ATC: N05BA06 | Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 3V IN 30GIORNI |
Presenza Glutine:
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Classe 1: C | Forma farmaceutica: COMPRESSE RIVESTITE DIVISIBILI |
Presenza Lattosio:
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Ansia, tensione ed altre manifestazioni somatiche o psichiatriche associate con sindrome ansiosa. Insonnia. Le benzodiazepine sono indicate soltanto quando il disturbo è grave, disabilitante e sottopone il soggetto a grave disagio.
Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:
Associazioni non raccomandate Alcool: l’assunzione concomitante con alcool va evitata, in quanto gli effetti sedativi sono potenziati. Inoltre la capacità di guidare e di usare macchinari viene compromessa. Sodio oxibato: evitare l’uso concomitante, (potenziamento degli effetti del sodio oxibato, con possibile aumento della sonnolenza e del rischio di depressione respiratoria). Inibitori della proteasi dell’HIV: evitare l’uso concomitante, in quanto vi è un aumentato rischio di sedazione prolungata. Associazioni da tenere in considerazione Farmaci ad azione centrale: quando lorazepam viene usato in combinazione con farmaci quali neurolettici, antipsicotici, tranquillanti, antidepressivi, ipnotici, analgesici, anestetici, barbiturici ed antistaminici sedativi si può verificare un potenziamento degli effetti deprimenti centrali. Nel caso degli analgesici narcotici si può avere un aumento dell’euforia con conseguente, possibile, aumento della dipendenza psichica. Farmaci antiepilettici: gli studi di farmacocinetica sulle interazioni potenziali tra benzodiazepine e farmaci antiepilettici hanno dato risultati contrastanti. Sono stati riportati, infatti, sia riduzione che aumento dei livelli dei farmaci nel siero, come pure nessuna variazione. L’assunzione concomitante di fenobarbitale può determinare un effetto additivo sul Sistema Nervoso Centrale (SNC). È necessaria una particolare attenzione nell’aggiustare la dose all’inizio del trattamento. Nel caso delle idantoine o di barbiturici, gli effetti indesiderati possono essere più evidenti. La somministrazione contemporanea di lorazepam con il valproato può risultare in un aumento delle concentrazioni nel plasma e una ridotta eliminazione di lorazepam, con aumento del rischio di sonnolenza (inibizione della glucuronidazione del lorazepam da parte del valproato). Il dosaggio di lorazepam deve essere ridotto del 50% quando è co–somministrato con il valproato. Clozapina: con l’uso concomitante di clozapina e lorazepam sono stati segnalati sedazione marcata, salivazione eccessiva, ipotensione, atassia, delirio ed arresto respiratorio. Loxapina: sono stati riportati casi di stupor marcato, riduzione significativa della frequenza respiratoria e, in un caso, ipotensione, quando lorazepam è stato somministrato in concomitanza alla loxapina. Probenecid: la somministrazione contemporanea di lorazepam con il probenecid può risultare in una insorgenza più rapida o in un prolungamento dell’effetto di lorazepam dovuti ad una emivita prolungata o ad una ridotta eliminazione del lorazepam. Il dosaggio di lorazepam deve essere ridotto del 50% quando è co–somministrato con il probenecid. Altri farmaci che aumentano l’effetto sedativo delle benzodiazepine: l’effetto sedativo delle benzodiazepine, incluso lorazepam, può essere aumentato dalla somministrazione concomitante di cisapride, lofexidina, nabilone, disulfiram e di miorilassanti ad azione centrale come il baclofene e la tizanidina. Sostanze che influenzano gli enzimi epatici (in particolare il citocromo P450) · Inibitori (per es.: cimetidina, isoniazide, eritromicina, omeprazolo ed esomeprazolo): riducono la clearance e possono potenziare gli effetti delle benzodiazepine. L’itraconazolo, il ketoconazolo e, in grado minore, il fluconazolo e il voriconazolo sono inibitori potenti dell’isoenzima CYP3A4 del citocromo P450 e possono aumentare i livelli plasmatici delle benzodiazepine, i cui effetti possono essere aumentati e prolungati da un uso concomitante. Pertanto può essere necessario ridurre la dose della benzodiazepina; · Induttori (per es.: rifampicina): possono aumentare la clearance delle benzodiazepine. Antiipertensivi, vasodilatatori e diuretici: potenziamento dell’effetto ipotensivo con ACE–inibitori, alfa–bloccanti, antagonisti del recettore II dell’angiotensina, bloccanti dei canali del calcio, beta–bloccanti, moxonidina, nitrati, idralazina, minoxidil, nitro prussiato di sodio e diuretici. Con gli alfa–bloccanti e la moxonidina si può avere un potenziamento dell’effetto sedativo. Antiacidi: possono ritardare l’assorbimento di lorazepam. Contraccettivi contenenti estrogeni: possono inibire il metabolismo epatico del lorazepam. Teofillina/aminofillina: possono aumentare il metabolismo delle benzodiazepine, incluso lorazepam e, quindi, ridurne gli effetti. Caffeina: l’uso concomitante può determinare una riduzione dell’effetto sedativo ed ansiolitico di lorazepam. Succo di pompelmo: l’effetto inibente sul CYP3A4 può determinare un incremento delle concentrazioni plasmatiche di lorazepam (possibile aumento della sedazione e amnesia). Sebbene questa interazione possa essere irrilevante nei soggetti sani, fattori come l’età avanzata o la presenza di cirrosi epatica possono aumentare il rischio di eventi avversi in caso di co–somministrazione.
Scheda tecnica (RCP) Composizione:
Ogni compressa rivestita con film da 1 mg contiene Principio attivo: lorazepam 1 mg Ogni compressa rivestita con film da 2,5 mg contiene Principio attivo: lorazepam 2,5 mg Eccipienti con effetto noto: lattosio monoidrato. Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1
Controindicazioni
– Ipersensibilità al principio attivo (lorazepam), alle benzodiazepine o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. – Miastenia gravis. – Grave insufficienza respiratoria, sindrome da apnea notturna (rischio di ulteriore depressione respiratoria). – Grave insufficienza epatica (può precipitare l’encefalopatia).. – Glaucoma ad angolo stretto. – Gravidanza (vedere paragrafo 4.6)
Posologia
Lorazepam Ranbaxy è somministrato per via orale. Per avere risultati ottimali la dose, la frequenza di somministrazione e la durata della terapia devono essere adattate individualmente secondo la risposta del paziente. Deve essere prescritta la dose minima efficace per il più breve tempo possibile. Poiché il rischio di sintomi da astinenza o da rimbalzo è maggiore dopo la sospensione brusca del trattamento, si suggerisce una diminuzione graduale del dosaggio. Ansia Il trattamento deve essere il più breve possibile. Il paziente deve essere rivalutato regolarmente e la necessità di un trattamento continuato deve essere valutata attentamente, particolarmente se il paziente è senza sintomi. La durata complessiva del trattamento, generalmente, non deve superare le 8–12 settimane, compreso un periodo di riduzione graduale del dosaggio. In determinati casi, può essere necessaria l’estensione oltre il periodo massimo di trattamento; in tal caso, ciò non deve avvenire senza aver prima rivalutato la condizione del paziente. In medicina generale, la maggior parte dei pazienti risponde ad un dosaggio di 1 compressa da 1 mg, 2–3 volte al giorno. Per casi particolarmente severi ed in psichiatria il dosaggio può essere aumentato fino a 1 compressa da 2,5 mg 3–4 volte al giorno. Si consiglia di prendere la dose più alta la sera, prima di coricarsi. Nei pazienti anziani o debilitati, si raccomanda un dosaggio iniziale di 1–2 mg al giorno in dosi suddivise, da adattarsi secondo le necessità e la tollerabilità. In pazienti con insufficienza renale o epatica il dosaggio deve essere attentamente adattato secondo la risposta del paziente. Per questi pazienti i dosaggi più bassi possono essere sufficienti. Insonnia Il trattamento deve essere il più breve possibile. In generale, la durata del trattamento varia da pochi giorni a 2 settimane, fino ad un massimo di settimane, compreso un periodo di riduzione graduale del dosaggio. In determinati casi, può essere necessaria l’estensione oltre il periodo massimo di trattamento; in caso affermativo, ciò non deve avvenire senza una rivalutazione della condizione del paziente. In caso di insonnia, 1–2 compresse da 1 mg, somministrate al momento di coricarsi, dovrebbero essere sufficienti. Qualora il disturbo fosse persistente, si consiglia di usare le compresse da 2,5 mg. Nei pazienti anziani o debilitati, si raccomanda un dosaggio iniziale di 1–2 mg al giorno in dosi suddivise, da adattarsi secondo le necessità e la tollerabilità. In pazienti con insufficienza renale o epatica il dosaggio deve essere attentamente adattato secondo la risposta del paziente. Per i pazienti con insufficienza epatica dosaggi più bassi possono essere sufficienti. Come terapia pre–chirurgica, si raccomanda un dosaggio di 2–4 mg di Lorazepam Ranbaxy la sera precedente e/o 1–2 ore prima dell’intervento. Il trattamento deve essere iniziato con la dose consigliata più bassa. La dose massima non deve essere superata.
Avvertenze e precauzioni
L’uso di benzodiazepine, incluso Lorazepam Ranbaxy, può portare a depressione respiratoria potenzialmente fatale. Gravi reazioni anafilattiche/anafilattoidi sono state riportate con l’uso di benzodiazepine. Casi di angioedema a carico della lingua o della laringe sono stati riportati in pazienti dopo aver assunto la prima dose o dosi successive di benzodiazepine. Alcuni pazienti che assumevano benzodiazepine, hanno avuto sintomi aggiuntivi come dispnea, laringospasmo, o nausea e vomito. Alcuni pazienti hanno avuto necessità di terapie al pronto soccorso. Se l’angioedema riguarda la lingua, la glottide o la laringe, si può verificare ostruzione delle vie respiratorie che potrebbe essere fatale. I pazienti che sviluppano angioedema dopo trattamento con le benzodiazepine, non devono essere trattati nuovamente con il farmaco. Ansia e insonnia possono essere sintomi di diverse altre condizioni. È importante tenere conto del fatto che il tali sintomi potrebbero essere correlati ad un disturbo fisico o psichiatrico per il quale esiste un trattamento più specifico. Si consiglia, pertanto, di controllare periodicamente la necessità di continuare la terapia con lorazepam. Come per le altre benzodiazepine il trattamento dei sintomi ansiosi dovrebbe essere di breve durata. Inoltre, nelle condizioni in cui si verifichino ansia e tensioni associate a fenomeni contingenti della vita giornaliere, non è necessario normalmente ricorrere all’uso di ansiolitici. Le benzodiazepine devono essere usate con estrema cautela in pazienti con una storia di abuso di droga o alcool. L’uso in soggetti predisposti alla dipendenza quali, per esempio, alcoolisti e farmacodipendenti, dovrebbe essere evitato del tutto, se possibile a causa della predisposizione di tali pazienti alla abitudine e alla dipendenza. Tolleranza Dopo un uso ripetuto per alcune settimane può manifestarsi una perdita di efficacia delle benzodiazepine relativamente agli effetti ipnotici. Dipendenza L’uso di benzodiazepine può condurre allo sviluppo di dipendenza fisica e psichica da questi farmaci. Il rischio di dipendenza aumenta con la dose e la durata del trattamento; esso è maggiore in pazienti con una storia di abuso di droga, farmaci. alcool o con marcati disturbi della personalità. La possibilità che si verifichi dipendenza si riduce quando Lorazepam Ranbaxy è usato nella dose appropriata con un trattamento a breve termine. In generale le benzodiazepine devono essere prescritte solo per periodi brevi (2–4 settimane). L’uso continuo a lungo termine non è raccomandato. Sintomi da astinenza per esempio insonnia di rimbalzo (vedere oltre) possono manifestarsi in seguito alla sospensione del dosaggio consigliato dopo una sola settimana di terapia. La brusca sospensione del trattamento deve essere evitata ed un esteso periodo di terapia deve essere seguito da un programma di graduale riduzione del dosaggio. Una volta che la dipendenza fisica si è instaurata, la sospensione brusca del trattamento sarà accompagnata dai sintomi da astinenza. Questi possono consistere in cefalea, dolori muscolari, ansia estrema, tensione, irrequietezza, confusione, irritabilità, fenomeni di rimbalzo, disforia, capogiri, nausea, diarrea, perdita di appetito. Nei casi gravi possono manifestarsi i seguenti sintomi: derealizzazione, depersonalizzazione, iperacusia, intorpidimento e formicolio alle estremità, ipersensibilità alla luce, al rumore e al contatto fisico, allucinazioni/delirio, scosse epilettiche o convulsioni. Le convulsioni/crisi epilettiche possono verificarsi più comunemente in pazienti con preesistenti disturbi di natura epilettica oppure che fanno uso di altri farmaci che abbassano la soglia convulsiva quali gli antidepressivi. Altri sintomi sono: depressione, insonnia, sudorazione, tinnito persistente, movimenti involontari, vomito, parestesia, alterazioni percettive, crampi addominali e muscolari, tremore, mialgia, agitazione, palpitazioni, tachicardia, attacchi di panico, vertigini, iperreflessia, perdita della memoria a breve termine, ipertermia. Insonnia ed ansia di rimbalzo All’interruzione del trattamento può presentarsi una sindrome transitoria in cui i sintomi che hanno condotto al trattamento con benzodiazepine ricorrono in forma aggravata. Sintomi da sospensione del trattamento, specialmente i più gravi, sono più comuni in quei pazienti che hanno ricevuto dosi eccessive per un lungo periodo di tempo, ma possono verificarsi anche dopo sospensione di benzodiazepine prese di continuo a dosaggi terapeutici, specie se la sospensione avviene in modo brusco. Poiché il rischio della comparsa di sintomi da astinenza o da rimbalzo è maggiore dopo la sospensione brusca del trattamento, si suggerisce di effettuare una riduzione graduale del dosaggio. Il paziente deve essere consigliato di consultare il proprio medico, sia prima di aumentare o diminuire la dose del farmaco, sia prima di sospenderlo. Ci sono evidenze di sviluppo di tolleranza agli effetti sedativi delle benzodiazepine. Lorazepam Ranbaxy può causare potenziale abuso specialmente da parte di soggetti con una storia di abuso di droga e/o alcool. Durata del trattamento La durata del trattamento deve essere la più breve possibile (vedere paragrafo 4.2) a seconda dell’indicazione, ma non deve superare le 4 settimane per l’insonnia e le 8–12 settimane nel caso dell’ansia, compreso un periodo di riduzione graduale del dosaggio. L’estensione della terapia oltre questi periodi non deve avvenire senza avere prima rivalutato la situazione clinica. Può essere utile informare il paziente quando il trattamento è iniziato, che esso sarà di durata limitata e spiegare precisamente come il dosaggio deve essere diminuito progressivamente. Inoltre, è importante che il paziente sia informato della possibilità di fenomeni di rimbalzo, minimizzando quindi l’ansia riguardo a tali sintomi se dovessero comparire alla sospensione del medicinale. Amnesia Le benzodiazepine possono indurre amnesia anterograda o disturbi della memoria. Ciò accade più spesso parecchie ore dopo l’ingestione del farmaco e, quindi, per ridurre il rischio, ci si deve accertare che i pazienti possano avere un sonno ininterrotto di 7–8 ore (vedere paragrafo 4.8). Reazioni psichiatriche e paradosse Con l’uso di benzodiazepine sono state occasionalmente riportate reazioni paradosse come irrequietezza, agitazione, irritabilità, aggressività, delusione, collera, incubi, allucinazioni, psicosi, alterazioni del comportamento, stati d’ansia, ostilità, eccitazione, disturbi del sonno/insonnia, eccitazione sessuale, sedazione, affaticamento, sonnolenza, atassia, confusione, depressione, smascheramento di depressione, capogiri, cambiamenti nella libido, impotenza, alterazioni dell’orgasmo. Se ciò dovesse avvenire, l’uso del medicinale deve essere sospeso. Tali reazioni sono più frequenti nei bambini e negli anziani. Gruppi specifici di pazienti Popolazione pediatrica Non è stata stabilita l’efficacia e la sicurezza d’impiego nei bambini sotto i 12 anni di età. Le benzodiazepine non devono essere date ai bambini senza un’attenta valutazione dell’effettiva necessità del trattamento; la durata del trattamento deve essere la più breve possibile. Pazienti anziani e debilitati Per la reattività molto variabile agli psicofarmaci, i pazienti anziani o debilitati e quelli con alterazioni organiche cerebrali (specie arteriosclerotiche) devono essere trattati con bassi dosaggi (vedere paragrafo 4.2) o non essere trattati affatto. I pazienti anziani o debilitati possono essere più suscettibili agli effetti di Lorazepam Ranbaxy, pertanto tali pazienti devono essere monitorati frequentemente ed il loro dosaggio attentamente adattato a seconda della risposta individuale. L’uso di Lorazepam Ranbaxy per periodi prolungati e in pazienti anziani richiede precauzione e devono essere effettuati frequenti controlli dei sintomi riguardanti disturbi del tratto gastrointestinale superiore (vedere paragrafo 5.3). A causa del rischio di depressione respiratoria, le stesse misure prudenziali devono essere adottate per i pazienti con insufficienza cardiaca, ipotensione arteriosa, funzione respiratoria compromessa, insufficienza respiratoria cronica, BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva). Tali pazienti devono essere sottoposti a regolari controlli durante la terapia con Lorazepam Ranbaxy (così come è consigliato con le altre benzodiazepine e gli altri agenti psicofarmacologici). Le forme di grave insufficienza respiratoria e la sindrome da apnea notturna costituiscono una controindicazione all’impiego del medicinale (vedere paragrafo 4.3) Lorazepam Ranbaxy non è indicato nel trattamento di disturbi depressivi primari o nel trattamento primario della psicosi.Le benzodiazepine non sono indicate per il trattamento primario della malattia psicotica. Inoltre, le benzodiazepine non devono essere usate da sole per trattare la depressione o l’ansia associata alla depressione (il suicidio può essere precipitato in questi pazienti). In tali pazienti va evitata la somministrazione di dosi elevate di Lorazepam Ranbaxy. Una depressione preesistente può emergere o peggiorare durante l’uso di benzodiazepine, incluso Lorazepam Ranbaxy. L’uso di benzodiazepine può smascherare la tendenza al suicidio in pazienti depressi ed esse non devono essere somministrate senza un’adeguata terapia antidepressiva. In corso di trattamento prolungato o nel trattamento di pazienti con insufficienza renale o epatica è consigliabile procedere a frequenti controlli del quadro ematico e della funzione renale e/o epatica. Inoltre, in questi il dosaggio deve essere attentamente adattato secondo la risposta individuale. Lorazepam Ranbaxy è controindicato nei pazienti con grave insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.3) in quanto, come tutte le benzodiazepine, può precipitare un’encefalopatia epatica. In pazienti, nei quali disturbi gastrointestinali o cardiovascolari coesistono con l’ansia, lorazepam non ha mostrato benefici significativi nel trattamento della componente gastrointestinale o cardiovascolare. Le compresse di Lorazepam Ranbaxy contengono lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio–galattosio, non devono assumere questo medicinale.
Interazioni
Associazioni non raccomandate Alcool: l’assunzione concomitante con alcool va evitata, in quanto gli effetti sedativi sono potenziati. Inoltre la capacità di guidare e di usare macchinari viene compromessa. Sodio oxibato: evitare l’uso concomitante, (potenziamento degli effetti del sodio oxibato, con possibile aumento della sonnolenza e del rischio di depressione respiratoria). Inibitori della proteasi dell’HIV: evitare l’uso concomitante, in quanto vi è un aumentato rischio di sedazione prolungata. Associazioni da tenere in considerazione Farmaci ad azione centrale: quando lorazepam viene usato in combinazione con farmaci quali neurolettici, antipsicotici, tranquillanti, antidepressivi, ipnotici, analgesici, anestetici, barbiturici ed antistaminici sedativi si può verificare un potenziamento degli effetti deprimenti centrali. Nel caso degli analgesici narcotici si può avere un aumento dell’euforia con conseguente, possibile, aumento della dipendenza psichica. Farmaci antiepilettici: gli studi di farmacocinetica sulle interazioni potenziali tra benzodiazepine e farmaci antiepilettici hanno dato risultati contrastanti. Sono stati riportati, infatti, sia riduzione che aumento dei livelli dei farmaci nel siero, come pure nessuna variazione. L’assunzione concomitante di fenobarbitale può determinare un effetto additivo sul Sistema Nervoso Centrale (SNC). È necessaria una particolare attenzione nell’aggiustare la dose all’inizio del trattamento. Nel caso delle idantoine o di barbiturici, gli effetti indesiderati possono essere più evidenti. La somministrazione contemporanea di lorazepam con il valproato può risultare in un aumento delle concentrazioni nel plasma e una ridotta eliminazione di lorazepam, con aumento del rischio di sonnolenza (inibizione della glucuronidazione del lorazepam da parte del valproato). Il dosaggio di lorazepam deve essere ridotto del 50% quando è co–somministrato con il valproato. Clozapina: con l’uso concomitante di clozapina e lorazepam sono stati segnalati sedazione marcata, salivazione eccessiva, ipotensione, atassia, delirio ed arresto respiratorio. Loxapina: sono stati riportati casi di stupor marcato, riduzione significativa della frequenza respiratoria e, in un caso, ipotensione, quando lorazepam è stato somministrato in concomitanza alla loxapina. Probenecid: la somministrazione contemporanea di lorazepam con il probenecid può risultare in una insorgenza più rapida o in un prolungamento dell’effetto di lorazepam dovuti ad una emivita prolungata o ad una ridotta eliminazione del lorazepam. Il dosaggio di lorazepam deve essere ridotto del 50% quando è co–somministrato con il probenecid. Altri farmaci che aumentano l’effetto sedativo delle benzodiazepine: l’effetto sedativo delle benzodiazepine, incluso lorazepam, può essere aumentato dalla somministrazione concomitante di cisapride, lofexidina, nabilone, disulfiram e di miorilassanti ad azione centrale come il baclofene e la tizanidina. Sostanze che influenzano gli enzimi epatici (in particolare il citocromo P450) · Inibitori (per es.: cimetidina, isoniazide, eritromicina, omeprazolo ed esomeprazolo): riducono la clearance e possono potenziare gli effetti delle benzodiazepine. L’itraconazolo, il ketoconazolo e, in grado minore, il fluconazolo e il voriconazolo sono inibitori potenti dell’isoenzima CYP3A4 del citocromo P450 e possono aumentare i livelli plasmatici delle benzodiazepine, i cui effetti possono essere aumentati e prolungati da un uso concomitante. Pertanto può essere necessario ridurre la dose della benzodiazepina; · Induttori (per es.: rifampicina): possono aumentare la clearance delle benzodiazepine. Antiipertensivi, vasodilatatori e diuretici: potenziamento dell’effetto ipotensivo con ACE–inibitori, alfa–bloccanti, antagonisti del recettore II dell’angiotensina, bloccanti dei canali del calcio, beta–bloccanti, moxonidina, nitrati, idralazina, minoxidil, nitro prussiato di sodio e diuretici. Con gli alfa–bloccanti e la moxonidina si può avere un potenziamento dell’effetto sedativo. Antiacidi: possono ritardare l’assorbimento di lorazepam. Contraccettivi contenenti estrogeni: possono inibire il metabolismo epatico del lorazepam. Teofillina/aminofillina: possono aumentare il metabolismo delle benzodiazepine, incluso lorazepam e, quindi, ridurne gli effetti. Caffeina: l’uso concomitante può determinare una riduzione dell’effetto sedativo ed ansiolitico di lorazepam. Succo di pompelmo: l’effetto inibente sul CYP3A4 può determinare un incremento delle concentrazioni plasmatiche di lorazepam (possibile aumento della sedazione e amnesia). Sebbene questa interazione possa essere irrilevante nei soggetti sani, fattori come l’età avanzata o la presenza di cirrosi epatica possono aumentare il rischio di eventi avversi in caso di co–somministrazione.
Effetti indesiderati
Effetti indesiderati, qualora si verifichino, vengono normalmente osservati all’inizio del trattamento e generalmente diminuiscono di intensità o scompaiono con il progredire della terapia, oppure riducendo il dosaggio. Gli effetti indesiderati osservati più frequentemente comprendono sonnolenza diurna, ottundimento delle emozioni, riduzione della vigilanza, confusione, affaticamento, debolezza muscolare, atassia, senso di instabilità. Meno frequentemente sono stati osservati: sintomi extrapiramidali, tremori e vertigini, disartria/difficoltà nell’articolazione del linguaggio, disturbi della vista (compresi diplopia e offuscamento della vista), disorientamento, depressione, nausea, modificazioni dell’appetito, cefalea, convulsioni/crisi epilettiche, amnesia, disinibizione, euforia, coma, ideazione suicidaria/tentativi di suicidio, compromissione dell’attenzione/concentrazione, disturbi dell’equilibrio, disturbi del sonno, alterazioni della libido, agitazione, sintomi dermatologici comprendenti reazioni anche molto gravi, reazioni allergiche cutanee, alopecia, disturbi della funzione oculare, disturbi gastro–intestinali di vario genere, costipazione, aumento dei livelli della bilirubina nel siero, ittero, aumento delle transaminasi epatiche, aumento della fosfatasi alcalina, trombocitopenia, agranulocitosi, pancitopenia, reazioni di ipersensibilità, reazioni anafilattiche/anafilattoidi, angioedema, SIADH (sindrome da inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico), iponatriemia, ipotermia, ipotensione arteriosa, depressione respiratoria, apnea, peggioramento dell’apnea notturna (l’entità della depressione respiratoria per l’uso di benzodiazepine è dipendente dal dosaggio; una depressione più severa si verifica con dosaggi più alti), peggioramento della patologia ostruttiva polmonare e manifestazioni autonomiche. L’incidenza di sedazione e senso di instabilità aumenta con l’età. Gli effetti delle benzodiazepine sul SNC sono dipendenti dal dosaggio. Alti dosaggi danno luogo ad una depressione del SNC più severa. In caso di sovradosaggio relativo, possono raramente osservarsi atassia, disartria, ipotensione, ritenzione urinaria, alterazione della libido. Amnesia Amnesia anterograda può verificarsi anche ai dosaggi terapeutici; il rischio aumenta ai dosaggi più alti. Gli effetti amnesici possono essere associati con alterazioni del comportamento (vedere paragrafo 4.4). Depressione Durante l’uso di benzodiazepine. può essere smascherato uno stato depressivo preesistente. Le benzodiazepine o i composti benzodiazepino–simili possono causare reazioni come: irrequietezza, agitazione, irritabilità, aggressività, delusione, collera, incubi allucinazioni, psicosi, alterazioni del comportamento. Tali reazioni possono essere abbastanza gravi e sono più probabili nei bambini e negli anziani. Dipendenza L’uso di benzodiazepine (anche alle dosi terapeutiche) può condurre allo sviluppo di dipendenza fisica: la sospensione della terapia può provocare fenomeni di rimbalzo o da astinenza (vedere paragrafo 4.4). Può verificarsi dipendenza psichica. È’ stato segnalato abuso di benzodiazepine. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
Gravidanza e allattamento
Gravidanza Lorazepam Ranbaxy non deve essere usato durante la gravidanza (vedere paragrafo 4.3). L’assunzione di benzodiazepine durante la gravidanza può causare danni al feto. Un aumentato rischio di malformazioni congenite associato con l’uso di agenti ansiolitici (clordiazepossido, diazepam, meprobamato), durante il primo trimestre di gravidanza, è stato suggerito in diversi studi; evitare sempre, quindi, la somministrazione di benzodiazepine durante il primo trimestre di gravidanza. Se il prodotto viene prescritto ad una donna in età fertile, ella deve mettersi in contatto con il proprio medico, sia se intende iniziare una gravidanza, sia se sospetta di essere incinta, per quanto riguarda la sospensione del medicinale. Nell’uomo i livelli ematici, ottenuti dal cordone ombelicale, indicano che il lorazepam e il suo glucuronide passano attraverso la placenta. Se, per gravi motivi medici, il prodotto è somministrato durante l’ultimo periodo di gravidanza, o durante il travaglio a dosi elevate, possono verificarsi effetti sul neonato. Sintomi quali ipoattività, ipotonia, moderata depressione respiratoria, ipotermia, apnea, problemi di nutrizione e risposte metaboliche alterate da diminuita resistenza al freddo sono stati osservati in neonati le cui madri hanno fatto uso di benzodiazepine durante la fase tardiva della gravidanza o durante il parto. Inoltre, neonati nati da madri che hanno assunto benzodiazepine cronicamente durante le fasi avanzate della gravidanza possono sviluppare dipendenza fisica e possono presentare un certo rischio di sviluppare i sintomi di astinenza nel periodo postnatale. Nei neonati la coniugazione di lorazepam sembra avvenire lentamente poiché il suo glucuronide è rintracciabile nelle urine per più di 7 giorni. La glucuronizzazione di lorazepam può inibire competitivamente la coniugazione della bilirubina, portando all’iperbilirubinemia nel neonato. Allattamento Poiché le benzodiazepine sono escrete nel latte materno, esse non devono essere somministrate alle madri che allattano al seno, a meno che il beneficio atteso per la donna non superi il rischio potenziale per il neonato. Sedazione ed incapacità ad assumere latte dal seno, si sono manifestate, in neonati le cui madri assumevano benzodiazepine. In questi neonati devono essere monitorati gli effetti farmacologici delle benzodiazepine, comprese sedazione ed irritabilità.
Conservazione
Non conservare al di sopra di 25° C.