiustamento della dose. Una grave insufficienza renale (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min) richiede una riduzione del dosaggio del 50%. Si raccomanda il monitoraggio dei globuli bianchi, della conta delle piastrine e degli enzimi epatici, durante il trattamento. Come per la maggior parte dei farmaci, ogni significativa alterazione osservata nella funzionalità epatica e nei valori dei globuli bianchi deve essere attentamente valutata e, nel caso di alterazioni significative e permanenti, considerata la possibilità di sospendere il trattamento. Quando Mycobutin viene somministrato in associazione con claritromicina nel trattamento dell’infezione da MAC, la dose di Mycobutin deve essere ridotta a 300 mg (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere attentamente monitorati per la possibilità che nel corso della terapia insorga una uveite, quando la rifabutina viene somministrata in combinazione con claritromicina (o altri macrolidi) e/o fluconazolo (e composti correlati). Se si presentano sintomi che fanno pensare ad una uveite, richiedere la consulenza di uno specialista oculista. Se necessario interrompere la terapia (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). L’uveite associata alla terapia con rifabutina deve essere distinta da altre complicanze oculari da HIV. Gli inibitori della proteasi agiscono come substrati o inibitori del metabolismo mediato dagli enzimi del sottogruppo 3A4 del citocromo CYP 450. Pertanto, a causa delle significative interazioni farmacologiche tra gli inibitori della proteasi e la rifabutina, l’uso concomitante deve essere fondato sulla valutazione generale del paziente e sul suo profilo farmacologico specifico (vedere paragrafo 4.5). Per ulteriori indicazioni riguardanti gli inibitori della proteasi, si prega di fare riferimento ai relativi Riassunti delle Caratteristiche del Prodotto o di contattare i rispettivi Titolari AIC. Con l’uso di quasi tutti gli antibiotici, tra cui la rifabutina, sono stati segnalati casi di diarrea associata a Clostridium difficile (CDAD), la cui gravità può variare da diarrea lieve a colite fatale. Il trattamento con gli antibiotici altera la normale flora del colon e porta a una crescita eccessiva di C. difficile. Il C. difficile produce le tossine A e B che contribuiscono allo sviluppo della diarrea. I ceppi di C. difficile che producono tossine in eccesso causano un aumento dei tassi di morbilità e mortalità, poiché queste infezioni sono in genere refrattarie alla terapia antibatterica e richiedono spesso una colectomia. Bisogna considerare la possibilità di diarrea associata a C. difficile in tutti i pazienti che presentano diarrea a seguito di trattamento antibiotico. È inoltre necessaria un’attenta anamnesi poiché i casi di diarrea associata a C. difficile sono stati segnalati anche oltre due mesi dopo la somministrazione di antibiotici.

Interazioni

La somministrazione di rifabutina in dosi multiple è stata correlata all’induzione degli enzimi metabolici epatici del sottogruppo 3A del citocromo CYP 450. Anche il principale metabolita della rifabutina (25-desacetil rifabutina, LM 565) può contribuire a questo effetto. L’induzione metabolica dovuta alla rifabutina provoca probabilmente una diminuzione dei livelli in circolo dei farmaci somministrati in concomitanza (specialmente quelli metabolizzati dal percorso CYP 450 3A). Dai dati farmacocinetici si evince che l’induzione enzimatica da parte della rifabutina è completa entro 5 giorni ed è dose-dipendente per quanto riguarda i dosaggi da 300 mg a 600 mg. Analogamente, i farmaci concomitanti che inibiscono competitivamente l’attività del CYP 450 3A possono aumentare i livelli di rifabutina in circolo. La Tabella 1 riassume i risultati e l’entità delle interazioni farmacologiche osservate con la rifabutina. La rilevanza clinica di queste interazioni e le successive variazioni posologiche devono essere considerate alla luce della popolazione in studio, della gravità della patologia, del profilo farmacologico del paziente e del probabile impatto sul rapporto rischio/beneficio. Anche se la rifabutina e la rifampicina hanno strutture simili, le rispettive proprietà fisico-chimiche (es. ionizzazione e coefficienti di partizione) inducono a ritenere che esistano notevoli differenze tra loro per quanto riguarda la biodistribuzione e il potenziale d’induzione dell’enzima CYP 450. Le proprietà di induzione enzimatica della rifabutina sono meno pronunciate di quelle della rifampicina. I dati mostrano che la rifabutina è un induttore da 2 a 3 volte più debole della rifampicina. Pertanto, se le variazioni dei livelli di farmaco in circolo influiscono sulla risposta del paziente, l’impatto clinico di potenziali interazioni con altri medicinali sarà probabilmente minore con la rifabutina rispetto alla rifampicina. Malassorbimento L’alterazione del pH gastrico dovuta all’infezione da HIV in progressione è stata collegata con il malassorbimento di alcuni farmaci usati nei pazienti positivi all’HIV (p. es. rifampicina, isoniazide). I dati sulle concentrazioni sieriche dei pazienti affetti da AIDS a diversi livelli di gravità (sulla base delle conte del CD4+) evidenziano che l’assorbimento della rifabutina non è influenzato dalla progressione dell’infezione da HIV. Tabella 1. Studi di interazione con la Rifabutina

Farmaci concomitanti Effetto sulla Rifabutina Effetto sul farmaco concomitante Commenti
ANTIVIRALI
Amprenavir ↑ 2.9 AUC, Nessun cambiamento significativo della cinetica. Nessun cambiamento significativo della cinetica.
↑ 2.2 Cmax
Delavirdina Studio condotto su pazienti affetti da HIV-1. La rifabutina non è raccomandata per i pazienti in terapia con delavirdina mesilato 400 mg ogni 8 ore. ↑ 5 clearance orale, che determina una media significativamente inferiore delle concentrazioni plasmatiche minime (da 18±15 a 1.0±0.7 mcM) Studio condotto su pazienti affetti da HIV-1. La rifabutina non è raccomandata per i pazienti in terapia con delavirdina mesilato 400 mg ogni 8 ore.
Didanosina Nessun cambiamento significativo della cinetica. Nessun cambiamento significativo della cinetica allo steady state.  
Fosamprenavir/ritonavir ↑ 64% AUC ** ↑ 35% AUC e ↑ 36% In co-somministrazione con fosamprenavir, si raccomanda una riduzione della dose di rifabutina di almeno il 75% (fino a 150 mg a giorni alterni o tre volte a settimana).
Cmax, nessun effetto
Cmin (amprenavir)
Indinavir ↑ 204% AUC ↓ 32% AUC  
Lopinavir/ritonavir ↑ 5.7 AUC, Nessun cambiamento significativo della cinetica del opinavi. Si raccomanda una riduzione di rifabutina di almeno il 75% della dose abituale di 300 mg/die (p. es. una dose massima di 150 mg a giorni alterni o tre volte a settimana). È richiesto un monitoraggio più intenso delle reazioni avverse. Potrebbe essere necessaria una ulteriore riduzione del dosaggio di rifabutina.
↑ 3.4 Cmax**
Saquinavir ND ↓ 40% AUC  
Ritonavir Aumento di 4 volte della AUC, aumento di 2.5 volte della Cmax ND In presenza di ritonavir, può aumentare il conseguente rischio di effetti indesiderati, compresa l’uveite. Se è necessario un inibitore della proteasi in pazienti trattati con rifabutina, bisogna prendere in considerazione farmaci diversi dal ritonavir (vedere anche paragrafo 4.4).
Tipranavir/ritonavir ↑ 2.9 AUC, Nessun cambiamento significativo della cinetica del tipranavir. Si raccomanda il monitoraggio farmacoterapeutico della rifabutina.
↑ 1.7 Cmax
Zidovudina Nessun cambiamento significativo della cinetica. ↓ 32% circa della Cmax e della AUC Uno studio clinico controllato di grandi dimensioni ha mostrato che questi cambiamenti non hanno rilevanza clinica.
ANTIMICOTICI
Fluconazolo ↑ 82% AUC Nessun cambiamento significativo delle concetrazioni plasmatiche allo steady state.  
Itraconazolo ND ↓ da 70% a 75% della Cmax e della AUC Da una segnalazione si evince un’interazione cinetica che determina un aumento dei livelli sierici di rifabutina e il rischio di sviluppare uveite, in presenza di itraconazolo.
Posaconazolo ↑ 31% Cmax, ↓43% Cmax, Se i farmaci sono somministrati in concomitanza, bisogna monitorare i pazienti per gli eventi avversi correlati alla somministrazione di ifabutina.
↑ 72% AUC ↓49% AUC
Voriconazolo ↑ 195% Cmax, Rifabutina (300 mg una volta al giorno) ha diminuito la Cmax e l’AUC di voriconazolo a 200 mg due volte al giorno, rispettivamente del 69% e del 78%. Durante la cosomministrazione con rifabutina, la Cmax e l’AUC di voriconazolo a 350 mg due volte al giorno erano pari al 96% e al 68% dei livelli raggiunti quando somministrato da solo a 200 mg due volte al giorno. Con un dosaggio di voriconazolo pari a 400 mg due volte al giorno, la Cmax e l’AUC erano più alte rispettivamente del 104% e del 87%, rispetto al voriconazolo da solo a 200 mg due volte al giorno. Se il beneficio supera il ischio, la rifabutina può essere somministrata in concomitanza con il voriconazolo, se la dose di mantenimento di voriconazolo viene aumentata a 5 mg/kg per via endovenosa ogni 12 ore, o da 200 mg a 350 mg per via orale ogni 12 ore (da 100 mg a 200 mg per via orale, ogni 12 ore nei pazienti di peso inferiore a 40 kg). Si raccomanda un attento monitoraggio della conta ematica completa e degli eventi avversi di rifabutina (p.es. uveite), quando la rifabutina è somministrata in concomitanza con il voriconazolo.
↑331% AUC ***
ANTI-PCP (Pneumocystis carinii pneumonia)
Dapsone ND ↓ da 27% a 40% circa dell’AUC Studio condotto su pazienti affetti da HIV (acetilatori rapidi e lenti).
Sulfametoxazolo-Trimetoprim Nessun cambiamento significativo di Cmax e AUC ↓ da 15% a 20% circa dell’AUC In un altro studio, soltanto il trimetoprim (non il sulfametoxazolo) ha avuto ↓ 14% dell’AUC e ↓ 6% della Cmax, ma queste diminuzioni non sono state considerate clinicamente significative.
ANTI-MAC (Mycobacterium avium intracellulare complex)
Azitromicina Nessuna interazione farmacocinetica Nessuna interazione farmacocinetica  
Claritromicina ↑ 77% circa dell’AUC ↓ 50% circa dell’AUC Studio condotto su pazienti affetti da HIV. La dose di rifabutina deve essere aggiustata in presenza di claritromicina (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
ANTI-TB (Tuberculosis)
Etambutolo ND Nessun cambiamento significativo diAUC o Cmax  
Isoniazide ND Farmacocinetica non impattata.  
Pirazinamide ND ND Dati di studio in corso di valutazione.
VARIE
Metadone ND Nessun effetto significativo Nessun effetto apparente della rifabutins né sui livelli di picco del metadone né sull’esposizione sistemica basata sull’AUC. Cinetica della rifabutin non valutata.
Contraccettivi orali ND ND Dati di studio in corso di valutazione. Si deve consigliare alle pazienti l’impiego di altri metodi contraccettivi. Tacrolimus ND ND Gli autori segnalano
Tacrolimus ND ND Gli autori segnalano che la rifabutina diminuisce i livelli ematici minimi del tacrolimus
Teofillina ND Nessuna modifica significativa di AUC o Cmax rispetto al basale.  
* ND - Nessun dato AUC - Area sotto la curva concentrazione/tempo Cmax - Concentrazione sierica massima ** Farmaco più metabolita attivo *** Voriconazolo somministrato a 400 mg due volte al giorno

Effetti indesiderati

La tollerabilità di MYCOBUTIN nei regimi di associazione è stata valutata sia in pazienti immunocompetenti sia in pazienti immunocompromessi, affetti da micobatteriosi tubercolari e non tubercolari in studi a lungo termine con dosaggi giornalieri fino a 600 mg. Il periodo di trattamento era di 6-12 mesi e più ed il range di dosi pari a 150-600 mg. Non è sempre possibile definire un chiaro rapporto di correlazione tra effetto indesiderato e somministrazione di MYCOBUTIN, essendo questo comunemente utilizzato in regimi di associazione. L’interruzione del trattamento è stata necessaria solo in pochi casi. Le reazioni avverse identificate negli studi clinici o nella fase di sorveglianza post-markeing suddivise in base alla classificazione per sistemi e organi sono elencate nella tabella sottostante. Nella tabella sottostante, le reazioni avverse sono elencate per sistemi e organi, e per frequenza (molto comune (≥1/10), comune (≥1/100 e <1/10), non comune (≥1/1.000 e <1/100), raro (≥1/10.000 e <1/1,000), molto raro (<1/10.000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)). Nell’ambito di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono elencati in ordine di gravità decrescente.

Classificazione MedDRA per sistemi e organi Frequenza Effetti indesiderati Commenti
Patologie del sistema emolinfopoietico Molto comune Leucopenia (tasso d’incidenza = 10.2%) (Comune con placebo; tasso d’incidenza = 7.4%)
Comune Anemia (tasso d’incidenza = 1.3%) (Comune con placebo; tasso d’incidenza = 2.2%)
Non comune Pancitopenia (tasso d’incidenza = 0.5%) (Non comune con placebo; tasso d’incidenza = 0.2%)
Agranulocitosi* -
Linfopenia* -
Granulocitopenia* -
Neutropenia* -
Diminuzione della conta dei globuli bianchi* -
Diminuzione della conta degli eosinofili* -
Trombocitopenia (tasso d’incidenza = 0.5%) (Comune con placebo; tasso d’incidenza = 1.3%)
Diminuzione della conta piastrinica* -
Disturbi del sistema immunitario Comune Rash (tasso d’incidenza = 6.2%) (Comune con placebo; tasso d’incidenza = 3.4%)
Non comune Ipersensibilità* -
Broncospasmo* -
Eosinofilia -
Patologie dell’occhio Non comune Uveite* -
Depositi corneali* -
Patologie gastrointestinali Comune Nausea (tasso d’incidenza = 6.2%) (Comune con placebo; (tasso di incidenza = 3.6%)
Non comune Vomito (tasso d’incidenza = 0.9%) (Non comune con placebo; tasso di incidenza = 0.9%)
Patologie epatobiliari Non comune Ittero -
Aumento degli enzimi epatici* -
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune Scolorimento della pelle -
Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo Comune Mialgia (tasso d’incidenza = 2.0%) (Non comune con placebo; tasso di incidenza = 0.4%)
Non comune Artralgia (tasso d’incidenza = 0.9%) (Comune con placebo; tasso di incidenza = 1.3%)
Disturbi generali e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune Piressia (tasso di incidenza = 2.0%) (Comune con placebo; tasso di incidenza = 1.3%)
* La frequenza è stata calcolata sulla base delle informazioin contenute nel database di farmacovigilanza postmarketing. N.B. Lo shock e la colite da Clostridium difficile sono reazioni avverse obbligatorie per la classe farmacologica di appartenenza; nessuno dei due eventi è stato osservato negli studi clinici né nelle segnalazioni spontanee per la rifabutina.

Gravidanza e allattamento

Non ci sono studi adeguati e ben controllati nelle donne in gravidanza o in allattamento. Sono stati condotti studi di riproduzione su ratti e conigli, ai quali sono state somministrate dosi di rifabutina fino a 200 mg/kg (40 volte la dose giornaliera raccomandata nell’uomo). Non è stata osservata nessuna teratogenicità in entrambe le specie. Nei ratti che avevano ricevuto dosi di 200 mg/kg/die si è verificata una diminuzione della sopravvivenza fetale. Nei ratti che avevano ricevuto dosi di 40 mg/kg/die (8 volte la dose giornaliera raccomandata nell’uomo), la rifabutina ha provocato un aumento di varianti dello scheletro del feto. Nei conigli, a dosi di 80 mg/kg/die (16 volte la dose giornaliera raccomandata nell’uomo), la rifabutina ha causato tossicità materna e aumento delle malformazioni dello scheletro fetale. Poiché gli studi sulla riproduzione animale non sono sempre predittivi della risposta umana, la rifabutina non deve essere somministrata a donne in gravidanza o in allattamento.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.