Peggio i rischi della mia fibrillazione o quelli di Lixiana a vita?

Sono in terapia con Lixiana 60 in seguito a un breve ricovero ospedaliero, tramite pronto soccorso, a fine dicembre scorso. In ospedale sono stati rilevati i sintomi di una fibrillazione atriale prontamente regrediti grazie a farmaci. Al pronto soccorso ci ero arrivato perché provavo vertigini e misurandomi la pressione mi ero accorto di un'aritmia. Nessuna sensazione di palpitazioni e nessun dolore. In seguito, nel corso di tre mesi, ho effettuato una tac coronarica, ecocardiografie, elettrocardiogrammi, vari controlli specialisti che non hanno fornito segni di altri problemi cardiaci. Alla dimissione dall'ospedale mi era stato prescritto anche Cardicor che però ho dovuto immediatamente interrompere perché mi abbassava troppo la frequenza del ritmo cardiaco. E' stato ribadito da 2 cardiologi che sono bradicardico. Dopo il ricovero il ritmo è stato sempre regolare perché l'ho controllato misurando la pressione quotidianamente. Ho 67 anni. Ogni giorno prendo anche Totalip 20 e Norvasc 2,5 (pastiglia da 5 a metà) per controllare la pressione che in passato ogni tanto è un po' salita, ma mai in modo drammatico. Il mio problema è che, dopo aver acquisito varie informazioni su Lixiana - informazioni non fornitemi dappricipio, al momento della prescrizione - sono terrorizzato da questo medicinale. Sia dal continuare a prenderlo, rischiando emorragie "fatali", che da un'eventuale interruzione che - a quanto ho capito - potrebbe provocare complicazioni ed effetti gravi. In passato prendendo la cardioaspirina "a scopo preventivo" mi è capitato di avere emorragie attraverso le vie urinarie, emorragie fermatesi con l'interruzione dell'aspirina. Le domande sono tre. Mi piacerebbe avere risposte non elusive come le altre finora fornitemi dai medici, a partire da quello di base. Vorrei sapere se l'uso di Lixiana, farmaco evidentemente rischioso, privo di antidoti - come dichiarato già dal produttore - non possa considerarsi eccessivo in seguito a un episodio di aritmia diagnosticato come fibrillazione atriale ma senza altre evidenze di problemi cardiaci. Un semplice episodio di aritmia può prospettare probabilità di ictus così alte da dover ricorrere a un farmaco come Lixiana che può provocare emorragie senza rimedio e mortali? Quali precauzioni potrei usare ora per interrompere l'uso di Lixiana? In casi come il mio i medici non dovrebbero rendere il paziente partecipe della motivazioni della scelta di un farmaco "rischioso" e chiedere per l'avvio della cura il suo assenso informato, come nel caso di interventi chirurgici a rischio? Grazie. Saluti

La risposta

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L’indicazione alla terapia anticoagulante in soggetti che hanno avuto un episodio di fibrillazione atriale nasce da studi che hanno dimostrato la elevata incidenza di episodi ischemici sistemici (cerebrali e non) in soggetti che appunto manifestano la fibrillazione. Il calcolo del rischio ischemico viene fatto con un punteggio calcolato considerando le caratteristiche cliniche di rischio: il CHAD2-VASc2 score. Questo punteggio considera era, presenza di ipertensione, di malattia vascolare, diabete, precedente malattia vascolare o pregressa ischemia cerebrale e sesso. Nel suo caso, dalle poche notizie che posso dedurre, il punteggio (considerandola iperteso) è 2. Dal punteggio 2 in poi vi è indicazione al trattamento anticoagulante, per un rischio stimato di eventi ischemici pari a 2,2% annuo di incidenti ischemici. Se non consideriamo l’ipertensione (la diagnosi deve essere certa) il suo punteggio è 1 e non vi sarebbe indicazione a trattamento anticoagulante. D’altro canto il suo rischio di avere eventi emorragici si calcola, statisticamente, con un altro punteggio HAS-BLED, che considera altre varianti.Il mio consiglio è di fare questi calcoli con il suo cardiologo e valutare serenamente il rischio/beneficio del trattamento.

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