ATC: N06AX11 | Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI |
Presenza Glutine:
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Classe 1: A | Forma farmaceutica: COMPRESSE RIVESTITE |
Presenza Lattosio:
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Trattamento di episodi di depressione maggiore.
Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:
Interazioni farmacodinamiche La mirtazapina non deve essere somministrata in combinazione con i MAO inibitori entro due settimane dalla fine del trattamento con queste sostanze. Allo stesso modo devono passare circa 2 settimane prima che i pazienti trattati con mirtazapina possano essere trattati con MAO inibitori (vedere paragrafo 4.3). Inoltre, come con gli SSRI, la co–somministrazione di altre sostanze serotoninergiche (L–triptofano, triptani, tramadolo, linezolid, blu di metilene, SRRI, venlafaxina, litio ed preparazioni di Erba di S. Giovanni – Hypericum perforatum), può portare ad un incidenza di effetti associati alla serotonina (sindrome serotoninergica: vedere paragrafo 4.4). Si raccomanda cautela ed attento monitoraggio clinico quando queste sostanze attive vengono associate con la mirtazapina. La mirtazapina può aumentare l’effetto sedativo delle benzodiazepine e di altri sedativi (in particolare antipsicotici, antistaminici H1 antagonisti, oppiodi). Si raccomanda cautela se questi medicinali vengono prescritti in associazione a mirtazapina. La mirtazapina può aumentare l’effetto depressivo sul sistema nervoso centrale dell’alcool. I pazienti devono quindi essere avvisati di evitare l’uso di bevande alcoliche mentre assumono mirtazapina. La mirtazapina, alla dose di 30 mg una volta al giorno, provoca un aumento lieve, ma statisticamente significativo del rapporto internazionale normalizzato (INR) nei soggetti trattati con warfarina. Poiché a dosi più alte di mirtazapina non si può escludere un effetto più pronunciato, è consigliabile il monitoraggio dell’INR in caso di trattamento concomitante con warfarina e mirtazapina. Il rischio di prolungamento dell’intervallo QT e/o di aritmie ventricolari (ad es. torsioni di punta) può aumentare con l’uso concomitante di medicinali che prolungano l’intervallo QT (ad es. alcuni antipsicotici e antibiotici). Interazioni farmacocinetiche La carbamazepina e la fenitoina che inducono il CYP3A4, aumentano la clearance della mirtazapina di circa 2 volte e quindi riducono i suoi livelli plasmatici medi rispettivamente del 45% e del 60%. Se la carbamazepina o un’altra sostanza che induce il metabolismo epatico (come la rifampicina), viene associata alla mirtazapina può essere necessario aumentarne la dose. Se viene interrotto il trattamento con questi medicinali, può essere necessario ridurre la dose di mirtazapina. La co–somministrazione del ketoconazolo, un potente inibitore del CYP3A4 aumenta i livelli del picco plasmatico e l’AUC della mirtazapina rispettivamente di circa il 40% ed il 50%.Quando la cimetidina (debole inibitore del CYP1A2, CYP2D6 E CYP3A4) viene somministrata con la mirtazapina, la concentrazione plasmatica media della mirtazapina può aumentare più del 50%. Si deve usare cautela e la dose può dover essere diminuita, quando la mirtazapina viene co–somministrata con potenti inibitori del CYP3A4, inibitori della proteasi HIV, antimicotici azoici, eritromicina, cimetidina o nafazodone. Gli studi di interazione non hanno rivelato alcun effetto farmacocinetico rilevante sui trattamenti concomitanti di mirtazapina con paroxetina, amitriptilina, risperidone o litio. Popolazione pediatrica Gli studi di interazione sono stati effettuati solo negli adulti.
Scheda tecnica (RCP) Composizione:
Ogni compressa rivestita con film contiene 30 mg di mirtazapina.Eccipienti con effetto noto: Ogni compressa contiene 226,5 mg di lattosio anidro e 1,8 mg di lattosio monoidrato. Per l’elenco completo degli eccipienti vedere sezione 6.1
Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualunque dei suoi eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Uso concomitante della mirtazapina con gli inibitori della aminomonossidasi (vedere paragrafo 4.5.)
Posologia
Posologia Adulti: La dose giornaliera efficace è generalmente compresa tra 15 e 45 mg; la dose iniziale è di 15 o 30 mg. La mirtazapina comincia a esercitare la sua azione generalmente dopo 1–2 settimane di trattamento. Il trattamento con una dose adeguata dovrebbe determinare una risposta positiva entro 2–4 settimane. In presenza di una risposta insufficiente, si può aumentare la dose fino a raggiungere la dose massima. Se non si osserva alcuna risposta nell’arco di ulteriori 2–4 settimane, si deve interrompere il trattamento. I pazienti con depressione devono essere trattati per un periodo sufficiente, di almeno 6 mesi per assicurare che siano asintomatici. Si raccomanda di sospendere il trattamento con mirtazapina in modo graduale per evitare sintomi da sospensione (vedere paragrafo 4.4). Pazienti anziani: La dose raccomandata è la stessa che per gli adulti. Negli anziani l’aumento della dose deve essere attuato, sotto attenta supervisione per ottenere una risposta sicura e soddisfacente. Popolazione pediatrica: Mirtazapina Mylan Generics non deve essere utilizzata per i bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età poiché l’efficacia non è stata dimostrata in due studi clinici a breve termine (vedere paragrafo 5.1) e per problemi di sicurezza (vedere paragrafo 4.4, 4.8 e 5.1) Pazienti con compromissione renale: L’eliminazione della mirtazapina può diminuire in pazienti con compromissione renale da moderata a grave (clearance della creatinina < 40 ml/min). Ciò deve essere tenuto in considerazione quando si prescrive mirtazapina a questa categoria di pazienti (vedere paragrafo 4.4). Pazienti con compromissione epatica L’eliminazione della mirtazapina può diminuire in pazienti con compromissione epatica. Ciò deve essere tenuto in considerazione quando si prescrive mirtazapina a questa categoria di pazienti, particolarmente con grave compromissione epatica, in quanto tali pazienti non sono stati studiati (vedere paragrafo 4.4). Modo di somministrazione L’emivita di eliminazione della mirtazapina è di 20–40 ore e pertanto mirtazapina può essere assunta una volta al giorno. Il farmaco deve essere assunto preferibilmente come dose singola notturna subito prima di coricarsi. Mirtazapina può anche essere suddivisa in 2 dosi separate assunte una al mattino ed una alla sera. La dose maggiore deve essere assunta alla sera. Le compresse devono essere assunte per via orale, con del liquido e devono essere deglutite senza masticarle.
Avvertenze e precauzioni
Popolazione pediatrica La Mirtazapina non deve essere utilizzata per il trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età. Comportamenti suicidari (tentativi di suicidio e ideazione suicidaria) e ostilità (essenzialmente aggressività, comportamento di opposizione e collera) sono stati osservati con maggiore frequenza negli studi clinici effettuati su bambini ed adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo. Qualora, in base ad esigenze mediche, dovesse essere presa la decisione di effettuare il trattamento, il paziente deve essere sorvegliato attentamente per quanto concerne la comparsa di sintomi suicidari. Per di più, non sono disponibili i dati sulla sicurezza a lungo termine per i bambini e gli adolescenti per quanto concerne la crescita, la maturazione e lo sviluppo cognitivo e comportamentale. Suicidio/ideazione suicidaria o peggioramento clinico La depressione è associata con un aumentato rischio di pensieri suicidari, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al suicidio). Questo rischio persiste fino a quando non compare una significativa remissione. Poiché il miglioramento può non comparire durante le prime settimane di trattamento o in quelle immediatamente successive, i pazienti devono essere attentamente monitorati fino a quando non compare un miglioramento. E’ esperienza clinica generale che il rischio di suicidio può aumentare nelle prime fasi del miglioramento. I pazienti con anamnesi positiva di eventi correlati al suicidio, quelli che presentano un rilevante grado di ideazione suicidaria prima dell’inizio del trattamento, sono noti per presentare un maggior rischio di ideazione suicidaria o di tentativi di suicidio e devono essere sottoposti ad attento monitoraggio durante il trattamento. Una meta–analisi di studi clinici condotti con farmaci antidepressivi controllati con placebo in pazienti adulti con disturbi psichiatrici ha mostrato un aumentato rischio di comportamenti suicidari nei pazienti con età inferiore ai 25 anni in trattamento con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo. Attenta supervisione dei pazienti in particolare di quelli ad alto rischio deve accompagnare la terapia specialmente all’inizio del trattamento ed in seguito a cambio della dose. I pazienti (e chi ne ha cura) devono essere allertati circa la necessità di monitorare ogni peggioramento clinico, comportamento o pensieri suicidari ed insoliti cambiamenti nel comportamento e chiedere immediatamente assistenza medica se sono presenti tali sintomi. A causa del rischio di suicidio, si deve consegnare al paziente solo un limitato quantitativo di compresse di mirtazapina, particolarmente all’inizio della terapia, congruo con una corretta gestione del paziente, al fine di ridurre il rischio di sovradosaggio. Depressione midollare Durante il trattamento con mirtazapina è stata riportata depressione midollare che solitamente si manifesta con granulocitopenia o agranulocitosi. Agranulocitosi reversibile è pure stata riportata, come evenienza rara in studi clinici con mirtazapina. Nel periodo successivo alla commercializzazione, sono stati riportati casi molto rari di agranulocitosi, per lo più reversibili, ma in alcuni casi fatali. I casi fatali nella maggior parte riguardavano pazienti con età maggiore di 65 anni. Il medico deve essere allertato da sintomi quali febbre, mal di gola, stomatite o altri sintomi di infezione. Se si manifestano tali sintomi, il trattamento deve essere sospeso e deve essere eseguita una conta delle cellule del sangue. Ittero Il trattamento deve essere sospeso se compare ittero. Condizioni che richiedono supervisione Un’attenta scelta del dosaggio ed un adeguato monitoraggio sono necessari in pazienti con: – epilessia o sindrome organica cerebrale: sebbene l’esperienza clinica indichi che gli attacchi epilettici compaiono raramente in pazienti trattati con mirtazapina, come con altri antidepressivi, la mirtazapina deve essere introdotta con cautela in pazienti con precedenti di convulsioni. Il trattamento deve essere sospeso in qualsiasi paziente che presenta convulsioni o nel quale vi sia un aumento della frequenza delle convulsioni.– compromissione epatica: dopo una singola dose orale di 15 mg di mirtazapina, la clearance della mirtazapina è diminuita di circa il 35% in pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata, rispetto a soggetti con funzionalità epatica normale. La concentrazione plasmatica media della mirtazapina era aumentata di circa il 55%. – compromissione renale: dopo una singola dose orale di 15 mg di mirtazapina in pazienti con compromissione renale moderata (clearance della creatinina < 40 mg/ml) e grave clearance della creatinina < 10 mg/ml), la clearance della mirtazapina è diminuita rispettivamente di circa il 30% e 50%, rispetto ai soggetti normali. La concentrazione plasmatica media di mirtazapina è risultata aumentata rispettivamente del 55% e del 115%. Non sono state trovate differenze significative in pazienti con compromissione renale lieve (clearance della creatinina < 80 mg/ml) rispetto al gruppo di controllo. – malattie cardiache come disturbi della conduzione, angina pectoris o infarto recente del miocardio, nei quali devono essere prese le normali precauzioni e deve essere esercitata cautela quando si devono somministrare farmaci concomitanti; – ipotensione; – diabete mellito: nei pazienti diabetici, gli antidepressivi possono alterare il controllo glicemico. Il dosaggio dell’insulina e/o degli ipoglicemizzanti orali possono aver bisogno di un aggiustamento e si raccomanda un attento monitoraggio. Inoltre, come per gli altri antidepressivi si deve prendere in considerazione che: – i sintomi psicotici possono peggiorare quando gli antidepressivi sono somministrati a pazienti con schizofrenia o altri disturbi psicotici; i pensieri paranoici si possono intensificare. – Quando la fase depressiva del disturbo bipolare deve essere trattata, può trasformarsi in una fase maniacale. I pazienti con anamnesi di mania/ipomania devono essere monitorati attentamente. La mirtazapina deve essere sospesa nei pazienti che entrano in fase maniacale. • Benché la mirtazapina non provochi dipendenza, l’esperienza post–marketing mostra che l’interruzione improvvisa del trattamento dopo somministrazione a lungo termine può, a volte, portare a sintomi da astinenza. La maggior parte delle reazioni da astinenza sono lievi e si risolvono spontaneamente. Tra i vari sintomi di astinenza riportati, capogiri, ansia, agitazione, mal di testa e nausea sono i più frequenti. Anche se sono stati riportati come sintomi da sospensione, si deve tener conto che questi sintomi possono essere correlati con la malattia di base. Come raccomandato nel paragrafo 4.2, il trattamento con mirtazapina deve essere sospeso gradualmente. Si deve usare cautela in pazienti con disturbi della minzione, come ipertrofia prostatica ed in pazienti con glaucoma acuto ad angolo stretto ed aumentata pressione intra–oculare (benché non ci si debba aspettare l’insorgere di problemi poiché la mirtazapina presenta solo una debole attività anticolinergica). • Acatisia/irrequietezza psicomotoria: l’uso di antidepressivi è stato associato allo sviluppo di acatisia, caratterizzata da una irrequietezza soggettivamente spiacevole o penosa e di agitazione psicomotoria quale l’impossibilità di sedere o stare immobile. Ciò è più probabile che accada entro le prime settimane di trattamento. In pazienti che sviluppino questi sintomi, l’aumento della dose può essere dannosa. • Prolungamento dell’intervallo QT: casi di prolungamento dell’intervallo QT, torsione di punta, tachicardia ventricolare e morte improvvisa sono stati riportati durante l’uso successivo alla commercializzazione della mirtazapina. La maggioranza dei casi si è verificata in associazione con sovradosaggio o in pazienti con altri fattori di rischio per il prolungamento QT, incluso l’uso concomitante di medicinali che prolungano l’intervallo QT (vedere paragrafi 4.5 e 4.9). Si deve usare cautela quando la mirtazapina viene prescritta in pazienti con malattie cardiovascolari note o con anamnesi familiare per il prolungamento dell’intervallo QT e nell’uso concomitante con altri medicinali che si ritiene prolunghino l’intervallo QT. Iposodiemia Iponatremia, probabilmente dovuta ad inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico (SIADH) è stata riportata molto raramente con l’uso della mirtazapina. Si deve usare cautela nei pazienti a rischio, come i pazienti anziani o i pazienti in trattamento concomitante con medicinali noti per causare iponetramia. Sindrome serotoninergica Interazione con sostanze attive serotoninergiche: la sindrome serotoninergica può comparire quando inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) vengono co–somministrati con altre sostanze attive serotoninergiche (vedere paragrafo 4.5). I sintomi della sindrome serotoninergica possono essere: ipertermia, rigidità, mioclono, instabilità autonomia con possibili rapide fluttuazioni dei segni vitali, cambiamenti dello stato mentale che comprendono confusione, irritabilità ed agitazione estrema che progredisce in delirio e coma. Si deve usare cautela ed attento monitoraggio clinico quando queste sostanze vengono associate alla mirtazapina. Il trattamento con mirtazapina deve essere sospeso se compaiono tali eventi e deve essere iniziato un trattamento sintomatico di supporto. Dall’esperienza successiva alla commercializzazione risulta che la sindrome serotoninergica compare molto raramente in pazienti trattati con mirtazapina da sola (vedere paragrafo 4.8). Pazienti anziani I pazienti anziani sono spesso più sensibili specialmente alle reazioni avverse degli antidepressivi. Durante la sperimentazione clinica con mirtazapina l’incidenza di effetti indesiderati non è stata superiore negli anziani rispetto ad altre fasce di età. Lattosio Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, con deficienza della lattasi di Lapp o con malassorbimento di glucosio o galattosio non devono assumere questo farmaco.
Interazioni
Interazioni farmacodinamiche La mirtazapina non deve essere somministrata in combinazione con i MAO inibitori entro due settimane dalla fine del trattamento con queste sostanze. Allo stesso modo devono passare circa 2 settimane prima che i pazienti trattati con mirtazapina possano essere trattati con MAO inibitori (vedere paragrafo 4.3). Inoltre, come con gli SSRI, la co–somministrazione di altre sostanze serotoninergiche (L–triptofano, triptani, tramadolo, linezolid, blu di metilene, SRRI, venlafaxina, litio ed preparazioni di Erba di S. Giovanni – Hypericum perforatum), può portare ad un incidenza di effetti associati alla serotonina (sindrome serotoninergica: vedere paragrafo 4.4). Si raccomanda cautela ed attento monitoraggio clinico quando queste sostanze attive vengono associate con la mirtazapina. La mirtazapina può aumentare l’effetto sedativo delle benzodiazepine e di altri sedativi (in particolare antipsicotici, antistaminici H1 antagonisti, oppiodi). Si raccomanda cautela se questi medicinali vengono prescritti in associazione a mirtazapina. La mirtazapina può aumentare l’effetto depressivo sul sistema nervoso centrale dell’alcool. I pazienti devono quindi essere avvisati di evitare l’uso di bevande alcoliche mentre assumono mirtazapina. La mirtazapina, alla dose di 30 mg una volta al giorno, provoca un aumento lieve, ma statisticamente significativo del rapporto internazionale normalizzato (INR) nei soggetti trattati con warfarina. Poiché a dosi più alte di mirtazapina non si può escludere un effetto più pronunciato, è consigliabile il monitoraggio dell’INR in caso di trattamento concomitante con warfarina e mirtazapina. Il rischio di prolungamento dell’intervallo QT e/o di aritmie ventricolari (ad es. torsioni di punta) può aumentare con l’uso concomitante di medicinali che prolungano l’intervallo QT (ad es. alcuni antipsicotici e antibiotici). Interazioni farmacocinetiche La carbamazepina e la fenitoina che inducono il CYP3A4, aumentano la clearance della mirtazapina di circa 2 volte e quindi riducono i suoi livelli plasmatici medi rispettivamente del 45% e del 60%. Se la carbamazepina o un’altra sostanza che induce il metabolismo epatico (come la rifampicina), viene associata alla mirtazapina può essere necessario aumentarne la dose. Se viene interrotto il trattamento con questi medicinali, può essere necessario ridurre la dose di mirtazapina. La co–somministrazione del ketoconazolo, un potente inibitore del CYP3A4 aumenta i livelli del picco plasmatico e l’AUC della mirtazapina rispettivamente di circa il 40% ed il 50%.Quando la cimetidina (debole inibitore del CYP1A2, CYP2D6 E CYP3A4) viene somministrata con la mirtazapina, la concentrazione plasmatica media della mirtazapina può aumentare più del 50%. Si deve usare cautela e la dose può dover essere diminuita, quando la mirtazapina viene co–somministrata con potenti inibitori del CYP3A4, inibitori della proteasi HIV, antimicotici azoici, eritromicina, cimetidina o nafazodone. Gli studi di interazione non hanno rivelato alcun effetto farmacocinetico rilevante sui trattamenti concomitanti di mirtazapina con paroxetina, amitriptilina, risperidone o litio. Popolazione pediatrica Gli studi di interazione sono stati effettuati solo negli adulti.
Effetti indesiderati
I pazienti depressi presentano numerosi sintomi che sono associati con lo stato della malattia stessa. Pertanto a volte è difficile stabilire quali sintomi provengono dalla malattia stessa e quali sono una conseguenza del trattamento con mirtazapina. Le reazioni avverse riportate più comunemente, che si sono verificate in più del 5% dei pazienti trattati con mirtazapina in studi clinici randomizzati, controllati vs. placebo (vedere sotto) sono: sonnolenza, sedazione, secchezza del cavo orale, aumento ponderale, aumento dell’appetito, capogiri e affaticamento. Tutti gli studi clinici randomizzati, controllati vs. placebo (incluse le indicazioni diverse dai disturbi depressivi maggiori), sono stati valutati per quanto riguarda le reazioni avverse alla mirtazapina. La metanalisi ha considerato 20 studi, con una durata pianificata del trattamento fino a 12 settimane, con 1501 pazienti (134 pazienti–anno) che hanno ricevuto dosi di mirtazapina fino a 60 mg e 850 pazienti (79 pazienti–anno) trattati con placebo. Le fasi di estensione di questi studi sono state escluse per mantenere la confrontabilità con il trattamento con placebo. Nella tabella 1 è riportata l’incidenza per categoria delle reazioni avverse che negli studi clinici si sono manifestate con una frequenza maggiore, statisticamente significativa, durante il trattamento con Mirtazapina Mylan Generics rispetto al trattamento con placebo, e delle reazioni avverse riferite spontaneamente. La frequenza delle reazioni avverse emerse dalle segnalazioni spontanee è basata sul tasso di segnalazione di tali eventi negli studi clinici. La frequenza delle reazioni avverse da segnalazione spontanea per le quali non siano stati osservati casi con mirtazapina negli studi randomizzati controllati verso placebo è stata classificata come "non nota". Tabella 1: reazioni avverse con mirtazapina
Classi di organi e sistemi | Molto comuni (≥1/10) | Comuni (≥1/100, <1/10) | Non comuni (≥1/1000, <1/100) | Rari (≥1/10000, <1/1000) | Frequenza non nota (non può essere stimata dai dati disponibili) |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Depressione midollare (granulocitopenia, agranulocitosi , anemia aplastica e trombocitopenia) Eosinofilia | ||||
Patologie endocrine | Inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico | ||||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Aumento dell’appetito1 Aumento del peso1 | Iponatremia | |||
Disturbi psichiatrici | Sogni anormali Confusione Ansia 2,5 Insonnia 3.5 | Incubi Mania Agitazione Allucinazioni Irrequietezza psicomotoria (inc. acatisia, ipercinesia) | Aggressività | Ideazione di suicidio6, comportamento suicida6 | |
Patologie del sistema nervoso | Sonnolenza1,4 Sedazione1,4 Cefalea2 | Letargia1 Capogiri Tremore | Parestesia2 Sindrome delle gambe senza riposo Sincope | Mioclono | Convulsioni Sindrome serotoninergica Parestesia orale Disartria |
Patologie vascolari | Ipotensione ortostatica | Ipotensione 2 | |||
Patologie gastrointestinali | Secchezza del cavo orale | Nausea 3 Diarrea 2 Vomito 2 Stitichezza1 | Ipoestesia orale | Pancreatite | Edema della bocca Scialorrea |
Patologie epatobiliari | Aumento dell’attività delle transaminasi sieriche | ||||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Esantema 2 | Sindrome di Stevens– Johnson Dermatite bollosa Eritema multiforme Necrolisi epidermica tossica | |||
Patologie del sistema muscolo–scheletrico e del tessuto connettivo | Artralgia Mialgia Dolore alla schiena 1 | Rabdomiolisi | |||
Patologie renali ed urinarie | Ritenzione urinaria | ||||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Edema periferico Affaticamento | Sonnambulismo Edema generalizzato Edema localizzato | |||
Esami di laboratorio | Aumento della creatina chinasi |
Gravidanza e allattamento
Gravidanza Dati limitati sull’uso della mirtazapina in donne gravide non indicano un aumento del rischio di malformazioni congenite. Studi sugli animali non hanno mostrato effetti teratogeni di rilevanza clinica, tuttavia è stata osservata tossicità sullo sviluppo (vedere paragrafo 5.3). Dati epidemiologici hanno suggerito che l’uso di inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRIs) in gravidanza, soprattutto verso la fine della gravidanza, può aumentare il rischio di ipertensione polmonare persistente nel neonato (IPPN). Sebbene nessuno studio abbia analizzato l’associazione di IPPN al trattamento con mirtazapina, tale rischio potenziale non può essere escluso tenendo conto del meccanismo connesso di azione (aumento delle concentrazioni di serotonina). Si deve usare cautela nella prescrizione a donne gravide. Se la mirtazapina viene usata fino alla nascita o fino a poco prima della nascita, si raccomanda il monitoraggio postnatale del neonato, per valutare possibili effetti da sospensione. Allattamento Esperimenti sugli animali e dati limitati nella specie umana hanno mostrato che la quantità di mirtazapina escreta nel latte è molto piccola. La decisione se continuare/sospendere l’allattamento o continuare/sospendere la terapia con mirtazapina, deve essere presa tenendo conto del beneficio dell’allattamento al seno per il bambino ed il beneficio della terapia per la madre. Fertilità Studi non clinici di tossicità riproduttiva negli animali non hanno mostrato alcun effetto sulla fertilità.
Conservazione
Conservare nella confezione originale. Blister: Tenere i blister nella confezione esterna. Flacone: Tenere il flacone ben chiuso.