ATC: J01XX08 | Descrizione tipo ricetta: RNRL - LIMITATIVA NON RIPETIB. |
Presenza Glutine:
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Classe 1: A | Forma farmaceutica: COMPRESSE RIVESTITE |
Presenza Lattosio:
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Polmonite nosocomiale. Polmonite acquisita in comunità • Linezolid Teva è indicato negli adulti per il trattamento della polmonite acquisita in comunità e della polmonite nosocomiale, quando è accertato, o si sospetta, che siano causate da batteri Gram-positivi sensibili. Nel determinare se linezolid rappresenti un trattamento appropriato, devono essere presi in considerazione i risultati degli esami microbiologici o le informazioni sulla prevalenza della resistenza agli agenti antibatterici, dei batteri Gram-positivi (vedere paragrafo 5.1 per gli organismi appropriati). • Linezolid Teva non è attivo contro le infezioni causate da patogeni Gram-negativi. Nel caso in cui si accerti o si sospetti la presenza di un patogeno Gram-negativo, deve essere contemporaneamente avviata una terapia specifica per questi microrganismi Gram-negativi. Infezioni complicate della cute e dei tessuti molli (vedere paragrafo 4.4). • Linezolid è indicato negli adulti per il trattamento delle infezioni complicate della cute e dei tessuti molli solo se opportuni test microbiologici hanno stabilito che l’infezione è causata da batteri Gram-positivi sensibili. • Linezolid non è attivo contro le infezioni causate da patogeni Gram-negativi. Linezolid deve essere utilizzato nei pazienti con infezioni complicate della cute e dei tessuti molli con accertata o sospetta co-infezione con organismi Gram-negativi, solo se non sono disponibili opzioni terapeutiche alternative (vedere paragrafo 4.4). In queste circostanze deve essere avviato un trattamento concomitante contro gli organismi Gram-negativi. Il trattamento con linezolid deve essere iniziato esclusivamente in ambiente ospedaliero e dopo consultazione con uno specialista qualificato, come un microbiologo o un infettivologo. Devono essere tenute in considerazione le linee guida ufficiali sull’uso appropriato degli agenti antibatterici.
Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:
Inibitori delle monoammino-ossidasi Il linezolid è un inibitore reversibile, non selettivo, delle monoammino-ossidasi (MAO). Sono disponibili dati molto limitati sia per quanto riguarda gli studi di interazione farmacologica sia riguardo la sicurezza di linezolid somministrato a pazienti trattati con farmaci concomitanti che potrebbero comportare un rischio derivato dall’inibizione delle MAO. Pertanto, l’uso di linezolid non è raccomandato in queste circostanze, a meno che non sia possibile una stretta sorveglianza e il monitoraggio del paziente (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Interazioni potenziali che producono innalzamenti della pressione arteriosa In volontari sani normotesi, linezolid ha potenziato l’aumento della pressione arteriosa causata da pseudoefedrina e fenilpropanolamina cloridrato. La somministrazione concomitante di linezolid con pseudoefedrina o fenilpropanolamina ha indotto aumenti medi della pressione arteriosa sistolica dell’ordine di 30-40 mmHg, rispetto ad aumenti pari a 11-15 mmHg registrati con linezolid da solo, 14-18 mmHg con pseudofedrina o fenilpropanolamina da sole e 8-11 mmHg con placebo. Non sono stati effettuati studi analoghi nei soggetti ipertesi. Si raccomanda di titolare accuratamente il dosaggio dei farmaci con azione vasopressoria, inclusi gli agenti dopaminergici, per ottenere la risposta desiderata quando vengono somministrati in concomitanza con il linezolid. Potenziali interazioni serotoninergiche La potenziale interazione farmaco-farmaco con destrometorfano è stata studiata in volontari sani. I soggetti sono stati trattati con destrometorfano (due dosi da 20 mg somministrate con un intervallo di 4 ore) con o senza linezolid. Nei soggetti normali trattati con linezolid e destrometorfano non sono stati osservati effetti ascrivibili alla sindrome da serotonina (confusione, delirio, irrequietezza, tremore, arrossamenti, diaforesi e iperpiressia). Esperienza successiva alla commercializzazione: è stata riportata una segnalazione di un paziente che ha manifestato effetti simili a quelli della sindrome da serotonina durante l’assunzione concomitante di linezolid e destrometorfano, che si sono risolti con la sospensione di entrambi i medicinali. Nell’esperienza clinica con l’uso concomitante di linezolid e agenti serotoninergici, inclusi gli antidepressivi della classe degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), sono stati segnalati casi di sindrome da serotonina. Pertanto, la somministrazione concomitante con questi farmaci rimane controindicata (vedere paragrafo 4.3), mentre la gestione dei pazienti per i quali il trattamento con linezolid ed agenti serotoninergici è essenziale viene descritta al paragrafo 4.4. Uso con alimenti ricchi di tiramina I soggetti trattati con linezolid e meno di 100 mg di tiramina non hanno evidenziato una risposta pressoria significativa. Questo indica che è sufficiente evitare l’assunzione di eccessive quantità di alimenti e bevande con un contenuto elevato di tiramina (ad es. formaggio stagionato, estratti di lievito, bevande alcoliche non distillate e prodotti a base di soia fermentata, come la salsa di soia). Farmaci metabolizzati dal citocromo P450 Il linezolid non viene metabolizzato in quantità rilevabili dal sistema enzimatico del citocromo P450 (CYP) e non inibisce alcuna delle isoforme clinicamente significative del CYP umano (1A2, 2C9, 2C19, 2D6, 2E1, 3A4). Analogamente, il linezolid non induce gli isoenzimi del P450 nei ratti. Pertanto, non sono attese interazioni farmacologiche indotte dal CYP450 con linezolid. Rifampicina L’effetto della rifampicina sulla farmacocinetica del linezolid è stato studiato su sedici volontari sani maschi adulti ai quali è stato somministrato linezolid 600 mg due volte al giorno per 2,5 giorni con e senza rifampicina 600 mg una volta al giorno per 8 giorni. La rifampicina ha ridotto la Cmax e l’AUC del linezolid rispettivamente del 21% in media [90% IC, 15, 27] e del 32% in media [90% IC, 27, 37]. Il meccanismo di questa interazione e il suo significato clinico non sono noti. Warfarin Quando il warfarin è stato associato alla terapia con linezolid allo stato stazionario, è stata osservata una riduzione del 10% del valore medio massimo della INR (International Normalized Ratio o Rapporto Internazionale Normalizzato) durante la co-somministrazione, con una riduzione del 5% dell’AUC INR. I dati relativi ai pazienti trattati con warfarin e linezolid sono insufficienti per valutare il significato clinico, se presente, di questi riscontri.
Scheda tecnica (RCP) Composizione:
Ogni compressa rivestita con film contiene 600 mg di linezolid. Eccipiente con effetti noti: Ogni compressa rivestita con film contiene 195,50 mg di lattosio monoidrato. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Il linezolid non deve essere usato in pazienti che assumono medicinali che inibiscono le monoammino-ossidasi A o B (ad es. fenelzina, isocarbossazide, selegilina, moclobemide) o entro due settimane dall’assunzione di tali medicinali. A meno che siano disponibili strutture per una stretta osservazione e per il monitoraggio della pressione arteriosa, il linezolid non deve essere somministrato ai pazienti che presentano le seguenti condizioni cliniche di base o che assumono i seguenti tipi di farmaci concomitanti: • Pazienti con ipertensione non controllata, feocromocitoma, carcinoide, tireotossicosi, depressione bipolare, disturbi schizoaffettivi, stati confusionali acuti. • Pazienti che assumono uno qualsiasi dei seguenti medicinali: inibitori della ricaptazione della serotonina (vedere paragrafo 4.4), antidepressivi triciclici, agonisti per i recettori serotoninergici 5-HT1 (triptani), agenti simpaticomimetici con azione diretta e indiretta (inclusi i broncodilatatori adrenergici, pseudoefedrina e fenilpropanolamina), agenti vasopressori (ad es. epinefrina, norepinefrina), agenti dopaminergici (ad es. dopamina, dobutamina), petidina o buspirone. I dati sugli animali suggeriscono che linezolid e i suoi metaboliti possano essere escreti nel latte materno e, di conseguenza, l’allattamento al seno deve essere interrotto prima e durante tutto il periodo di somministrazione (vedere paragrafo 4.6).
Posologia
Posologia La soluzione per infusione, le compresse rivestite con film o la sospensione orale di linezolid possono essere utilizzati come terapia iniziale. I pazienti che iniziano il trattamento con la formulazione parenterale possono successivamente passare alle formulazioni orali, se clinicamente appropriato. In tali circostanze non è richiesta alcuna modifica della dose poiché la biodisponibilità per via orale di linezolid è di circa il 100%. Dosaggio raccomandato e durata del trattamento negli adulti La durata del trattamento dipende dall’agente patogeno, dalle sede dell’infezione e dalla sua gravità, nonché dalla risposta clinica del paziente. Le raccomandazioni seguenti in merito alla durata della terapia riflettono quelle adottate negli studi clinici. Regimi di trattamento più brevi possono essere adatti per alcuni tipi di infezione, ma non sono stati valutati negli studi clinici. La durata massima del trattamento è di 28 giorni. La sicurezza e l’efficacia di linezolid somministrato per periodi superiori a 28 giorni non sono state stabilite (vedere paragrafo 4.4). Non sono richiesti incrementi di dosaggio né aumenti della durata del trattamento per le infezioni associate a batteriemia concomitante. Le dosi raccomandate per la soluzione per infusione e per le compresse sono identiche e sono le seguenti:
Infezioni | Dosaggio | Durata del trattamento |
Polmonite nosocomiale | 600 mg due volte al giorno | 10-14 giorni consecutivi |
Polmonite acquisita in comunità | 600 mg due volte al giorno | 10-14 giorni consecutivi |
Infezioni complicate della cute e dei tessuti molli | 600 mg due volte al giorno | 10-14 giorni consecutivi |
Avvertenze e precauzioni
Mielosoppressione Mielosoppressione (inclusa anemia, leucopenia, pancitopenia e trombocitopenia) è stata riportata in pazienti in trattamento con linezolid. Nei casi di cui è noto l’esito, quando il linezolid è stato sospeso i parametri ematologici alterati si sono innalzati a livelli pre-trattamento. Il rischio di questi effetti appare correlato alla durata del trattamento. I pazienti anziani trattati con linezolid possono essere esposti a un rischio maggiore di discrasia ematica rispetto ai pazienti più giovani. La trombocitopenia può verificarsi più comunemente nei pazienti con grave insufficienza renale, dializzati o no. Pertanto, si raccomanda un accurato monitoraggio della conta ematica nei pazienti che presentano le seguenti condizioni: preesistente anemia, granulocitopenia o trombocitopenia; pazienti che ricevono trattamenti concomitanti che possono diminuire i livelli di emoglobina, deprimere le conte ematiche o influenzare negativamente la conta o la funzione piastrinica; grave insufficienza renale; pazienti che ricevono una terapia di durata superiore a 10-14 giorni. In questi pazienti il linezolid deve essere somministrato solo se è possibile attuare uno stretto monitoraggio dei livelli di emoglobina ed effettuare la conta ematica e quella piastrinica. Se durante la terapia con linezolid dovesse verificarsi una mielosoppressione significativa, il trattamento deve essere interrotto, a meno che non sia considerato assolutamente necessario proseguire la terapia, nel qual caso devono essere assicurati un intenso monitoraggio delle conte ematiche e l’implementazione di appropriate strategie di gestione. Si raccomanda, inoltre, il monitoraggio settimanale completo della conta ematica (inclusi i livelli di emoglobina, piastrine e le conte leucocitarie totali e differenziate) nei pazienti che ricevono il linezolid, indipendentemente dai relativi valori basali. Negli studi per uso compassionevole è stata riportata una maggiore incidenza di grave anemia nei pazienti trattati con linezolid per periodi superiori alla durata massima raccomandata pari a 28 giorni. Questi pazienti hanno richiesto più spesso l’impiego di trasfusioni di sangue. Casi di anemia con necessità di trasfusione ematica sono stati segnalati anche nel periodo successivo alla commercializzazione, con un’incidenza maggiore nei pazienti che hanno ricevuto la terapia con linezolid per periodi superiori a 28 giorni. Nell’esperienza successiva alla commercializzazione sono stati riportati anche casi di anemia sideroblastica. Nei casi per cui era noto il tempo di insorgenza della malattia, si è osservato che la maggior parte dei pazienti coinvolti aveva ricevuto la terapia con linezolid per periodi superiori a 28 giorni. La maggioranza dei pazienti si è ristabilita completamente o parzialmente in seguito all’interruzione del trattamento con linezolid, con o senza un trattamento specifico per l’anemia. Differenza nel tasso di mortalità riscontrato in uno studio clinico effettuato in pazienti con infezioni del torrente ematico catetere-correlate, sostenute da batteri Gram-positivi In uno studio clinico condotto in aperto, in pazienti gravemente compromessi, con infezioni da catetere intravascolare è stato osservato un tasso di mortalità più elevato nei pazienti trattati con linezolid rispetto ai risultati ottenuti con vancomicina/dicloxacillina/oxacillina [78/363 (21,5%) contro 58/363 (16,0%)]. Il fattore principale che ha influenzato il tasso di mortalità è stata l’entità dell’infezione sostenuta da batteri Gram-positivi al basale. I tassi di mortalità sono apparsi simili nei pazienti con infezioni causate esclusivamente da microrganismi Gram- positivi (odds ratio 0,96; 95% intervallo di confidenza: 0,58-1,59), ma sono risultati significativamente più elevati (p=0,0162) nel braccio di trattamento con linezolid nei pazienti che presentavano qualsiasi altro patogeno o nessun patogeno al basale (odds ratio 2,48; 95% intervallo di confidenza: 1,38-4,46). La differenza maggiore è stata osservata durante il trattamento e nei 7 giorni successivi all’interruzione della terapia. Un numero superiore di pazienti nel braccio trattato con linezolid ha contratto infezioni da patogeni Gram-negativi nel corso dello studio ed è deceduto in seguito a infezioni causate da patogeni Gram-negativi e infezioni polimicrobiche. Pertanto, nelle infezioni complicate della cute e dei tessuti molli, il linezolid deve essere utilizzato nei pazienti con accertata o sospetta co-infezione da microrganismi Gram-negativi solo se non sono disponibili opzioni terapeutiche alternative (vedere paragrafo 4.1). In tali circostanze, deve essere avviato contemporaneamente un trattamento contro i patogeni Gram-negativi. Diarrea e colite associate all’uso di antibiotici L’uso di quasi tutti gli antibiotici, incluso il linezolid, è stato correlato alla comparsa di diarrea associata ad antibiotici e colite associata ad antibiotici, compresa la colite pseudomembranosa e la diarrea associata a Clostridium difficile, la cui gravità può variare da diarrea lieve a colite fatale. È importante pertanto considerare questa diagnosi nei pazienti che sviluppano grave diarrea durante o dopo l’uso di linezolid. Se si sospetta o viene confermata diarrea associata ad antibiotici o colite associata ad antibiotici, il trattamento in corso con gli agenti antibatterici, incluso il linezolid, deve essere interrotto e devono essere immediatamente instaurate adeguate misure terapeutiche. In questa situazione gli antiperistaltici sono controindicati. Acidosi lattica Con l’uso di linezolid è stata riportata acidosi lattica. I pazienti che, nel corso del trattamento con linezolid, sviluppano segni e sintomi di acidosi metabolica, inclusi nausea o vomito ricorrenti, dolore addominale, un basso livello di bicarbonato o iperventilazione, devono ricevere immediate cure mediche. Se si verifica acidosi lattica, è necessario procedere alla valutazione dei benefici derivanti dalla continuazione della terapia con linezolid, rispetto ai potenziali rischi connessi alla terapia. Disfunzione mitocondriale Il linezolid inibisce la sintesi proteica mitocondriale. I possibili eventi avversi, come acidosi lattica, anemia e neuropatia (ottica e periferica), possono verificarsi proprio in conseguenza di tale inibizione; questi eventi sono più comuni quando il farmaco viene utilizzato per periodi superiori a 28 giorni. Sindrome da serotonina Sono state riportate segnalazioni spontanee di sindrome da serotonina associata alla somministrazione concomitante di linezolid ed agenti serotoninergici, compresi gli antidepressivi della classe degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI). Pertanto, la somministrazione concomitante di linezolid e agenti serotoninergici è controindicata (vedere paragrafo 4.3), eccetto nei casi in cui la somministrazione concomitante di linezolid e agenti serotoninergici sia considerata essenziale. In tali casi i pazienti devono essere tenuti sotto stretta osservazione per possibili segni e sintomi della sindrome da serotonina, quali alterazioni della funzione cognitiva, iperpiressia, iperreflessia e mancanza di coordinazione. In presenza di questi segni e sintomi il medico deve valutare l’interruzione di uno o entrambi i trattamenti; se si interrompe il farmaco serotoninergico è possibile la comparsa di sintomi da sospensione. Neuropatia periferica ed ottica Nei pazienti trattati con linezolid, sono state riportate neuropatia periferica e ottica e neurite ottica, che talvolta progrediscono fino alla perdita della vista; queste segnalazioni sono state riscontrate principalmente in pazienti trattati per periodi superiori alla durata massima raccomandata di 28 giorni. Tutti i pazienti devono essere avvertiti di segnalare qualsiasi sintomo di alterazione visiva, come variazioni dell’acuità visiva, alterazioni della visione dei colori, visione offuscata o difetti del campo visivo. In questi casi si raccomanda l’esecuzione di un tempestivo esame e, se necessario, un consulto presso un oculista. I pazienti che assumono linezolid per periodi superiori ai 28 giorni raccomandati devono essere sottoposti a regolari controlli della funzionalità visiva. In caso di insorgenza di neuropatia periferica o ottica, la prosecuzione della terapia con linezolid deve essere valutata considerando i potenziali rischi. Sussiste un aumentato rischio di neuropatia nel caso in cui linezolid venga utilizzato in pazienti che stanno assumendo o hanno recentemente assunto farmaci antimicobatterici per il trattamento della tubercolosi. Convulsioni In pazienti trattati con linezolid sono state segnalate convulsioni. La maggior parte di questi casi presentava un’anamnesi positiva per convulsioni o fattori di rischio per convulsioni. In presenza di anamnesi positiva per convulsioni, i pazienti devono essere avvisati di informare il proprio medico. Inibitori delle monoammino-ossidasi Il linezolid è un inibitore reversibile, non selettivo, delle monoammino-ossidasi (MAO); tuttavia, alle dosi usate per la terapia antibatterica, non esercita un effetto antidepressivo. Sono disponibili dati molto limitati, sia per quanto riguarda gli studi di interazione farmacologica, sia riguardo la sicurezza di linezolid somministrato a pazienti con condizioni cliniche di base e/o sottoposti a terapie farmacologiche concomitanti che potrebbero rappresentare un rischio per loro derivato dall’inibizione delle MAO. Pertanto, l’uso di linezolid non è raccomandato in queste circostanze, a meno che non sia possibile una stretta sorveglianza e il monitoraggio del paziente (vedere paragrafi 4.3 e 4.5). Uso con cibi ricchi di tiramina I pazienti devono essere avvertiti di evitare il largo consumo di alimenti con alto contenuto di tiramina (vedere paragrafo 4.5). Superinfezioni Gli effetti della terapia con linezolid sulla normale flora batterica non sono stati valutati negli studi clinici. L’uso di antibiotici può occasionalmente favorire la proliferazione di organismi non sensibili. Ad esempio, circa il 3% dei pazienti che ha ricevuto le dosi raccomandate di linezolid ha manifestato candidosi farmaco-correlata nel corso di studi clinici. In caso di comparsa di superinfezione durante la terapia, si dovranno adottare misure adeguate. Popolazioni speciali Linezolid deve essere usato con particolare cautela nei pazienti con grave insufficienza renale e solo se il beneficio atteso è considerato superiore al rischio teorico (vedere paragrafi 4.2 e 5.2). Nei pazienti con grave insufficienza epatica si raccomanda di somministrare il linezolid solo quando il beneficio previsto supera il rischio teorico (vedere paragrafi 4.2 e 5.2). Compromissione della fertilità Il linezolid ha ridotto in modo reversibile la fertilità e indotto anomalie morfologiche dello sperma nel ratto maschio adulto a livelli di esposizione approssimativamente equivalenti a quelli attesi nell’uomo; i possibili effetti del linezolid sul sistema riproduttivo maschile umano non sono noti (vedere paragrafo 5.3). Studi clinici La sicurezza e l’efficacia del linezolid somministrato per periodi superiori a 28 giorni non sono state stabilite. Gli studi clinici controllati non hanno incluso pazienti con lesioni dovute a piede diabetico, piaghe da decubito o lesioni ischemiche, gravi ustioni o gangrena. Pertanto, l’esperienza con l’impiego di linezolid nel trattamento di queste condizioni è limitata. Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
Interazioni
Inibitori delle monoammino-ossidasi Il linezolid è un inibitore reversibile, non selettivo, delle monoammino-ossidasi (MAO). Sono disponibili dati molto limitati sia per quanto riguarda gli studi di interazione farmacologica sia riguardo la sicurezza di linezolid somministrato a pazienti trattati con farmaci concomitanti che potrebbero comportare un rischio derivato dall’inibizione delle MAO. Pertanto, l’uso di linezolid non è raccomandato in queste circostanze, a meno che non sia possibile una stretta sorveglianza e il monitoraggio del paziente (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Interazioni potenziali che producono innalzamenti della pressione arteriosa In volontari sani normotesi, linezolid ha potenziato l’aumento della pressione arteriosa causata da pseudoefedrina e fenilpropanolamina cloridrato. La somministrazione concomitante di linezolid con pseudoefedrina o fenilpropanolamina ha indotto aumenti medi della pressione arteriosa sistolica dell’ordine di 30-40 mmHg, rispetto ad aumenti pari a 11-15 mmHg registrati con linezolid da solo, 14-18 mmHg con pseudofedrina o fenilpropanolamina da sole e 8-11 mmHg con placebo. Non sono stati effettuati studi analoghi nei soggetti ipertesi. Si raccomanda di titolare accuratamente il dosaggio dei farmaci con azione vasopressoria, inclusi gli agenti dopaminergici, per ottenere la risposta desiderata quando vengono somministrati in concomitanza con il linezolid. Potenziali interazioni serotoninergiche La potenziale interazione farmaco-farmaco con destrometorfano è stata studiata in volontari sani. I soggetti sono stati trattati con destrometorfano (due dosi da 20 mg somministrate con un intervallo di 4 ore) con o senza linezolid. Nei soggetti normali trattati con linezolid e destrometorfano non sono stati osservati effetti ascrivibili alla sindrome da serotonina (confusione, delirio, irrequietezza, tremore, arrossamenti, diaforesi e iperpiressia). Esperienza successiva alla commercializzazione: è stata riportata una segnalazione di un paziente che ha manifestato effetti simili a quelli della sindrome da serotonina durante l’assunzione concomitante di linezolid e destrometorfano, che si sono risolti con la sospensione di entrambi i medicinali. Nell’esperienza clinica con l’uso concomitante di linezolid e agenti serotoninergici, inclusi gli antidepressivi della classe degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), sono stati segnalati casi di sindrome da serotonina. Pertanto, la somministrazione concomitante con questi farmaci rimane controindicata (vedere paragrafo 4.3), mentre la gestione dei pazienti per i quali il trattamento con linezolid ed agenti serotoninergici è essenziale viene descritta al paragrafo 4.4. Uso con alimenti ricchi di tiramina I soggetti trattati con linezolid e meno di 100 mg di tiramina non hanno evidenziato una risposta pressoria significativa. Questo indica che è sufficiente evitare l’assunzione di eccessive quantità di alimenti e bevande con un contenuto elevato di tiramina (ad es. formaggio stagionato, estratti di lievito, bevande alcoliche non distillate e prodotti a base di soia fermentata, come la salsa di soia). Farmaci metabolizzati dal citocromo P450 Il linezolid non viene metabolizzato in quantità rilevabili dal sistema enzimatico del citocromo P450 (CYP) e non inibisce alcuna delle isoforme clinicamente significative del CYP umano (1A2, 2C9, 2C19, 2D6, 2E1, 3A4). Analogamente, il linezolid non induce gli isoenzimi del P450 nei ratti. Pertanto, non sono attese interazioni farmacologiche indotte dal CYP450 con linezolid. Rifampicina L’effetto della rifampicina sulla farmacocinetica del linezolid è stato studiato su sedici volontari sani maschi adulti ai quali è stato somministrato linezolid 600 mg due volte al giorno per 2,5 giorni con e senza rifampicina 600 mg una volta al giorno per 8 giorni. La rifampicina ha ridotto la Cmax e l’AUC del linezolid rispettivamente del 21% in media [90% IC, 15, 27] e del 32% in media [90% IC, 27, 37]. Il meccanismo di questa interazione e il suo significato clinico non sono noti. Warfarin Quando il warfarin è stato associato alla terapia con linezolid allo stato stazionario, è stata osservata una riduzione del 10% del valore medio massimo della INR (International Normalized Ratio o Rapporto Internazionale Normalizzato) durante la co-somministrazione, con una riduzione del 5% dell’AUC INR. I dati relativi ai pazienti trattati con warfarin e linezolid sono insufficienti per valutare il significato clinico, se presente, di questi riscontri.
Effetti indesiderati
La tabella sottostante presenta un elenco di reazioni avverse al farmaco che si sono manifestate con una frequenza basata su tutti i dati di causalità provenienti dagli studi clinici che hanno arruolato più di 2.000 pazienti adulti che hanno ricevuto le dosi raccomandate di linezolid per un periodo fino a 28 giorni. Le reazioni avverse più comunemente segnalate sono state diarrea (8,4%), cefalea (6,5%), nausea (6,3%) e vomito (4,0%). Gli eventi avversi farmaco-correlati più comunemente riportati e che hanno causato l’interruzione del trattamento sono stati cefalea, diarrea, nausea e vomito. Circa il 3% dei pazienti ha interrotto il trattamento a causa dell’insorgenza di un evento avverso correlato al farmaco. Ulteriori reazioni avverse riportate nell’esperienza successiva alla commercializzazione sono inserite nella tabella con frequenza ‘Non nota’, in quanto la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili. I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati e riportati durante il trattamento con linezolid, classificati secondo le frequenze indicate di seguito: Molto comune (≥1/10), Comune (≥1/100, <1/10), Non comune (≥1/1.000, <1/100), Raro (≥1/10.000, <1/1.000), Molto Raro (<1/10.000), Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Classificazione per sistemi e organi | Comune (≥1/100, <1/10) | Non comune (≥1/1.000, <1/100) | Raro (≥1/10.000, <1/1.000) | Molto raro (<1/10.000) | Frequenza non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili) |
Infezioni ed infestazioni | Candidosi, candidosi orale, candidosi vaginale, infezioni fungine | Vaginite | Colite associata agli antibiotici, inclusa colite pseudomembranosa* | ||
Patologie del sistema emolinfopoietico | Anemia*† | Leucopenia*, neutropenia, trombocitopenia*, eosinofilia | Pancitopenia* | Mielosoppressione*, anemia sideroblastica* | |
Disturbi del sistema immunitario | Anafilassi | ||||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Iponatremia | Acidosi lattica* | |||
Disturbi psichiatrici | Insonnia | ||||
Patologie del sistema nervoso | Cefalea, alterazione del gusto (gusto metallico), capogiri | Convulsioni*, ipoestesia, parestesia | Sindrome da serotonina**, neuropatia periferica* | ||
Patologie dell’occhio | Visione offuscata* | Difetti del campo visivo* | Neuropatia ottica*, neurite ottica*, perdita della vista*, alterazioni dell’acutezza visiva*, alterazioni della visione dei colori* | ||
Patologie dell’orecchio e del labirinto | Tinnito | ||||
Patologie cardiache | Aritmia (tachicardia) | ||||
Patologie vascolari | Ipertensione | Attacchi ischemici transitori, flebite, tromboflebite | |||
Patologie gastrointestinali | Diarrea, nausea, vomito, dolore addominale localizzato o generale, stipsi, dispepsia | Pancreatite, gastrite, distensione addominale, secchezza della bocca, glossite, feci non formate, stomatite, decolorazione o disturbi alla lingua | Decolorazione superficiale dei denti | ||
Patologie epatobiliari | Alterazione del test di funzionalità epatica; aumento di AST, ALT o fosfatasi alcalina | Aumento della bilirubina totale | |||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Prurito, eruzione cutanea | Orticaria, dermatite, diaforesi | Dermatite bollosa simile a quella descritta nella Sindrome di Stevens-Johnson e nella necrolisi epidermica tossica, angioedema, alopecia | ||
Patologie renali e urinarie | Aumento dell’azotemia | Insufficienza renale, aumento della creatinina, poliuria | |||
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Disturbi vulvovaginali | ||||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Febbre, dolore localizzato | Brividi, affaticamento, dolore nella sede di iniezione, aumento della sete | |||
Esami diagnostici | Ematochimica Aumento di LDH, creatinchinasi, lipasi, amilasi o glucosio non a digiuno Diminuzione di proteine totali, albumina, sodio o calcio Aumento o diminuzione di potassio o bicarbonato; | Ematochimica Aumento di sodio o calcio Diminuzione del glucosio non a digiuno Aumento o diminuzione del cloruro | |||
Ematologia Aumento di neutrofili o eosinofili Diminuzione di emoglobina, ematocrito o conta dei globuli rossi. Aumento o diminuzione delle piastrine o dei globuli bianchi | Ematologia Aumento della conta dei reticolociti. Diminuzione dei neutrofili |
Gravidanza e allattamento
Gravidanza Sono disponibili dati limitati sull’uso del linezolid in donne gravide. Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Esiste un rischio potenziale per l’uomo. Linezolid non deve essere usato durante la gravidanza se non strettamente necessario, cioè se il potenziale beneficio supera il rischio teorico. Allattamento I dati sugli animali suggeriscono che il linezolid e i suoi metaboliti vengono escreti nel latte materno e, di conseguenza, l’allattamento al seno deve essere interrotto prima e per tutta la durata della somministrazione. Fertilità In studi su animali, linezolid ha causato una riduzione della fertilità (vedere paragrafo 5.3).
Conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.