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LISINOPRIL ID MY14CPR 20+12,5

MYLAN SpA

Principio attivo: LISINOPRIL DIIDRATO IDROCLOROTIAZIDE

€2,80
prezzo indicativo
ATC: C09BA03 Descrizione tipo ricetta:
RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
Presenza Glutine:
Classe 1: A Forma farmaceutica:
COMPRESSE
Presenza Lattosio:

Trattamento dell’ipertensione essenziale. Lisinopril Idroclorotiazide Mylan Generics 20 mg/12,5 mg associazione a dose fissa (lisinopril come diidrato 20 mg e idroclorotiazide 12,5 mg) è indicato in pazienti la cui pressione sanguigna non è adeguatamente controllata con il lisinopril da solo (o l’idroclorotiazide da sola).

Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:

Sono state segnalate le seguenti interazioni di lisinopril e idroclorotiazide ed altri ACE inibitori o prodotti contenenti idroclorotiazide. Lisinopril Diuretici Quando alla terapia di un paziente che riceve lisinopril si aggiunge un diuretico, l’effetto antiipertensivo è normalmente additivo. Pazienti che già ricevono diuretici e in particolare quelli con terapia diuretica iniziata recentemente, quando si aggiunge il lisinopril possono occasionalmente subire un’eccessiva riduzione della pressione sanguigna. L’eventualità di ipotensione sintomatica con lisinopril può essere minimizzata interrompendo il diuretico prima di iniziare il trattamento con lisinopril (vedere paragrafi 4.2 e 4.4) Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) incluso l’acido acetilsalicilico La somministrazione cronica di FANS (inclusi gli inibitori selettivi della ciclossigenasi-2, acido acetilsalicilico > 3 g/die e FANS non selettivi), può ridurre l’effetto antiipertensivo e diuretico degli ACE inibitori e dei diuretici tiazidici. I FANS e gli ACE inibitori possono esercitare un effetto additivo sull’aumento del potassio sierico e ciò può causare un deterioramento della funzione renale. Normalmente, questi effetti sono reversibili. Raramente, può insorgere insufficienza renale acuta, specialmente in pazienti con funzione renale compromessa come gli anziani o i disidratati. Altri antiipertensivi L’uso concomitante di questi agenti può aumentare gli effetti ipotensivi del lisinopril-idroclorotiazide. L’uso contemporaneo di nitroglicerina e altri nitrati, o altri vasodilatatori, può ulteriormente ridurre la pressione del sangue. Dati clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS), attraverso l’uso combinato di ACE inibitori, inibitori dei recettori dell’angiotensina, o aliskiren è associato ad un aumentato rischio di reazioni avverse come ipotensione, iperkaliemia e riduzione della funzionalità renale (compresa insufficienza renale acuta) rispetto alla monoterapia (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1). Antidepressivi triciclici/antipsicotici/anestetici L’uso concomitante di certi medicinali anestetici, antidepressivi triciclici, antipsicotici con ACE inibitori può ulteriormente ridurre la pressione del sangue (vedere paragrafo 4.4). Oro Reazioni nitritoidi (sintomi di vasodilatazione comprendenti vampate, nausea, capogiri e ipotensione, che possono essere molto gravi) dopo somministrazione iniettabile di sali d’oro (ad es. sodio aurotiomalato) sono state riportate più frequentemente in pazienti in terapia con ACE inibitori. Simpaticomimetici I simpaticomimetici possono ridurre l’effetto antiipertensivo degli ACE inibitori; i pazienti devono essere attentamente monitorati. Le tiazidi possono diminuire la risposta arteriosa alla noradrenalina, ma non tale da precluderne l’uso in terapia come agente pressorio. Antidiabetici Il trattamento con un diuretico tiazidico può compromettere la tolleranza al glucosio. Questo fenomeno è più probabile che avvenga durante le prime settimane di trattamento in associazione e in pazienti con compromissione renale. Nei pazienti diabetici il fabbisogno di altri farmaci antidiabetici, inclusa l’insulina, può rimanere invariato o essere aumentato o diminuito. Le tiazidi possono aumentare l’effetto iperglicemico del diazossido. Nitrati, acido acetilsalicilico, trombolitici e/o beta bloccanti Il lisinopril può essere usato in concomitanza con acido acetilsalicilico (dosi cardiologiche), trombolitici, beta bloccanti e/o nitrati. Allopurinolo La somministrazione concomitante di ACE inibitori e di allopurinolo aumenta il rischio di danno renale e può causare un aumentato rischio di leucopenia. Ciclosporina La somministrazione concomitante di ACE inibitori e di ciclosporina aumenta il rischio di danno renale e di iperkaliemia. La somministrazione contemporanea di ciclosporina può aumentare il rischio di iperuricemia e complicazioni di tipo gottoso. Lovastatina La somministrazione concomitante di ACE inibitori e di lovastatina aumenta il rischio di iperkaliemia. Emodialisi Lisinopril-idroclorotiazide non è indicato in pazienti che richiedono dialisi perché è stata riportata un’alta incidenza di reazioni anafilattoidi in pazienti dializzati con membrane ad alto flusso e trattati contemporaneamente con ACE inibitori. Questa associazione deve essere evitata (vedere paragrafo 4.4). Procainamide, agenti citostatici o immunosoppressivi La somministrazione concomitante di ACE inibitori può causare un aumentato rischio di leucopenia (vedere paragrafo 4.4). Inibitori di mTOR (ad es., sirolimus, everolimus, temsirolimus) I pazienti che assumono una terapia con inibitori di mTOR possono essere esposti a un maggiore rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.4). Cotrimossazolo (trimetoprim/sulfametossazolo) I pazienti che assumono cotrimossazolo concomitante (trimetoprim/sulfametossazolo) possono essere esposti a un maggiore rischio di iperkaliemia (vedere paragrafo 4.4). Attivatori del plasminogeno tissutale (tPA) Il trattamento concomitante con attivatori del plasminogeno tissutale possono aumentare il rischio di angioedema. Le tiazidi, compresa l’idroclorotiazide, possono aumentare il rischio di reazioni avverse causate dall’amantadina. L’ipotensione posturale può aggravarsi con l’assunzione simultanea di alcool, barbiturici o anestetici. Idroclorotiazide Amfotericina B (parenterale), carbenoxolone, corticosteroidi, corticotropina (ACTH) o lassativi stimolanti L’effetto di riduzione del potassio di idroclorotiazide potrebbe essere potenziato da altri farmaci associati a perdita di potassio ed ipokaliemia (per es.: altri diuretici kaliuretici, lassativi, amfotericina, carbenoxolone, derivati dell’acido salicilico). Ipopotassiemia può svilupparsi durante l’uso concomitante di steroidi o adrenocorticotropi (ACTH). Sali di calcio I diuretici tiazidici possono aumentare i livelli di calcio sierico a causa della ridotta escrezione. Se sono necessari integratori di calcio o vitamina D si devono monitorare i livelli sierici di calcio e la loro dose deve essere aggiustata di conseguenza. Glucosidi cardiaci L’ipopotassiemia può sensibilizzare o esagerare la risposta del cuore agli effetti tossici della digitale (si può ad esempio manifestare una maggiore irritabilità ventricolare). Colestiramina e colestipolo L’assorbimento dell’idroclorotiazide è ridotto da colestipolo o colestiramina. Pertanto, i diuretici sulfonamidici devono essere presi un’ora prima o 4-6 ore dopo l’assunzione di questi agenti. Rilassanti muscolari non depolarizzanti (ad es. tubocurarina cloruro) Le tiazidi possono aumentare l’effetto dei rilassanti muscolo-scheletrici non depolarizzanti (per es. tubocurarina). Medicinali che inducono torsioni di punta A causa del rischio di ipokaliemia, la somministrazione concomitante di idroclorotiazide e di prodotti medicinali che inducono torsioni di punta, per es. alcuni antiaritmici, alcuni antipsicotici e altri medicinali noti per indurre torsioni di punta, deve essere usata con cautela. Sotalolo L’ipokaliemia indotta dalle tiazidi può aumentare il rischio di aritmie indotte da sotalolo. Lisinopril/idroclorotiazide Supplementi di potassio, diuretici risparmiatori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio e altri medicinali che possono aumentare i livelli sierici di potassio Benché nei trial clinici con ACE inibitori il potassio sierico normalmente sia rimasto nei limiti normali, in alcuni pazienti si è verificata iperkaliemia. L’effetto sulla perdita di potassio dei diuretici tiazidici è di solito attenuato dall’effetto di ritenzione del potassio del lisinopril. L’uso di supplementi di potassio, agenti risparmiatori del potassio o sostituti del sale contenenti potassio, e altri medicinali che possono aumentare i livelli sierici di potassio (ad esempio eparina, co-trimoxazolo noto anche come trimetoprim/sulfametossazolo), in particolare nei pazienti con funzione renale compromessa o con diabete mellito, può portare ad un aumento significativo del potassio sierico. Se è richiesto un uso concomitante di lisinopril-idroclorotiazide e di uno qualsiasi di questi agenti, essi devono essere usati con cautela e con monitoraggio frequente del potassio sierico (vedere paragrafo 4.4). Litio Sono stati riportati aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche di litio e tossicità durante la somministrazione concomitante di litio e ACE inibitori. I diuretici e gli ACE inibitori riducono la clearance renale del litio e presentano un elevato rischio di tossicità del litio. Pertanto la combinazione di lisinopril e idroclorotiazide con litio non è raccomandata e i livelli sierici del litio devono essere attentamente monitorati se l’associazione dovesse essere necessaria (vedere paragrafo 4.4). Trimetoprim La concomitante somministrazione di ACE inibitori e tiazidi con la trimetoprim aumenta il rischio di iperkaliemia. Alcool La capacità di guidare veicoli e utilizzare macchinari può essere ridotta quando lisinopril/idroclorotiazide è usato in associazione con alcool.

Scheda tecnica (RCP) Composizione:

Ogni compressa contiene lisinopril 20 mg (come lisinopril diidrato) + 12,5 mg di idroclorotiazide Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

• Ipersensibilità alle sostanze attive o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 • Ipersensibilità a qualsiasi altro inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE)) • Ipersensibilità a qualsiasi altro farmaco derivato dalle sulfonamidi • Anamnesi di angioedema con un precedente trattamento con un ACE inibitore • Angioedema ereditario o idiopatico • Grave compromissione renale (clearance della creatinina <30 ml/min) • Grave compromissione epatica • Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6) • La somministrazione concomitante di lisinopril e idroclorotiazide con farmaci contenenti aliskiren è controindicata in pazienti con diabete mellito o con funzionalità renale compromessa (GFR < 60ml/min/1.73m²) (vedere paragrafo 4.5 e 5.1) • Anuria.

Posologia

Posologia La scelta di una dose antiipertensiva adeguata di lisinopril e idroclorotiazide dipenderà dalla valutazione clinica del paziente. La dose abituale è di una compressa somministrata una volta al giorno. La somministrazione di una associazione fissa di lisinopril e idroclorotiazide è raccomandata normalmente dopo la titolazione delle dosi dei singoli componenti. Quando si ritiene appropriato da un punto di vista clinico, può essere considerato un cambiamento diretto dalla monoterapia alla associazione fissa. Lisinopril Idroclorotiazide Mylan Generics 20 mg/12,5 mg compresse può essere somministrato in pazienti la cui pressione sanguigna non sia adeguatamente controllata dal lisinopril 20 mg da solo. In generale, se l’effetto terapeutico desiderato non può essere ottenuto in un periodo da 2 a 4 settimane con Lisinopril Idroclorotiazide Mylan Generics 20 mg/12,5 mg, la dose può essere aumentata a due compresse una volta al giorno. Non deve essere superata una dose massima giornaliera di lisinopril 40 mg/idroclorotiazide 25 mg. Compromissione renale L’associazione di lisinopril e idroclorotiazide è controindicata in pazienti con grave compromissione renale. Le tiazidi possono non essere i diuretici appropriati per l’uso in pazienti con compromissione renale e sono inefficaci con valori di creatinina di 30 ml/min o minori (cioè insufficienza renale moderata o grave). Lisinopril Idroclorotiazide Mylan Generics non deve essere usato come terapia iniziale in qualsiasi paziente con insufficienza renale. Lisinopril e idroclorotiazide possono essere impiegati in pazienti con clearance della creatinina >30 ml/min e <80 ml/min, ma solo dopo la titolazione dei singoli componenti. La dose iniziale raccomandata di lisinopril come monoterapia per questi pazienti è 5-10 mg. Trattamento diuretico precedente Dopo la dose iniziale di lisinopril e idroclorotiazide può verificarsi ipotensione sintomatica; ciò si verifica più spesso nei pazienti che hanno subito perdita di volume e/o sale a causa del trattamento precedente con diuretici. L’assunzione del diuretico deve essere interrotta 2-3 giorni prima dell’inizio del trattamento con lisinopril e idroclorotiazide. Se questo non è possibile, il trattamento deve essere iniziato alla dose di 2,5 mg di lisinopril da solo. Persone anziane Gli studi clinici sulla associazione di lisinopril e idroclorotiazide non hanno mostrato che l’età sia associata ad alcun cambiamento dell’efficacia e della tollerabilità (vedere Compromissione renale). Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di lisinopril e idroclorotiazide nei bambini non sono state stabilite. Modo di somministrazione Per uso orale. Come per altri medicinali assunti una volta al giorno, Lisinopril Idroclorotiazide Mylan Generics 20 mg/12,5 mg compresse deve essere assunto approssimativamente alla stessa ora ogni giorno.

Avvertenze e precauzioni

Trapianto di rene Lisinopril e idroclorotiazide non devono essere usati poiché non ci sono esperienze in pazienti che abbiano recentemente subito un trapianto di rene. Reazioni anafilattoidi in pazienti in emodialisi L’uso di lisinopril-idroclorotiazide non è indicato in pazienti che richiedono la dialisi per insufficienza renale. Sono stati segnalati casi di reazioni anafilattoidi in pazienti sottoposti ad alcune procedure di emodialisi (ad es. con membrane ad alto flusso AN 69 e durante l’aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destrano solfato che erano trattati contemporaneamente con un ACE inibitore. In questi pazienti deve essere preso in considerazione l’uso di un tipo diverso di membrana da dialisi o di un altro gruppo di antiipertensivi. Reazioni anafilattoidi correlate all’aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) In rare occasioni, pazienti trattati con ACE inibitori nel corso dell’aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destrano solfato hanno avuto reazioni anafilattoidi a rischio per la loro vita. Questi sintomi possono essere evitati sospendendo temporaneamente la terapia con l’ACE inibitore prima di ogni aferesi. Desensibilizzazione Pazienti che ricevono ACE inibitori nel corso di un trattamento di desensibilizzazione (ad es. veleno di imenottero) hanno subito reazioni anafilattoidi. In questi stessi pazienti, queste reazioni sono state evitate quando gli ACE inibitori sono stati temporaneamente sospesi, ma sono ricomparse in seguito alla risomministrazione involontaria del medicinale. Etnia Gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina causano un maggiore tasso di angioedema in pazienti neri che in pazienti non neri. Come per altri ACE inibitori, il lisinopril può risultare meno efficace nell’abbassare la pressione sanguigna in pazienti neri piuttosto che nei non neri, probabilmente a causa di una maggiore prevalenza di stati di bassa renina nella popolazione nera ipertesa. Tosse Con l’uso di ACE-inibitori è stata segnalata tosse. Si tratta tipicamente di tosse non produttiva, persistente, che scompare dopo la sospensione del trattamento. La tosse indotta dagli ACE inibitori deve essere presa in considerazione nella diagnosi differenziale della tosse. Chirurgia/anestesia In pazienti sottoposti a interventi chirurgici importanti o anestetizzati con sostanze che provocano ipotensione, il lisinopril può bloccare la formazione dell’angiotensina II secondaria al rilascio compensatorio di renina. Se si verifica ipotensione a causa di questo meccanismo, essa può essere corretta con l’espansione di volume. Squilibrio degli elettroliti Come per tutti i pazienti in terapia con diuretici, una periodica determinazione degli elettroliti sierici deve essere eseguita ad intervalli appropriati. Le tiazidi, compresa l’idroclorotiazide, possono causare alterazioni dei liquidi o degli elettroliti (ipokaliemia, iposodiemia e alcalosi ipocloremica). Segni premonitori di squilibrio dei liquidi o degli elettroliti sono bocca secca, sete, debolezza, letargia, sonnolenza, mialgia o crampi muscolari, affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia e disturbi gastrointestinali come nausea o vomito. L’iposodiemia da diluizione può verificarsi in pazienti edematosi con temperature elevate. Il deficit dei cloruri è di solito moderato e non richiede trattamento. Le tiazidi hanno mostrato di aumentare l’escrezione urinaria del magnesio, che può causare ipomagnesiemia. Le tiazidi possono diminuire l’escrezione urinaria del calcio e possono causare aumenti lievi ed intermittenti del calcio sierico. Una ipercalcemia marcata può essere l’evidenza di un paratiroidismo latente. Le tiazidi devono essere sospese prima di condurre esami per la funzione paratiroidea. Iperkaliemia In alcuni pazienti trattati con ACE inibitori, incluso il lisinopril, sono stati osservati aumenti del potassio sierico. Pazienti che rischiano di sviluppare iperkaliemia includono quelli con insufficienza renale, diabete mellito, o quelli che usano contemporaneamente diuretici risparmiatori di potassio, supplementi di potassio o sostituti del sale che contengono potassio, o quei pazienti che prendono altri farmaci associati ad aumenti del potassio sierico (ad es. eparina, cotrimossazolo noto anche come trimetoprim/sulfametossazolo). Se si reputa appropriato l’uso concomitante dei suddetti agenti, è raccomandato un monitoraggio regolare del potassio sierico (vedereparagrafo 4.5). Ipokaliemia Benché l’ipokaliemia possa svilupparsi mediante l’uso di diuretici tiazidici, l’uso concomitante di lisinopril può diminuire l’ipokaliemia indotta da diuretici. Si devono effettuare controlli regolari del potassio sierico. La possibilità di ipokaliemia è assai maggiore in pazienti con cirrosi epatica, in pazienti con rapida diuresi, in pazienti con inadeguata assunzione orale di elettroliti e di quelli trattati contemporaneamente con corticosteroidi o ACTH (paragrafo 4.5) Litio L’associazione di ACE inibitori e litio non è generalmente raccomandata (vedere paragrafo 4.5). Effetti metabolici ed endocrini Pazienti diabetici In pazienti diabetici trattati con antidiabetici orali o insulina, il controllo glicemico deve essere attentamente monitorato durante il primo mese di trattamento con un ACE inibitore. La terapia con tiazidi può alterare la tolleranza al glucosio. Possono essere richiesti aggiustamenti del dosaggio degli agenti antidiabetici, inclusa l’insulina. il diabete mellito latente può manifestarsi durante la terapia con tiazidi. Colesterolo e trigliceridi Aumenti dei livelli di colesterolo e trigliceridi possono essere associati alla terapia con diuretici tiazidici. Iperuricemia La terapia tiazidica può precipitare l’iperuricemia e/o la gotta in alcuni pazienti. Tuttavia il lisinopril può aumentare l’acido urico urinario e perciò può attenuare l’effetto iperuricemico dell’idroclorotiazide. Test anti-doping L’idroclorotiazide contenuta in questo medicinale può produrre un risultato positivo nei test anti-doping. Ipotensione sintomatica L’ipotensione sintomatica si osserva raramente in pazienti con ipertensione non complicata ma compare con maggior frequenza se i pazienti hanno una deplezione di volume, ad es. terapia diuretica, riduzione dei sali nella dieta, dialisi, diarrea o vomito o hanno una grave ipertensione renina-dipendente (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). In tali pazienti deve essere effettuata una regolare determinazione degli elettroliti sierici ad intervalli opportuni. Nei pazienti con rischio aumentato di ipotensione sintomatica, l’inizio della terapia e l’aggiustamento della dose devono essere monitorati sotto attenta supervisione medica. Particolare considerazione si deve riservare ai pazienti con malattia ischemica cardiaca o cerebrovascolare, perché una caduta eccessiva della pressione può causare un infarto del miocardio o un accidente cerebrovascolare. Se si verifica ipotensione, il paziente deve essere messo in posizione supina, e se necessario deve ricevere un’infusione endovenosa di soluzione fisiologica. Una risposta ipotensiva temporanea non è una controindicazione per ulteriori somministrazioni. Dopo il ripristino di un efficace volume del sangue e della pressione sanguigna, può essere possibile la ripresa della terapia a dosaggio ridotto o uno dei componenti può essere usato da solo. In alcuni pazienti con insufficienza cardiaca che presentano pressione sanguigna normale o bassa, un abbassamento addizionale della pressione sanguigna sistemica, può verificarsi con lisinopril. Questo effetto è previsto e di solito non è un motivo per la sospensione del trattamento. Se l’ipotensione diviene sintomatica, può essere necessaria una riduzione della dose o la sospensione di lisinopril-idroclorotiazide. Stenosi mitralica e aortica / Cardiomiopatia ipertrofica Come con altri ACE inibitori, il lisinopril deve essere somministrato con cautela in pazienti con stenosi mitralica e ostruzione del flusso del ventricolo sinistro, come nella stenosi aortica e nella cardiomiopatia ipertrofica. Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) Esiste l’evidenza che l’uso concomitante degli ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACEinibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1). Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna. Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica. Compromissione renale Le tiazidi possono non essere diuretici appropriati per l’uso in pazienti con compromissione renale e non sono efficaci quando la clearance della creatinina ha valori di 30 ml/min o inferiori (corrispondente a insufficienza renale moderata o grave) Lisinopril e idroclorotiazide non devono essere somministrati in pazienti con insufficienza renale (clearance della creatinina < 80 ml/min) fino a che l’aggiustamento della dose dei singoli componenti non abbia dimostrato che sono necessarie le dosi contenute nella preparazione in associazione della compressa. Nei pazienti con insufficienza cardiaca, l’ipotensione successiva all’inizio della terapia con ACE inibitori può portare a un’ulteriore compromissione della funzione renale. In tale situazione è stata riportata insufficienza renale acuta, di solito reversibile. Alcuni pazienti ipertesi senza un’apparente malattia renale pre-esistente hanno sviluppato aumenti di solito leggeri e transitori nei livelli ematici di urea e dei livelli di creatinina sierica quando il lisinopril è somministrato insieme ad un diuretico. Questo è più probabile in pazienti con compromissione renale pre-esistente. Può essere richiesta riduzione della dose e/o sospensione del diuretico e/o del lisinopril. In alcuni pazienti con stenosi arteriosa renale monolaterale o bilaterale che sono stati trattati con ACEinibitori si sono osservati aumenti in genere reversibili dell’urea ematica e della creatinina sierica dopo la sospensione della terapia. Questo è particolarmente probabile in pazienti con insufficienza renale. Se è presente anche ipertensione renovascolare, esiste un rischio maggiore di grave ipotensione e insufficienza renale. Il trattamento in questi pazienti va iniziato sotto attento controllo medico a dosi basse e con attenta titolazione della dose. Poiché il trattamento con diuretici può essere un fattore che contribuisce a quanto detto sopra, la funzione renale deve essere monitorata durante le prime settimane di trattamento con lisinopril-idroclorotiazide. In pazienti con malattie renali, le tiazidi possono far scatenare azotemia. In pazienti con funzione renale compromessa, possono verificarsi effetti cumulativi del medicinale. Se si sviluppa un’insufficienza renale progressiva, caratterizzata da un aumento dell’azoto non proteico, è necessaria un’attenta valutazione della terapia e deve essere presa in considerazione l’interruzione dei diuretici (vedere paragrafo 4.4). Precedente terapia diuretica La terapia diuretica deve essere sospesa per 2-3 giorni prima dell’inizio di lisinopril-idroclorotiazide. Se ciò non fosse possibile, il trattamento deve iniziare con lisinopril da solo alla dose di 2,5 mg (vedere paragrafo 4.2). Neutropenia/agranulocitosi L’associazione a dose fissa di lisinopril e idroclorotiazide deve essere interrotta se si rileva o si sospetta neutropenia (neutrofili inferiori a 1000/mm³). In pazienti che ricevevano ACE inibitori sono state segnalate neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia ed anemia. In pazienti con funzione renale normale e nessun altro fattore complicante, la neutropenia insorge raramente. La neutropenia e l’agranulocitosi sono reversibili dopo l’interruzione dell’ACE inibitore. Il lisinopril deve essere usato con estrema cautela in pazienti con collagenopatia vascolare, terapia immunosoppressiva, trattamento con allopurinolo o procainamide, o una combinazione di questi fattori complicanti, specialmente se c’è una pre-esistente funzione renale compromessa. Alcuni di questi pazienti sviluppano serie infezioni, che in alcuni casi non rispondono a una terapia antibiotica intensiva. Se in questi pazienti viene impiegato il lisinopril, è consigliato un monitoraggio periodico delle cellule bianche del sangue e i pazienti devono essere istruiti a comunicare ogni segno di infezione Ipersensibilità/angioedema In pazienti trattati con ACE inibitori, incluso il lisinopril, è stato segnalato non comunemente l’edema angioneurotico del viso, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe. Questo può verificarsi in qualunque momento durante la terapia. In tali casi il lisinopril deve essere sospeso prontamente e deve essere istituito un trattamento e un monitoraggio adeguati per assicurare una completa risoluzione dei sintomi prima della dimissione del paziente. Anche nei casi nei quali sia coinvolto il rigonfiamento della sola lingua, senza difficoltà respiratoria, i pazienti possono richiedere un’osservazione prolungata perché il trattamento con antiistaminici e corticosteroidi può non essere sufficiente. Molto raramente sono stati riportati casi fatali dovuti ad angioedema associati con edema laringeo o edema della lingua. I pazienti con coinvolgimento della lingua, glottide o laringe, hanno maggior probabilità di subire ostruzione delle vie respiratorie, specialmente quelli che in passato hanno subito interventi alle vie aeree. In tali casi deve essere somministrata prontamente una terapia d’emergenza. Questa può comprendere la somministrazione di adrenalina e/o il mantenimento delle vie aeree libere. Il paziente deve rimanere sotto attenta supervisione medica fino a completa e prolungata risoluzione dei sintomi. Una maggiore frequenza di angioedema in associazione con gli ACE-inibitori viene osservata in pazienti neri piuttosto che nei non neri. I pazienti con precedente edema angioneurotico senza relazione con il trattamento con ACE inibitori possono essere esposti a un rischio maggiore di edema angioneurotico durante il trattamento (vedere paragrafo 4.3). Uso concomitante di inibitori di mTOR (ad es., sirolimus, everolimus, temsirolimus). I pazienti che assumono una terapia concomitante con inibitori di mTOR (ad es., sirolimus, everolimus, temsirolimus) possono essere esposti a un rischio maggiore di angioedema (ad es., gonfiore delle vie aeree o della lingua, con o senza compromissione respiratoria) (vedere paragrafo 4.5). Nei pazienti trattati con tiazidi, possono verificarsi reazioni di ipersensibilità con o senza precedenti di allergia e asma bronchiale. Sono stati riferiti peggioramento o attivazione di un lupus eritematoso sistemico con l’uso di tiazidi. Compromissione epatica Le tiazidi devono essere usate con cautela in pazienti con compromissione della funzione epatica o con malattia epatica progressiva, perché alterazioni minori dell’equilibrio dei liquidi e degli elettroliti possono precipitare il coma epatico (vedere paragrafo 4.3). Raramente, gli ACE inibitori sono stati associati a una sindrome che comincia con ittero colestatico o epatite e progredisce con una necrosi fulminante e (talvolta) con la morte. Il meccanismo di questa sindrome non è conosciuto. I pazienti che ricevono lisinopril-idroclorotiazide e che sviluppano ittero o marcati aumenti degli enzimi epatici, devono interrompere il lisinopril-idroclorotiazide e ricevere un appropriato follow-up medico. Gravidanza Durante la gravidanza non deve essere iniziato un trattamento con ACE inibitori. A meno che proseguire una terapia con ACE inibitori non sia considerato essenziale, le pazienti che stanno programmando una gravidanza devono passare a trattamenti antiipertensivi alternativi, con un provato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza. Se la gravidanza viene accertata, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).

Interazioni

Sono state segnalate le seguenti interazioni di lisinopril e idroclorotiazide ed altri ACE inibitori o prodotti contenenti idroclorotiazide. Lisinopril Diuretici Quando alla terapia di un paziente che riceve lisinopril si aggiunge un diuretico, l’effetto antiipertensivo è normalmente additivo. Pazienti che già ricevono diuretici e in particolare quelli con terapia diuretica iniziata recentemente, quando si aggiunge il lisinopril possono occasionalmente subire un’eccessiva riduzione della pressione sanguigna. L’eventualità di ipotensione sintomatica con lisinopril può essere minimizzata interrompendo il diuretico prima di iniziare il trattamento con lisinopril (vedere paragrafi 4.2 e 4.4) Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) incluso l’acido acetilsalicilico La somministrazione cronica di FANS (inclusi gli inibitori selettivi della ciclossigenasi-2, acido acetilsalicilico > 3 g/die e FANS non selettivi), può ridurre l’effetto antiipertensivo e diuretico degli ACE inibitori e dei diuretici tiazidici. I FANS e gli ACE inibitori possono esercitare un effetto additivo sull’aumento del potassio sierico e ciò può causare un deterioramento della funzione renale. Normalmente, questi effetti sono reversibili. Raramente, può insorgere insufficienza renale acuta, specialmente in pazienti con funzione renale compromessa come gli anziani o i disidratati. Altri antiipertensivi L’uso concomitante di questi agenti può aumentare gli effetti ipotensivi del lisinopril-idroclorotiazide. L’uso contemporaneo di nitroglicerina e altri nitrati, o altri vasodilatatori, può ulteriormente ridurre la pressione del sangue. Dati clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS), attraverso l’uso combinato di ACE inibitori, inibitori dei recettori dell’angiotensina, o aliskiren è associato ad un aumentato rischio di reazioni avverse come ipotensione, iperkaliemia e riduzione della funzionalità renale (compresa insufficienza renale acuta) rispetto alla monoterapia (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1). Antidepressivi triciclici/antipsicotici/anestetici L’uso concomitante di certi medicinali anestetici, antidepressivi triciclici, antipsicotici con ACE inibitori può ulteriormente ridurre la pressione del sangue (vedere paragrafo 4.4). Oro Reazioni nitritoidi (sintomi di vasodilatazione comprendenti vampate, nausea, capogiri e ipotensione, che possono essere molto gravi) dopo somministrazione iniettabile di sali d’oro (ad es. sodio aurotiomalato) sono state riportate più frequentemente in pazienti in terapia con ACE inibitori. Simpaticomimetici I simpaticomimetici possono ridurre l’effetto antiipertensivo degli ACE inibitori; i pazienti devono essere attentamente monitorati. Le tiazidi possono diminuire la risposta arteriosa alla noradrenalina, ma non tale da precluderne l’uso in terapia come agente pressorio. Antidiabetici Il trattamento con un diuretico tiazidico può compromettere la tolleranza al glucosio. Questo fenomeno è più probabile che avvenga durante le prime settimane di trattamento in associazione e in pazienti con compromissione renale. Nei pazienti diabetici il fabbisogno di altri farmaci antidiabetici, inclusa l’insulina, può rimanere invariato o essere aumentato o diminuito. Le tiazidi possono aumentare l’effetto iperglicemico del diazossido. Nitrati, acido acetilsalicilico, trombolitici e/o beta bloccanti Il lisinopril può essere usato in concomitanza con acido acetilsalicilico (dosi cardiologiche), trombolitici, beta bloccanti e/o nitrati. Allopurinolo La somministrazione concomitante di ACE inibitori e di allopurinolo aumenta il rischio di danno renale e può causare un aumentato rischio di leucopenia. Ciclosporina La somministrazione concomitante di ACE inibitori e di ciclosporina aumenta il rischio di danno renale e di iperkaliemia. La somministrazione contemporanea di ciclosporina può aumentare il rischio di iperuricemia e complicazioni di tipo gottoso. Lovastatina La somministrazione concomitante di ACE inibitori e di lovastatina aumenta il rischio di iperkaliemia. Emodialisi Lisinopril-idroclorotiazide non è indicato in pazienti che richiedono dialisi perché è stata riportata un’alta incidenza di reazioni anafilattoidi in pazienti dializzati con membrane ad alto flusso e trattati contemporaneamente con ACE inibitori. Questa associazione deve essere evitata (vedere paragrafo 4.4). Procainamide, agenti citostatici o immunosoppressivi La somministrazione concomitante di ACE inibitori può causare un aumentato rischio di leucopenia (vedere paragrafo 4.4). Inibitori di mTOR (ad es., sirolimus, everolimus, temsirolimus) I pazienti che assumono una terapia con inibitori di mTOR possono essere esposti a un maggiore rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.4). Cotrimossazolo (trimetoprim/sulfametossazolo) I pazienti che assumono cotrimossazolo concomitante (trimetoprim/sulfametossazolo) possono essere esposti a un maggiore rischio di iperkaliemia (vedere paragrafo 4.4). Attivatori del plasminogeno tissutale (tPA) Il trattamento concomitante con attivatori del plasminogeno tissutale possono aumentare il rischio di angioedema. Le tiazidi, compresa l’idroclorotiazide, possono aumentare il rischio di reazioni avverse causate dall’amantadina. L’ipotensione posturale può aggravarsi con l’assunzione simultanea di alcool, barbiturici o anestetici. Idroclorotiazide Amfotericina B (parenterale), carbenoxolone, corticosteroidi, corticotropina (ACTH) o lassativi stimolanti L’effetto di riduzione del potassio di idroclorotiazide potrebbe essere potenziato da altri farmaci associati a perdita di potassio ed ipokaliemia (per es.: altri diuretici kaliuretici, lassativi, amfotericina, carbenoxolone, derivati dell’acido salicilico). Ipopotassiemia può svilupparsi durante l’uso concomitante di steroidi o adrenocorticotropi (ACTH). Sali di calcio I diuretici tiazidici possono aumentare i livelli di calcio sierico a causa della ridotta escrezione. Se sono necessari integratori di calcio o vitamina D si devono monitorare i livelli sierici di calcio e la loro dose deve essere aggiustata di conseguenza. Glucosidi cardiaci L’ipopotassiemia può sensibilizzare o esagerare la risposta del cuore agli effetti tossici della digitale (si può ad esempio manifestare una maggiore irritabilità ventricolare). Colestiramina e colestipolo L’assorbimento dell’idroclorotiazide è ridotto da colestipolo o colestiramina. Pertanto, i diuretici sulfonamidici devono essere presi un’ora prima o 4-6 ore dopo l’assunzione di questi agenti. Rilassanti muscolari non depolarizzanti (ad es. tubocurarina cloruro) Le tiazidi possono aumentare l’effetto dei rilassanti muscolo-scheletrici non depolarizzanti (per es. tubocurarina). Medicinali che inducono torsioni di punta A causa del rischio di ipokaliemia, la somministrazione concomitante di idroclorotiazide e di prodotti medicinali che inducono torsioni di punta, per es. alcuni antiaritmici, alcuni antipsicotici e altri medicinali noti per indurre torsioni di punta, deve essere usata con cautela. Sotalolo L’ipokaliemia indotta dalle tiazidi può aumentare il rischio di aritmie indotte da sotalolo. Lisinopril/idroclorotiazide Supplementi di potassio, diuretici risparmiatori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio e altri medicinali che possono aumentare i livelli sierici di potassio Benché nei trial clinici con ACE inibitori il potassio sierico normalmente sia rimasto nei limiti normali, in alcuni pazienti si è verificata iperkaliemia. L’effetto sulla perdita di potassio dei diuretici tiazidici è di solito attenuato dall’effetto di ritenzione del potassio del lisinopril. L’uso di supplementi di potassio, agenti risparmiatori del potassio o sostituti del sale contenenti potassio, e altri medicinali che possono aumentare i livelli sierici di potassio (ad esempio eparina, co-trimoxazolo noto anche come trimetoprim/sulfametossazolo), in particolare nei pazienti con funzione renale compromessa o con diabete mellito, può portare ad un aumento significativo del potassio sierico. Se è richiesto un uso concomitante di lisinopril-idroclorotiazide e di uno qualsiasi di questi agenti, essi devono essere usati con cautela e con monitoraggio frequente del potassio sierico (vedere paragrafo 4.4). Litio Sono stati riportati aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche di litio e tossicità durante la somministrazione concomitante di litio e ACE inibitori. I diuretici e gli ACE inibitori riducono la clearance renale del litio e presentano un elevato rischio di tossicità del litio. Pertanto la combinazione di lisinopril e idroclorotiazide con litio non è raccomandata e i livelli sierici del litio devono essere attentamente monitorati se l’associazione dovesse essere necessaria (vedere paragrafo 4.4). Trimetoprim La concomitante somministrazione di ACE inibitori e tiazidi con la trimetoprim aumenta il rischio di iperkaliemia. Alcool La capacità di guidare veicoli e utilizzare macchinari può essere ridotta quando lisinopril/idroclorotiazide è usato in associazione con alcool.

Effetti indesiderati

Durante il trattamento con lisinopril e idroclorotiazide sono stati osservati e segnalati i seguenti effetti indesiderati con le seguenti frequenze: Molto comune (>1/10), Comune (>1/100; <1/10), Non comune (>1/1.000, <1/100), Rara (>1/10.000;<1/1.000), Molto rara (<1/10.000), Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) inclusi casi isolati. Le reazioni avverse riportate più comunemente sono: tosse, capogiri, ipotensione e cefalea che possono interessare dall’1 al 10% dei pazienti trattati. In studi clinici gli effetti indesiderati sono stati di solito lievi e transitori e nella maggior parte dei casi non hanno richiesto l’interruzione della terapia. Lisinopril Patologie del sistema emolinfopoietico Raro: Diminuzione dell’emoglobina, diminuzione dell’ematocrito Molto raro: Depressione midollare, anemia, trombocitopenia, leucopenia, neutropenia, agranulocitosi (vedere paragrafo 4.4), anemia emolitica, linfoadenopatia, malattia autoimmune. Patologie endocrine Raro: Sindrome dell’inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico (SIADH). Disturbi del metabolismo e della nutrizione Non comune: gotta Molto raro: ipoglicemia. Disturbi psichiatrici Non comuni: disturbo del sonno, alterazioni dell’umore, sintomi depressivi Rara: confusione mentale Non nota: allucinazioni. Patologie del sistema nervoso Comune: capogiri, che hanno generalmente risposto ad una diminuzione del dosaggio e raramente hanno richiesto un’interruzione della terapia; cefalea, sincope Non comune: parestesia, vertigini, disturbi del gusto Raro: disturbi olfattivi. Patologie cardiache Non comune: palpitazione, tachicardia, Patologie vascolari Comune: effetti ortostatici (inclusa ipotensione ortostatica) Non comuni: infarto miocardico o accidente cerebrovascolare, possibilmente secondari a ipotensione eccessiva in pazienti a rischio elevato (vedere paragrafo 4.4), sindrome di Raynaud Non nota: vampate Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Comune: tosse secca e persistente (vedere paragrafo 4.4) che scompare dopo l’interruzione della terapia Non comune: rinite Molto raro: broncospasmo, sinusite, alveolite allergica/polmonite eosinofila Patologie gastrointestinali Comune: diarrea, vomito Non comune: nausea, indigestione, pancreatite, dolore addominale, secchezza della bocca Molto rari: angioedema intestinale Patologie epatobiliari Non comune: aumento degli enzimi epatici e della bilirubina Molto raro: epatite - epatocellulare o colestatica, ittero, insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.4)* Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune: eruzione cutanea, prurito Raro: ipersensibilità/edema angioneurotico: edema angioneurotico del volto, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe (vedere paragrafo 4.4), orticaria, alopecia, psoriasi Molto raro: diaforesi, pemfigo, necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme, pseudolinfoma cutaneo** Patologie muscoloscheletriche del tessuto connettivo Non comuni: spasmi muscolari e debolezza muscolare Patologie renali e urinarie Comune: disfunzione renale Raro: uremia, insufficienza renale acuta Molto raro: oliguria/anuria Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Non comune: impotenza Raro: ginecomastia Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Non comune: astenia, affaticamento, dolore toracico Esami diagnostici Non comune: aumento dell’azotemia, aumento della creatinina sierica, iperkaliemia Raro: iponatriemia Esami di laboratorio I cambiamenti dei valori di laboratorio sono stati raramente di rilevanza clinica. Occasionalmente sono state osservate iperglicemia, iperuricemia ed iperkaliemia o ipokaliemia. In pazienti senza insufficienza renale preesistente si osservano normalmente aumenti lievi e temporanei dell’azoto ureico nel sangue e della creatinina sierica. Se tali aumenti sono persistenti, generalmente scompaiono in seguito all’interruzione della terapia. È stata segnalata depressione del midollo osseo, che si è manifestata come anemia e/o trombocitopenia e/o leucopenia. Raramente è stata segnalata agranulocitosi, sebbene non sia stato stabilito un rapporto causale. Nei pazienti ipertesi trattati con lisinopril e idroclorotiazide è stata segnalata spesso una leggera riduzione dell’emoglobina e dell’ematocrito, ma di rado si è rilevata d’importanza clinica, eccetto nei casi in cui esisteva simultaneamente un’altra causa di anemia. Raramente si osserva un aumento degli enzimi epatici e/o della bilirubina sierica, ma un rapporto causale con lisinopril e idroclorotiazide non è stato stabilito. Raramente è stata segnalata anemia emolitica. *Molto raramente è stato riportato che in alcuni pazienti lo sviluppo indesiderato dell’epatite ha progredito fino all’insufficienza epatica. I pazienti trattati con l’associazione lisinopril-idroclorotiazide che presentano ittero o marcati aumenti degli enzimi epatici devono sospendere l’associazione lisinoprilidroclorotiazide e ricevere un adeguato follow-up medico. ** È stato riportato un complesso di sintomi che può includere uno o più dei seguenti: febbre, vasculite, mialgia, artralgia/artrite, anticorpi antinucleari (ANA) positivi, aumento della velocità di eritrosedimentazione (VES), eosinofilia e leucocitosi, eruzione cutanea, possono comparire fotosensibilità o altre manifestazioni dermatologiche. Idroclorotiazide (frequenza non nota) Infezioni e infestazioni: sialoadenite Patologie del sistema emolinfopoietico: leucopenia, neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia, anemia aplastica, anemia emolitica, soppressione del midollo osseo Disturbi del metabolismo e della nutrizione: anoressia, iperglicemia, glicosuria, iperuricemia, squilibrio elettrolitico (inclusa iponatriemia, ipokaliemia, alcalosi ipocloremica ed ipomagnesiemia), aumenti del colesterolo e dei trigliceridi, gotta Disturbi psichiatrici: irrequietezza, depressione, disturbi del sonno Patologie del sistema nervoso: perdita di appetito, parestesia, confusione della mente Patologie dell’occhio: xantopsia, temporaneo annebbiamento della vista, miopia acuta e glaucoma acuto ad angolo chiuso Patologie dell’orecchio e del labirinto: vertigini Patologie cardiache: ipotensione posturale, aritmia cardiaca Patologie vascolari: angioite necrotizzante (vasculite, vasculite cutanea) Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: distress respiratorio (incluso edema polmonare e polmonite) Patologie gastrointestinali: irritazione gastrica, diarrea, stipsi, pancreatite Patologie epatobiliari: ittero (ittero intraepatico colestatico) Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: reazioni di fotosensibilità, lupus eritematoso sistemico, eruzione cutanea, reazioni cutanee simili al lupus eritematoso, riattivazione del lupus eritematoso cutaneo, orticaria, reazioni anafilattiche, necrolisi epidermica tossica Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: spasmo muscolare, debolezza muscolare Patologie renali e urinarie: disfunzione renale, nefrite interstiziale Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: febbre, debolezza Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-unasospetta-reazione-avversa.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza Ace-inibitori L’uso di ACE inibitori non è raccomandato nel primo trimestre (vedere paragrafo 4.4). L’uso di ACE inibitori è controindicato nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). I dati epidemiologici riguardanti il rischio di teratogenicità in seguito all’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non sono stati conclusivi, tuttavia non può essere escluso un piccolo aumento del rischio. A meno che non sia considerato essenziale proseguire la terapia con l’ACE inibitore, le pazienti che programmano una gravidanza devono passare a trattamenti antiipertensivi alternativi che abbiano un profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza. Se viene accertata una gravidanza, il trattamento con l’ACE inibitore deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa. È noto che l’esposizione ad ACE inibitori durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza induce nell’uomo fetotossicità (riduzione della funzione renale, oligoidramnios e ritardo dell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). (Vedere paragrafo 5.3). Se si è verificata esposizione ad ACE inibitori a partire dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzione renale e del cranio. I neonati le cui madri hanno preso ACE inibitori devono essere strettamente osservati per la possibile insorgenza di ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Idroclorotiazide Esiste una esperienza limitata con idroclorotiazide durante la gravidanza, soprattutto durante il primo trimestre. Gli studi sugli animali sono insufficienti. L’idroclorotiazide attraversa la placenta. Sulla base del meccanismo d’azione farmacologico dell’idroclorotiazide il suo uso durante il secondo e terzo trimestre può compromettere la perfusione fetoplacentare e può causare effetti fetali e neonatali come ittero, disturbi dell’equilibrio elettrolitico e trombocitopenia. L’idroclorotiazide non deve essere usato per edema gestazionale, l’ipertensione gestazionale o la preeclampsia a causa del rischio di diminuzione del volume plasmatico e ipoperfusione placentare, senza un effetto benefico sul decorso della malattia. L’idroclorotiazide non deve essere utilizzato per l’ipertensione essenziale nelle donne in gravidanza tranne nei rari casi in cui nessun altro trattamento può essere utilizzato. L’idroclorotiazide può ridurre il volume plasmatico e il flusso ematico uteroplacentare. Allattamento al seno Ace-inibitori Dal momento che non ci sono informazioni disponibili sull’uso di lisinopril e idroclorotiazide,, Lisinopril Idroclorotiazide Mylan Generics 20 mg/12.5 mg non è raccomandato e sono preferibili trattamenti alternativi con un definito profilo di sicurezza, specialmente in caso di neonati o nati prematuri Idroclorotiazide L’idroclorotiazide è escreto nel latte umano in piccole quantità. I tiazidici ad alte dosi provocano diuresi intensa in grado di inibire la produzione di latte. L’uso di lisinopril e idroclorotiazide durante l’allattamento non è raccomandato. Se Lisinopril Idroclorotiazide 20 mg/12.5 mg compresse è usato durante l’allattamento al seno, le dosi devono essere mantenute più basse possibile.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna particolare precauzione per la conservazione.

Farmaci

S.F.GROUP Srl

DILIS14CPR 20MG+12,5MG

PRINCIPIO ATTIVO: LISINOPRIL DIIDRATO-IDROCLOROTIAZIDE

PREZZO INDICATIVO:2,80 €

S.F.GROUP Srl

ENSOR14CPR 20MG+12,5MG

PRINCIPIO ATTIVO: LISINOPRIL DIIDRATO-IDROCLOROTIAZIDE

PREZZO INDICATIVO:4,00 €