CAELYXINFUS 1FL 25ML 2MG/ML
Principio attivo: DOXORUBICINA LIPOSOMIALE PEGILATA
prezzo indicativo
ATC: L01DB01 | Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO |
Presenza Glutine:
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Classe 1: H | Forma farmaceutica: SOLUZIONE PER INFUSIONE CONC |
Presenza Lattosio:
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Caelyx è indicato: - In monoterapia in pazienti con tumore mammario metastatico, laddove sia presente un rischio cardiaco aumentato. - Per il trattamento del tumore ovarico in stadio avanzato in donne che abbiano fallito un trattamento chemioterapico di prima linea a base di platino. - In associazione a bortezomib per il trattamento del mieloma multiplo in progressione in pazienti che hanno ricevuto in precedenza almeno un trattamento e che sono stati già sottoposti, o non possono essere sottoposti, a trapianto di midollo osseo.- Per il trattamento del sarcoma di Kaposi correlato all’AIDS (KS-AIDS), in pazienti con un basso numero di CD4(linfociti CD4< 200/mm³) e malattia a livello mucocutaneo o viscerale diffusa. Caelyx può essere utilizzato come chemioterapia sistemica di prima linea o di seconda linea in pazienti affetti da KS-AIDS con malattia già in stadio avanzato o in pazienti intolleranti ad un precedente trattamento chemioterapico sistemico di associazione con almeno due delle seguenti sostanze: un alcaloide della vinca, bleomicina e doxorubicina standard (o un’altra antraciclina).
Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:
Non è stato eseguito alcuno studio formale di interazione tra altre specialità medicinali e Caelyx, sebbene siano stati condotti studi di fase II di associazione con gli agenti chemioterapici convenzionali in pazienti con tumori ginecologici. Prestare attenzione nell’utilizzo concomitante di farmaci che notoriamente interagiscono con la doxorubicina cloridrato standard. Caelyx, al pari di altre preparazioni a base di doxorubicina cloridrato, può potenziare la tossicità di altre terapie antitumorali. Nel corso di studi clinici in pazienti con tumori solidi (tra i quali il tumore mammario e ovarico) trattati in concomitanza con ciclofosfamide o taxani, non sono state riscontrate nuove tossicità cumulative. Nei pazienti con AIDS, a seguito della somministrazione di doxorubicina cloridrato standard, si sono osservati casi di esacerbazione della cistite emorragica indotta da ciclofosfamide e di aumento dell’epatotossicità della 6-mercaptopurina. Richiede inoltre cautela la somministrazione concomitante di altri agenti citotossici, in particolare agenti mielotossici.
Scheda tecnica (RCP) Composizione:
Un ml di Caelyx contiene 2 mg di doxorubicina cloridrato in una formulazione di liposomi pegilati. Caelyx consiste in una formulazione liposomiale in cui la doxorubicina cloridrato è incapsulata in liposomi sulla cui superficie è legato il metossipolietilen glicole (MPEG). Questo processo, noto come pegilazione, protegge i liposomi dal riconoscimento da parte del sistema fagocitario mononucleare (MPS), incrementandone il tempo di circolazione nel sangue. Eccipiente(i) con effetti noti Contiene fosfatidilcolina di soia completamente idrogenata (dalla soia), vedere paragrafo 4.3 Contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per dose ed è essenzialmente “privo di sodio”. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti, arachidi o soia, elencati al paragrafo 6.1. Caelyx non deve essere utilizzato per il trattamento del KS-AIDS che possa essere trattato in modo efficace con terapia locale o con alfa-interferone sistemico.
Posologia
Caelyx deve essere somministrato solo sotto il controllo di un oncologo specializzato nella somministrazione di agenti citotossici. Caelyx possiede proprietà farmacocinetiche uniche; pertanto non deve essere utilizzato in modo intercambiabile con altre formulazioni di doxorubicina cloridrato. Posologia Tumore mammario/Tumore ovarico Caelyx va somministrato per via endovenosa al dosaggio di 50 mg/m² una volta ogni 4 settimane fino a progressione della malattia e fino a quando la paziente è in grado di tollerare il trattamento. Mieloma multiplo Caelyx è somministrato alla dose di 30 mg/m² il giorno 4 del regime terapeutico di bortezomib della durata di 3 settimane, tramite infusione endovenosa di 1 ora immediatamente dopo l’infusione di bortezomib. Il regime terapeutico di bortezomib è costituito da una dose di 1,3 mg/m² ai giorni 1, 4, 8 e 11 ogni 3 settimane. La terapia deve essere ripetuta fintanto che il paziente evidenzia una risposta soddisfacente ed è in grado di tollerare il trattamento. La dose del giorno 4 di entrambi i farmaci può essere ritardata fino a 48 ore, se necessario dal punto di vista medico. Le dosi di bortezomib devono essere separate di almeno 72 ore. Sarcoma di Kaposi correlato all’AIDS Caelyx va somministrato per via endovenosa a dosi di 20 mg/m² ogni due - tre settimane. Evitare intervalli inferiori a 10 giorni, in quanto non si può escludere un accumulo del prodotto ed un aumento della tossicità. Per ottenere una risposta terapeutica si raccomanda di trattare i pazienti per un periodo di due - tre mesi. Continuare il trattamento secondo necessità per mantenere la risposta terapeutica. Per tutti i pazienti Se il paziente manifesta segni o sintomi precoci di reazione all’infusione (vedere paragrafo 4.4 e 4.8), sospendere immediatamente l’infusione, somministrare appropriate premedicazioni (antistaminici e/o corticosteroidi a breve durata d’azione) e riprendere l’infusione ad una minore velocità. Linee guida per l’aggiustamento posologico di Caelyx Per la gestione degli eventi avversi quali la eritrodisestesia palmo-plantare (PPE), la stomatite o la tossicità ematologica, la dose può essere ridotta o la somministrazione posticipata. Le linee guida per l’aggiustamento posologico di Caelyx a seguito di questi eventi avversi sono riportate nelle tabelle sottostanti. La classificazione della tossicità riportata in queste tabelle si basa sui Criteri Comuni di Tossicità dell’Istituto Nazionale del Cancro (NCI-CTC). Le tabelle per la PPE (Tabella 1) e la stomatite (Tabella 2) forniscono lo schema seguito per aggiustare la dose durante gli studi clinici sul trattamento del tumore mammario o ovarico (modifica del ciclo raccomandato di trattamento di 4 settimane): se queste tossicità si verificano in pazienti con KS-AIDS, il ciclo raccomandato di trattamento di 2-3 settimane può essere modificato in modo analogo. La tabella per la tossicità ematologica (Tabella 3) fornisce lo schema seguito per modificare la dose durante gli studi clinici condotti solo nelle pazienti con tumore mammario o ovarico. Per l’aggiustamento della dose in pazienti con KS-AIDS si rimanda al paragrafo 4.8. Tabella 1. ERITRODISESTESIA PALMO-PLANTARE
Settimane dopo la dose precedente di Caelyx | |||
Grado di tossicità alla valutazione attuale | 4 Settimane | 5 Settimane | 6 Settimane |
Grado 1 (eritema lieve, gonfiore o desquamazione che non interferiscono con le attività giornaliere) | Ritrattare a meno che il paziente non abbia precedentemente manifestato una tossicità cutanea di grado 3 o 4, nel qual caso attendere un’altra settimana | Ritrattare a meno che il paziente non abbia precedentemente manifestato una tossicità cutanea di grado 3 o 4, nel qual caso attendere un’altra settimana | Ridurre la dose del 25%; ritornare all’intervallo di4 settimane |
Grado 2 (eritema, desquamazione o gonfiore che interferiscono, ma non precludono le normali attività fisiche; piccole vescicole o ulcerazioni di diametro inferiore a 2 cm) | Attendere un’altra settimana | Attendere un’altra settimana | Ridurre la dose del25%; ritornare all’intervallo di 4 settimane |
Grado 3 (vescicazione, ulcerazione o gonfiore che interferiscono con la deambulazione o le normali attività giornaliere; non si possono indossare abiti normali) | Attendere un’altra settimana | Attendere un’altra settimana | Sospendere definitivamente il trattamento |
Grado 4 (processo diffuso o locale che causa complicanze infettive o uno stato che richieda di stare a letto o ospedalizzazione) | Attendere un’altra settimana | Attendere un’altra settimana | Sospendere definitivamente il trattamento |
Settimane dopo la dose precedente di Caelyx | |||
Grado di tossicità secondo il grado attuale di valutazione | 4 Settimane | 5 Settimane | 6 Settimane |
Grado 1 (ulcere indolori, eritema o lieve irritazione) | Ritrattare a meno che il paziente non abbia precedentemente manifestato una stomatite di grado 3 o 4, nel qual caso attendere un’altra settimana | Ritrattare a meno che il paziente non abbia precedentemente manifestato una stomatite di grado 3 o 4, nel qual caso attendere un’altra settimana | Ridurre la dose del 25%; ritornare all’intervallo di4 settimane o sospendere definitivamente il trattamento a giudizio del medico |
Grado 2 (eritema doloroso, edema o ulcere, ma possibilità di alimentarsi) | Attendere un’altra settimana | Attendere un’altra settimana | Ridurre la dose del 25%; ritornare all’intervallo di4 settimane o sospendere definitivamente il trattamento a giudizio del medico |
Grado 3 (eritema doloroso, edema o ulcere, ma impossibilità a alimentarsi) | Attendere un’altra settimana | Attendere un’altra settimana | Sospendere definitivamente il trattamento |
Grado 4 (è necessario un supporto parenterale o enterale) | Attendere un’altra settimana | Attendere un’altra settimana | Sospendere definitivamente il trattamento |
GRADO | ANC | PIASTRINE | MODIFICA |
Grado 1 | 1.500 - 1.900 | 75.000 - 150.000 | Riprendere il trattamento senza riduzione della dose. |
Grado 2 | 1.000 - < 1.500 | 50.000 - < 75.000 | Attendere fino a che ANC ≥ 1.500 e le piastrine ≥ 75.000; ritrattare senza riduzione della dose. |
Grado 3 | 500 - < 1.000 | 25.000 - < 50.000 | Attendere fino a che ANC ≥ 1.500 e le piastrine ≥ 75.000; ritrattare senza riduzione della dose. |
Grado 4 | < 500 | < 25.000 | Attendere fino a che ANC ≥ 1.500 e le piastrine ≥ 75.000; ridurre la dose del 25% o continuare la dose completa con supporto del fattore di crescita. |
Condizioni del paziente | Caelyx | Bortezomib |
Febbre ≥ 38°C e ANC < 1.000/mm³ | Non somministrare questo ciclo se prima del giorno 4; se dopo il giorno 4, ridurre la dose successiva del 25%. | Ridurre la dose successiva del 25%. |
In qualsiasi giorno di terapia dopo il giorno 1 di ogni ciclo: Conta piastrinica < 25.000/mm³ Emoglobina < 8 g/dl ANC < 500/mm³ | Non somministrare questo ciclo se prima del giorno 4; se dopo il giorno 4, ridurre la dose successiva del 25% nei cicli seguenti se il bortezomib viene ridotto a causa di tossicità ematologica.* | Non somministrare; se 2 o più dosi non vengono somministrate in un ciclo, ridurre la dose del 25% nei cicli successivi. |
Tossicità non ematologica farmaco correlata di grado 3 o 4 | Non somministrare fino a riduzione ad un grado < 2 e ridurre del 25% tutte le dosi successive. | Non somministrare fino a riduzione ad un grado < 2 e ridurre del 25% tutte le dosi successive. |
Dolore neuropatico o neuropatia periferica | Nessun aggiustamento del dosaggio. | Vedere il RCP di bortezomib. |
Avvertenze e precauzioni
A causa della differenza nel profilo farmacocinetico e negli schemi posologici, Caelyx non deve essere utilizzato in maniera intercambiabile con altre formulazioni di doxorubicina cloridrato. Tossicità cardiaca Si raccomanda di sottoporre routinariamente tutti i pazienti trattati con Caelyx a frequenti elettrocardiogrammi (ECG). Cambiamenti transitori del tracciato ECG, come appiattimento dell’onda T, sottolivellamento del tratto S-T e aritmie benigne non sono considerati segnali vincolanti per la sospensione della terapia con Caelyx. Tuttavia la riduzione del complesso QRS è considerato il segno più indicativo di tossicità cardiaca. Se si verifica questa alterazione, deve essere preso in considerazione il test decisivo di danno miocardico da antraciclina, cioè la biopsia endomiocardica. Metodi più specifici dell’elettrocardiogramma per la valutazione ed il controllo della funzionalità cardiaca sono la misurazione della frazione di eiezione del ventricolo sinistro per mezzo dell’ecocardiografia o, preferibilmente, per mezzo dell’arteriografia a porte multiple (MUGA). Questi metodi devono essere applicati routinariamente prima dell’inizio della terapia con Caelyx e devono essere ripetuti periodicamente durante il trattamento. La valutazione della funzionalità ventricolare sinistra è considerata indispensabile prima di ogni somministrazione aggiuntiva di Caelyx che superi un dosaggio cumulativo di antraciclina consentito per l’intera durata di vita, pari a 450 mg/m². I test di valutazione e i metodi sopra descritti riguardanti il monitoraggio della performance cardiaca durante la terapia con antracicline devono essere utilizzati nel seguente ordine: monitoraggio dell’ECG, misurazione della frazione di eiezione ventricolare sinistra, biopsia endomiocardica. Se il risultato di un test indica un possibile danno cardiaco associato alla terapia con Caelyx, il beneficio di continuare la terapia deve essere attentamente valutato rispetto al rischio di una lesione miocardica. Trattare con Caelyx i pazienti con malattie cardiache che necessitano di trattamento solo quando il beneficio sia maggiore del rischio. Prestare cautela in pazienti con funzionalità cardiaca compromessa in trattamento con Caelyx. Ogni qualvolta si sospetti una cardiomiopatia, cioè quando la frazione di eiezione ventricolare sinistra sia sostanzialmente diminuita rispetto ai valori di pretrattamento e/o la frazione di eiezione ventricolare sinistra sia inferiore al valore rilevante da un punto di vista prognostico (ad es. < 45%), si può considerare la biopsia endomiocardica ed il beneficio del proseguimento della terapia deve essere attentamente valutato rispetto al rischio di sviluppare un danno cardiaco irreversibile. L’insufficienza cardiaca congestizia dovuta a cardiomiopatia può verificarsi all’improvviso, anche parecchie settimane dopo la sospensione del trattamento, senza essere preceduta da variazioni dell’elettrocardiogramma. Si deve prestare cautela in pazienti trattati con altre antracicline. La dose totale di doxorubicina cloridrato deve anche tenere conto di ogni precedente (o concomitante) terapia con composti cardiotossici come altre antracicline/antrachinoni o ad es. 5-fluorouracile. Tossicità cardiaca può verificarsi anche con dosi cumulative di antracicline inferiori a 450 mg/m² in pazienti con precedente irradiazione mediastinica o in pazienti trattati in concomitanza con ciclofosfamide. A livello cardiaco il profilo di sicurezza della posologia raccomandata sia per il tumore mammario che ovarico (50 mg/m²) è sovrapponibile a quello di 20 mg/m² in pazienti con KS-AIDS (vedere paragrafo 4.8). Mielosoppressione Molti pazienti trattati con Caelyx presentano una mielosoppressione di base dovuta a diversi fattori quali la preesistente infezione da HIV o le numerose terapie concomitanti o precedenti, o tumori che coinvolgono il midollo osseo. Nello studio principale (pivotal) condotto in pazienti con tumore ovarico trattate con 50 mg/m², la mielosoppressione è stata generalmente da lieve a moderata, reversibile e non è stata associata ad episodi di infezione neutropenica o sepsi. Inoltre in uno studio clinico controllato di Caelyx verso topotecan, l’incidenza della sepsi correlata al trattamento è stata sostanzialmente inferiore nel gruppo di pazienti con tumore ovarico trattate con Caelyx rispetto al gruppo in trattamento con topotecan. Una simile bassa incidenza di mielosoppressione è stata notata in pazienti con tumore mammario metastatico in trattamento con Caelyx in uno studio clinico di prima linea. In contrasto con l’esperienza nelle pazienti con tumore mammario o ovarico, la mielosoppressione sembra essere l’evento avverso che limita il dosaggio nei pazienti con KS-AIDS (vedere paragrafo 4.8). A causa della potenziale mieloablazione, i periodici esami ematologici devono essere effettuati di frequente nel corso della terapia con Caelyx, e per lo meno prima di ogni dose di Caelyx. La mielosoppressione grave e persistente può determinare una superinfezione o una emorragia. In studi clinici controllati condotti in pazienti con KS-AIDS in confronto al regime con bleomicina/vincristina, le infezioni opportunistiche sono state apparentemente più frequenti in corso di trattamento con Caelyx. Pazienti e medici devono essere consapevoli di questa maggiore incidenza e agire di conseguenza. Tumori ematologici secondari Come con altri agenti antineoplastici ad attività lesiva sul DNA in pazienti che hanno ricevuto trattamento combinato con doxorubicina, sono state riportate leucemie mieloidi acute secondarie e mielodisplasie. Di conseguenza, ogni paziente trattato con doxorubicina deve essere mantenuto sotto controllo ematologico. Neoplasie orali secondarie Sono stati riportati casi molto rari di neoplasie orali secondarie nei pazienti con esposizione a lungo termine a Caelyx (più di un anno) o in coloro che hanno ricevuto una dose cumulativa di Caelyx superiore a 720 mg/m². I casi di neoplasie orali secondarie sono stati diagnosticati sia durante il trattamento con Caelyx che fino a 6 anni dopo l’ultima dose. I pazienti devono essere controllati ad intervalli regolari per la presenza di ulcerazione orale o qualsiasi disturbo orale che può indicare un tumore orale secondario. Reazioni associate all’infusione Entro alcuni minuti dall’inizio dell’infusione di Caelyx, possono verificarsi reazioni all’infusione gravi e talvolta pericolose per la vita del paziente. Esse sono caratterizzate da reazioni di tipo allergico o anafilattoide i cui sintomi includono asma, vampate di calore, rash pruriginoso, dolore al torace, febbre, ipertensione, tachicardia, prurito, sudorazione, respiro corto, edema facciale, brividi, dolore alla schiena, senso di oppressione al torace e alla gola e/o ipotensione. Molto raramente, sono state osservate convulsioni come reazione all’infusione (vedere paragrafo 4.8). Normalmente una sospensione temporanea dell’infusione risolve questi sintomi senza ulteriori interventi terapeutici. Tuttavia, i farmaci per trattare questi sintomi (per esempio: antistaminici, corticosteroidi, adrenalina e anticonvulsivanti), così come pure l’attrezzatura d’emergenza, devono essere disponibili per un uso immediato. Nella maggior parte dei pazienti, il trattamento può essere ripreso dopo la risoluzione di tutti i sintomi, senza ricaduta. Le reazioni all’infusione raramente si ripresentano dopo il primo ciclo di trattamento. Per minimizzare il rischio di reazioni all’infusione, la dose iniziale deve essere somministrata ad una velocità di infusione non superiore a 1 mg/minuto (vedere paragrafo 4.2). Pazienti diabetici Va considerato che ogni flaconcino di Caelyx contiene saccarosio e viene somministrato mediante una soluzione glucosata al 5% (50 mg/ml) per infusione endovenosa. Per gli eventi avversi comuni che richiedono una modifica del dosaggio o una sua sospensione, vedere paragrafo 4.8.
Interazioni
Non è stato eseguito alcuno studio formale di interazione tra altre specialità medicinali e Caelyx, sebbene siano stati condotti studi di fase II di associazione con gli agenti chemioterapici convenzionali in pazienti con tumori ginecologici. Prestare attenzione nell’utilizzo concomitante di farmaci che notoriamente interagiscono con la doxorubicina cloridrato standard. Caelyx, al pari di altre preparazioni a base di doxorubicina cloridrato, può potenziare la tossicità di altre terapie antitumorali. Nel corso di studi clinici in pazienti con tumori solidi (tra i quali il tumore mammario e ovarico) trattati in concomitanza con ciclofosfamide o taxani, non sono state riscontrate nuove tossicità cumulative. Nei pazienti con AIDS, a seguito della somministrazione di doxorubicina cloridrato standard, si sono osservati casi di esacerbazione della cistite emorragica indotta da ciclofosfamide e di aumento dell’epatotossicità della 6-mercaptopurina. Richiede inoltre cautela la somministrazione concomitante di altri agenti citotossici, in particolare agenti mielotossici.
Effetti indesiderati
Riassunto del profilo di sicurezza Il più comune effetto indesiderato riportato negli studi clinici condotti nel tumore mammario/ovarico (50 mg/m² ogni 4 settimane) é stato l’eritrodisestesia palmo-plantare (PPE, palmar plantar erythrodysesthesia). L’incidenza globale di PPE riportata è stata del 44,0% - 46,1%. Questi effetti sono stati per la maggior parte lievi, con casi gravi (grado 3) riportati nel 17% - 19,5%. L’incidenza dei casi riportati con pericolo di vita (grado 4) è stata < 1%. La PPE ha raramente causato l’interruzione del trattamento (3,7% - 7,0%). La PPE è caratterizzata da eruzioni cutanee maculari, iperemiche e dolorose. Nelle pazienti in cui si è manifestata, si è verificata generalmente dopo 2 o 3 cicli di trattamento. Un miglioramento di solito si verifica dopo una - due settimane e, in alcuni casi, la completa guarigione si ha dopo 4 o più settimane. La piridossina alla dose di 50 - 150 mg al giorno e i corticosteroidi sono stati utilizzati per la profilassi e il trattamento della PPE, tuttavia queste terapie non sono state valutate in studi clinici di fase III. Altre strategie per prevenire e trattare la PPE includono il mantenere mani e piedi a basse temperature, tenendoli in acqua fredda (in ammollo, bagni o nuoto), evitando eccessive fonti di calore/acqua calda e senza costrizioni (niente calze, guanti o scarpe strette). La PPE sembra essere principalmente correlata allo schema posologico e può essere ridotta aumentando l’intervallo tra le dosi di 1 - 2 settimane (vedere paragrafo 4.2). Tuttavia, in alcune pazienti, questa reazione può essere grave e debilitante e richiedere l’interruzione del trattamento. Anche stomatiti/mucositi e nausea sono state comunemente riportate nei soggetti trattati per tumore mammario/ovarico, mentre nei pazienti con KS-AIDS (20 mg/m² ogni 2 settimane) la mielosoppressione (soprattutto leucopenia) é stato il più comune effetto indesiderato (vedere KSAIDS). Casi di PPE sono stati riportati nel 16% dei pazienti con mieloma multiplo trattati con Caelyx in associazione a bortezomib. Una PPE di grado 3 è stata riportata nel 5% dei pazienti. Non sono stati riportati casi di PPE di grado 4. Gli effetti indesiderati (correlati o emergenti dalla terapia) più frequentemente riportati con la terapia di associazione (Caelyx + bortezomib), sono stati nausea (40%), diarrea (35%), neutropenia (33%), trombocitopenia (29%), vomito (28%), affaticamento (27%) e stitichezza (22%). Programma per il tumore mammario In uno studio clinico di fase III (I97-328), 509 pazienti con tumore mammario in stadio avanzato che non avevano ricevuto una precedente chemioterapia per la malattia metastatica sono state trattate con Caelyx (n = 254) alla dose di 50 mg/m² ogni 4 settimane o doxorubicina (n = 255) alla dose di 60 mg/m² ogni 3 settimane. I seguenti effetti indesiderati comuni sono stati riportati più spesso con doxorubicina che con Caelyx: nausea (53% vs. 37%; grado 3/4 5% vs. 3%), vomito (31% vs. 19%; grado 3/4 4% vs. inferiore a 1%), varie manifestazioni di alopecia (66% vs. 20%), alopecia pronunciata (54% vs. 7%) e neutropenia (10% vs. 4%; grado 3/4 8% vs. 2%). Mucositi (23% vs. 13%; grado 3/4 4% vs. 2%) e stomatiti (22% vs. 15%; grado 3/4 5% vs. 2%) sono state riportate più frequentemente con Caelyx che con doxorubicina. La durata media dei più comuni eventi gravi (grado 3/4) per entrambe i gruppi è stato di 30 giorni o meno. Vedere Tabella 5 per la lista completa degli effetti indesiderati riportati nelle pazienti trattate con Caelyx. L’incidenza degli effetti ematologici che hanno posto in pericolo di vita (grado 4) è stata < 1,0% e la sepsi è stata riportata nell’1% delle pazienti. Il supporto di un fattore di crescita o di trasfusione è stato necessario nel 5,1% e 5,5% delle pazienti, rispettivamente (vedere paragrafo 4.2). In questo gruppo le anomalie di laboratorio (gradi 3 e 4) clinicamente significative sono state poche, con elevati livelli di bilirubina totale, AST e ALT riportati nel 2,4%, 1,6% e < 1% delle pazienti, rispettivamente. Non sono stati riportati aumenti clinicamente significativi della creatinina serica. Tabella 5. Effetti indesiderati correlati al trattamento riportati negli studi clinici condotti nel tumore mammario (50 mg/m² ogni 4 settimane) (pazienti trattate con Caelyx) suddivisi per gravità, classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA e indici Molto comune (≥ 1/10); Comune (≥ 1/100, < 1/10); Non comune (≥ 1/1.000, < 1/100) CIOMS III
Effetti indesideratiper classificazione anatomica | Tumore mammario Gravità di ogni tipo n=254 (≥ 5%) | Tumore mammario Grado 3/4 n=254 (≥ 5%) | Tumore mammario n=404 (1-5%) non riportati in precedenza in studi clinici |
Infezioni ed infestazioni | |||
Comune | Faringite | Follicolite, infezione fungina, herpes labiale (non-erpetico), infezione del tratto respiratorio superiore | |
Non comune | Faringite | ||
Patologie del sistemaemolinfopoietico | |||
Comune | Leucopenia, anemia, neutropenia, trombocitopenia | Leucopenia, anemia | Trombocitemia |
Non comune | Neutropenia | ||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | |||
Molto comune | Anoressia | ||
Comune | Anoressia | ||
Patologie del sistemanervoso | |||
Comune | Parestesia | Parestesia | Neuropatia periferica |
Non comune | Sonnolenza | ||
Patologie dell’occhio | |||
Comune | Lacrimazione, visione offuscata | ||
Patologie cardiache | |||
Comune | Aritmia ventricolare | ||
Patologie respiratorie, toraciche emediastiniche | |||
Comune | Epistassi | ||
Patologie gastrointestinali | |||
Molto comune | Nausea, stomatite, vomito | ||
Comune | Dolore addominale, costipazione, diarrea, dispepsia, ulcerazione della cavità orale | Dolore addominale, diarrea, nausea, stomatite | Dolore orale |
Non comune | Ulcerazione della cavità orale, costipazione, vomito | ||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | |||
Molto comune | PPE*, alopecia, rash | PPE* | |
Comune | Cute secca, scolorimento cutaneo, pigmentazione anormale, eritema | Rash | Eruzione bollosa, dermatite, rash eritematoso, disturbi a livello ungueale, desquamazione della pelle |
Non comune | Pigmentazione anormale, eritema | ||
Patologie del sistema muscoloscheletrico edel tessuto connettivo | |||
Comune | Crampi alle gambe, dolore osseo, dolore muscoloscheletrico | ||
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | |||
Comune | Dolore al seno | ||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | |||
Molto comune | Astenia, affaticamento, mucosite NOS | ||
Comune | Debolezza, febbre, dolore | Astenia, mucosite NOS | Edema, edema alle gambe |
Non comune | Affaticamento, debolezza, dolore |
Effetti indesideratiper classificazione anatomica | Tumore ovarico Gravità di ogni tipo n=512 (≥ 5%) | Tumore ovarico Grado 3/4 n=512 (≥ 5%) | Tumore ovarico n=512 (1-5%) |
Infezioni ed infestazioni | |||
Comune | Faringite | Infezione, moniliasi orale, herpes zoster, infezione del tratto urinario | |
Non comune | Faringite | ||
Patologie del sistemaemolinfopoietico | |||
Molto comune | Leucopenia, anemia, neutropenia, trombocitopenia | Neutropenia | |
Comune | Leucopenia, anemia, trombocitopenia | Anemia ipocromica | |
Disturbi del sistema immunitario | |||
Comune | Reazione allergica | ||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | |||
Molto comune | Anoressia | ||
Comune | Disidratazione, cachessia | ||
Non comune | Anoressia | ||
Disturbi psichiatrici | |||
Comune | Ansia, depressione, insonnia | ||
Patologie delsistema nervoso | |||
Comune | Parestesia, sonnolenza | Cefalea, capogiri, neuropatia, ipertonia | |
Non comune | Parestesia, sonnolenza | ||
Patologie dell’occhio | |||
Comune | Congiuntivite | ||
Patologie cardiache | |||
Comune | Disturbi cardiovascolari | ||
Patologie vascolari | |||
Comune | Vasodilatazione | ||
Patologie respiratorie, toraciche emediastiniche | |||
Comune | Dispnea, aumento delle reazioni tussive | ||
Patologie gastrointestinali | |||
Molto comune | Stitichezza, diarrea, nausea, stomatite, vomito | ||
Comune | Dolore addominale, dispepsia, ulcerazione della cavità orale | Nausea, stomatite, vomito, dolore addominale, diarrea | Ulcerazione della cavità orale, esofagite, nausea e vomito, gastrite, disfagia, secchezza delle fauci, flatulenza, gengivite, alterazione del gusto |
Non comune | Costipazione, dispepsia, ulcerazione della cavità orale | ||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | |||
Molto comune | PPE*, alopecia, rash | PPE* | |
Comune | Cute secca, scolorimento cutaneo | Alopecia, rash | Rash vescicolobolloso, prurito, dermatite esfoliativa, disturbi della pelle, rash maculopapulare, sudorazione, acne, ulcerazione cutanea |
Patologie del sistemamuscoloscheletrico e del tessutoconnettivo | |||
Comune | Mal di schiena, mialgia | ||
Patologie renali eurinarie | |||
Comune | Disuria | ||
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | |||
Comune | Vaginite | ||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | |||
Molto comune | Astenia, disturbi della membrana mucosa | ||
Comune | Febbre, dolore | Astenia, disturbi della membrana mucosa, dolor e | Brividi, dolore al seno, malessere, edema |
Non comune | Febbre | periferico | |
Esami diagnostici | |||
Comune | Calo ponderale |
Effetti indesideratiper classificazione anatomica | Gravità di ogni tipo n=318 (≥ 5%) | Grado 3/4** n=318 (≥ 5%) | Gravità di ogni tipo n=318 (1-5%) |
Infezioni ed infestazioni | |||
Comune | Herpes simplex, herpes zoster | Herpes zoster | Polmonite, nasofaringite, infezione delle vie aeree superiori, candidiasi orale |
Patologie del sistemaemolinfopoietico | |||
Molto comune | Anemia, neutropenia, trombocitopenia | Neutropenia, trombocitopenia | |
Comune | Leucopenia | Anemia, leucopenia | Neutropenia febbrile, linfopenia |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | |||
Molto comune | Anoressia | ||
Comune | Diminuzione dell’appetito | Anoressia | Disidratazione, ipopotassiemia, iperpotassiemia, ipomagnesemia, iposodiemia, ipocalcemia |
Non comune | Diminuzione dell’appetito | ||
Disturbi psichiatrici | |||
Comune | Insonnia | Ansia | |
Patologie del sistema nervoso | |||
Molto comune | Neuropatia periferica sensoriale, nevralgia, cefalea | ||
Comune | Neuropatia periferica, neuropatia, parestesia, polineuropatia, vertigini, disgeusia | Nevralgia, neuropatia periferica, neuropatia | Letargia, ipoestesia, sincope, disestesia |
Non comune | Cefalea, neuropatia sensoriale periferica, parestesia, vertigini | ||
Patologie dell’occhio | |||
Comune | Congiuntivite | ||
Patologie vascolari | |||
Comune | Ipotensione, ipotensione ortostatica, vampate, ipertensione, flebite | ||
Patologie respiratorie, toraciche emediastiniche | |||
Comune | Dispnea | ||
Non comune | Dispnea | Tosse, epistassi, da sforzo, dispnea | |
Patologie gastrointestinali | |||
Molto comune | Nausea, diarrea, vomito, stitichezza, stomatite | ||
Comune | Dolore addominale, dispepsia | Nausea, diarrea, vomito, stomatite | Dolore addominale alto, ulcerazione della cavità orale, secchezza delle fauci, disfagia, stomatite aftosica |
Non comune | Stitichezza, dolore addominale, dispepsia | ||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | |||
Molto comune | PPE*, rash | PPE* | Prurito, eruzione cutanea papulare dermatite allergica, eritema, iperpigmentazione della pelle, petecchie, alopecia, eruzione causata dal farmaco |
Comune | Cute secca | ||
Non comune | Rash | ||
Patologie del sistemamuscoloscheletrico e del tessutoconnettivo | |||
Comune | Dolore alle estremità | Artralgia, mialgia, spasmi muscolari, debolezza muscolare, dolore muscoloscheletrico, dolore muscoloscheletrico al petto | |
Patologie dell’apparatoriproduttivo e della mammella | |||
Comune | Eritema dello scroto | ||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | |||
Molto comune | Astenia, affaticamento, piressia | ||
Comune | Astenia, affaticamento | Edema periferico, brividi, sintomi parainfluenzali, malessere, ipertermia | |
Non comune | Piressia | ||
Esami diagnostici | |||
Comune | Calo ponderale | Aumento della aspartato aminotransferasi, diminuzione della frazione di eiezione, aumento della creatinina nel sangue, aumento della alanina aminotransferasi |
Infezioni ed infestazioni | |
comune | moniliasi orale |
Patologie del sistema emolinfopoietico | |
molto comune | neutropenia, anemia, leucopenia |
comune | trombocitopenia |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | |
comune | anoressia |
Disturbi psichiatrici | |
non comune | confusione |
Patologie del sistema nervoso | |
comune | capogiro |
non comune | parestesia |
Patologie dell’occhio | |
comune | retinite |
Patologie vascolari | |
common | vasodilatazione |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | |
comune | dispnea |
Patologie gastrointestinali | |
molto comune | nausea |
comune | diarrea, stomatite, vomito, ulcerazione della cavità orale, dolore addominale, glossite, costipazione, nausea e vomito |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | |
comune | alopecia, rash |
non comune | eritrodisestesia palmo-plantare (PPE) |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | |
comune | astenia, febbre, reazioni acute associate all’infusione |
Esami diagnostici | |
comune | calo ponderale |
Molto comune | ≥ 1/10 |
Comune | ≥ 1/100 e < 1/10 |
Non comune | ≥ 1/1.000 e < 1/100 |
Raro | ≥ 1/10.000, < 1/1.000 |
Molto raro | < 1/10.000 incluso segnalazioni isolate |
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) | |
molto raro | neoplasie orali secondarie¹ |
Patologie vascolari | |
non comune | tromboembolismo venoso, incluso tromboflebite, trombosi venosa e embolia polmonare |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | |
raro | cheratosi lichenoide |
molto raro | eritema multiforme, syndrome di Stevens Johnson e necrolisi epidermica tossica |
Gravidanza e allattamento
Gravidanza Si ritiene che la doxorubicina cloridrato possa causare gravi anomalie congenite quando somministrato durante la gravidanza. Pertanto, Caelyx non deve essere usato durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessità. Donne in età fertile Le donne in età fertile devono essere informate di evitare la gravidanza sia che esse o il loro partner siano in trattamento con Caelyx sia che siano nei sei mesi successivi al termine della terapia con Caelyx (vedere paragrafo 5.3). Allattamento Non è noto se Caelyx venga escreto nel latte materno. Poiché molti farmaci, incluse le antracicline, vengono escrete nel latte umano e a causa del rischio potenziale di gravi reazioni indesiderate per il bambino, la madre deve interrompere l’allattamento prima di iniziare l’assunzione di Caelyx. Gli esperti sanitari raccomandano alle donne con infezione da HIV di non allattare in nessun caso i propri figli per prevenire ogni trasmissione di HIV. Fertilità Non sono stati valutati gli effetti di doxorubicina cloridrato sulla fertilità umana (vedere paragrafo 5.3).
Conservazione
Conservare in frigorifero (2°C - 8°C). Non congelare. Per le condizioni di conservazione del medicinale diluito, vedere paragrafo 6.3.