ATC: L01XC31 | Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO |
Presenza Glutine:
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Classe 1: H | Forma farmaceutica: SOLUZIONE PER INFUSIONE CONC |
Presenza Lattosio:
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Bavencio è indicato in monoterapia per il trattamento di pazienti adulti affetti da carcinoma a cellule di Merkel (Merkel Cell Carcinoma, MCC) metastatico. Bavencio in associazione con axitinib è indicato per il trattamento di prima linea di pazienti adulti affetti da carcinoma a cellule renali (renal cell carcinoma, RCC) avanzato (vedere paragrafo 5.1).
Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:
Non sono stati effettuati studi d’interazione con avelumab. Avelumab è metabolizzato prevalentemente attraverso vie cataboliche, pertanto, non ci si attendono interazioni farmacocinetiche tra avelumab e altri medicinali.
Scheda tecnica (RCP) Composizione:
Ogni mL di concentrato contiene 20 mg di avelumab. Un flaconcino da 10 mL contiene 200 mg di avelumab. Avelumab è un anticorpo monoclonale umano IgG1 diretto contro il ligando del recettore di morte cellulare programmata (Programmed cell Death, PD) PD-L1, ed è prodotto in cellule ovariche di criceto cinese tramite la tecnologia del DNA ricombinante. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Posologia
Il trattamento con Bavencio deve essere iniziato e seguito da un medico esperto nel trattamento del cancro. Posologia La dose raccomandata di Bavencio in monoterapia è di 800 mg somministrati per via endovenosa nell’arco di 60 minuti ogni 2 settimane. La somministrazione di Bavencio deve proseguire in base allo schema raccomandato fino alla progressione della malattia o a tossicità inaccettabile. La dose raccomandata di Bavencio in associazione con axitinib è di 800 mg somministrati per via endovenosa nell’arco di 60 minuti ogni 2 settimane e axitinib 5 mg per via orale due volte al giorno (a distanza di 12 ore), con o senza pasti, fino a progressione della malattia o tossicità inaccettabile. Per informazioni sulla posologia di axitinib, fare riferimento alle informazioni sul prodotto di axitinib. Premedicazione I pazienti devono ricevere una premedicazione con un antistaminico e paracetamolo prima delle prime 4 infusioni di Bavencio. Se la quarta infusione è stata completata senza reazioni correlate all’infusione, la premedicazione per le successive somministrazioni va effettuata a discrezione del medico. Modifiche al trattamento Non si raccomandano aumenti o riduzioni della dose. In base alla sicurezza e tollerabilità individuale può essere necessario rimandare o interrompere la somministrazione; vedere Tabella 1. Le linee guida dettagliate per il trattamento delle reazioni avverse immuno-correlate sono descritte nel paragrafo 4.4. Tabella 1: Linee guida per la sospensione o l’interruzione di Bavencio
Reazione avversa correlata al trattamento | Severità* | Modifica al trattamento |
Reazioni correlate all’infusione | Reazione correlata all’infusione di grado 1 | Ridurre la velocità dell’infusione del 50% |
Reazione correlata all’infusione di grado 2 | Sospendere fino a che le reazioni avverse siano regredite al grado 0-1; riprendere l’infusione con una velocità ridotta del 50% | |
Reazione correlata all’infusione di grado 3 o di grado 4 | Interrompere definitivamente | |
Polmonite | Polmonite di grado 2 | Sospendere fino a che le reazioni avverse siano regredite al grado 0-1 |
Polmonite di grado 3 o di grado 4 o polmonite recidivante di grado 2 | Interrompere definitivamente | |
Epatite - Per Bavencio in associazione con axitinib, vedere sotto. | Aspartato aminotransferasi (AST) o alanina aminotransferasi (ALT) superiori a 3 volte e fino a 5 volte il limite superiore della norma (LSN) o bilirubina totale superiore a 1,5 volte e fino a 3 volte il LSN | Sospendere fino a che le reazioni avverse siano regredite al grado 0-1 |
AST o ALT superiori a 5 volte il LSN o bilirubina totale superiore a 3 volte il LSN | Interrompere definitivamente | |
Colite | Colite o diarrea di grado 2 o di grado 3 | Sospendere fino a che le reazioni avverse siano regredite al grado 0-1 |
Colite o diarrea di grado 4 o colite recidivante di grado 3 | Interrompere definitivamente | |
Pancreatite | Sospetta pancreatite | Sospendere |
Pancreatite confermata | Interrompere definitivamente | |
Miocardite | Sospetta miocardite | Sospendere |
Miocardite confermata | Interrompere definitivamente | |
Endocrinopatie (ipotiroidismo, ipertiroidismo, insufficienza surrenalica, iperglicemia) | Endocrinopatie di grado 3 o di grado 4 | Sospendere fino a che le reazioni avverse siano regredite al grado 0-1 |
Nefrite e disfunzione renale | Creatinina sierica superiore a 1,5 volte e fino a 6 volte il LSN | Sospendere fino a che le reazioni avverse siano regredite al grado 0-1 |
Creatinina sierica superiore a 6 volte il LSN | Interrompere definitivamente | |
Altre reazioni avverse immuno-correlate (comprendenti miosite, ipopituitarismo, uveite, sindrome di Guillain-Barré) | Per una qualsiasi delle seguenti evenienze: | Sospendere fino a che le reazioni avverse siano regredite al grado 0-1 |
• Segni o sintomi clinici di grado 2 o di grado 3 di una reazione avversa immuno-correlata non sopra descritta. | ||
Per una qualsiasi delle seguenti evenienze: | Interrompere definitivamente | |
• Reazione avversa potenzialmente letale o di grado 4 (escluse le endocrinopatie controllate con la terapia sostitutiva ormonale) | ||
• Reazione avversa immuno-correlata recidivante di grado 3 | ||
• Necessità di 10 mg o più al giorno di prednisone o equivalente per più di 12 settimane | ||
• Reazioni avverse immuno-correlate persistenti di grado 2 o di grado 3 che durano 12 settimane o più |
Avvertenze e precauzioni
Tracciabilità Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati. Reazioni correlate all’infusione Nei pazienti in terapia con avelumab sono state segnalate reazioni correlate all’infusione, anche di grado severo (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi delle reazioni correlate all’infusione, comprendenti piressia, brividi, vampate, ipotensione, dispnea, respiro sibilante, dorsalgia, dolore addominale e orticaria. In caso di reazioni correlate all’infusione di grado 3 o 4, l’infusione deve essere arrestata e la terapia con avelumab interrotta definitivamente (vedere paragrafo 4.2). In presenza di reazioni correlate all’infusione di grado 1, la velocità dell’infusione in corso va ridotta del 50%. Nei pazienti con reazioni correlate all’infusione di grado 2, l’infusione va temporaneamente sospesa fino alla regressione al grado 1 o alla risoluzione della reazione, quindi ripresa con una velocità ridotta del 50% (vedere paragrafo 4.2). In caso di recidiva di una reazione correlata all’infusione di grado 1 o 2, il paziente può continuare a ricevere avelumab sotto attento monitoraggio, dopo una modifica adeguata della velocità d’infusione e una premedicazione con paracetamolo e un antistaminico (vedere paragrafo 4.2). Negli studi clinici, il 98,6% (433/439) dei pazienti con reazioni correlate all’infusione ha manifestato una prima reazione correlata all’infusione durante le prime 4 infusioni, il 2,7% (12/439) delle quali era di grado ≥3. Nel restante 1,4% (6/439) dei pazienti, le reazioni correlate all’infusione si sono manifestate dopo le prime 4 infusioni ed erano tutte di grado 1 o 2. Reazioni avverse immuno-correlate La maggior parte delle reazioni avverse immuno-correlate verificatesi con avelumab è stata reversibile e gestita con la sospensione temporanea o definitiva di avelumab, la somministrazione di corticosteroidi e/o un trattamento di supporto. In caso di sospetta reazione avversa immuno-correlata è necessaria una valutazione adeguata per confermare l’eziologia o escludere altre cause. In base alla severità della reazione avversa, avelumab deve essere sospeso e devono essere somministrati corticosteroidi. Se si utilizzano corticosteroidi per il trattamento di una reazione avversa, devono essere somministrati dosaggi decrescenti per almeno 1 mese dopo il miglioramento. Nei pazienti con reazioni avverse immuno-correlate non controllabili con l’uso di corticosteroidi può essere presa in considerazione la somministrazione di altri immunosoppressori sistemici. Polmonite immuno-correlata In pazienti trattati con avelumab si sono verificati casi di polmonite immuno-correlata. Un caso letale è stato segnalato in pazienti che ricevevano avelumab (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi della polmonite immuno-correlata e le cause diverse dalla polmonite immuno-correlata devono essere escluse. Una polmonite sospetta deve essere confermata radiologicamente. I corticosteroidi devono essere somministrati per eventi di grado ≥2 (dose iniziale compresa tra 1 e 2 mg/kg/die di prednisone o equivalente, seguita da un dosaggio decrescente di corticosteroide). Avelumab deve essere sospeso in caso di polmonite immuno-correlata di grado 2 fino alla sua risoluzione e interrotto definitivamente in caso di polmonite immuno-correlata di grado 3, 4 o recidivante di grado 2 (vedere paragrafo 4.2). Epatite immuno-correlata In pazienti trattati con avelumab si sono verificati casi di epatite immuno-correlata. Due casi letali sono stati segnalati in pazienti che ricevevano avelumab (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per alterazioni della funzione epatica e sintomi dell’epatite immuno-correlata e le cause diverse dall’epatite immuno-correlata devono essere escluse. I corticosteroidi devono essere somministrati per eventi di grado ≥2 (dose iniziale compresa tra 1 e 2 mg/kg/die di prednisone o equivalente, seguita da un dosaggio decrescente di corticosteroide). Avelumab deve essere sospeso in caso di epatite immuno-correlata di grado 2 fino alla sua risoluzione e interrotto definitivamente in caso di epatite immuno-correlata di grado 3 o 4 (vedere paragrafo 4.2). Colite immuno-correlata In pazienti trattati con avelumab sono stati segnalati casi di colite immuno-correlata (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi della colite immuno-correlata e le cause diverse dalla colite immuno-correlata devono essere escluse. I corticosteroidi devono essere somministrati per eventi di grado ≥2 (dose iniziale compresa tra 1 e 2 mg/kg/die di prednisone o equivalente, seguita da un dosaggio decrescente di corticosteroide). Avelumab deve essere sospeso in caso di colite immuno-correlata di grado 2 o 3 fino alla sua risoluzione e interrotto definitivamente in caso di colite immuno-correlata di grado 4 o recidivante di grado 3 (vedere paragrafo 4.2). Pancreatite immuno-correlata In pazienti trattati con avelumab sono stati segnalati casi di pancreatite immuno-correlata. Due casi letali sono stati segnalati in pazienti che ricevevano avelumab in associazione con axitinib (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi della pancreatite immuno-correlata. Per i pazienti sintomatici, richiedere una consulenza gastroenterologica ed esami di laboratorio (anche di diagnostica per immagini) per garantire l’adozione tempestiva di misure appropriate. I corticosteroidi devono essere somministrati in caso di pancreatite immuno-correlata (dose iniziale compresa tra 1 e 2 mg/kg/die di prednisone o equivalente, seguita da un dosaggio decrescente di corticosteroide). Avelumab deve essere sospeso in caso di sospetta pancreatite immuno-correlata e interrotto definitivamente in caso di pancreatite immuno-correlata confermata (vedere paragrafo 4.2). Miocardite immuno-correlata In pazienti trattati con avelumab sono stati segnalati casi di miocardite immuno-correlata. Due casi letali sono stati segnalati in pazienti che ricevevano avelumab in associazione con axitinib (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi della miocardite immuno-correlata. Per i pazienti sintomatici, richiedere una consulenza cardiologica ed esami di laboratorio per garantire l’adozione tempestiva di misure appropriate. I corticosteroidi devono essere somministrati in caso di miocardite immuno-correlata (dose iniziale compresa tra 1 e 2 mg/kg/die di prednisone o equivalente, seguita da un dosaggio decrescente di corticosteroide). Qualora non vi sia un miglioramento entro 24 ore dall’avvio del trattamento con corticosteroidi, deve essere considerata un’ulteriore immunosoppressone (ad es. micofenolato, infliximab, globulina anti-timocitaria). Avelumab deve essere sospeso in caso di sospetta miocardite immuno-correlata e interrotto definitivamente in caso di miocardite immuno-correlata confermata (vedere paragrafo 4.2). Endocrinopatie immuno-correlate In pazienti trattati con avelumab sono stati segnalati disturbi immuno-correlati della tiroide, insufficienza surrenalica immuno-correlata e diabete mellito di tipo 1 (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi clinici di endocrinopatie. Avelumab deve essere sospeso in caso di endocrinopatie di grado 3 o 4 fino alla loro risoluzione (vedere paragrafo 4.2). Disturbi della tiroide (ipotiroidismo/ipertiroidismo) In qualsiasi momento nel corso del trattamento possono manifestarsi disturbi della tiroide (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per alterazioni della funzione tiroidea (all’inizio del trattamento e periodicamente durante il trattamento, come indicato in base alla valutazione clinica) e segni e sintomi clinici di disturbi della tiroide. L’ipotiroidismo deve essere trattato con una terapia sostitutiva e l’ipertiroidismo con medicinali antitiroidei, secondo necessità. Avelumab deve essere sospeso in caso di disturbi della tiroide di grado 3 o 4 (vedere paragrafo 4.2). Insufficienza surrenalica I pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi di insufficienza surrenalica durante e dopo il trattamento. In caso di insufficienza surrenalica di grado ≥3 vanno somministrati corticosteroidi (da 1 a 2 mg/kg/die di prednisone per via endovenosa o equivalente orale), seguiti da un dosaggio decrescente fino a quando non si raggiungano dosi ≤10 mg/die. Avelumab deve essere sospeso in caso di insufficienza surrenalica sintomatica di grado 3 o 4 (vedere paragrafo 4.2). Diabete mellito di tipo 1 Avelumab può indurre diabete mellito di tipo 1, compresa la chetoacidosi diabetica (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per iperglicemia o altri segni e sintomi di diabete. Per il diabete mellito di tipo 1 deve essere iniziato un trattamento con insulina. Avelumab deve essere sospeso e nei pazienti con iperglicemia di grado ≥3 devono essere somministrati antiiperglicemici. Il trattamento con avelumab deve essere ripreso quando è stato ottenuto il controllo metabolico con la terapia sostitutiva a base di insulina. Nefrite immuno-correlata e disfunzione renale Avelumab può indurre una nefrite immuno-correlata (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per i livelli sierici elevati di creatinina prima del trattamento e a intervalli regolari durante il trattamento. I corticosteroidi devono essere somministrati in caso di nefrite di grado ≥2 (dose iniziale compresa tra 1 e 2 mg/kg/die di prednisone o equivalente, seguita da un dosaggio decrescente di corticosteroide). Avelumab deve essere sospeso in caso di nefrite di grado 2 o 3 fino alla risoluzione a un grado ≤ 1 e interrotto definitivamente in presenza di nefrite di grado 4. Altre reazioni avverse immuno-correlate Altre reazioni avverse immuno-correlate clinicamente significative sono state segnalate in meno dell’1% dei pazienti: miosite, ipopituitarismo, uveite e sindrome di Guillain-Barré (vedere paragrafo 4.8). In caso di sospetta reazione avversa immuno-correlata è necessaria una valutazione adeguata per confermare l'eziologia o escludere altre cause. In base alla severità della reazione avversa, avelumab va sospeso e vanno somministrati corticosteroidi. Avelumab va ripreso quando la reazione avversa immuno-correlata regredisce al grado 1 o inferiore dopo la somministrazione di un dosaggio decrescente di corticosteroide. Avelumab deve essere interrotto definitivamente per qualsiasi reazione avversa immuno-correlata recidivante di grado 3 e per le reazioni avverse immuno-correlate di grado 4 (vedere paragrafo 4.2). Epatotossicità (in associazione con axitinib) Nei pazienti trattati con avelumab in associazione con axitinib si è verificata epatotossicità con una frequenza maggiore del previsto di aumenti di ALT e AST di grado 3 e 4 rispetto ad avelumab in monoterapia (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati più frequentemente per variazioni della funzionalità epatica e relativi sintomi rispetto ad avelumab in monoterapia. Avelumab deve essere sospeso in caso di epatotossicità di grado 2 fino alla risoluzione e interrotto definitivamente in caso di epatotossicità di grado 3 o 4. Per eventi di grado ≥ 2 devono essere presi in considerazione i corticosteroidi (vedere paragrafo 4.2). Pazienti esclusi dagli studi clinici Sono stati esclusi dagli studi clinici i pazienti affetti dalle seguenti malattie: metastasi attive del sistema nervoso centrale; malattia autoimmune attiva o pregressa; altre neoplasie maligne pregresse negli ultimi 5 anni; trapianto d’organo; malattie che richiedono un’immunosoppressione terapeutica o infezione attiva da HIV, o epatite B o C. Contenuto di sodio Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose, cioè è praticamente “senza sodio”.
Interazioni
Non sono stati effettuati studi d’interazione con avelumab. Avelumab è metabolizzato prevalentemente attraverso vie cataboliche, pertanto, non ci si attendono interazioni farmacocinetiche tra avelumab e altri medicinali.
Effetti indesiderati
Avelumab è associato soprattutto a reazioni avverse immuno-correlate. La maggior parte di esse, comprese le reazioni severe, si sono risolte dopo l’avvio di una terapia medica idonea o la sospensione di avelumab (vedere “Descrizione di reazioni avverse selezionate” in basso). Carcinoma a cellule di Merkel Sintesi del profilo di sicurezza La sicurezza di avelumab in monoterapia è stata valutata in 1.738 pazienti con tumori solidi, tra cui il MCC metastatico, trattati negli studi clinici con 10 mg/kg di avelumab ogni 2 settimane. In questa popolazione di pazienti, le reazioni avverse più comuni con avelumab sono state affaticamento (32,4%), nausea (25,1%), diarrea (18,9%), riduzione dell’appetito (18,4%), stipsi (18,4%), reazioni correlate all'infusione (17,1%), riduzione del peso (16,6%) e vomito (16,2%). Le reazioni avverse più comuni di grado ≥3 sono state anemia (6,0%), dispnea (3,9%) e dolore addominale (3,0%). Le reazioni avverse gravi sono state reazioni avverse immuno-correlate e reazioni correlate all’infusione (vedere paragrafo 4.4). Tabella delle reazioni avverse Le reazioni avverse segnalate in 88 pazienti con MCC metastatico e in 1.650 pazienti in uno studio di fase I su tumori solidi sono riportate nella Tabella 2. In entrambi gli studi, avelumab è stato somministrato a dosi di 10 mg/kg ogni 2 settimane. Le reazioni sono presentate in base alla classificazione per sistemi e organi e alla frequenza. Le frequenze sono definite come segue: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000). All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità. Tabella 2: Reazioni avverse in pazienti trattati con avelumab in monoterapia nello studio clinico EMR100070-003 e reazioni avverse in uno studio di fase I (EMR100070-001) su tumori solidi
Frequenza | Reazioni avverse |
Patologie del sistema emolinfopoietico | |
Molto comune | Anemia |
Comune | Linfopenia |
Non comune | Trombocitopenia, eosinofilia§ |
Disturbi del sistema immunitario | |
Non comune | Ipersensibilità al farmaco, reazione anafilattica di ipersensibilità, ipersensibilità di tipo I |
Patologie endocrine | |
Comune | Ipotiroidismo* |
Non comune | Insufficienza surrenalica*, ipertiroidismo*, tiroidite*, tiroidite autoimmune*, insufficienza corticosurrenalica acuta*, ipotiroidismo autoimmune*, ipopituitarismo* |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | |
Molto comune | Riduzione dell’appetito |
Non comune | Diabete mellito*, diabete mellito di tipo 1* |
Patologie del sistema nervoso | |
Comune | Cefalea, vertigini, neuropatia periferica |
Non comune | Sindrome di Guillain-Barré* |
Patologie dell’occhio | |
Non comune | Uveite* |
Patologie cardiache | |
Raro | Miocardite* |
Patologie vascolari | |
Comune | Ipertensione, ipotensione |
Non comune | Arrossamento |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | |
Molto comune | Tosse, dispnea |
Comune | Polmonite* |
Patologie gastrointestinali | |
Molto comune | Nausea, diarrea, stipsi, vomito, dolore addominale |
Comune | Bocca secca |
Non comune | Colite*, colite autoimmune*, enterocolite*, ileo |
Raro | Pancreatite* |
Patologie epatobiliari | |
Non comune | Epatite autoimmune*, insufficienza epatica acuta*, insufficienza epatica*, epatite* |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | |
Comune | Rash*, prurito*, rash maculo-papulare*, secchezza cutanea |
Non comune | Rash pruriginoso*, eritema*, rash generalizzato*, psoriasi*, rash eritematoso*, rash maculare*, rash papulare*, dermatite esfoliativa*, eritema multiforme*, pemfigoide*, prurito generalizzato*, eczema, dermatite |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | |
Molto comune | Dorsalgia, artralgia |
Comune | Mialgia |
Non comune | Miosite* |
Patologie renali e urinarie | |
Non comune | Nefrite tubulo-interstiziale* |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | |
Molto comune | Affaticamento, piressia, edema periferico |
Comune | Astenia, brividi, malattia simil-influenzale |
Non comune | Sindrome da risposta infiammatoria sistemica* |
Esami diagnostici | |
Molto comune | Riduzione di peso |
Comune | Aumento della gamma-glutamiltransferasi, aumento della fosfatasi alcalina ematica, aumento dell’amilasi, aumento della lipasi, aumento della creatinina ematica |
Non comune | Aumento dell’alanina aminotransferasi (ALT)*, aumento dell’aspartato aminotransferasi (AST)*, aumento della creatina fosfochinasi ematica*, aumento delle transaminasi* |
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura | |
Molto comune | Reazione correlata all’infusione |
Frequenza | Reazioni avverse |
Infezioni ed infestazioni | |
Non comune | Rash pustoloso |
Patologie del sistema emolinfopoietico | |
Comune | Anemia, trombocitopenia |
Non comune | Linfopenia, eosinofilia |
Disturbi del sistema immunitario | |
Comune | Ipersensibilità |
Patologie endocrine | |
Molto comune | Ipotiroidismo |
Comune | Ipertiroidismo, insufficienza surrenalica, tiroidite |
Non comune | Tiroidite autoimmune, ipofisite |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | |
Molto comune | Riduzione dell’appetito |
Comune | Iperglicemia |
Non comune | Diabete mellito, diabete mellito di tipo 1 |
Patologie del sistema nervoso | |
Molto comune | Cefalea, vertigini |
Comune | Neuropatia periferica |
Patologie cardiache | |
Non comune | Miocardite |
Patologie vascolari | |
Molto comune | Ipertensione |
Comune | Ipotensione, arrossamento |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | |
Molto comune | Disfonia, tosse, dispnea |
Comune | Polmonite |
Patologie gastrointestinali | |
Molto comune | Diarrea, nausea, stipsi, vomito, dolore addominale |
Comune | Bocca secca, colite |
Non comune | Colite autoimmune, pancreatite autoimmune, enterocolite, ileo, pancreatite necrotizzante |
Patologie epatobiliari | |
Comune | Funzione epatica anomala |
Non comune | Epatite, epatotossicità, epatite immunomediata, malattia epatica |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | |
Molto comune | Rash, prurito |
Comune | Rash pruriginoso, rash maculo-papulare, prurito generalizzato, dermatite acneiforme, eritema, rash maculare, rash papulare, rash eritematoso, dermatite, eczema, rash generalizzato |
Non comune | Eruzione da farmaco, eritema multiforme, psoriasi |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | |
Molto comune | Artralgia, dorsalgia, mialgia |
Patologie renali e urinarie | |
Comune | Insufficienza renale acuta |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | |
Molto comune | Affaticamento, brividi, astenia, piressia |
Comune | Edema periferico, malattia simil-influenzale |
Esami diagnostici | |
Molto comune | Riduzione di peso, aumento dell’alanina aminotransferasi (ALT), aumento dell’aspartato aminotransferasi (AST) |
Comune | Aumento della creatinina ematica, aumento dell’amilasi, aumento della lipasi, aumento della gamma-glutamiltransferasi, aumento della fosfatasi alcalina ematica, aumento della creatina fosfochinasi ematica, riduzione dell’ormone stimolante la tiroide ematico, aumento delle transaminasi |
Non comune | Aumento dei test della funzione epatica |
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura | |
Molto comune | Reazione correlata all’infusione |
Gravidanza e allattamento
Donne in età fertile/contraccezione Le donne in età fertile devono essere avvisate di evitare la gravidanza durante la somministrazione di avelumab e devono usare misure contraccettive efficaci durante il trattamento con avelumab e per almeno 1 mese dopo l’ultima dose di avelumab. Gravidanza I dati relativi all’uso di avelumab in donne in gravidanza non esistono o sono in numero limitato. Con avelumab non sono stati condotti studi di tossicità della riproduzione sugli animali. Tuttavia, in modelli murini di gravidanza, il blocco della trasmissione dei segnali tramite PD-L1 ha determinato la perdita della tolleranza al feto e un aumento delle perdite fetali (vedere paragrafo 5.3). Questi risultati indicano che esiste un rischio potenziale, basato sul meccanismo d’azione, che la somministrazione di avelumab durante la gravidanza possa arrecare danni al feto, compreso un aumento della percentuale di aborti o nati morti. Le immunoglobuline IgG1 umane attraversano la barriera placentare. Pertanto, avelumab può essere trasmesso dalla madre al feto in via di sviluppo. L’uso di avelumab non è raccomandato durante la gravidanza a meno che le condizioni cliniche della donna rendano necessario il trattamento con avelumab. Allattamento Non è noto se avelumab sia escreto nel latte materno. Poiché gli anticorpi possono essere escreti nel latte materno, il rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso. Le donne che allattano devono essere avvisate di non allattare durante il trattamento e per almeno 1 mese dopo l’ultima dose, a causa del rischio potenziale di reazioni avverse gravi nei bambini allattati con latte materno. Fertilità L’effetto di avelumab sulla fertilità maschile e femminile non è noto. Benché non siano stati condotti studi per valutare l’effetto di avelumab sulla fertilità, nella scimmia non sono stati osservati effetti evidenti sugli organi riproduttivi femminili negli studi di tossicità a dosi ripetute della durata di 1 mese e 3 mesi (vedere paragrafo 5.3).
Conservazione
Conservare in frigorifero (2°C - 8°C). Non congelare. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce. Per le condizioni di conservazione dopo la diluizione, vedere paragrafo 6.3.